X
L’altro componimento di quell’anno è in morte del professore di teologia Teodoro-Cristoforo Lilienthal.
Das, was auf Erden folgt, deckt tiefe Finsterniss;
Was uns zu thun gebührt, des sind wir nur gewiss.
Dem kann, wie Lilienthal, kein Tod die Hoffnung rauben,
Der glaubt, um recht zu thun, recht thut, um froh zu glauben.
Ed, anche, questo tetrastico mi sforzerò di rendere, alla meglio, nel volgar nostro,
XI
con quattro martelliani sdruccioli. Avverto però, che, di Lilienthal, ho creduto bene far Gigli.
Quanto alla terra segue, ravvolgon dense tènebre;
Certi siam, sol, di quanto fare ed oprar convèngasi.
Né morte può di speme frodar, chi, al Gigli simile,
Crede, per oprar bene; ben opra, lieto a crèdere.
Teodoro-Cristoforo Lilienthal, nacque, in Regiomonte, l’otto ottobre millesettecentodiciassette; e vi morì, il sette marzo millesettecentottantadue. Fu professore ordinario di Teologia, nell’università; e pastore, al Duomo. Ha stampato, in sedici tomi, dal millesettecentocinquanta al millesettecentottanta, (in trent’anni, cioè), un’opera, intitolata: La buona causa delle rivelazioni divine, contenute nella sacra scrittura del vecchio e del nuovo testamento... dimostrata e vendicata contro i suoi nemici. Opera, che nessuno, più, legge o ricorda. (Vedi il lavoro del Doering: I dotti teologi di Germania, ne’ secoli XVIII e XIX (II, 317 e segg.); nonché la Biografia tedesca universale (XVII, 650-651).