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Il mare Glaciale meridionale non è rinchiuso come il Settentrionale, ma confina da per tutto col grande Oceano. Esso non ha coste, né stretti di mare: e facendolo anche avanzare dieci gradi di più verso l’equatore, cioè fino al quarantesimo grado,
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non tocca malgrado tutto questo, che pochissime coste in parte di niuna considerazione, come sull’intero emisfero orientale solamente le isole Schouten, la terra di Van Diemen presso la nuova Olanda, le piccole isole scoperte da Kerguelen, Marion e Crozet, l'isola Nachtigal (rosignuolo), l’isola di Richmond o Jough, che sono tutte senza la minima importanza. Sull’emisfero occidentale non giacciono che montagne coperte di eterna neve fino alle coste della terra di Sandwich, della Georgia meridionale, delle isole Falkland, delle isole degli Stati, e della terra del Fuoco; poi la costa fredda de’ Patagoni, la terra più considerabile, di 300 miglia geografiche di lunghezza, e 90 di larghezza, ove l’aria è egualmente rigida, e le montagne coperte di neve perenne; le isole Baunty in numero di 16 scoperte nel 1789, e finalmente l’isola Tavai Poenammoe, ossia la parte meridionale della Nuova Zeelanda, la quale è divisa per lo stretto di Cook dall’isola di Labeinomauve, parte settentrionale della Nuova Zeelanda, la quale si estende fino al 34° 25'. Queste terre unite appena formano 40000 miglia
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quadrate di un luogo per lo più interamente infruttifero. In mezzo all’estate, cioè ne’ mesi di dicembre, e di gennaio, che corrispondono ai nostri mesi di giugno, e di luglio, tutte le baie sono ripiene di masse solide di ghiaccio, le quali sporgono fuori dell’acqua all’altezza di 60 in 80 piedi. In alto mare però, fino al 49°, anzi fino al 47° s’incontrano grandi campi di ghiaccio, e nel 50° campi di ghiaccio fermo, come l’osservò nel 1772 il vascello la Risoluzione. Il termometro di Fahrenheit sulla Georgia meridionale, sotto il 54°, nelle giornate più calde, appena s’innalzò fino al 34c, ed ordinariamente stette sul 31, o 32c(1). Le osservazioni meteorologiche fatte sulle isole di Falkland solto il 5, di latitudine meridionale(2), paragonate colle osservazioni sotto latitudini eguali della parte settentrionale del globo, dimostrarono che la parte meridionale
(1) Forster, Bemerkungen auf Seiner Reise um die Welt, p.75 .
(2) A collection of Voyages chiefly in the southern Atlantik Ocean by Alexander Dalrymple 1775. e Philos . Transact. vol. 66.
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dell’emisfero è di molto più fredda della settentrionale; e la ragione di ciò, come abbiamo detto qui sopra, è che l’inverno dell’emisfero settentrionale, e l’estate dell’emisfero meridionale cadono nel perigeo, per il che il nostro inverno si abbrevia otto giorni, giacché la terra nel perigeo cammina più presto. Inoltre la nostra estate, ed il loro inverno cadono nell’apogeo, e la nostra estate, ed il loro inverno durano otto giorni più, per cui il freddo deve aumentarsi di un 1/23 più sulla parte meridionale dell’emisfero, che sulla parte settentrionale. A ciò s’aggiunge ancora, che in un’egual direzione obbliqua de’ raggi del sole i più distanti debbono assolutamente aver meno effetto che quelli i quali sono più vicini per 800000 miglia.
