III. Circuito e grandezza della Terra: divisione di essa
IV. Mondo antico e mondo nuovo
V. Divisione esteriore de' continenti
VII. Divisione ulteriore della Terra con alcune brevi notizie sulle parti singolari di essa
Paesi, il di cui circuito e l'interno sono conosciuti interamente: l'Europa
Paesi, il di cui circuito è conosciuto interamente, e l'interno per la maggior parte: l'Asia
La Terra di cui è conosciuto solo il circuito, e niente affatto l'interno: l'Africa
Paesi che sono stati veduti, ma che non si hanno potuto più ritrovare
Paesi che solamente si suppongono per ragioni fisiche (la Terra del Sud), e per ragioni storiche (una parte delle Terre di Juan de Fuca e dell'Ammiraglio de Fonte, e molte isole che si veggono sulle carte spagnuole)
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Riguardo alla NUOVA OLANDA non è molto tempo che abbiamo saputo non essere la terra Van Diemen la sua punta meridionale occidentale, e che, come aveva supposto Forster, sia divisa dalla Nuova Olanda per mezzo di un gran canale ricco d’isole, chiamato stretto di Basse. Nel 1794 questo stretto
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è stato scoperto e visitato da un bastimento di Bengala, che naufragò sopra una delle isole, che finora era compresa nella terra di Van Diemen. Per iscoprire tutta l’isola di Van Diemen, e per navigarvi d’intorno, il governatore di Botanybai Jolm Hunter spedì nel 1798 il Tenente Flieders e Chiburg Basse, con uno sloop da Port Jackson. Essi impiegarono quattro settimane per navigare intorno all’isola Van Diemen, la quale particolarmente dalla parte della Nuova Galles meridionale, ovvero della costa orientale della Nuova Olanda, è divisa da un braccio largo di mare pieno d’isole. Essa si stende dal 40°, 44', sino al 43°, 44', di latitudine meridionale, ed incominciando dalla punta più orientale presso le isole di Hunter fino alla più, occidentale, presso la baia delle ostriche, dal 142°, 38’ fino al 146°, 0' di longitudine orientale di Parigi, ed оссара conseguenza uno spazio di 3° di larghezza, e 3 e mezzo di lunghezza, di modo che il suo contenuto superficiale importa 1249 iniglia geografiche circa. È probabile che nella Nuova Olanda si scopriranno ancora altre isole, per esempio, sulla punta Nord Est di Carpentaria e della terra
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Van Diemen, sotto il 4° di latitudine. Anzi secondo la figura di questa parte del globo, e secondo le sperienze fatte sulla Nuova Guinea e la Nuova Zeelanda, è da supporsi, che sotto il 15. 7° di longitudine orientale di ferro passi un gran braccio di mare, che divide la costa orientale scoperta dagl’Inglesi, separandola totalmente dalla Nuova Olanda, e formandone una o più isole, come forse Sumatra o Java. Il sig. de Zach ci promette una carta completa delle ultime scoperte geografiche riguardo alla Nuova Olanda e la terra di Van Diemen.
Gli stabilimenti principali nella Nuova Galles meridionale sono Sidney, Paramatta, altre volte nominate Rochills, e Port Jakson presso il fiume Hawkesbury. Alla metà del 1801 vi erano, compresi gli esportati ed altre persone, 5547 anime, compresi 767 fanciulli. Sull’isola di Norfalk vivono 961 anime; dunque monta il totale a 6508. La diserzione degli esportati presso i selvaggi e fra le selve è ancora frequente, malgrado che periscano di miseria in que’ deserti disabitati, ed i selvaggi gli uccidano.
Il numero totale degli animali ivi introdotti e nati nel paese, nel mese
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di agosto del 1802, era di 500 tori, 3600 vacche, 6000 pecore, 1800 capre e più di 10000 porci. I cavalli trasportativi dal Bengala e dal capo di Buona-Speranza non hanno fatto buona riuscita senza poterne conoscere la cagione; in tutto si contavano solamente 200 cavalli. Forse n’è colpa la siccità ardente del vento Nord ovest. Ne’ primi anni le viti facevano sperar molto, ma in seguito hanno peggiorato a segno da far credere, che appena riesciranno. Anche di questo non si conosce la causa; ma forse sarà la stessa qui sopra riportata, la temperatura della terra. Van Diemen non è tanto fredda quanto si possa aspettare della sua posizione, e quella della Nuova Olanda è ancor meno. Nel porto Jackson il termometro sta ordinariamente di giorno 6 fino a 8° sopra il punto di gelo, ed anche di notte un mezzo grado sopra di esso. Gli alberi de’ limoni e de’ portogalli crescono all’aria aperta, e danno i frutti egualmente buoni che in Portogallo. Tutti gli alberi da frutto europei vi riescono, meno però quelli di mele, di ciliegie e di mandorle. Gli erbaggi da cucina riescono benissimo senza eccezione, sono saporiti ed in abbondanza. La grande siccità della
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estate e le inondazioni, che sovente hanno luogo prima della raccolta, i venti burrascosi e le grandini, hanno finora guastato le raccolte di grano. In tutto si sono coltivati fin adesso 48134 iugeri inglesi. Si è incominciato a tessere la tela col lino coltivato nel paese. Le tessiture di lana principiano ad essere importanti, e si è fabbricato un numero considerabile di coperte. Vi è stato trovato una miniera di carbon fossile, nella quale si lavora dal 1801: e 45 tonnellate di carbone, lasciate ad un bastimento inglese contro chiodi e ferro, furono il primo prodotto del paese, pel quale si cambiarono articoli esteri. Le MONTAGNE TURCHINE, che in distanza di 70 fino a 80 miglia inglesi dalla costa si estendono dal sud fino al Capo Wilson, e finiscono nel Nord presso il porto Stepheus, limitano le possessioni degli Inglesi.
Quanto poco siano conosciute le coste settentrionali e le settentrionali occidentali dell’America è stato detto in altro luogo(1). Meno sappiamo dell’interno.
Ancora non è deciso, che la Groenlandia sia un’isola, ed in conseguenza divisa dalla
(1) Tom. I. pag. 428.
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America, benché per mezzo di un canale stretto, oppure se sia congiunta colla parte settentrionale dell’America e formi una penisola. Le sue coste settentrionali e le settentrionali occidentali sono perciò sconosciute, come egualmente le orientali, poiché il ghiaccio vi ha finora impedito l’accesso. Ancora nel 1786 i tenenti GIOVANNI EGEDE e ROTHE fecero vela da Havnefiord in Islanda per cercare la costa orientale della Groenlandia; ed in fatti si avvicinarono ad essa alla distanza di 3 miglia geografiche, ma a cagione del ghiaccio fluttuante non poterono sbarcarvi. Poco tempo prima il Capitano LOVENOERN aveva fatto un tentativo egualmente, inutile. Parlando in conseguenza della Groenlandia dobbiamo intendere quella striscia stretta di terra costale, lunga 180 miglia geografiche circa, che giace tra il 59° ed il 72° di latitudine settentrionale. L’aria per lo più vi è pura e serena, ma il freddo eccessivo, particolarmente nel mese di febbraio e marzo. Il suolo è infruttifero, e nell’interno del paese eternamente gelato; e solamente si scioglie sulle coste a motivo dell’aria marina, o di molte sorgenti, fra le quali se ne contano tre bollenti. Dunque questa costa sola può
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essere abitata e coltivata ; però si è tentato inutilmente di raccogliervi il grano. L’unica cosa che produce il suolo consiste in cavoli verdi, rape, rafani e cose simili. Egualmente non produce piante proprie, eccettuate alcune erbe odorifere e medicinali; muschi, bacche selvatiche ed elimo. I pochi salici, olmi, betulle che si trovano lungo le coste sono tutti storpiati dal freddo. Non così povera è la Groenlandia riguardo al regno animale; vi si trovano in quantità castori, volpi, lepri, rengiferi, orsi, cani, uccelli costali e pesci di moltissime specie. Le balene ed i vitelli marini sono gli animali più pregievoli de’ nazionali. Nelle colonie sussistono alcune pecore. Il regno minerale fornisce pietre arenarie, marmo, talco, una specie di pietra ollare, asbesto, amianto, cristallo, quarzo, torba, carbon fossile, allume e vitriolo. Si sono trovati anche diversi metalli. Prima che vi si scoprisse il carbon fossile era necessario di spedire ai coloni il legno da bruciare. I generi che si esportano da questo paese freddo sono, olio di pesce, ossa di balena, pelli di vitelli marini, e poche pellicce. Di questi prodotti si portano annualmente in Copenhagen da 73000
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scudi. Tutto il negozio si fa a conto della Corona. Dal 1775 fino al 1788 si calcolava la perdita a 298500 scudi, non compresa l’usura sul capitale. Il mantenimento di 200 impiegati pel commercio in Groenlandia, ai quali si forniscono tutti i bisogni da Copenhagen, e che ricevono da 75 fino a 150 scudi di viveri a testa, costa annualmente 28613 scudi. Ordinariamente si contano nella Groenlandia 10000 anime; nel 1789 v’erano solamente 5122 abitanti, cioè nel circolo settentrionale 762 battezzati e 815 non battezzati, e nel meridionale 1889 battezzati e 1656 non battezzati. Il vaiuolo è stato cagione di questa diminuzione. I nazionali (Eskimaux) sono allegri e non tanto stupidi. I Danesi vi hanno 13 colonie, ed i fratelli evangelici tre stabilimenti di missione, cioè Neuherrnhut, Lichtenfels e Lichtenau. I nazionali propriamente detti chiamano questa terra Kalalit Nunct, ed anche Senunga. Le notizie più recenti sulla Groenlandia le dobbiamo al vescovo Paolo Egede. Esse furono pubblicate 1790 a Copenhagen (21 fogli in 8.).
L’America Britannica e le 16 provincie unite sono le parti più conosciute del nuovo mondo.
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L’America Britannica è composta di terre assai fredde e poco coltivate, ma assai vaste, ed a cagione delle mercanzie di pellicce assai importanti. Il freddo distingue principalmente l’America sopra tutte le altre parti del mondo. Il rigore della zona fredda si estende molto sopra quella, che secondo la sua posizione dovrebbe essere temperata. Quelle terre, ove secondo la temperatura del mondo antico dovrebbero prodursi le uve ed i fichi, sono per la metà dell’anno intormentite dal gelo e coperte di neve.
