Soave, Franceso
(Lugano il 10 giugno 1743-17 gennaio 1806).
Dopo aver frequentato il collegio S. Antonio di Lugano, retto dai padri somaschi, entrò nell’Ordine. Vestito l’abito venne inviato nel convento di S. Pietro in Monforte per compiervi il noviziato. Presi i voti nel 1760, passò a Pavia, nel collegio di S. Maiolo, dove compì studi di filosofia. Nel 1762 si trasferì a Roma, nel collegio Clementino per completare gli studi di teologici e, nel contempo, studiare lettere classiche, ma anche il francese, il tedesco, l’inglese e lo spagnolo. Tradusse le Bucoliche e le Georgiche di Virgilio (Roma 1765).
Nel 1765 si trasferì a Milano come maestro dei chierici. Dopo qualche mese Francesco Venini (confratello) lo chiamò a Parma come docente di belle lettere nel collegio della Reale Paggeria, di cui era direttore su nomina del ministro dell’istruzione del Ducato Léon Guillaume du Tillot. Con l’espulsione dei gesuiti da Parma nel 1768, du Tillot dovette chiamare i professori della soppressa Reale Paggeria a insegnare sui posti lasciati liberi nell’università da lui riformata. Soave venne incaricato della cattedra di poesia. In questo ruolo realizzò manuali per l’insegnamento: oltre a una Antologia latina, lavorò a una Gramatica ragionata della lingua italiana che però venne respinto da du Tillot, che bocciò anche l’intera riforma scolastica predisposta da Venini e Soave stesso. La Gramatica e l’Antologia vennero pubblicate anonime nel 1771.
Nel 1769 partecipò al famoso concorso promosso dall’Accademia di Berlino sul tema dell’origine del linguaggio. La dissertazione di Soave venne giudicata la migliore dopo di Johann Gottfried Herder che vinse il concorso, e per questo ebbe l’onore del primo accessit. L’originale latino venne poco dopo tradotto con modifiche dallo stesso Soave e pubblicato con il titolo Ricerche intorno all’istituzione naturale d’una società, e d’una lingua, e all’influenza dell’una, e dell’altra su le umane cognizioni (Milano 1772). Il saggio venne poi inserito negli Opuscoli metafisici (Milano 1794). Al tema del linguaggio è dedicato anche il saggio Riflessioni intorno all’istituzione di una lingua universale (Roma 1774).
Nell’autunno del 1772, finita la stagione riformista del Ducato di Parma, Soave venne licenziato dall’università parmense, e si trasferì quindi a Milano, dove trovò sistemazione nel monastero di S. Maria Segreta. A questo periodo risale l’abbandono del nome Gian Francesco, impiegato fino al termine del periodo parmense, e da quel momento in poi sostituito dal solo Francesco. Raggiunta la notorietà, nel gennaio del 1774 venne nominato professore di filosofia morale nel ginnasio di Brera, e poi di logica e metafisica.
Dal 1775, in collaborazione con Carlo Amoretti, fondò il periodico bimestrale «Scelta di opuscoli interessanti tradotti da varie lingue», che dal 1778 si chiamò «Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti») in cui furono pubblicate memorie relative alle più importanti scoperte scientifiche. Soave vi collaborò fino al 1801. In questo periodo, oltre alla nuova edizione dei poemi virgiliani, Soave pubblicò anche le traduzioni (con originale a fronte), dei Neue Idyllen di Salomom Gessner (Vercelli 1778) e del poema The force of religion di Edward Young (Vercelli 1781).
In campo filosofico, Soave nel 1775 diede alle stampe la traduzione di un noto compendio, curato da John Wynne e pubblicato nel 1696, dei libri II-IV dell’Essay di John Locke (Saggio filosofico di Gio. Locke su l’umano intelletto, I-III, Milano 1775). Soave vi inserì anche un riassunto del libro I, sulla critica dell’innatismo omesso da Wynne. Oltre a numerose note a piè pagina, Soave inserì nel testo dodici brevi saggi in cui illustrava e criticava gli sviluppi settecenteschi dell’empirismo lockiano, sottoponendo a critica le dottrine di in contrasto con la religione cattolica . L’anno seguente pubblicò anche la traduzione del saggio postumo di Locke Guida dell’intelletto nella ricerca della verità (Milano 1776), aggiungendovi numerose annotazioni e l’appendice Del metodo che dee tenersi per trovare la verità, e per insegnarla ad altri. Entrambi i testi furono pensati come manuali per la scuola; nel secondo, poi, in particolare nell’appendice, Soave sviluppava tematiche pedagogico-didattiche.