Potente cagione di questo freddo sull’emisfero meridionale è ancora la mancanza di una porzione di terreno esteso; perché il sole altro non fa che sviluppare il calore proprio alla terra, ma nell’acqua non può produrre questo effetto. L’acqua assorbe i raggi del sole senza renderli, attrae il calore, ma non è in istato di svilupparlo; e levando
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all’acqua il suo proprio calore si muta in ghiaccio. Specchi ardenti nel di cui fuoco tutt’i metalli si disciolsero, si vetrificarono, svaporarono, diretti sull’acqua non ebbero il minimo effetto. Se anche non ci riuscisse di mettere in chiaro il processo, secondo il quale i raggi del sole sviluppano il calore dalla terra, ciò non ostante è certo che la refrazione, il rompersi, ed incrociarsi di essi raggi tra loro è molto necessario a questo processo, cosa che, come vediamo evidentemente, produce il freddo, e il ghiaccio nelle alte montagne. Per ciò non può aver luogo sopra un semplice piano d’acqua. Le terre più belle della latitudine settentrionale cadono sotto il 40° di latitudine; la terza parte del Portogallo, la metà della Spagna, compreso Madrid; l’Italia interamente, eccettuata la Calabria, l’Albania, la Macedonia, la Romelia, ed una parte della Natolia, della Giorgia, e della China fino a Peking, giacciono al di là del 40° di latitudine sotto il polo antartico. Al contrario cessano col 40° meridionale tutte le terre, eccetto quelle poche isole che abbiamo nominato qui sopra. Al di là del 50° sulla parte orientale dell’emisfero, cioè dal 1° di longitudine fino
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al 180° verso il polo antartico, non v’è nulla; e sul lato occidentale dal 180° fino al 300° giace egualmente niente. Quivi tra gli ultimi 60° cadono la terra meridionale de’ Patagoni, costa di poca estensione, deserta, ed intirizzita dal ghiaccio, unitamente alla terra del Fuoco; le Isole Falkland, l’isola Georgia (scoperta nel 1756 dal vascello il Lione), e la terra di Sandwich; e questo è tutto. Intorno al polo artico al contrario, al di là del 50°, giacciono l’intera Grande Brettagna, una parte della Francia settentrionale (i Dipartimenti Pas de Calais, Somme, il Dipartimento del Nord, ed una parte del Dipartimento delle Ardenne), la maggior parte della Germania, compreso Francfort sul Meno; la Boemia fino a Praga, l’intera Slesia, l’intera Polonia, compresa Varsavia e Cracovia ec.; l’intera Russia comprese Kasan, ed una parte di Astracan. Al di là del 60° di latitudine meridionale non si è trovato mai altro che ghiaccio. Con fatiche inconcepibili si è penetrato fino al 71° di latitudine ma altro non vi si trovò che isole e rocce di ghiaccio, e subito al di là del 60° un freddo, ed una stagione eguale a quella che si trova al di là del 70° sotto il polo settentrionale.
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In mezzo all’estate il termometro di Fahrenheit non giunge mai a 5c sopra il punto di ghiaccio, e spesso di sotto; sovente cascano neve e grandine, e l’acqua gela di notte sui ponti de’ vascelli. In questa relazione vanno d’accordo Cook, Forster, Anson, Drake ed altri navigatori Inglesi, Francesi come Bougainville, Olandesi e Spagnuoli; e da ciò che avviene in queste notti d’estate è facile il dedurre ciò che debba avvenire in quelle d’inverno. Intorno al nostro polo settentrionale ancora, al di là del 70°, giace una terra atta ad essere abitata, ed è diffatti abitato non solamente il Capo Nord, ma pure la fortezza Wardochus, l’intera costa dell’Asia, la quale per lo più si estende fino al 75°, ed in alcuni siti ancora più al di là del 75°: e vi sono ancora la metà di Nuova Zembla, l’intera Spitzbergen, ed una parte di Groenland, e di America.
Anche di quelle cose che meritano attenzione nel mare Glaciale settentrionale, poche ivi se ne trovano.
Il ghiaccio fluttuante, ed il ghiaccio solido è quivi in abbondanza; prova sicura, che l’alto mare, senza aver la terra ferma per punto d’appoggio, e senza ricevere il
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ghiaccio dai fiumi, possa gelare; poiché al di là dell’80° non è più possibile che i fiumi vi esistano, e fino a questa latitudine dobbiamo porre almeno i supposti fiumi e le sorgenti; giacché niuna costa, e niuna imboccatura di un fiume è stata trovata sotto il 71° di latitudine.
Il ghiaccio fluttuante si distacca, come da noi, dal margine del continente di ghiaccio formato da esso stesso sotto il 70° (cioè 10° più verso il polo, che nel meridionale), e lo conduce verso l’equatore. La Zona del ghiaccio fluttuante arriva nell’emisfero Sud fino al 50°: cioè fin dove sotto il polo settentrionale abbiamo fissati i limiti del mare del Nord, e dove che appunto vedevansi pezzi di ghiaccio rarissime volte, ed isolati.