La terra di Labrador, che giace circa alle stesse latitudini che passano fra Cracovia e Pietroburgo, non è propria per l’agricoltura; le case vi sono di ghiaccio e di neve, e gli Europei appena possono abitarvi nell’estate. Cortwright vi trovò nel 1771 una famiglia di selvaggi in una casa scavata nella neve profonda. Questo domicilio aveva la forma d’un forno da cuocere il pane, alto 7 piedi, lungo 12 e largo 10; la porta consisteva in un gran pezzo di ghiaccio appoggiato all’apertura; in questa capanna riposava la famiglia di notte su delle pelli, e vi era accesa una lampana. In vicinanza eravi la cucina pur di neve, nella quale
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cuocevano nel modo solito. In Terranova, nella nuova Scozia e nel Canadà, nella latitudine della Francia, i fiumi gelano alla grossezza di alcuni piedi, la neve cade molto alta, e nessun uccello resta durante l’inverno nel paese. Bertram, addì 3 di gennaio del 1765, presso il fiume di s. Johns nella florida occidentale, sentì un freddo cotanto rigoroso, che il suolo sulle rive del fiume gelò in una notte alla profondità di un pollice. Gli alberi di limone, i tigli, e quelli di Bananasso morirono di gelo in un luogo, il di cui paralello passa pel deserto di Saharah. A Charlestown nella Carolina meridionale, che ha la stessa latitudine di Fez, addì 8 di febbraio 1747, il freddo crebbe a segno che due bottiglie di acqua caldissima, che qualcheduno avea preso seco a letto, la mattina si trovarono scoppiate, e l’acqua convertita in una massa di ghiaccio. In una cucina ove si conservava il fuoco, l’acqua d’un vaso, nel quale si trovava un’anguilla viva, gelò fino al fondo. Tutti i melaranci ed olivi morirono. Nel Perù la stagione è sì dolce, e l’aria tanto moderata, come sarebbe la primavera nella parte meridionale della Germania. La costa orientale de’ paesi caldi d’America
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è un poco più calda, ma non può essere paragonata colla zona torrida del mondo antico. Al di là del tropico meridionale i mari congelati, e le terre infruttifere e deserte, ed a cagione del freddo appena abitabili, giacciono più vicino all’equatore, che sull’emisfero settentrionale. DE PAUW(1) mette la differenza del caldo a 12°, di modo che in un luogo del mondo antico situato al 30° di latitudine, fa tanto caldo quanto in uno dell’America situato sotto il 18°. Ed il dottor Mitchel(2), dopo avervi fatto esatti esami per 30 anni di seguito, mette questa differenza a 15°. Il suolo non ancora lavorato dell’America si distingue generalmente per la sua fruttificazione. La quantità enorme degli alberi, e la loro grandezza fanno conoscere la grossezza e la forza nutritiva del suolo.
Gli Europei che per la prima volta vi coltivarono la terra furono sorpresi dalla sua fruttificazione abbondante, ed ancora oggidì, volendo renderla giusta secondo il loro fine, debbono indebolirla.
(1) De Pauw Recherches phil. sur les Americains. Ber. 2 tom. 8.
(2) Nel suo present state of the Colonies. Tom. I. pag. 21 ec. 206.
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All’America Britannica appartiene: 1. La NUOVA GALLES, cioè le terre presso la baia di Hudson, dal 50 fino al 70° di latitudine. Essa compone un deserto aspro e freddo, ed appartiene ad una società di commercio ivi stabilita, e composta di 6 fattori e 120 uomini, ai quali questa terra è una sorgente inesausta di ricchezze. Gli animali assai pelosi di questa regione forniscono buonissime pellicce; e tutte le merci sono stimate secondo le pelli di castoro. I negozianti di pellicce incominciano ad avvicinarsi ai selvaggi della Nuova Albione; ed in comune co’ navigatori inglesi ivi soggiornati, compiscono la scoperta dell’America settentrionale occidentale. I nazionali Krecks, ovvero Kristmo’s, sono descritti come genti oneste e sincere nel traffico, e che si nutriscono della caccia e della pesca. Questa terra produce ancora il cristallo di monte, asbesto, marmo, ferro e piombo; oggetti tutti che per avvenire potrebbero rendere questa terra ancora più interessante.
2. LABRADOR, ovvero la Nuova Britannia, è una grande penisola che dal 52° di latitudine settentrionale si estende fino al 61°: è abitata dagli Esquimaux, e fuori delle pellicce
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nulla produce che possa eccitare gli Europei a visitarla. Perciò gl’Inglesi provenienti dal Canadà visitano le sue coste solamente in tempo di state, ed anche gli Esquimaux stessi abbandonano l’inverno le regioni settentrionali, e rare volte se ne vedono al di là del 55°. CARTWRIGHT(1), che dal 1774 fino al 1786 fu necessitato a soggiornarvi, ci ha dato una descrizione orrida della miseria di questa regione; ciò non ostante l’unione de’ fratelli vi ha fatto tre stabilimenti, uno a Nain sotto il 56°, 50'; un altro più settentrionale a Okkak, che nella favella del paese significa LINGUA, poiché è situata in una baia stretta(2); ed il terzo nella valle più meridionale della speranza, il quale dicesi aver fatto i migliori progressi fra gli Esqimaux, che non sono tanto incapaci di coltura(3). LA PIETRA DI LABRADOR stimata a
(1) Journal of Transactions and Events during a Residence of nearly sixten Yeats on the coast of Labrador by Ge. Cartwright. London 3 vol. in 4to 1793.
(2) Ved. Fortsetzung von David Cranzeus Brüeder historie (di Hegner) Barby 1791 pag. 125-139.
(3) Ibid. pag. 321. Cranz neue Brüederhistorie par. 176.
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cagione pe’ suoi belli colori d’iride, e ch’è trasparente, appartiene ai feldspati, il suo colore di fondo è d’un bigio nericcio, il peso 2692. Secondo alcune notizie più recenti trovasi questa pietra, benché in poca quantità, anche in alcune regioni Europee(1).
3. TERRANOVA, isola di 2090 miglia quadrate geografiche, ma ne conosciamo solamente le coste. Nel 1789 aveva 2324 case e 50342 abitanti; ma 25912 vi si trattenevano solamente l’estate. Sulla penisola sud est, tra la baia Placentia e Trinità, si trovano i luoghi più distanti per la pesca. Sulla costa orientale giacciono i due luoghi capitali, Placentia e s. Jolin, due porti eccellenti, ove dimorano i due governatori, come anche Trinity la più gran città dell’isola, di 70 case circa. L’inverno vi è rigido, burrascoso, e lungo; l’estale breve ed ardente. L’aria sulla costa meridionale ed orientale è nuvolosa; vi si trovano molte rocce nude ed infruttifere, ma comode per diseccare i pesci. Lo stoccafisso si pesca su’ banchi di questa
(1) Voigt magazin fuer das Neueste aus der Physik und Naturgeschich, 2 vol. 1 quint: pag. 181, e 7 vol. 2 quint. pag. 178.
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isola più frequentemente che altrove, ed è chiamato nella favella del paese Baccaloos. Le selve producono un buon legno da costruzione, tanto pe’ bastimenti, quanto per le fabbriche.
4. La NUOVA SCOZIA, comprese le isole Capo Breton e S. John. La Nuova Scozia fu chiamata una volta anche Acadia: essa è grande 1847 miglia quadrate, ed assai importante a qualunque potenza marittima, poiché possiede tutti gli oggetti necessari per la costruzione di una flotta, come legna, catrame, pece, acqua, provvisione da bocca ec. Da questa terra si esporta la trementina, vi si trova un minerale pregno di ferro, e facilmente si potrebbe guadagnare il lino e la canapa, pel qual mezzo l’inghilterra sparagnerebbe somme considerabili. Vi si raccoglie grano. La cura del bestiame è importante. Su tutta la costa sonovi banchi da pesca, che nell’estate del 1785 occupavano 10000 uomini circa, e ne nutrivano 30000 almeno. Il valore dell’esportazione in pesce importava 26000 lire sterline. Anche il commercio di pellicce è importante per gli abitanti. Prima della guerra dell’America settentrionale, questa terra non aveva più di
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36000 abitanti, ma da quel tempo la popolazione si è aumentata del settimo. Shelborn solo ha presentemente 30000 abitanti e 300 bastimenti. Esso giace presso il porto di Roseway, ove avanti la guerra abitavano 50 anime circa. La capitale è Halifax, che da 10 anni in qua ha raddoppiato anch’essa i suoi abitanti. Il Capo Breton, grande di 112 miglia quadrate, ha belli porti, e miniere che abbondano di carbon fossile; ma non è più tanto florido com’era sotto il dominio francese. S. John, grande di 99 miglia quadrate, contiene 1,363400 iugeri di terreno, ed ha 5000 abitanti, e quanto alla fruttificazione e piacevolezza supera di molto le due terre precedenti; ha un buon legno da costruzione ed un porto comodo. Il governo inglese somministra ancora annualmente somme considerabili pel mantenimento della nuova Scozia.
5. Il CANADÀ confina verso l’Oriente colla Nuova Scozia, e si estende al di là degli Stati Uniti dell’America settentrionale; la sua grandezza è stimata 35800 miglia quadrate, ma probabilmente è più grande. Le regioni sul lato occidentale del fiume di S. Lorenzo, e parecchi gran laghi sono ancora
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totalmente sconosciuti; ed una parte del fiume formante una striscia di 18000 miglia quadrate, nella pace del 1983 è stata ceduta agli Stati Uniti. Il governatore, nel suo rapporto al parlamento fatto nel 1775, stimò il numero degli abitanti 153000, 3000 de’ quali circa erano Inglesi, e gli altri Francesi. Il numero di ambedue le nazioni, dopo l’ultima guerra, si è considerabilmente aumentato. Quebec è la capitale, e per la sua situazione presso il fiume di S. Lorenzo è il principale luogo di commercio. Da lei la parte coltivata del Canadà ricevette nel 1763 il nome di provincia di Quebec, che si estende 5840 miglia quadrate. L’altra parte interna del Canadà libero, esclusi alcuni forti e poche fattorie, è lasciata a diversi popoli americani, fra i quali i Sioux, gli Irokesi, gli Huroni, i Chikasaw, i Chirokei, i Nadovessi e gli Tschipikai sono i più conosciuti. II fiume di S. Lorenzo, il di cui sbocco è largo 18 miglia geografiche, viene dal gran lago ONTARIO ch’è concatenato co’ laghi di ERIE, di HURON, di MICHIGAN, e col lago superiore nel Nord ovest; l’ultimo per mezzo di uno stretto di acqua legasi col lago di
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Rippissong situato al Nord ovest. Questi grandi laghi formano nell’interno dell’America molti bacini e cascate, per mezzo delle quali l’acqua dalle parti più alte della terra continua il suo corso fino al mare. Tanto tra il lago Rippissong ed il lago superiore, quanto tra questo ed il lago Huron vi sono considerabili cascate; una cascata più grande e più larga è tra il lago Erie e quello di Ontario presso Niagara, ove l’acqua cade perpendicolarmente dall’altezza di 137 piedi. Il Canadà su d’ambedue le rive del fiume di S. Lorenzo è piano, ma di contro a Quebec incomincia una catena di montagne considerabili, che sotto il nome di monti senza fine, monti Allegany, monti Apalachiche, oppure turchini, si estende senza interrompersi verso il sud ovest, passando l’interno della terra fino alla florida. L’inverno è freddo e lungo, benché Quebec, situato quasi nell’interno, abbia 46° 55' di latitudine. Intanto nelle regioni meridionali tra l’Ohio ed il Missisippi nascono anche i frutti delicati. I boschi forniscono legno da costruzione per le fabbriche e per la marina. Le pellicce formavano finora la ricchezza maggiore del paese; nel 1788 si vendevano a Londra per 4,700000 lire di
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pellicce del Canadà, e nel 1784 per 5,000000 di lire(1).
