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Ogni concetto contiene una moltiplicità sotto di sé, sì per ragione di convenienza e sì per ragione di differenza. La determinazione di un concetto in riguardo a tutte le cose possibili contenute sotto di esso, in quanto sono vicendevolmente opposte, cioè le une differenti dalle altre, appellasi divisione logica del concetto. Il concetto superiore appellasi concetto diviso (divisum), e i concetti inferiori, membri della divisione (membra dividentia).
Oss. 1. Adunque partire un concetto e di viderlo son cose differentissime. Nella partizione del concetto io vedo, per mezzo dell’analisi, ciò che è contenuto in esso; nella divisione io considero ciò che è contenuto sotto di esso.
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Qui io partisco la sfera del concetto, e non il concetto stesso. La divisione dunque è ben altra dalla partizione del concetto; i membri della divisione contengono in sé molto più del concetto diviso.
2. Noi ascendiamo dai concetti inferiori ai superiori, e di poi possiamo discendere nuovamente, mediante la divisione, da questi a quelli.
Nella divisione di un concetto è da badare a questo:
1. che i membri della divisione s’escludano, cioè sieno fra loro opposti;
2. che inoltre appartengano ad un concetto superiore (conceptum comune);
3. in fine che, presi tutti insieme, constituiscano la sfera del concetto diviso, ossia la uguaglino.
Oss. I membri della divisione debbono essere disgiunti fra loro, non per semplice opposizione contraria, ma per opposizione contradittoria.
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Le diverse divisizioni di un concetto, fatte per diversi rispetti, si appellano codivisioni(a); e la divisione de’ membri della divisione si appella subdivisione (subdivisio).
Oss. 1. La suddivisione può essere continuata all’infinito; ma comparativamente può esser finita. La codivisione va ancora, specialmente nei concetti sperimentali, all’infinito; chi può finire tutte le relazioni de’ concetti?
2. La codivisione si può appellare ancora divisione per differenza de’ concetti del medesimo obbietto (punto di vista), siccome la suddivisione, divisione del punto di vista istesso.
(a) Quum pro rei ipsius varietate rationes dividendi variae sint: ea eiusdem generis divisio, quae ex diverso fundamento ducitur, est συνδιαίρεσις, quam recentiorum consuetudo codivisionem appellavit. Trendelenburg. Elementa Logices Aristoteleae. Pag. 145.
Trad.
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La divisione in due membri appellasi dicotomia; se ha più di due membri, politomia.
Oss. 1. Ogni politomia è empirica; la dicotomia è l’unica divisione per principii a priori, perciò l’unica divisione primitiva. Per fermo i membri della divisione debbono essere fra loro opposti, e intanto l’opposto di A altro non è che non A.
2. Non si può insegnare politomia nella logica, perciocché essa dipende dalla conoscenza dell’oggetto. Ma la dicotomia non ha bisogno che di proposizioni contradittorie, senza conoscere, rispetto al contenuto, il concetto che si vuol dividere. La politomia abbisogna d’intuizione; o a priori, come nelle matematica (p. e. la divisione delle sezioni coniche), o empirica, come nella descrizione della natura. Non per tanto la divisione, pel principio della sintesi a priori, tricotomia, contiene:
1. il concetto, come condizione,
2. il condizionato,
3. la derivazione di questo da quello.
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Or, per ciò che riguarda in particolare ancora il metodo stesso di elaborare e trattare le conoscenze-scientifiche, ce n’è diverse specie principali, che possiamo qui arrecare, giusta la divisione seguente.
Il metodo scientifico o scolastico si distingue dal popolare, per ciò, che quello muove da proposizioni fondamentali ed elementari; questo, al contrario, dalle comuni ed interessanti. Il primo va al fondamentale(1) e ne allontana tutte l’estraneo; il secondo mira al conversare(2).
Oss. Per la qualcosa questi due metodi differiscono fra loro per la maniera, e non per la semplice esposizione; e popolarità nel metodo è qualche cosa diversa dalla popolarità nella esposizione.
(1) Gründlichkeit.
(2) Unterhaltung .
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Il metodo sistematico è opposto a quello per frammenti, o di rapsodia. Se si è pensalo secondo un metodo, e questo metodo è ancora espresso nella esposizione, ed è distintamente indicato il passaggio da una proposizione all’altra, si è maneggiala sistematicamente una conoscenza. Se, per contrario, si è pensato secondo un metodo, e la esposizione non si è disposta melodicamente; un tal metodo è da appellare di rapsodia.
Oss. La esposizione sistematica è opposta a quella di rapsodia, siccome la metodica alla disordinata. Vale a dire chi pensa metodicamente, può fare esposizione sistematica, o per frammenti. La esposizione, fatta esteriormente per via di frammenti, ma in sé stessa metodica, appellasi aforistica.
Il metodo analitico è opposto al sintetico. Quello incomincia dal condizionato e
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principiato, e ascende ai principii (a principiatis ad principia); questo, al contrario, va dai principii alle conseguenze, o dal semplice al composto. Il primo potrebbesi appellare regressivo, il secondo progressivo.
Oss. Il metodo analitico dicesi ancora altrimenti metodo d’invenzione. Il metodo analitico è acconcio al fine della popolarità, il sintetico poi al fine del lavoro scientifico e sistematico della conoscenza.
Il metodo sillogistico è quello, pel quale la scienza si espone in una catena di raziocinii. Per tavole appellasi quel metodo, onde un sistema di conoscenze già pronto si espone nel suo tutto insieme.
Il metodo è acroamatico, se uno insegna solamente; erotematico, se s’interroga ancora. Il secondo si può di nuovo dividere in dialogico o socratico, e in catechistico, secondo che le
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dimande sono indirizzate all’intelletto(1), o semplicemente alla memoria(2).
Oss. Non si può imparare erotematicamente che per via di dialogo socratico, nel quale due si dimandano e ancora si rispondono a vicenda, sì che pare lo stesso maestro sia ancora come lo scolare. Val dire, il dialogo socratico insegna per dimande, imparando il principiante a conoscere i suoi proprii principii razionali, e a farvelo riflettere sopra. Ma per mezzo della catachesi comune non si può imparare, ma solamente cavar di bocca per via di dimande ciò che si è imparato acroamaticamente. Per la qual cosa il metodo catechistico ancora non vale che per le conoscenze empiriche e storiche, il dialogico al contrario per le razionali.
Per meditare è da intendere un riflettere o pensare metodico. Il meditare è uopo che accompagni ogni lettura ed ogni studio; ed è necessario a ciò che si ponga anzi tutto nelle ricerche preliminari, e poscia si ordinino i propri pensieri o si colleghino secondo un metodo.
(1) Verstand.
(2) Gedächtniss.