Art. I. Teoria della Sensibilità pura. Modo con cui si formano in noi le percezioni degli oggetti sensibili. Dello Spazio e del Tempo
Art. II. Teoria dell’Intelletto puro. Generazione delle leggi universali che regolan gli oggetti sensibili. Categorie e forme del pensiero. Schematismo. Riflessione trascendentale. Natura
Art. III. Teoria della Ragione pura. Della legge dell’assoluto. Delle Idee trascendentali. Paralogismi, antinomie, e ideale della Ragione pura. Delle prove specolative dell’esistenza di Dio
Art. IV. Teoria della Ragione pratica. Sentimento fondamentale della coscienza. Libero arbitrio. Imperativo categorico. Unione necessaria delle due tendenze verso la felicità e verso il dovere. Immortalità dell’anima. Dio
Art. I. Esame della Teoria della Sensibilità pura
Art. II. Esame della Teoria dell’Intelletto puro
Art. III. Esame della Teoria della Ragione pura
Art. IV. Esame della Teoria della Ragione pratica
Art. V. Esame della Filosofia sperimentale opposta alla trascendentale di Kant
PARTE II
Esame della Filosofia di Kant
53
Da questa esposizione, tratta fedelmente e in parte tradotta da quella di Villers, credo che ogni giudizioso Lettore avrà potuto avvedersi, che la Filosofia trascendentale di Kant conviene per una parte coll’idealismo di Berkeley, e per l’altra col sistema Leibniziano delle monadi rappresentative dell’universo e dell’armonia prestabilita; sicché quanto è stato detto contro questi due sistemi, può a quello di Kant egualmente applicarsi, e con tanto maggior ragione, quanto egli nelle immaginarie supposizioni e nelle asserzioni gratuite è andato assai più avanti.
Berkeley si è contentato di mettere in dubbio l’esistenza de’ corpi: Kant dichiara che fin l’esistenza di noi medesimi sarebbe un’illusione se non avessimo che la facoltà di conoscere, e che in tanto siam certi della nostra esistenza, in quanto abbiamo puranche la facoltà di volere e d’agire. Del resto tutta la Natura è secondo lui un’apparenza, un fenomeno, un’illusione; l’esistenza di Dio per la Ragione specolativa è puramente ideale; ogni raziocinio per dimostrarla è vano e inconcludente; e appena ei permette alla Ragione pratica di cavarne dal suo Imperativo categorico una prova morale.
54
Quanto egli ha oltrepassato Berkeley nell’idealismo, altrettanto pur supera Leibnitz nel sistema delle monadi rappresentative, e dell’armonia prestabilita. Le monadi Leibniziane erano riguardate semplicemente a guisa di specchi ne’ quali si pingesser le immagini dell’universo; ma niuna forza di sensibilità, d’intelletto, o di ragione era loro attribuita. Che se nell’anima umana, che monade principale o entelechia dominante era da lui appellata, supponeva prestabilita tutta la serie dell’idee, che aver dovea in appresso, ei credeva questa serie preordinata da Dio a quel modo che i Cartesiani credevano da Dio impresse nell’anima l’idee innate; non supponeva, siccome Kant, che queste idee procedessero da un’intrinseca originaria forza dell’anima stessa.
Ma quanto abbia il sistema di Kant oltrepassato i rigettati sistemi di Berkeley e di Leibniz, io non prenderò ora ad esaminare più lungamente. I Principi stessi, a cui egli s’appoggia, son quelli ch’io mi farò a considerare partitamente, onde appaia se sieno essi da ammettere, e se ammettere si debban quindi le conseguenze ch’ei ne ricava.