La REPUBBLICA DELL’AMERICA SETTENTRIONALE, una repubblica confederata della più esemplare organizzazione, la quale ad altri stati può servir d’esempio, e che a cagione della sua prosperità e libertà sta per giungere ad un sommo splendore, secondo Marcillac è grande di 45000 miglia quadrate geografiche: ed alloraquando nel 1783 l’Inghilterra la dichiarò indipendente, aveva solamente 2,383300 anime, e nel 1790 3,929326 abitanti liberi, e 697696 schiavi, in somma 4,627023, e nel 1797, secondo Marcillac, 6,200000. Il maggior numero degli abitanti è composto d’Inglesi e Tedeschi. I Negri, che per ordine del Congresso furono contati nel 1791, montavano a 1650, fra i quali 633 erano schiavi, mentre nel resto dell’America accupato dagli Europei si possono contare
(1) Un’opera assai importante per la cognizione dell’America settentrionale è a Journeg from Prince or Wales’s fort to Hudsons-Bay to the Northern Ocean. undertaken by ordre of the Hudsons Bay Company, for the Discovery of Copper miner a north West Passage ec. nel 1769-1772 by Sam. Hearne 1795. 4. con molti rami e molte certe.
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6,000000. In diverse provincie i Negri sono dichiarati liberi. A Massachusets-Bay non si usa più di tenere schiavi, ed in altre provincie i Negri si sono ridotti ad un piccolo numero. La Virginia ha vietato l’introduzione degli schiavi, sotto pena di 1000 lire sterline. I coloni meridionali gli hanno ancora conservati; ma anche qui trionferà l’umanità. La regione occidentale di questi stati è assai montagnosa. La catena principale passa per l’intera lunghezza del paese, e stende diverse braccia all’oriente.
Il suolo lungo la costa è piano; vi sono molti porti, ed il paese è per così dire in qualunque maniera debito al commercio. La quantità de’ fiumi e de’ laghi favoriscono la comunicazione interna. I fiumi più grandi sono il Missisippi, il Delaware, l’Hudson ed il Connecticut; l’ultimo è quasi il più piccolo, e solamente 130 miglia geografiche lungo, che poco significherebbe in Europa. Per una distanza considerabile si estendono le sue rive alla larghezza di una lega. Per cinquanta miglia circa dalla sua imboccatura è rinchiuso da una montagna dentro lo spazio di 400 braccia, in mezzo al quale continua il suo corso con violenza. Per mezzo
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di questo fenomeno osservasi lo spettacolo più rimarcabile della natura. Il fiume si ristringe alla larghezza di 15 piedi, e l’acqua si comprime in modo che il sughero ed il ferro nuotano egualmente, e niuna forza umana può farvi la minima impressione. La velocità della corrente è quivi forte a segno, che l’acqua non gela mai in questo sito, e che per una distanza considerabile non vi si può navigare. L’aria è generalmente sana, la stagione moderata, ma ciò non ostante l’inverno è più rigoroso ed assiduo che nell’Europa sotto eguali latitudini. Volney(1) assicura, che nel suo soggiorno di 3 anni negli Stati Uniti dell’America non ha mai veduto regnarvi il medesimo vento per 30 ore di seguito, e che il termometro non resti mai 16 ore di continuo nello stesso grado. Le correnti di aria si cangiano ad ogni istante, e non solamente di pochi gradi, ma saltano da una direzione dell’orizzonte al lato opposto, per esempio dal nord ovest al sud e sud est, dal sud e sud ovest al nord est. Questi
(1) Ved. Tableau du climat et du sol des Etats Unis d’Amérique, tom. I. 1803 p. 173.
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cangiamenti sono tanto più sorprendenti quanto più sensibilmente e più rapidamente cangiasi anche la temperatura dell’aria. In una stessa giornata, per esempio, cade la neve la mattina, ed il termometro, soffiando i venti di Nord est e d’ovest, sta sul punto del gelo; verso il mezzo giorno, quando dominano i venti di sud est e di sud, monta a 6 fino a 7 gradi, e verso sera, co’ venti di nord ovest, cade a uno e fino a due gradi sotto il punto del gelo. Accade che nell’estate, verso le due ore verso le due ore dopo mezzo giorno, e regnando la calma, il termometro indica 24 fino 25 gradi, indi nasce un vento del sud accompagnato dalla burrasca, e verso le 4 ore o le 5 piove; verso le 6 o le 7 il vento del Nord ovest diventa fresco ed impetuoso come al solito, ed allora il termometro cade prima di arrivare a mezza notte al 17, anzi al 16 grado. Solamente nell’autumno, e precisamente dalla metà di ottobre sino alla fine di dicembre, i venti dell’ovest dominano alcuni giorni di seguito, ed il cielo è sereno. Questa specie di stagione è assai rimarchevole a cagione della sua singolarità.
Il suolo delle coste è tratto tratto sabbioso,
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ma in generale fruttifero. Tutte le specie di piante a formento ivi traspiantate dall’Europa, e da altre parti del mondo sono riuscite benissimo, anzi si sono nobilitate. La canapa, il lino, il formento, gli erbaggi di giardino e tutte le specie di radici, egualmente che i frutti d’albero si raccolgono da per in abbondanza e di buona qualità. Nelle provincie meridionali, cioè nella Carolina e nella Georgia, l’uva cresce selvatica, e si raccoglie riso, zucchero, indaco, bambagia, miele e seta. Tutte le provincie posseggono soprabbondantemente legno da costruzione per le fabbriche e per gli alberi da bastimento, come anche ferro, piombo, rame, allume e carboni fossili; ma non vi sono metalli nobili. Merita di farsi particolar menzione dell’ALBERO DA CERA (myrica cerifera latifolia) AYTON, che cresce nella Pensilvania, nella Carolina e nella Virginia, come anche d’una seconda specie più tenera (myrica cerifera angustifolia) che vegeta nella Luigiana; ambedue hanno la grandezza del ciriegio e l’aspetto, e quasi l’odore del mirto. Esso porta una specie di bacche della grandezza de’ grani di pepe, la di cui superficie, quando il frutto è maturo e fresco, è bianca, e coperta
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di piccole prominenze nere, che le danno l’aspetto di Zigrino. Frattanto la bacca fra le dita, le lascia grasse ed untuose, e spremendone una dà una materia simile al fior di farina. Verso la fine dell’autunno, quando le bacche sono mature, chi ne vuol raccogliere si mette in cammino colla famiglia per rendersi dove questi alberi crescono in quantità, porta con sé un caldaio per cavare, mediante il fuoco, il grasso dalle bacche, ed una zappa per fabbricarsi una capanna da soggiornare durante la raccolta. Mentre che il padre di famiglia è occupato in ciò, i figli raccogliono le bacche. Un albero ben carico ne può fornire 7 libbre. Passata la raccolta, la famiglia si occupa nell’estrazione della cera. A tal fine si gettano le bacche nel caldaio, versandovi tant’acqua che passi un mezzo piede sopra le bacche; indi si riscalda l’acqua, rimescolandola sempre fino al punto della bollitura, spremendo di tempo in tempo le bacche contro le pareti del caldaio, acciocché la cera si distacchi con maggior facilità. Dopo qualche tempo si vede galleggiare come il grasso, che poi viene levato con un cucchiaio onde passarlo per pannolino. Indi è
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posto sopra un panno fatto di lino per asciugarlo, e dopo averlo fatto liquefare è filtrato e ridotto in piccole forme. Quattro libbre di bacche danno circa una libbra di cera. Oltre a ciò se ne fabbrica una buonissima quantità di sapone. La MYRICA LATIFOLIA (Aydon) riesce benissimo anche in Francia. Meglio è quando si pianta in un suolo leggiero e poco umido, oppure in un fondo sabbioso o nericcio di torba. La sua coltura non richiede alcuna cura. Tutti gli anni si levano i rampolli che nascono dalla radice, per piantarli altrove. Quante striscie di terra quasi deserte produrrebbero per mezzo di queste piantagioni un vantaggiosissimo frutto! Quest’albero riesce fino sulle rive della Spree nel Brandenburghese.
Questa repubblica alleata fin dal 1796 è composta di 16 provincie assolutamente indipendenti l’una dall’altra, ma riunite fra loro per mezzo del congresso generale. Queste sono.
1. La NUOVA HAMPSIRE con Portsmouth che ha un bel porto . 2. Massachusets e Maine, le più floride fra le provincie dell’America settentrionale. Boston ha almeno 2000 case e 25000 abitanti. 3. La TERRA DI RHODEIS,
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comprese le colonie della provvidenza, ov’è rimarchevole Newport una volta capitale con 1000 case e 6700 abitanti, e l’odierna Providence. 4. CONNECTICUT colla capitale Hartfort, e Newhawen. Queste quattro provincie formarono una volta la nuova Inglailterra; esse sono proporzionalmente più coltivate ed abitate che le altre, ed hanno due università, Cambridge e Neuhawen. 5. La nuova York, compresa l’isola lunga e quella degli stati. La capitale New York ha più di 32000 abitanti. 6. VERMONT. I primi abitanti di questa provincia nel 1778 vagavano intorno come cacciatori, che furono richiamati ora dalla Nuova York, ed ora dalla Nuova Hampsire. Dopo molte quistioni questo stato fu ammesso nel 1782 all’unione, ed aveva nel 1794 85530 abitanti. La repubblica giace 70 e fino 80 miglia inglesi distante dal mare, fra Connecticut ed il lago Champlain, ed ha 10237 miglia quadrate inglesi di circonferenza. Nella sua parte settentrionale si trovano ancora degli alci e delle faine; nazionali sono il piccione di passaggio, e le api. Il terreno, come nel resto dell’America, è assai fruttifero; un iugero rende 15 fino a 25 staia di formento: si fabbrica molta soda. La preparazione dello zucchero
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estratto dall’ACERO DA ZUCCHERO (acer saccharinum) è considerabile. Un albero formalo in tempo di primavera dà giornalmente 5 galloni di sugo; nel 1794 83 famiglie della città di Cavendish ne cavarono 14000 libbre di zucchero. Vermont ha 11 contee; ma quattro di esse cioè, Caledonia, Essex, Franklin ed Orleans non hanno ancora alcuna città, e sono le più settentrionali(1). 7. NEWJERSEY, Jersey orientale ed occidentale: in quella è Perthamby la capitale, in questa Trenton; è grande 317 miglia quadrate, ha molto ferro ed anche rame, e deve avere dell’argento. Sulle coste il suolo è sabbioso, ma fuori di là assai fruttifero. 6. PENSILVANIA, grande di 2148 miglia quadrate. L’aria vi è piacevole, serena e sana. Il tempo è continuo, e l’inverno, malgrado la latitudine più meridionale, è freddo; del resto produce in soprabbondanza tutto ciò che appartiene ai bisogni ed ai piaceri della vita. Le regioni intorno al Delaware, Susquahanah
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e Schuylkill incantano. In nessuna Provincia sono tanti tedeschi quanto qui, e se ne contano più di 150000. FILADELFIA, sin’ora la capitale di tutta la repubblica, la sede del congresso e di molti artisti, come anche di un’università ec. ha 29 chiese, delle quali 3 tedesche. Nel 1783 aveva 30000 abitanti circa; nel 1790 53000, e nel 1794 70000. Bethleem è il luogo principale de’ fratelli riuniti nell’America settentrionale. 9. DELAWARE, lo stato più piccolo di tutti: Mewcastle ha un buon commercio. 10. MARYLAND, grande di 832 miglia quadrate geografiche, è traversata da innumerabili ruscelli e da molti belli fiumi. La città di Baltimora ha 13000 abitanti. La città di Washington è destinata ad essere per l’avvenire la capitale della Repubblica americana settentrionale. 11. La Virginia(1) è grande di 121525 miglia quadrate inglesi, dunque 88357 miglia quadrate più della gran Brettagna e dell’Irlanda. L’estate vi è affannosa ed accompagnata da forti temporali. L’inverno giunge
(1) Jefferson ha dato una bella descrizione di questo paese, di cui una traduzione tedesca è inserita nelle Beytraege zur Laender und Voelkerkunde di Sprengel tom. 8 e 9.
