V
Dodici alessandrini furono, dal Kant, consacrati, alla memoria del cancelliere dello studio regiomontano, Celestino Kowalewsky, professor di dritto, defunto nel millesettecensettantuno.
Die Lehre, welcher nicht das Beispiel Nachdruck giebt,
Welkt schon beim Unterricht und stirbt unausgeübt.
Umsonst schwillt das Gehirn von Sprüchen und Gesetzen,
Lernt nicht der Jüngling früh das Recht der Menschenschätzen
Wird niedrem Geize feind, vom Vorurtheil bekehrt,
Wohlwollend, edel, treu, und seines Lehrers werth.
Wenn dann gepriesne Pflicht den Lehrer selbst verbindet,
Der Einsicht im Verstand, im Herzen Tugend gründet,
Wenn reine Redlichkeit mit Wissenschaft vereint
Dem Staate Diener zieht, dem Menschen einen Freund,
Denn darf kein schwülstig Lob, kein Marmor ihn erheben:
Er wird auch unberühmt in ihren Sitten leben.
Continuo a riportare il testo originale: e perché poco noto e poco accessibile; e
VI
perché, comparandolo, con la traduzione, si sia indulgenti, verso i difetti di questa e la bruttezza de’ versi, in grazia della fedeltà e della stringatezza. E la versione, stavolta, sarà, pure, in martelliani piani, rimati a coppie.
Dottrina, cui l’esempio non infonda vigore,
Nello insegnar, già, vizza, non posta in uso, muore.
Nel cervel de l’alunno, che stipi e norme e detti,
Se, per tempo, non curi, che il dritto uman rispetti,
Nemico a cupidigia, purgato d’ogni errore,
Benigno, onesto, fido, degno del precettore?
Quando il dover lodato, poi, vincoli il docente,
Che virtù, nel cuor, fonda, saggezza, ne la mente,
Quando integrità schietta, giunta al saper, prepari
Servitori, allo stato, pii, verso i loro pari:
Non lo esalti ampollosa lode, non sasso sculto
Vivrà, ne’ lor costumi, resti, anco, il nome occulto.