Art. I. Teoria della Sensibilità pura. Modo con cui si formano in noi le percezioni degli oggetti sensibili. Dello Spazio e del Tempo
Art. II. Teoria dell’Intelletto puro. Generazione delle leggi universali che regolan gli oggetti sensibili. Categorie e forme del pensiero. Schematismo. Riflessione trascendentale. Natura
Art. III. Teoria della Ragione pura. Della legge dell’assoluto. Delle Idee trascendentali. Paralogismi, antinomie, e ideale della Ragione pura. Delle prove specolative dell’esistenza di Dio
Art. IV. Teoria della Ragione pratica. Sentimento fondamentale della coscienza. Libero arbitrio. Imperativo categorico. Unione necessaria delle due tendenze verso la felicità e verso il dovere. Immortalità dell’anima. Dio
Art. I. Esame della Teoria della Sensibilità pura
Art. II. Esame della Teoria dell’Intelletto puro
Art. III. Esame della Teoria della Ragione pura
Art. IV. Esame della Teoria della Ragione pratica
Art. V. Esame della Filosofia sperimentale opposta alla trascendentale di Kant
INTRODUZIONE
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Emmanuele Kant nato in Koenisberg nella Prussia il 22. Aprile 1724, dopo essersi distinto con varie opere fisiche ed astronomiche, pubblicò nel 1781 la prima parte della sua Filosofia trascendentale sotto il titolo di Critica della Ragione Pura.
Per cinque o sei anni però stette quest’opera sì trascurata e ignorata, che l’editore di Riga già disperava di più trovarne lo spaccio, quando per essa improvvisamente si levò tanto rumore, ch’ei fu ben presto costretto ad intraprenderne una seconda, indi una terza, e una quarta edizione.
A questo strepito per avventura diedero occasione due altre opere di Kant pubblicate nel
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1783 e nel 1786, l’una col titolo di Prolegomeni o Trattato preliminare a qualunque Metafisica ormai tentasse di comparire come scienza, l’altra con quello di Principi metafisici della scienza della Natura.
Nel 1788 uscì la Critica della Ragione pratica, seconda parte della Filosofia trascendentale, e fu seguita da altre opere ad essa relative, cioè Base di una Metafisica de’ costumi. – Principi metafisici della virtù. – Principi metafisici del diritto. – La Religione d’accordo colla ragione. – Saggio sovra un progetto di pace perpetua.
Finalmente nel 1790 comparve la Critica del Giudizio, ultima parte della Filosofia trascendentale, a cui un’opera analoga avea Kant fatto precedere nel 1787, intitolata Base d’una Critica del Gusto.
Altre opere egli ha pur pubblicate, una Logica, un’Antropologia, l’Idea d’una storia universale sotto una vista cosmopolitica ec.; ma l’essenza della sua dottrina è principalmente compresa nelle tre Critiche succennate, e in particolare nelle due prime.
Numerose contraddizioni però ha sofferte, e soffre tutt’ora questa dottrina. Ella è stata proibita da più Governi, mal accolta quasi da tutti. Uno de’ più celebri suoi seguaci è stato accusato d’ateismo, e privato della cattedra che occupava. Un nembo di Scrittori si è pur destato a censurarla, a combatterla, a screditarla.
Ma nel tempo ch’ella menava tanto rumore in Germania, era tuttavia in Francia e in
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Italia quasi affatto ignorata, quando nel 1801 Carlo Villers intraprese di farla conoscere alla Francia con un’opera intitolata: Philosophie de Kant ou Principes fondamentaux de la Philosophie transcendentale; e per questo mezzo anche in Italia or si è divolgata(1).
L’opera di Villers dopo una lunga prefazione, in cui fra le altre cose contengonsi le notizie qui accennate rispetto a Kant e alla sua Filosofia, è divisa in due parti. La prima, che abbraccia due terzi dell’opera, comprende le nozioni preliminari, in cui Villers tenta distruggere quanto si è detto, e scritto, e meditato fin qui in proposito di Filosofia e pratica e specolativa; dichiara vani ed erronei tutti i metodi fin qui tenuti, spezialmente quelli di Locke e di Condillac, perché appoggiati all’osservazione e all’esperienza, ch’ei chiama empirismo; e pretende che vera Filosofia non abbia al mondo mai esistito, finché non è stata portata, anzi creata da Kant: la seconda contiene la dottrina di Kant, ossia l’esposizione de’ Principi fondamentali della Filosofia trascendentale.
(1) Una traduzione latina delle opere di Kant attinenti alla Filosofia trascendentale era uscita già in Lipsia fino dagli anni 1796-97, e qualche esemplare n’era pur giunto in Italia; ma ella è scritta in una maniera s’ oscura, enimmatica, sibillina, ch’io non so se alcuno abbia potuto avere la sofferenza di leggerla da capo a fondo, e sostenere la contenzione di spirito che è necessaria per ben intenderla.
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Noi procureremo di dare un’idea, per quanto si potrà, chiara ed esatta di questa Filosofia, traendola dalla stessa esposizione di Villers, anzi usando per lo più le sue medesime espressioni; e dall’esame, che ne faremo in appresso, potrà poi rilevarsi in qual conto da un Filosofo ragionatore ella debba tenersi.