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subito e sensibilmente, e vi cade molta neve; ma non resta che pochi giorni, ed il freddo e di poca durata. La terra verso la costa è assai bassa, e discende con tanta eguaglianza nel mare, che dalla profondità dell’acqua si calcola la distanza della costa, La Baia di Chesapeak, che giace nella parte orientale della Virginia, è una delle più belle e spaziose del mondo. Wissiamsburg presso il fiume Tames e Rihmond ne sono le capitali. 12. KENTUKI dietro la Virginia è divisa in tre contee, cioè Fayette, Jefferson e Sincoln, ove si trovano 40000 abitanti; le città loro sono Gittsburg, Louisville, Lexington. 13. La CAROLINA SETTENTRIONALE, compreso Hillsborough: la sua capitale è Salem, luogo de’ fratelli evangelici. 14. La CAROLINA MERIDIONALE presso i fiumi Pedee e Santee: la capitale è Charleston, una delle città più distanti, e contiene 100000 abitanti. 15. La GEORGIA presso il fiume Savannah; in essa sono le città Savannah ed Augusta. Nelle tre ultime provincie, particolarmente però nella Georgia, i temporali sono assai terribili, e gli oragani vi cagionano spesso grossissimi danni. In queste provincie riescono tutt’i frutti del mezzo giorno. Gli sciami delle zanzare
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incomodano moltissimo; alcune specie di ragni sono velenosi. 16. Lo stalo d’OHIO. Questa Provincia non sarà l’ultima, ed il numero crescente di esse è la miglior prova per convincersi, quanto sia eccellente il governo. Presso le sorgenti del Susquehannah dietro la Pensilvania, si forma uno stato nuovo, nel quale 32 distretti sono già coltivati; uno si chiama Wilskburg, l’altro Washington. Fin ora vi sono tre contee; la Fayette, Washington e Bedfort. Nel sud dello stato di Kentuky, presso i fiumi Cumberland e Tenessi, si è formato nel 1796 un altro nuovo stato di 70000 abitanti, chiamato Tenessi. Dietro la Georgia al di là di Augusta, giace lo stato nuovo di Bourbon, ove abitano di già più di 3000 famiglie.
Di quella parte dell’America occupata dagli Spagnuoli e da’ Portoghesi, regione la più vasta e la più bella del mondo nuovo, non ne sappiamo quasi nulla.
La FLORIDA ricevette il suo nome dalla quantità e varietà di arbusti ed alberi, che adornano il suolo dolcemente inclinato della Florida occidentale. Fra gli alberi s’innalza l’albero cavolo che spesso ha piedi d’altezza. Dei filamenti delle sue foglie
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lunghe se ne fabbricano corde e reti da pesca. I piccoli rampolli della parte verde e superiore del tronco, per la loro figura simile ad un fiocco, sono chiamati cavoli. Essi hanno un gusto piacevole quasi come le mandorle, e si mangiano parte freschi, parte cotti, ed in diverse maniere preparati. Il paese è arido, ma per la maggior parte sano; il suolo è assai fruttifero. La penisola della Florida orientale è sabbiosa, montagnosa, paludosa, ma produce molto riso ed indaco, ed anche vi riesce molto bene la bambagia. Nel 1777, alloraquando stava sotto il dominio inglese, si esportava pel valore di 48300 lire sterline in indaco, riso, bambagia e cocciniglia; nel 1783 fu ceduta alla Spagna. Sopra 4400 miglia quadrate abitano uomini circa. I luoghi principali sono S. Agostino e Pensacola; i nazionali sono chiamati Apalachiti.
LA LUIGIANA(1), terra assai lunga e
(1) La descrizione più completa di questa regione la troviamo nell’opera intitolata: Vue de la Colonie Espagnole du Missisippi ou des provinces de Louisiane et Floride occidentale en l’année 1802 par un observateur resident sur les lieux; ouvrage accompagné de 2 cartes
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300 leghe larga, nel suo massimo splendore sotto il dominio francese, non ha mai avuto più di 5000 bianchi per abitanti, ed ha esportato pel valore di 200000 scudi circa di bambagia, indaco, tabacco e pellicce. Presentemente venduta alla Spagna, giace affatto abbandonata. Nuova Orleans è la capitale, e giace sopra un’isola all’imboccatura del Missisippi. Per un incendio nel 1788 abbruciò, e restarono solamente 10 case. L’isola è piacevole e fruttifera.
Le zanzare nelle basse regioni rendono la dimora assai incomoda, come anche la quantità de’ KAIMANI (specie di coccodrillo), ed
dressées avec soin et artistement gravées et enluminées. Duivallon editeur, Paris l’an XI (1803) 8. Con quest’opera interessante è da confrontarsi: Voyage à la Louisiane et sur le Continent de l’Amerique septentrionale fait dans les années 1794-1798 par B. D. (Baudry des Lozieres) orné d’une belle carte. Paris 1802, 8.
Del medesimo: Seconde Voyage à la Louisiane faisant suite au premier de l’auteur de 1794–1798 ec. Paris an XI (1803) 2 vol. In virtù di un trattato tra gli stati liberi dell’America e la Francia concluso a Parigi, la Louisiana è stata ceduta con tutte le forme agli Stati uniti.
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una specie di serpenti smisurati che si trattengono sulle rive de’ fiumi.
Gli altri stati e regni grandi dell’America, trovandosi dal principio del loro scoprimento nelle mani degli Spagnuoli, sono conosciuti poco più che di nome. I confini de’ regni e la circonferenza loro, il numero degli abitanti, la qualità del paese, il suo stato naturale e civile, i suoi tesori e ricchezze, appena si possono indicare congetturalmente(1). Gli Spagnuoli si appropiano tutta la terra posta all’occidente della Florida e della Luigiana, nominandola Nuova Messico, Nuova Navarra, Quirina, Nuovo Albione e California. Questi regni non ancora misurati si stendono sotto la parte più piacevole della zona temperata; essi sono particolarmente favoriti dalla natura, ed ornati riccamente di tutt’i di lei doni. Hanno la comunicazione o col mare del sud o col seno Messicano, e nelle mani di qualunque nazione attiva produrrebbero un
(1) Supplemento alla cognizione esatta delle possessioni spagnuole nell’America, tradotto dallo spagnuolo ed accompagnato di annotazioni da Cr. Aug. Fischer. Dresde 1802.
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commercio assai florido; ma fin ora giacciono abbandonati, eccetto que’ luoghi ove si trova l’oro. Le provincie Cinaloa e Sonora, che si stendono lungo la costa orientale del mar vermiglio, o del seno di California, forniscono l’oro nativo, che vi si trova quasi senza la minima fatica. Nella miniera Yecorato in Cinaloa si è trovata una massa d’oro di 32 carati del peso di 16 marchee, 4 once. Nel 1768 per le invasioni e scorrerie di alcune stirpi selvagge americane in queste regioni ricche d’oro, elle diventarono assai perniciose ai coloni Spagnuoli a segno, che il Vicerè del Messico vi spedì la truppa, che nello spazio di 3 anni sommesse questi popoli selvaggi. Durante questa guerra gli Spagnuoli, malgrado che non passassero per la parte settentrionale del seno di California, giunsero in regioni loro totalmente sconosciute, e vi scoprirono miniere tanto ricche d’oro, fino che gli uomini i quali conoscevano le ricchezze contenute nelle montagne americane se ne stupirono. A Cinequilla, nella Provincia Sonora, sotto il 32° 45' di latitudine settentrionale circa, giunsero in una pianura di 14 miglia, ove alla profondità di 16 pollici trovarono grani d’oro, de’ quali
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alcuni pesavano 9 marchi, e in tant’abbondanza che in poco tempo e coll’aiuto di alcuni lavoranti raccolsero mille marchi d’oro in grani (460000 lire circa) senza lavare la terra vangata, che parve abbondarne a segno, che uomini intelligenti calcolavano il valore ad un millione di Pesos circa. Questa ricchezza indusse molti a stabilirvisi, ed avanti la fine del 1771 si contavano in Ciniquella più di 2000 persone(1).
La CALIFORNIA, malgrado le molte miniere d’oro e le perle eccellenti che vi si trovano, è negletta e contata fra le regioni deserte ed infruttifere, benché sia assai fruttifera, ed abbia un clima come la parte meridionale della Francia. Su di essa si trovano in quantità le tanto stimate pellicce della lontra marina. I Domenicani vi dominano presentemente più che una volta i Gesuiti. La penisola è divisa in California antica e moderna. La California moderna forma la parte settentrionale, ove nel 1769 è stata fondata la nuova città di S. Diego.
Più verso il settentrione, e precisamente
(1) Robertson storia dell’America tom 2.
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vicino al Nootkasund, la di cui entrata giace nell’angolo orientale della baia della Speranza (Hopebay), sotto il 14° 33' di latitudine settentrionale e 233° 12' di longitudine orientale, questa terra fornisce una grande quantità delle più belle pellicce tanto stimate nella China, particolarmente quelle della lontra marina; ma questo commercio probabilmente caderà, come anche la colonia, poiché nella China è stata vietata ultimamente l’introduzione delle pellicce(1). Dopo il viaggio di La Perouse si è trovato qui anche l’elettro. Le miniere di ferro e di rame promettono un ricco guadagno. Le donne de’ nazionali, brutte per natura, si spaccano ancora il labbro inferiore.
Il MESSICO ANTICO giace quasi interamente sotto la zona torrida, il di cui ardore è moderato dal mare, dal vento e dalle alte montagne vicine. È 450 miglia geografiche lungo, e da 30 fino a 130 largo, ed abitato da 2,000000 d’Indiani e più, il di cui numero
(1) Autenthic Statement of al the facts relating to Nootka Sound. Lond. 1796. I Meares Voyage mode in the year 1788 from China to the Nordwest Coast of America. Lond. 1790 8.
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sta a quello degli Europei come 5 a 3, di modo che 3,500000 anime compongono l’intera popolazione di questa regione bellissima ed assai fruttifera, che prima era molto più popolata che adesso(1). Il prodotto delle miniere si conta annualmente sopra 20 mila scudi, di cui più della metà passa in Europa. Il Messico produce annualmente per 2,151000 scudi di cocciniglia, per 1,900000 scudi d’indaco, per 243000 scudi di gialappa, e per 107900 scudi di vainiglia; oltre di questo evvi ancora cacao, legno di campeggio, salsapariglia ec., e di questi prodotti ne trasporta annualmente in Europa per 4,484055 scudi, e ne trae un guadagno che monta a 1,048743 scudi. La gialappa ha preso il suo nome dalla città messicana Xalapa, ove fu dapprima trovata, ed ove, a cagione del commercio, si raccolse in grande quantità. THIERRY DE MENONVILLE, celebre botanico, nella sua RELATION DE SON VOYAGE A GUAXACA (Paris 1787) narra di aver veduto la gialappa anche frequentemente su’ campi vicino alla Vera Crux, ma gli abitanti di que’ contorni la conoscevano sì poco,
(1) Ibidem p. 568, 570.