Nello stesso periodo venne coinvolto dalle autorità austriache in progetti di riforma del sistema scolastico; nel 1774 venne inserito in alcune commissioni, fra cui una per la riforma dei libri di testo, su incarico della quale preparò una Gramatica delle due lingue italiana e latina, che venne però pubblicata soltanto un decennio dopo (Milano 1785); la commissione, infatti, nel 1777 interruppe i lavori e il processo di riforma del sistema scolastico in Lombardia subì un arresto.
Nel 1776 Soave partecipò a un concorso promosso dal conte Carlo Bettoni per le migliori novelle per fanciulli. Pur non ottenendo il premio, che non venne assegnato, Soave pubblicò le Novelle morali (1782; 1784; 1786). L’opera ebbe una straordinaria fortuna nel corso di tutto il XIX secolo, divenendo un modello per i libri di lettura nelle scuole elementari; ebbe fin da subito numerose edizioni, anche all’estero, dove fu utilizzata per l’insegnamento della lingua italiana.
Nel 1786 Soave venne chiamato a far parte della commissione per la riforma della scuola della Lombardia austriaca con il compito di organizzare la formazione dei maestri e predisporre i libri di testi. Da questa esperienza trasse origine il Compendio del metodo delle scuole normali. A Spave si deve anche l’estensione delle Leggi scolastiche da osservarsi nelle R. scuole normali della Lombardia austriaca (Milano 1786). Nell’aprile del 1789 gli venne affidato l’incarico di organizzare anche a Pavia le scuole elementari secondo il nuovo sistema.
Per l’autunno del 1789 Soave aveva progettato un viaggio di istruzione a Parigi; partito ai primi di luglio con gli amici di sempre, Venini e Amoretti, a Ginevra e Losanna venne raggiunto dalla notizia dello scoppio della Rivoluzione, «gli orrori di Francia», come ebbe a scrivere all’amico Clementino Vanetti, e ritenne più prudente interrompere il viaggio e far rientro in Italia.
Sollevato dai compiti organizzativi, Soave poté dedicarsi agli studi di filosofia e, finalmente, pubblicare le Istituzioni di logica, metafisica ed etica (I-IV, Milano 1790-1792).
Matura sintesi delle sue idee filosofiche, oltre che frutto del suo insegnamento a Brera, l’opera ebbe nelle scuole d’Italia vastissima diffusione, testimoniata dalle numerose edizioni e ristampe fino alla metà dell’Ottocento. L’empirismo moderato di Locke, integrato e corretto quando necessario per conciliarlo con l’ortodossia cattolica fu l’orientamento seguito da Soave. L’adesione a Condillac, pur presente, veniva corretto con la distinzione lockiana fra sensazione e riflessione.
Nel 1793 il governo austriaco affidò a Soave l’esposizione della situazione francese, giudicata pericolosa. Ne scaturì l’opuscolo Vera idea della Rivoluzione di Francia. Lettera di Glice Cerasiano ad un amico (apparso anonimo nel 1793), in cui sono evidenti l’influenza di Edmund Burke.
Agli inizi di maggio del 1796, con l’ingresso dell’esercito francese a Milano, Soave riparò a Lugano, dove insegnò nel collegio S. Antonio (dove ebbe come allievo il giovane Alessandro Manzoni). Alla fine del 1797 decise di trasferirsi a Napoli, accettando l’invito di Marcantonio Doria, principe di Angri, che lo volle come istruttore del figlio.
A fine aprile del 1799 gli austro-russi riconquistarono la Lombardia e il 9 ottobre la congregazione delegata, insediata con compiti di autorità municipale, richiamò Soave a Milano con funzioni di professore a Brera e di nuovoi la direzione delle scuole milanesi. Di lì a poco però, nel giugno del 1800, Milano ritornò sotto il dominio francese, e Soave dopo poco venne privato sia della cattedra a Brera sia della direzione delle scuole cittadine. Con il prevalere di un indirizzo politico più moderato e la nomina a fine gennaio del 1802 di Francesco Melzi d’Eril a vicepresidente della Repubblica italiana, Soave ebbe incarichi nel campo dell’istruzione e della cultura: nell’ottobre del 1802 venne nominato da Napoleone Bonaparte membro dell’Istituto nazionale; poi direttore scientifico-letterario del collegio nazionale civico di Modena. Nell’agosto del 1803 Soave ottenne, sempre per intervento di Melzi d’Eril, la cattedra di analisi delle idee nell’Università di Pavia, dove si stabilì.
Nel 1802 Soave pubblicò un’edizione annotata con testo a fronte delle Satire, delle Epistole e dell’Arte poetica di Orazio, nel 1805 un’edizione delle Rime di Francesco Petrarca, e le traduzioni in versi dell’Odissea di Omero e delle Opere di Esiodo.