Sotto il polo meridionale però è questo ghiaccio un fenomeno ordinario. Que’ due vascelli, che la Società francese delle Indie orientali spedì nel 1730 sotto il comando di Lozier Bouvet a fare delle scoperte, trovarono a perdita di vista in mezzo all’estate, sotto il 47°, e 48' di latitudine, una grande quantità di campi enormi di ghiaccio e dietro a questi rocce di ghiaccio, le quali da
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essi erano credute terre, ove a cagione del ghiaccio che ne stava avanti non potevano avvicinarsi. Bouvet era tanto persuaso della sua scoperta, che la chiamò Capo della Circoncisione. Ma primacché venissero altri vascelli in que’ luoghi, i venti di mezzogiorno distaccarono questo Capo, e la terra che si suppose essere dietro ad esso, conducendo il tutto verso l’equatore; per il che i navigatori che vennero dopo non trovarono in questo stesso luogo né impedimento, né terra di sorta alcuna. In altri luoghi però molti viaggiatori trovarono del ghiaccio sotto la stessa latitudine, ed anzi al 49°, 50°, 51°, e 52°, verso il polo meridionale(1) sempre ne incontrarono.
Questo spandimento tanto notabilmente maggiore del ghiaccio, cioè l’avanzamento di esso verso l’equatore, aumenta egualmente in modo considerabile il freddo dell’emisfero meridionale; poiché per le osservazioni di tutt’ i viaggiatori è noto, che vicino
(1) Ved . Dalrymple’s Collection of Voyages chiefly in the Southern Atlantik Ocean. Halley’s journal p. 34. Bouvet p. 4.
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a’ grandi campi di ghiaccio il termometro cade subito al 5° grado; e fino al 5° e mezzo sotto quello della congelazione.
Dal 40° di latitudine meridionale in giù verso l’equatore non deve però nuotare facilmente il ghiaccio del polo antartico, poiché l’acqua a poco a poco lo scioglie.
Del resto, il continuo passaggio del ghiaccio da sotto il polo antartico verso il settentrione, come nella parte nostra il passaggio verso il Sud, confermano che l’Oceano corre incessantemente da ambidue i poli verso l’equatore. Questa corrente è cagionata in parte dalla maggiore evaporazione che ha luogo fra i tropici; ma più particolarmente dall’acqua che quivi è più leggiera a cagione della forza centrifuga, e dall’attrazione della luna la quale vi cagiona il flusso e riflusso. Queste correnti contribuiscono assai alla formazione, ed alla direzione delle coste continentali.
Della seconda cosa rimarcabile del mare Glaciale settentrionale, cioè del legno fluttuante, non esiste ivi quasi alcuna traccia, poiché donde dovrebbe venire, dove crescere? Dal 30° verso il polo v’è solamente poca terra sulla parte meridionale, e
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dal 40° fino al 50° né anche esistono 30000 miglia quadrate geografiche di terra; ed inoltre nel 50° cessa qualunque vegetazione. I Francesi che visitarono cautamente le isole Falkland ad oggetto di trovarvi del legno fluttuante, appena ve ne trovarono qualche pezzetto; e gl’Inglesi ne trovarono egualmente pochissimo sulla Georgia meridionale.
Similmente il mare Glaciale meridionale non contiene cosa alcuna di particolare riguardo ad animali smisurati. Le balene, che sinora erano state ivi meno disturbate, offrono una pesca più ricca di quella che attualmente si fa nel mar Glaciale settentrionale, per cui gl’Inglesi vanno sovente a questa pesca meridionale. Anche sulla costa del Brasile una Società privilegiata fa una pesca considerabile delle vere balene, e negozia le così delle ossa di balena. Il macrocefalo si pesca in maggiore quantità sulle latitudini più alte del mare del Sud. Un vascello inglese che nel 1796 ritornò da questa pesca, e che si fermò a Rio de Janeiro, avea pescato 69 di questi preziosi animali, del valore di 82.300 scudi, calcolando in generale 1200 scudo per ciascuno. Nel Sud se ne trova qualcheduno alle volte del valore di 6000 scudi.