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ch’essi la compravano a Xalapa, e la pagavano 3 reali per libbra. La radice, la sola parte servibile, è grossa, carnosa, lattiginosa e bianca, e lunga a foggia d’ovale. Essa pesa da 12 a 25 libbre; ordinariamente si taglia in fette per asciugarla. L’Europa ne consuma annualmente 7500 quintali circa che costano 243000 scudi. La sua forza, conosciuta dagli antichi Messicani, consiste particolarmente nella resina che contiene e che purga. Non sempre contiene la stessa quantità di resina, ed in conseguenza non produce sempre il medesimo effetto. Estraendone la resina per mezzo dello spirito di vino, diventa un purgante assai potente. La pianta che dà la gialappa è una specie di VILUCCHIO (Liseron, Convolvulis)(1).
La costa orientale del Messico antico è bassa, paludosa e malsana; ma la costa occidentale e l’interno sono ridenti, ed abbondano di tutto ciò che si possa desiderare, come le migliori specie di alberi da frutta, i legnami più eccellenti, cioè il legno di campeggio, di moghen (Swietenia), di gomma
(1) Ved. gli Annali del Museo nazionale della storia naturale 8 quint. p. 100-109 tav. 40, 41.
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copale ec. Il bestiame cornuto vi si trova in grande quantità tanto selvaggio quanto domestico. Il regno è diviso in tre udienze, cioè Guatimala, Messico e Guadalaxara. Guatimala, la parte più meridionale, è montuosa e piena di Vulcani, ed assai esposta ai tremuoti. S. Jago de Guatimala, per lo passato una delle più belle città del Messico, fu totalmente distrutta nel 1751 per un tremuoto terribile, e un’eruzione di montagna, che da una punta gettò fuoco, e dall’altra acqua bollente. Messico, la città più brillante dell’America settentrionale, conta secondo alcuni 150000 abitanti, secondo altri però, solamente 80000; ciò fa vedere quanto poco sappiamo di queste regioni. Qui l’argento s’impiega fino nelle ruote delle carrozze.
Le INDIE OCCIDENTALI consistono in quattro isole grandi, cioè Cuba, Jamaica, S. Domingo e Porto Rico, più un gran numero di piccole chiamate Caraibe e Lucaje; esse null’altro sono che gli avanzi di una gran terra distrutta, e le cime di alcune montagne, che a cagione della loro solidità ed altezza si salvarono dal totale
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precipizio(1). La posizione delle isole tra loro, e rispetto al continente, è per se stessa sufficiente, onde far nascere tale supposizione. Queste isole formano una catena, che si estende in direzione paralella colla terra ferma, incominciando dal Messico fino a Darien, e sembrano essere state i rami delle montagne primarie di quest’istmo, poiché formano ancora col continente un gran bacino, che probabilmente rinchiude valli assai fruttifere.
La natura del continente e delle isole confermano la supposizione, e gli avvenimenti giornalieri, che vi accadono, paiono essere destinati a spiegarci questa gran rivoluzione, ed indicare le forze che produssero effetti tanto prodigiosi. Oragani imperversanti, quivi chiamati HURRICAN’S, uniscono la loro forza irresistibile col burrascoso Oceano, e producono particolarmente nel mese di agosto, settembre, ed ottobre le più terribili devastazioni. I tremuoti vi sono comuni; v’accadono spesso, e qualche volta sono violenti.
In nessuna parte del mondo si veggono tanti vulcani quanto in questa; molti sono
(1) Ved. Geograf. fis. vol. 2 pag. 200 ec.
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ancora accesi, come sulla Jamaica, Guadalupa, Dominica, S. Lucia ed altre isole, e molti essendo estinti portano gl’indizi più sicuri della loro attività passata. Tutte le isole sono coperte di montagne spaccate, gettate una sopra l’altra, le quali tutte portano i segni di una distruzione violenta. Il suolo è generalmente composto di uno strato più o meno considerabile di argilla o di terra vegetabile, posta sopra rocce assai dure. In ogni luogo si trovano sorgenti calde, zolfo, pietre pomici ec. La Jamaica nel 1692 per mezzo di un tremuoto fu scossa fino da’ suoi fondamenti. Nove decimi della città PORT-ROYAL furono sepolti nel mare alla profondità di 8 tese. Tutta l’isola parve sommergersi, tutte le cose su di essa si rovesciavano, ed alcune migliaia d’abitanti vi perirono. Due grandi montagne precipitandosi violentemente arrestarono il corso di un fiume. Un’altra montagna spaccandosi, coprì una vasta pianura coperta di molte piantagioni. Quasi tutt’i bastimenti e schifi nel porto andarono a fondo. L’epidemia che seguì questa disgrazia ne aumentò la miseria. Nel 1722 uno degli oragani più terribili devastò nuovamente l’isola; esso rovesciò le case, e distrusse
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tanti uomini quanti il tremuoto passato. Tutta la popolazione presente è composta di 2500 bianchi e circa di 90000 negri.
BARBADOS ha molte rocce spaccate, rovesciate una sopra l’altra, e spelonche sotterranee di forma singolarissima, e molta ampelite di diversa qualità. Nel 1765 quest’isola fu totalmente distrutta da un terribile oragano, e questo avvenimento si rinnovò nel mese di ottobre del 1780, e ne soffrirono molto anche S. Vincenzo, Granada ed altre isole.
La Martinica sofferse nel 1727 un torribile tremuoto, che a brevi riprese durò 11 ore, e rovesciò il forte S. Pietro, molto chiese, e monasteri ed altri edifici pubblici; furono distrutte più di 300 piantagioni di zucchero; una montagna si sprofondò; un’altra si spaccò e gettò fuori grandi correnti di acqua.
La montagna sulfurea sulla GUADALUPA ha una pianura sulla sua cima coperta di pietre bruciate di diversa grandezza, ove da diverse spaccature sorte incessantemente fumo. Sul lato orientale si vedono due fosse profonde di zolfo, una delle quali di
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forma ovale ha 100 piedi di diametro; 200 passi sotto la fossa più bassa di zolfo giacciono 3 stagni di acqua caldissima alla distanza di quattro in cinque passi l’uno dall’altro. L’acqua nello stagno maggiore è scura, nel secondo bianca, e nel terzo turchiniccia. Nello stesso modo è anche diverso il suo sapore, e sentesi principalmente l’allume o il vitriolo.
S. GRISTOFORO ha una pianura lunga di 300 braccia situata sopra una collina elevata 12 miglia e mezzo inglesi sopra il mare; questa pianura finisce in una profondissima spelonca di zolfo donde s’innalza continuamente una densa nuvola di vapori. Due fino a tre buche rotonde di 3 piedi di diametro, chiamate caldaie del diavolo, e sono continuamente nella massima bollitura. Al piede della collina si trova sempre il solfo puro MARIA GALANTE ha rocce ripide e spezzate, piene di buche, e spelonche ove covano molti uccelli tropici ec.
Il vulcano ed i suoi contorni sopra S. Lucia, a cagione della quantità di zolfo che produce, è chiamato la SOUFFRIERE. L’odore di zolfo si distende alla distanza di un miglio, e mezzo miglio francese, ed al piede della
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montagna è forte a segno, che poche persone possono resistervi. Il suolo vi è riscaldato in modo, che penetra le suola delle scarpe, e l’atmosfera si riempie di vapori caldi in guisa, che tutti quelli i quali vi si avvicinano sono sorpresi da una forte traspirazione. La valle che rinchiude il vulcano è elevata 60 tese sopra il livello del mare; è lunga 60 tese e larga 50. Nel cratere stesso tutto il suolo è coperto e penetrato di zolfo. Vi si trova una quantità di piccole aperture, le di cui pareti sono vestite di zolfo sublimato, e dal mezzo delle quali s’innalzano vapori ardenti. Il massimo stupore eccitano 22 bacini grandi, pieni d’acqua bollente, alcuni de’ quali hanno 20 piedi di diametro. L’ebollizione è talmente forte, che alcune vesciche d’acqua dell’altezza di 4 fino a 5 piedi sono gettate in aria. L’acqua è nera, grassa e fa schiuma sul margine, ed i suoi vapori oscurano a distanze considerabili l’atmosfera(1). Il
(1) Si trova una bella descrizione di questo vulcano, ne’ nuovi trattati dell’accademia reale Svedese delle scienze pel 1790 vol. 11. Lips. 1792 ed un estratto del Magaz, di Voigt fuers Neueste vol. VIII. quint. 2 pag. 149.
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vulcano appartiene ad una catena di montagne alte e dirupate, che in mezzo all’isola si estende dal Nord est al sud ovest. La fermentazione interna di questa parte del mondo sembra essere ancora un avanzo dell’antica guerra degli elementi, la quale portò la distruzione sopra una gran parte del continente.
L’istmo di Daria o Panama è una striscia di terra stretta e montuosa, la quale mediante le sue alte rocce, unisce le montagne settentrionali e meridionali dell’America. Esso può chiamarsi la vera SPINA MUNDI, la quale resistette, alloraquando fu sommerso probabilmente il continente situato nell’occidente. L’istmo si estende tra l’8° e ’l 10° di latitudine settentrionale, e tra ’l 78° e ’l 87° di longitudine occidentale in forma di mezza luna; è lungo 300 miglia circa, e largo 60. Tre grandi fiumi, cioè il Daria, Chagre, e Concezione sboccano nel mare sulla parte del Nord, e tre altri, Santa Maria, Congo e Cheapo sulla parte del sud. L’aspetto delle regioni incanta l’occhio del contemplatore, e supera tutto ciò che può inventare l’immaginazione più fervida del pittore. Il suolo è fruttifero fino alle punte delle montagne, e
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coperto di alberi alti e di ogni specie: ma la stagione vi è malsana, particolarmente sulla parte orientale. Vi piove due terzi dell’anno. Nel mese di aprile sopraggiungono giornalmente delle scosse di pioggie, che nel mese di maggio ritornano ogni ora, accompagnate da temporali assai violenti; nel mese di giugno e luglio regnano le pioggie dirotte, che durano molti giorni ed anche settimane, senza cessare od essere interrotte da belle giornate. L’interruzioni delle pioggie, non essendo accompagnate da temporali, consistono in turbini. Verso il settembre le pioggie cessano, ma non cessano totalmente che nel novembre o dicembre, e spesso in principio di gennaio. Rospi, ranocchi e serpenti coprono il suolo, e l’aria è riempita di zanzare. PORTO BELLO 9° 34' 35" di latitudine settentrionale e 82° 5' di longitudine occidentale da Londra, giace al pendio di una montagna, che circonda l’intero porto; il porto è comodo per tutt’i bastimenti; e malgrado la sua entrata larga, assai sicuro: esso è famoso, poiché per lo passato vi erano grandi mercati. Rare volte però partono di qua i Galioni, o altri bastimenti Europei senza perdervi la metà o il terzo del loro
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equipaggio; perciò è chiamato il sepolcro degli Spagnuoli. Si assicura che gli animali trasportativi da altre regioni cessino immediatamente di propagarsi, e che le galline di Panama e di Cartagena non vi facciano più uova. I cavalli ed i muli non vi partoriscono mai. Il bestiame cornuto, che quivi si trasporta da Panama va in poco tempo tanto giù di carne da non poterlo più mangiare. Le serrature, i coltelli, e qualunque opera di ferro in poche settimane si coprono di ruggine, a segno che diventano inservibili. A cagione di questo clima il numero degli abitanti è poco considerabile. Oltre i negri e i Mulatti, ai quali quest’aria non cagiona veruna cattiva conseguenza, vivono a Porto Bello appena 30 famiglie di bianchi. Nessuno vi dimora se non quando è obbligato dalle circostanze. La guernigione di 120 uomini si cambia ogni tre settimane.