Sul versante filosofico, nel 1803 uscì a Modena il saggio sulla Filosofia di Kant. In una lettera a Melzi d’Eril, dedicatario del saggio, Soave dichiarava di non conoscere «filosofia né più falsa né più perniciosa alla società» (Filosofia di Kant, 1803, pp. 3 s.). Per esporre la filosofia kantiana Soave si servì quasi soltanto del compendio di Charles Villers (Metz 1801). Di Kant Soave proponeva una lettura in chiave marcatamente empiristica; interpretando il trascendentale in senso innatistico, egli accostava il criticismo all’idealismo fenomenistico di George Berkeley, riducendo quindi il «fenomeno» kantiano a mera «illusione» (Filosofia di Kant, cit., pp. 53 s., 100-109); in realtà, ancor più dell’esito scettico, ciò che maggiormente preoccupava Soave erano gli esiti di tali dottrine in campo etico e politico.
Nel 1804, Soave compose Esame de’ principi metafisici della zoonomia d’Erasmo Darwin. Al nonno di Charles Soave rimproverava la «smania di voler tutto ridurre a materia» (p. 50). Dello stesso anno puublicò le Riflessioni sopra il progetto di elementi d’ideologia di Destutt-Tracy; in cui contesta l’identificazione di quest’ultimo della facoltà di pensare con la semplice sensibilità.
Scritti:
Virgilio, Bucoliche e le Georgiche traduzione (Roma 1765);
Gramatica ragionata della lingua italiana (Parma 1771);
Ricerche intorno all’istituzione naturale d’una società, e d’una lingua, e all’influenza dell’una, e dell’altra su le umane cognizioni (Milano 1772);
Riflessioni intorno all’istituzione di una lingua universale (Roma 1774);
Opuscoli metafisici (Milano 1794);
Saggio filosofico di Gio. Locke su l’umano intelletto, I-III (Milano 1775);
Locke Guida dell’intelletto nella ricerca della verità, traduzione (Milano 1776);
Novelle morali (1782; 1784; 1786; 1797);
Compendio del metodo delle scuole normali (Milano 1786);
Leggi scolastiche da osservarsi nelle R. scuole normali della Lombardia austriaca (Milano 1786)
Istituzioni di logica, metafisica ed etica (I-IV, Milano 1790-1792)
Vera idea della Rivoluzione di Francia. Lettera di Glice Cerasiano ad un amico (Milano 1793);
Opuscoli metafisici (Milano 1794);
Orazio Satire, Epistole, Arte poetica (Venezia 1802);
Filosofia di Kant (Modena 1803);
Esame de’ principi metafisici della zoonomia d’Erasmo Darwin (Milano 1804);
Riflessioni sopra il progetto di elementi d’ideologia di Destutt-Tracy (Milano 1804);
Petrarca, Rime (I-II, Milano 1805);
Odissea di Omero (Pavia 1805);
Opere di Esiodo (Pavia 1805);
La mitologia [...] con l’aggiunta d’un transunto delle Metamorfosi di Ovidio (Vigevano 1810);
Storia del popolo ebreo (Vigevano 1813).
Riferimenti bibliografici
F. Zambelloni, Le origini del kantismo in Italia, Milano 1971, pp. 64-84, 93-95;
C. Rossi Ichino, F. S. e le prime scuole elementari tra il ’700 e l’800, in Problemi scolastici ed educativi nella Lombardia del primo Ottocento, a cura di P. Brotto et al., I, Milano 1977, pp. 93-186;
E. Garin, Storia della filosofia italiana, III, Torino 1978, pp. 1037-1041;
M. Baldi, David Hume nel Settecento italiano: filosofia ed economia, Firenze 1983, pp. 101-109;
F. Venturi, Settecento riformatore, V, 1, Torino 1987, pp. 755-764;
C. Pancera, I testi scolastici di F. S., in Maestri, didattica e dirigenza nell’Italia dell’Ottocento, a cura di L. Bellatalla, Ferrara 2000, pp. 43-53;
S.C. Sgroi, Studi di storia della terminologia linguistica. La Gramatica ragionata della lingua italiana (1771) di F. S. tra razionalismo ed empirismo, Roma 2002;
F. S. e la grammatica del Settecento, a cura di C. Matazzini - S. Fornara, Alessandria 2004;
F. Soave, Epistolario, a cura di S. Barelli, Locarno 2006;
D. Corzuol, Scuole normali e studio della retorica nella Lombardia austriaca del Settecento. F. S. figura di mediatore tra area italiana e area tedesca, Pisa 2007;
Id., F. S. e il trattato pedagogico della Methodus studiorum, Bellinzona 2013;
G. Carletti, F. S. Un illuminista controrivoluzionario, Scandicci 2015;
I. Tolomio, F. S., in Models of the history of philosophy, a cura di G. Piaia - G. Santinello, III, Dordrecht 2015, pp. 336-343;
G. Micheli, Soave, Gian Francesco, Dizionario biografico degli italani, vol. 93 (2018) – su cui è basata la presente scheda biografica