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Propri del mare Glaciale meridionale (o almeno molto comune, poiché vi si trovano in grande quantità) sono i Pingoini, specie di uccelli marini, che passano la maggior parte della loro vita in alto mare, ove soggiornano a turme isolate, per esempio a dozzine, e spesso alla distanza di più di 500 miglia geografiche da tutte le coste cognite. In tempo del covare vengono a terra a stormi molto numerosi, e sì grandi da non poterlo credere, talché, per esempio, Van Noort nel 1599 sull’isola de’ Pingoini nel mare de’ Patagoni ne uccise in breve tempo 50000, e Wood nel 1699 raccolse nell’istesso luogo 100000 uova. Anche Cook vide i Pingoini sempre in grandi stormi, particolarmente nel porto di Natale sull’isola di Kerguelen , e nella Georgia meridionale. Ciò sorprende maggiormente, poiché Bougainville dice che amino la solitudine. Avendo questi uccelli i piedi corti ed attaccati alla parte posteriore del corpo, perlocché non possono agevolmente nuotare, e sono necessitati di tenere il corpo la qual cosa John Narborough li paragona ad Turba di piccoli fanciulli vestiti di grembiali bianchi. Le loro ale sono una specie di pinne
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coperte densamente di penne quasi squamoso, e queste ale somigliano sì poco a quelle degli uccelli che Buffon disse: L’oiseau sans ailes est sans doute le moin oiseau qu’il soit possible. Quindi non possono volare, ma fanno de’ lunghi salti sopra l’acqua. Sulle punte meridionali dell’Africa e dell’America, ed intorno alla nuova Olanda, alla nuova Guinea, ed alla nuova Zelanda si trovano diverse specie di essi, ma sull’isola Kerguelen si osservano tre specie(1). La specie maggiore, da Forster chiamata Aptenodytes patachomia, ha la testa nera, la schiena di colore di piomba, ed il venire bianco. I piedi sono neri, ed a ciascun lato della testa hanno una striscia larga d’un bel giallo, la quale corre giù lungo il collo, e si unisce il petto. Il becco rossiccio è più lungo in essa che nelle altre specie. Anche Pennant lo chiama Pingoino Patagonico(2). La seconda specie è appena grande la metà; il dorso è nero, sulla testa ha una
(1) Ved. Il terzo Viaggio di Cook, vol. 1., o la Storia de Viaggi per mare degl’Inglesi vol. 6 ediz. 4 p. 56 ec.
(2) Ved. di lui, Genera of Birds tav. 14. p. 96.
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macchia bianca, che su ciascun lato a poco a poco si allarga. Il becco ed i piedi sono giallicci. Di ambedue queste specie trovasi una buona descrizione, ed il disegno in Sonnerat, Voyage à la nouvelle Guinée pag. 181. 182. tav. 113. 115. La terza spccie, di due piedi di lunghezza incirca, è sul dorso di un colore turchiniccio, come il luccio, misto di nero ed è bigio sotto il ventre. · Un bel disegno di essa ci fornisce la tavola 48 del 5 quinterno de’ disegni del naturalista Blumenbach. Questa specie si chiama Aptenodytes Chrysocomae, poiché sulla testa ha una mezza luna di un bel colore giallo chiaro, la quale si piega verso la parte di dietro. La seconda specie si chiama Aptenodytes Papua, poiché si trova assai frequente presso la terra de’ Papuas. Tutte le tre specie sono state disegnate e descritte da G. R. Forster nell’Historia Aptenodytae che si trova nel Nov. Comment. Goett. 1980 vol. III. pag. 121 ec.
Più frequenti che gli altri abitatori grandi del mare Glaciale si trovano quivi le foche leonine. Esse hanno molta somiglianza colle foche orsine, ma sono più piccole, ed arrivano alla lunghezza di 12 fino a 20 piedi.
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I capelli del maschio sono rossi quelli della femmina di un giallo bruno. Intorno al collo del maschio passa una ghirlanda rugosa di folti capelli, all’aspetto della quale si è immaginato di vedere la giubba del lione, e perciò si è dato a questo animale il nome di foca leonina. Esse sono grasse come le foche orsine, e la loro carne è mangiabile. Il loro lardo dà un buon olio. Dalla cute di esse tagliano i Russi delle coreggie, (perché si trova pure nel mare del Nord, e particolarmente presso Kamtschatka), e colla sua pelle cuoprono i bauli, e diverse specie di cassette.