Questa città sì poco abitata, a motivo dell’aria malsana, fintantoché tutt’i tesori del Chili e del Perù, e le mercanzie europee vi passavano, e finché essa e Panama erano la chiave di comunicazione tra il mare atlantico ed il mare del sud, era visitata a segno, che quando arrivavano li
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Galioni, una stanza mediocre con un gabinetto costava, nel breve tempo della fiera, 5 fino a 6000 corone. Dopo il 1748 v’è solamente il passaggio de’ Negri, e di mercanzie ordinarie; essa è totalmente in decadenza, e sarebbe stata abbandonata da lungo tempo, come anche l’intero istmo, che nulla produce di metalli nobili, se non si temesse di vederla occupata da altre nazioni. Questo interesse è l’unico che presentemente ne cava la Spagna, e che forma le sue mire. Panama 8° 57' 4" di latitudine settentrionale sulla costa del mare del sud e 39' all’ovest da Porto Bello, è egualmente in grande decadenza, e si mantiene unicamente colla pesca delle perle. Si trovano molte perle di bellissima acqua nel porto di questa città, e presso le isole vicine, il di cui numero monta a 43, cioè del Rey Tabago ec.
A Terra Ferma propriamente detta regna un’aria assai più sana e più asciutta, che a Porto Bello, benché dal maggio fino al novembre vi dominino continue pioggie, accompagnate da forti temporali, che ai pochi abitanti cagionano pleurisie, febbri maligne, ed altre malattie. Nella Provincia di Venezuela si estende un seno di mare dentro
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terra, il quale confina col mare Maracaibo, nota probabilmente per la supposta rivoluzione di questa regione. Il nome di Venezuela (piccola Venezia) fu dato da’ primi scopritori, i quali trovarono quivi nelle valli inondate alcune capanne fabbricate su de’ pali, che tenevano le case sopra il livello dell’acqua. Malgrado di molte preferenze la Terra Ferma, per quanto sappiamo, è una delle colonie più deboli degli Spagnuoli.
Nel sud ed ovest di Terra Ferma giace la Nuova Granada, la quale, malgrado che si estenda quasi fino all’equatore, ha ciò non ostante un clima moderato a cagione della sua alta posizione. Le montagne della Granada e le Popayan, che con esse confinano all’ovest, abbondano in oro sopra tutte le altre del mondo. Non vi si cerca l’oro nelle miniere, ma vicino alla superficie del suolo misto colla terra, della quale è poi nettato e purificato. Spesso si trova in Pepitas, o grani grossi. Sopra un’altura presso Pamplona, alcuni lavoranti ne hanno raccolto in un giorno pel valore di 1000 Pesos. Un governatore di Santa Fé, porto in Europa un pezzo d’oro nativo ivi trovato,
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che fu stimato 4440 scudi. Allora quando un fulmine rovesciò la punta della montagna situata presso la Paz, si trovò nelle masse infrante della cima una sì grande quantità d’oro, che per qualche tempo se ne vendette l’oncia per 8 Pesos di Plata (8 taleri circa). Egualmente abbondanti di oro sono le provincie Popayan e Chaco situate all’ovest, presso il mare del sud. In queste provincie e nella Nuova Granada, particolarmente però a Chaco poco distante dal piccolo fiume Pinto, si trova la famosa, e non ancora sufficientemente conosciuta Platina (diminutivo spagnuolo di PLATA argento). Quest’oro bianco, com’è anche chiamato la platina, si trova configurato in grani piccoli di colore d’acciaio, parte rotondi, e parte angolati, ma per lo più piatti, misti di oro e più volte di ferro, dentro una specie di sabbia, mista di polvere di ferro magnetico, di oro de’ fiumi, di piccoli corpi di argento vivo, e di altri grani simili alla Scoria. Questo metallo fu scoperto intorno al 1736, e per molto tempo non si sapeva cosa farne. Le sue qualità metalliche, che non potevano restare nascoste, eccitarono negli Spagnuoli la paura, che si potesse impiegarlo
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nella falsificazione delle monete d’oro e d’argento, perciò fu dato l’ordine di gettarlo ne’ fiumi vicini. Non prima del 1749 fu portato in Europa, ed i primi esami su di esso si fecero dal conte di Sickingen(1).
La Platina è di gran lungo il corpo più pesante della natura, ed il peso della purificata è 23286. Purificata fino a questo grado diventa lucida e splende come l’argento, è molto utile, ed è tenace. È stata ridotta in filo più minute ancora d’un capello umano. Si sono coperte lastre di rame da una parte colla platina, e dall’altra coll’argento, in modo che questi tre metalli formavano solamente la grossezza di un foglio di carta. Si discioglie nell’acqua regia, e si unisce coll’argento vivo bollente. Per sé stessa stenta a fondersi, mista però coll’arsenico, si fonde con facilità, e levato questo, resiste al fuoco(2); perciò se ne
(1) Esperimenti sopra la Platina con 2 rami. Manheim 1782. 8. di 324 p. tradotto dal francese da Succow, un estratto di ciò è nel Magazzino di Voigt vol. 1, quint. IV p. 172.
(2) Magazzino di Voigt vol. V. quint. 2 edizione nuova pag. 91.
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fabbricano de’ piccoli crogiuoli. Oltre a ciò è stata impiegata per costruire specchi(1) e telescopi di riflesso(2), pirometri e ruote di orologi. Siccome non è necessario, che nella Granada si costruiscano miniere, la di cui aria sotterranea, come ha fatto vedere l’esperienza, è mortale a’ nazionali Americani, così la Nuova Granada con Papayan e Chaco, è annoverata tra le provincie più popolate della Spagna.
Verso il mezzo giorno di Granada giace la terra delle Amazzoni, accanto al fiume più grande del mondo chiamato Amazzone, ovvero Maragnon. Orellana, giovane ufiziale, essendosi separato da Pizarro, e partito dal Perù, giunse a questo fiume, e navigandovi lungo il suo corso visitò per la prima volta le regioni interne. Egli narra ne’ suoi giornali di aver incontrato nazioni ricche a segno, che i tetti de’ loro tempi erano coperti di lastre d’oro: nell’istesso tempo descrive una repubblica di donne guerriere e potenti ch’estendevano il loro dominio sopra una gran parte di quella terra fruttifera, che aveva visitato.
(1) Ibid. vol. I quint. 3 pag. 153.
(2) Ibid. vol. IV. quint. 2 p. 190.
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Per quanto fossero inverosimili tali racconti, ciò non ostante furono creduti, e su tutte le carte si marcava la repubblica delle Amazzoni, ed in tutt’i cervelli esisteva ELDORADO ovvero la terra d’oro(1). Per ordine di Giacomo I fu spedito il cavaliere Ralcigh a cercarla, e non avendola trovata fu decapitato nell’età di 77 anni per ordine del Re(2).
Voltaire pone spesso la scena delle sue novelle di fate in Eldorado. Questo è il miglior uso, che se ne possa fare, ed il luogo più adottato per simili racconti; ciò non ostante si veggono ancora portate in diverse geografie(3).
Verso l’ovest del fiume Amazzone giacciono Quito, ed il Perù. Quito è la terra più piacevole dell’America, ed è la più alta del mondo, e benché sia situato al piede della montagna Pitchinca, ciò non ostante è elevato 1466 tese sopra il livello del mare, ed in conseguenza più alto che la sommità de’ Pirenei. La terra comincia a innalzarsi in qualche
(1) Robertson America vol. 2.
(2) Anderson storia del commercio tom. IV.
(3) Per esempio in quella del vescovo Reichel Barby 1785 tom. 2 p. 402.
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distanza dalla costa del mare, e forma poi una fila di alte montagne. Dietro a queste si estende una valle lunga ove giace l’attraente Quito, che verso l’est confina con montagne ancora più alte. Questa catena, che dall’equatore si estende verso la punta meridionale, chiamasi CORDILLERAS DE LOS ANDES. La montagna più alta fra esse e fra quelle della terra, è il Chimbarozo alto di 20280 piedi secondo alcuni altri, di 18000. Malgrado che queste montagne siano situate assai vicino all’equatore, ciò non ostante elevandosi molto sopra le nuvole, una gran parte delle loro sommità è coperta di neve perenne. Il Chimborazo per esempio per 2400 piedi dall’alto in basso.
La popolazione di Quito, benché considerabile, potrebbe essere ancora maggiore, considerando il suo cielo felice, il suolo bello, l’aria pura, la stagione piacevole, la fertilità e le sue ricchezze. La città sola ha 60000 abitanti, Guayaquil 20000, e Cuenza 30000(1). Quito è l’unica provincia nell’America Spagnuola, che ha manifatture d’importanza,
(1) Robertson Americ. tom. 2.
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come di cappelli, di tele bambagine, di stoffe e di panni grossi di lana; e se ne fabbricano in tanta quantità, che non solamente sono sufficienti per la provincia, ma se ne esportano anche ne’ paesi esteri. Oltre a queste manifatture si portano anche in Europa i suoi prodotti di cui abbonda, come oro, argento, cacao, china-china, gomma elastica, tabacco ec.
Secondo le notizie del sig. Humboldt Quito presentemente è bello; ma il cielo è tristo e nuvoloso. Le montagne vicine non producono verdura ed il freddo vi è considerabile. Il grande tremuoto del 1797, che rovesciò tutta quella regione, è stato anche per questo assai nocivo agli abitanti. Esso ha cangiato la temperatura dell’aria in modo, che il termometro di Reaumur sta presentemente tra il 4°, ed il 10°, e rare volte monta a 15, o 16, mentre Bauguer lo vide sempre a 15, o 16°. Gli abitanti, malgrado degli spaventi co’ quali la natura gli circonda, sono contenti, vivaci ed amabili. Quito respira piacere e voluttà, e forse non vi è luogo ove regni una inclinazione tanto decisa
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e comune per divertirsi, quanto qui(1).
Tra i prodotti di Quito che abbiamo nominati, è necessario far parola della GOMMA ELASTICA, la quale si prepara col sugo della HEVEA GUIANENSIS descritta da Aublet nelle sue PLANTES DE LA GUIANE. La Hevea è un albero grande della famiglia degli Euforbj, arriva all’altezza di 40 piedi, ed ha un diametro di due piedi. Quest’albero cresce nella Gujana, nelle foreste di Esmeralta, provincia del Perù che confina con Quito, tra i Mainas, presso il fiume Amazzone, in Quito, in Para ed altri luoghi; ha una piccola corona senza aver rami sul tronco; i nazionali ora lo chiamano HÉVE (Hevea), ora CAOUTCHOUC; i Portoghesi però lo nominano PALO HIRINGUA (bois seringue). La radice va profondamente sotterra; il tronco in fondo è più grosso, ed ha l’aspetto del frutto del pino. La foglia assomiglia a quella del Manioc, e consiste in 3, 4, e fino a 5 foglie di grandezza disuguale, attaccate ad un pezzo solo. Quelle di mezzo
(1) Ved. Annali del museo nazionale di storia na[turale] X quint. pag. 285.
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hanno circa 3 pollici di lunghezza e tre quarti d’un pollice di larghezza; tutte sono d’un verde chiaro sulla parte superiore, ed un poco più pallido di sotto. Il frutto ha un guscio triangolare, come il frutto della palma di Cristo, ma più grande; è grosso e legnoso, ed ha tre divisioni, in ciascuna delle quali trovasi una separazione di color bruno ove giace il granello.
Per raccogliere il sugo dell’albero si lava prima il tronco, indi si fanno sulla scorza diversi tagli uno sopra l’altro, donde sorte un sugo bianco e tenace come il latte, il quale si conduce fino all’ultimo taglio sopra una foglia larga attaccata coll’argilla, e si raccoglie dentro un vaso. Se ne fabbricano torcie della lunghezza di due piedi, e grosse un pollice e mezzo le quali s’involgono in foglie doppie di Bananasso (bihhao, o bixao) per dar loro maggior solidità, mentre che sono ancora molli o che bruciano. Le torcie non hanno stoppino e ciò non ostante non iscolano quando non si portano da un luogo all’altro; esse bruciano 24 ore di continuo, e spargono un odore non tanto dispiacovole.
L’uso principale che fin ora si è fatto di
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tale gomma consiste nell’averla ridotta a costruirne diverse specie di vasi infrangibili, come fiaschi ec. Per arrivare al suo intento si fanno diverse forme di argilla, nelle quali, per tenerle con maggior comodo, si mette un pezzo di legno in quel luogo ove non ha da essere la gomma. Questo buco serve poi per introdurvi l’acqua e nettare l’interno. Le forme in tal modo preparate, si coprono di questo sugo, mediante nello o col semplice dito, poi si passano in un denso vapore, ove si voltano frequentemente, onde il sugo si estenda con eguaglianza, nel qual tempo deve farsi molta attenzione di non avvicinarsi al fuoco. Tosto che la massa è diventata bruna, e non si attacca più al dito, si replica la prima operazione, ed in tal guisa si seguita, fintantoché i vasi hanno ricevuto la dovuta grossezza, ed allora sono esposti al fuoco per più tempo, e poi diseccati. In tal guisa se ne possono fare braccialetti, fiaschi, siringhe, ec.: ordinariamente serve per le ultime, poiché mettendo nel collo del fiasco appena una cannetta, possono servire benissimo a quest’uopo. Gli Europei per questa ragione chiamano
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l’albero anche PAO HIRIGA (legno di Sciringa).
Humboldt col mezzo dello spirito di nitro si è procacciato la gomma elastica anche dal sugo lattiginoso di un altro albero, da lui scoperto in una piantagione andando all’Oronoco; quest’albero dagl’Indiani è chiamato la vacca, poiché essi ed i Negri bevono molto del suo latte, che non è caustico e nocivo, come ordinariamente suol essere il latte vegetabile, ma al contrario nutrisce. Humbold scoprì anche un’altra gomma bianca ch’è ossigenata, e che sorte dalla radice di due alberi non ancora descritti, JAICA E CURVARA, che crescono nelle foreste di Pimichin verso le sorgenti del Rio Negro e nelle paludi della montagna di Javita a 2°, 5' di latitudine settentrionale, luogo riputato pel terribile serpente Boa. Il sugo di questi alberi è un latte assai acquoso, che non rare volte perdono per le radici; questa però è una specie di malattia, poiché l’albero muore dopo una tal perdita. Il sugo s’aggruppa dentro la terra umida, e vi forma una bianca spugnosa chiamata Dapiche o Zapis, la quale esponendola al fuoco cangisi in gomma bianca. Humboldt, presso i Poimasanos
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e Paragini-Indiani, trovò degl’istrumenti musicali fabbricati con questa gomma(1).
Il Perù signoreggia cogli stessi vantaggi di Quito, ed è assai decantato a cagione delle sue bellezze romanesche, dell’attraente del clima, e particolarmente per i suoi tesori. Però fornisce più argento che oro. Le miniere presso Potosi scoperte nel 1545 erano sì vicine alla superficie e sì abbondanti, che si procurava questo metallo con poco dispendio e manco fatica.
Queste miniere continuarono per molto tempo ad essere abbondanti. Fin qui per lo spazio di 200 anni e più sono state scavate con profitto; ma ora incominciano a crescere gl’incomodi nelle profondità della terra, e le spese e le vene in confronto delle Europee non sono più tanto ricche quanto una volta, di modo che dobbiamo maravigliarci, se la Spagna vi continua lo scavo. Si fa tutto in Ispagna per incoraggiare lo scavo delle miniere: ciascheduno che scopre una vena nuova, n’è proprietario, ed annunciando la scoperta, gli si consegna un certo numero
(1) Ved. Lettere De Humbold negli Annali del museo nazionale di storia naturale 8 quint. pag. 152 ec.
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di Americani a condizione però di aprire lo scavo nel corso di un tempo prescritto e, come è uso, di consegnare il decimo al re. Per questo tutti gli Spagnuoli Americani sono diventati scavatori di tesori. Tutte le arti e tutti i mestieri, il commercio ec. sono trascurati, e si abbandonano le più belle contrade per iscavare ne’ deserti. La nazione non prende vigore, il commercio non si moltiplica, e le ricchezze sono solamente immaginarie, poiché passano agli esteri pe’ bisogni più necessari, che si devono procacciare da loro. Incominciando dal 1492, anno nel quale fu scoperta l’America, fino al 1792 sono state introdotte pubblicamente e messe annualmente in giro ne’ porti Spagnuoli 4 milioni di lire sterline. Possiamo dire, ed in ciò convengono anche gli stessi scrittori Spagnuoli, che una somma eguale è stata introdotta segretamente, e per conseguenza la somma annuale in oro ed argento passata dall’America in Ispagna è di 8 milioni di lire sterline, che per 300 anni di seguito monta almeno a 2400 milioni di lire sterline ovvero 14400 milioni di piastre. Questa somma immensa non ha prodotto alla Spagna alcun rango maggiore tra le potenze,
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nissuna influenza significante negli affari politici, e nemmeno si è aumentato il numerario del paese. Lo Stato ha un debito di 154 milioni di piastre e più, ed oltre a questo conosciamo esempi sorprendenti della mancanza del danaro delle persone private. Ustari sostiene nel 1724, che in danaro, in vasi d’argento ed in gioie non si trovino pel valore di 100 milioni di Pesos nel regno(1). Oltre le miniere d’argento si scoprirono nel 1563 ricchissime miniere di mercurio presso Guanacabelica, che sono abbondanti ancora fino al giorno di oggi. Quivi si trova anche dello stagno e del rame. Tra gli altri prodotti che fornisce il Perù, contansi particolarmente la lana di Vigogne (presa dal camelo vicuna), il balsamo Peruviano, e quel dono che la natura gli ha dato esclusivamente, cioè la scorza della febbre, anche China chiamata. Essa ha preso il nome dalla sposa del Vicerè del Perù, la contessa CHINCHON, la quale prendendola per bocca fu liberata dalla febbre, e perciò essa si prese in appresso tutte le cure di renderla generalmente
(1) Questo ed altri esempi ved. nel Robertson America t. 2.
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cognita. Essa la diede ai Gesuiti, perché la distribuissero, ed ancora al presente polverizzata, chiamasi polvere de’ Gesuiti, come, secondo la pubblicatrice, Chinchina. È chiamata anche SCORZA PERUVIANA, poiché cresce in questo regno e particolarmente a Lora (Spagn. Loja). Gli abitanti del paese la chiamano, secondo l’albero, CORTEX GAUNANA PERIDES, e secondo la qualità che rinchiude in sé, SCORZA DE FEBBRE. Se ne trovano varie specie, che a motivo dell’alto prezzo sono miste ancora con diverse altre scorze. La China officinale consiste per lo più in piccoli pezzi lunghi un dito; vi si trovano anche de’ pezzi grandi della lunghezza di un dito e più, e della grossezza di 2 linee fino ad un pollice e mezzo. I primi sono ordinariamente arrotolati e presi da’ piccoli rami; gli altri sono del tronco dell’albero stesso non sono arrotolati, ma bensì piatti; al di fuori sono ruvidi e rugosi con macchie cenerine, e coperte di muschio bianchiccio, nell’interno sono di un rosso bruno come la cannella ed il gusto è amaro ed aspro. Rompendoli non devono produrre scheggie, ma devono aver una rottura eguale, e pesare in proporzione.
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La China pallida o gialla (Chinchina pallescens Ruiz) si trova in pezzi arrotolati o piatti della lunghezza di un piede fino ad un piede e mezzo, e grossi da 2 linee fino ad un pollice; essa esteriormente è liscia, di tessitura filamentosa, tenendola contro il lume risplende, e rompendola compariscono i filamenti; è più leggera della China ordinaria, ha un odore debole e poco sensibile, il gusto è assai amaro, e sente di droghe. Ordinariamente ci serviamo della prima, mista però di qualche specie mediocre, come la riceviamo dagli Spagnuoli, involta in pelli di animali, e ciascuna di pesa 150 libbre. In Francia si servono ordinariamente della seconda specie, ovvero della gialla, che agisce con maggior vigore, ed è più sopportabile allo stomaco. Ridotta in polvere sta in confronto alla China ordinaria, come 3 a 4; l’estratto liquido di essa importa 3 volte più che quello della comune.
Un’altra specie nuova di China sotto il nome di scorza di Yellow è stata portata in Inghilterra per la via di Cadice. Questa proviene dall’interno dell’America Spagnuola molto distante da Lima, e dalle regioni conosciute che producono la China. Considerando
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dunque le grandi devastazioni nate dall’avere spogliato gli alberi della scorza, e la scarsezza degli alberi stessi, che ne’ boschi si trovano isolatamente e non in gruppi, sarà necessario di esaminare tutte le specie di China, e di attendere all’effetto che producono. Dal 1989 fino al 1793, o sia in 5 anni, sono state introdotte in Inghilterra ed in Iscozia 634783 libbre di China, e di queste sono state spedite all’estero 123779 e consumate nell’interno 511004(1).
Il Chili è posseduto dagli Spagnuoli, ma solamente lungo la costa, 20 miglia circa in largo, e 4 fino a 500 miglia per lungo. Difficilmente havvi sul globo un clima tanto ameno quanto questo; e benché confini colla zona torrida, ciò non ostante il caldo vi è moderato, mentre le Andes lo riparano verso l’est, e dall’ovest soffiano i venti rinfrescanti del mare. Quivi regna una perpetua primavera; i temporali, le grandini, la neve e la pioggia non vi si conoscono; una rugiada
(1) An inquiry into the medical efficacy of a new species of peruvian bork lately imported into this country under the nom of Yellowbork by Jolm Relph. Lond. 1794.
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forte bagna la terra fruttifera. Il formento, il vino, l’olio ed i frutti più squisiti vi crescono in tanta abbondanza come se ivi fosse la loro patria. Gli animali del nostro emisfero colà trasportati si sono nobilitati, come anche i frutti. I cavalli del Chili sorpassano in bellezza e coraggio la celebre razza di quelli dell’Andalusia dalla quale derivano, ed il bestiame cornuto è più alto dello spagnuolo.
Vi si sono scoperte pure delle miniere considerabili di oro, d’argento, di rame e di piombo. Ciò non ostante questo è paese poco popolato, mentre ha appena 80000 bianchi, e circa 240000 negri, ed altre genti di origine mista. Il suolo del Chili è il più fruttifero dell’America; ma giace incolto, ed è egualmente trascurato lo scavo di alcune delle miniere più abbondanti. I tremuoti rovinano questo paradiso terrestre. Tutta la catena delle Andes è piena di vulcani de’ quali 19 sono accesi, senza contare quelli che fumano. Il monte Cotopaxi, uno de’ più alti, nel 1533, alloraquando il regno del Perù fu distrutto dagli Spagnuoli, gettò un fuoco assai terribile, e nel 1742 accadde un’altra eruzione veemente unita al monte Pitchinca,
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nel qual tempo un torrente di neve disfatta distrusse la terra per lo spazio di 18 miglia. Su questo torrente nuotò, secondo Bouguer, dell’olio ardente, che abbruciò i cadaveri annegati. In que’ luoghi ove si trovano molte montagne continuamente accese, accadono frequenti tremuoti più o meno forti. Non si arrischiano di costruirvi che abitazioni basse e leggiere, coperte di canne in luogo di tegole, mentre sembra che il suolo di questi contorni non voglia portare alcun peso. La bella città di Lima che aveva molto sofferto per lo passato, ed il porto di Callao ad essa appartenente, furono distrutti nel 1746 un tremuoto. Presentemente alla distanza d’un quarto di miglio vi è costruito il nuovo porto di Bella Vista.
La Provincia di Tucuman, compresa la terra situata sulla parte meridionale del Rio della Plata, non è coperta di boschi come il restante dell’America, ma forma una immensa pianura quasi senza un albero. Il suolo consiste in una profonda terra di giardini, ch’è innacquata da molti torrenti provenienti dalle Andes, e coperta d’un verde perenne. Su questo pascolo i cavalli ed il bestiame cornuto Europeo, introdottovi dagli
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Spagnuoli, si è moltiplicato in modo incredibile, e gli abitanti sono in istato di fare un traffico importante di cavalli, di muli e di bestiame bovino verso il Perù, e di vendere anche una quantità di pelli.
Verso la parte orientale di Tucuman giace il Paraguay, o la Provincia la Plata, chiamata anche Buenos Ayres dalla sua capitale meridionale. La più gran parte è sotto il dominio Spagnuolo; le nazioni principali degli abitanti sono gli Abiponi ed i Guarani. I Gesuiti avevano formato qui uno stato teocratico che ha reso il paese assai celebre. Non vi si trovano miniere di oro e di argento, e quella quantità che di qua parte per l’Europa, proviene dal Chili per mezzo del commercio. I suoi prodotti sono legno, seta, bambagia, indaco, zucchero, miele, cera, tabacco e l’erba del Paraguay ovvero Mathe, specie di Tè che si beve unicamente nella parte dell’America meridionale, e del quale il Chili solo consuma annualmente per 430000 piastre. La cura del bestiame è considerabile, e si vende molto bestiame da macello e da razza, pelli, cavalli ec. L’aria è piacevole e sana, a segno che la capitale ne ha preso il nome.
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Nel sud giace la Patagonia o la Magellania, striscia di terra che gli Spagnuoli hanno fin’ora esaminata poco, e ne hanno tirato poca utilità. Il vero domicilio de’ Patagoni ovvero Puelches è quella parte dell’interno che giace presso la riviera del fiume Negro. In tempo della caccia, questa nazione giunge spesso fino allo stretto di Magellano. I compagni di Magellano ci hanno recato le prime notizie di questa gente; essi la stimavano 8 piedi alta, e proporzionatamente forte. Il Comodoro Byron ed il suo equipaggio vedendoli nel 1764, diedero loro comunemente 8 piedi, e ad alcuni attribuirono anche un’altezza maggiore. Carteret e Wallis la stimano alta 6 piedi, e fino a 6 piedi e 7 pollici. Altri poi danno loro 7 piedi e più. Da ciò apparisce che i Patagoni devono essere una nazione grande e ben formata. Essi vivono miserabilmente della caccia. Il paese è freddo ed infruttifero. I prodotti principali sono cavalli, lana di vigogna, cocciniglia, bambagia, miele e cera. L’isola TRISTAN DE ACUNHA giace 2° più all’est di quanto vedesi marcato ordinariamente sulle carte, cioè 11° 43' di longitudine occidentale da Greenwich, e 37° 6' di latitudine meridionale.
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La costa orientale fino all’imboccatura del Rio della Plata è poco abitata, ed a noi sconosciuta. La navigazione su questo fiume e le sue sponde, compreso anche lo stabilimento de’ Portoghesi San Sagramento, e l’isola Gabriele, dal 1777 a questa parte sono sotto il dominio spagnuolo, e sono attribuite al Paraguay. In luogo di questo hanno ricevuto i Portoghesi una gran striscia nell’interno dell’America, cioè dal 334° di longitudine in dietro fino al 319, cioè una parte del Paraguay orientale, e del Perù meridionale orientale, compresa una parte della Gujana interna fino al Rio Negro. I coloni di S. Paolo, sotto il 24° di latitudine meridionale, avevano penetrato da prima queste regioni interne, e vi avevano in certo modo scoperto il ricco Eldorado di Orellana, cioè l’alta pianura nel centro del Brasile, ove nascono tutt’i fiumi che si scaricano nel Paraguay, nell’Amazzone, e nel mare. Queste regioni interne sono chiamate il paese delle miniere. Le inesauribili miniere d’oro a Minas Geraes (da dove la capitale ha preso il nome di Villa Ricca), a Gojas ed a Matto Grosso, dal tempo che furono aperte fino al 1775, hanno reso al Portogallo 1350
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milioni in oro ed argento. Sulla terra delle tre miniere abitano 46094 Bianchi, 60032 Indiani e 149961 schiavi negri; in somma 256093 anime, delle quali a Minas Geraes solo, la miniera, più ricca, vivono 211164 anime. Il Portogallo ha dato il nome di Brasile a quella striscia di terra che dal 319° di longitudine si estende fino alla costa del mare e da S. Caterina sotto il 29° di latitudine meridionale fino all’imboccatura dell’Ogapo sotto il 4° di latitudine settentrionale: tal nome gli fu dato a cagione di un legno trovato sulla costa, il quale ha quasi il colore di un carbone acceso, che in lingua Portoghese si chiama BRASA. Questo legno di tintura produce il doppio effetto del legno di campeggio, e la vendita di esso è una delle rendite principali del paese. Gli Inglesi soli ne prendono annualmente 20000 quintali che pagano con 800000 lire. Oltre di questo fornisce questo paese per l’esportazione ancora venti milioni e più di libbre di zucchero, venti mila e più pezzi di pelle preparata, una buonissima qualità di legno per costruire i bastimenti, cacao, riso, caffè, cannella (cravo), pimento, indaco, molte spezierie farmacentiche ec. Si guadagnano
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anche il ferro, il rame, l’argento vivo; ma questi prodotti non si esportano. Il valore di tutt’i prodotti condotti in Portogallo dal 1770 fino al 1775 montò annualmente a 56,942 290 lire. Le miniere di diamanti furono aperte nel 1728. Ciascheduno ha la libertà di cercarne, ma è obbligato di consegnare per un prezzo stabilito all’Agente della Corona ciò che ha trovato, e di questo prezzo gli si deduce un venti per cento sotto il titolo di rendita. Se ne vendono annualmente 60000 carati per 3,120000 lire. Il traffico di contrabbando è contato per un decimo; dunque le rendite annuali delle miniere di diamanti monterebbero a 3,43 2000 lire. Unitamente ai diamanti si trovano anche amatiste, topazi e grisoliti, che si vendono da quelli che gli hanno trovati, o che annualmente importano una somma di 150000 lire. Nelle miniere in generale lavorano 10000 schiavi negri. Secondo Macartney, è stato trovato ultimamente un diamante che in grandezza supera tutti gli antecedenti.
Così il Portogallo trae anch’esso dalle sue terre in America tesori immensi, ma è egualmente povero come la Spagna, mentre ha un debito di 28 milioni di piastre. Dunque
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i soli paesi, cioè la Spagna ed il Portogallo, che dalle loro colonie ricevono oro, argento, pietre nobili, perle e tesori di ogni genere, sono precisamente poveri e bisognevoli, e servono a provare, che le nazioni non si arricchiscono per mezzo di metalli, di miniere o fosse d’oro; ma per la diligenza, per l’industria, pel negozio e l’agricoltura. Il Brasile, oltre la terra delle miniere, è diviso in 6 provincie, cioè S. Paolo, Rio Janeiro, Bahia con San Salvador, Fernambuc, Maranhon e Para, che giaciono lungo la costa.
In questo provincie abitano 129934 bianchi, 218317 Indiani e 197897 Negri; compreso dunque le altre provincie del Brasile vi sono 176028 bianchi, 278349 Indiani, 347858 Negri, in tutto. 802235 anime. Qual popolazione scarsa per un paese tanto vasto! Macarıney parlando de’ nazionali del Brasile dice: essi sono di statura mediocre, carnosi, corti e robusti, ma ciò non ostante lesti; hanno poca barba ed occhi lunghi e neri, il di cui sguardo, come la fisonomia di questi selvaggi, non indica nulla di ordinario, di basso o d’imbecille; al contrario sono le loro espressioni accoste e significanti.
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Quella striscia di terra che dal fiume Amazone si estende verso il Nord fino all’Orinoco ovvero Paria, è chiamata la Gujana. La parte più meridionale di essa fino all’Oyapo è presentemente unita al Brasile. Il resto lungo la costa, e 30 miglia verso l’interno appartiene parte a’ Francesi (Cayenne o France equinotiale), parte agli Olandesi (Surinam), e parte agli Spagnuoli (presso l’Orinoco, S. Tomaso ec.). I prodotti principali sono: zucchero, caffè, cacao, tabacco, bambagia, lino, legno da tingere, indaco, gomma, pelli e bestiame ec. Il paese è piano e basso, e durante il tempo delle piogge sta per lo più due piedi sott’acqua: perciò è il suolo grasso in modo che fino alla profondità di 12 pollici contiene il vero letame che si esporta fino a Barbados. Sulle sponde dell’Essequebo gli Olandesi hanno avuto 30 raccolte di canne di zucchero una dopo l’altra, mentre sulle isole delle Indie occidentali non se ne attendono mai più di due(1).
La regione fu creduta in principio malsana;
(1) Ved. Banerofte Natural history of Guiana p. 10. Robertson America tom. 1.
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ma si è migliorata dopo la coltura del terreno. Nell’interno abitano ancora i popoli liberi, i Caraibi, Galibi, Ottomachi, Arrovachi ec.