animale rapace il più ardito d 'America che fugge d'innanzi ad un cane mediocre, III, 30.
i Negri più negri e più belli della Negrizia, senza avere il naso schiacciato e le labbra tumide, 451, 452, 453.
isola delle Indie Occidentali, preda di vulcani non ancora estinti, 545, 547.
ora Spagna, a cui portaronsi i Fenici passando lo Stretto di Gibilterra e navigando sulle coste dell'Africa, 198.
uccello adorato in Egitto, divorando egli i serpenti che le innondazioni lasciano indietro. Ora non evvi la specie descritta da Buffon con la testa rossa; e gli stessi Ibis imbalsamati sono bianchi e neri, 389, 390.
offerte dal mare, vedendosi bastimenti, castelli, torri, ecc., ove non sono. Dipendono dall'aria infiammabile che si solleva e fa da specchio, I, 263, 264.
Osservasi l'istesso fenomeno anatomizzando talora de' cadaveri; e i Negromanti hanno fatto su ciò de' giuochi e delle paure, I, 365.
antica Iberia, ove vi sono miniere di ferro, III, 240.
conosciuto dagli antichi come colore vegetabile, quando Federico di Prussia lo facea cercare tra i minerali, 281, 282, 543.
dagli Inglesi conosciute più di qualunque altra parte dell'Asia. Pietre nobili, perle, frutti, droghe, biade eccellenti, quantità immensa di cotone, diamanti di Golconda, tutto ciò insomma che l'uomo ama ed apprezza tutto egli ritrova alle Indie, 256, 257.
L'antica via per andarvi era il Seno Persiano, l'Eufrate e il Tigre; e Babilonia, Palınira, l’Arabia, l'Egitto, la Colchide la Mingreglia facendosi successivamente emporio di quel commercio divennero i più ricchi paesi del mondo, 258, 259, 260, 261.
I Fenici condussero di poi le merci indiane per acqua sino alla punta settentrionale del Mar Rosso, e Tiro diventò regina de’ mari e del Vecchio Continente, III, 262, 263. Le merci indiane fecero in appresso la sorte di Venezia, la quale durò sino alla scoperta del Capo di Buona Speranza. Gli Olandesi soppiantarono i Portoghesi; e se la Francia avesse potuto aprirsi la via dell'Egitto, ora l'Inghilterra sarebbe isola miserabile, III, 266, 267. |112|
Quadro del commercio de' Romani, degl'Inglesi, degli Olandesi colle Indie, III, dalla p. 267 alla 270.
Oggi si segue ancora il giornale geografico di Megastene, ambasciatore di Seleuco Nicanore; e oggidì trovansi colà i medesimi costumi, i medesimi lavori, le medesime cose come 300 anni prima di Cristo, III, 270, 271, ecc., 285, 286, 288, 289, 290, 293, 295.
Al di là del Gange avvi una penisola divisa in due, Malacca e Cambasca, di cui gli antichi hanno inteso a parlare, ma che non hanno visitato.
Errori di Tolomeo sulla situazione della regione argentea ed aurea corrispondenti forse ad Aya, al Pegù, a Siam, 321, 323, 325 e seguenti.
Com'egli abbia immaginato la gran Terra del Sud che si unisca all'Africa, racchiudendo il grand'Oceano delle Indie, il quale renderebbe impossibile la navigazione intorno al globo, 331, 332.
Tolomeo credeva che Sumatra, Malacca, Cambasca, la Conchinchina, la Nuova Olanda, ecc., fossero parti appartenenti alla costa Orientale di quel gran Seno; e quando ci parla delle Isole |113| Manille, de' Sini, degli antropofaghi, che abitano le isole della Buona Fortuna, delle isole dei Satiri ove vi sono veri satiri con coda, ecc.: tali racconti noi pure verifichiamo oggidì, III, 333, 334, 335.
I Sini, discendenti da’ Chinesi, si portarono alla Conchinchina per istabilire un commercio di seta e di droghe indiane co' Romani, i quali ne facevano un consumo estremamente costoso, e i Romani, andando eglino stessi alle Indie, presero i Sini ed i Seri per due popoli differenti, come i Greci hanno preso per due stelle diverse Espero e la Venere mattutina, 337, 339.
Forse gli antichi hanno avuto qualche notizia sul Tybet; ma certamente hanno fatto commercio co' Chinesi portandosi a Sera ove trovarono ambasciadori Russi per render loro omaggio, 340, 341.
La canna di zucchero, la gommalacca, l'indaco erano conosciuti alle Indie prima di Alessandro Magno, e sin d'allora mostrarono gl’Indiani grande ingegno onde lavorare metalli, avorio e tartaruga, 276, 279, 280, 281, 284.
Nulla sembra mutato alle Indie riguardo ai mestieri, al vestiario, alle superstizioni, ai |114| comodi della vita: ma i disagi medesimi, le intemperie, gl'insetti sono ancora come due mila anni fa, III, 292, 294, 296, 297.
La metà delle Indie gode perfetto sereno quando l'altra metà è soggetta alle piogge tropiche, lo che nasce per le montagne di Gates che dividono la penisola per mezzo; e il medesimo fenomeno succede nell'Arabia, e nell'Isola di Ceylan, 297, 298, 299.
quattro isole grandi, avanzo di una terra sommersa da terremuoti, III, 545, 546.
Ivi, come alla Baia d’Hudson, non possono salvarsi i metalli dalla ruggine per acido nitroso di cui l'aria abbonda, e che si depone sotto forma di sale sopra il suolo, V, 311, 312, 313.
Infiammazioni spontanee del corpo umano avvenute a Cesena, a Ferale, e in molti altri luoghi, 427, 428, 429.
la parte più coltivata e pià ricca dell'Europa. Quadro del suo commercio, della sue uscite e delle sue entrate, III, dalla p. 192 alla 197.
Nelle acque di questo paese le anguille partoriscono effettivamente i figliuoli vivi, ma non |115| le lamprede, e mancano affatto della rana arborea, V, 117, 118, 221, VI, 360, 361.
infinitamente variati nelle loro forme. Il maschio non sembra talora della medesima specie della femmina. Hanno udito e odorato squisitissimi; ma noi non conosciamo che le migliaia d’occhi di cui sono provveduti. Sono mirabili le loro metamorfosi e l'arte d'instinto con cui le preparano. Molti propagansi senza aver sesso, altri perché sono ermafroditi; ed alcuni hanno sesso diverso quanlunque sappiano generare senza sesso. Non hanno altra occupazione che di procrearsi, e, ciò fatto, periscono. Ora fanno uova, ora figli secondo l'opportunità della stagione; e la rapidità con cui crescono è altrettanto grande come la loro voracità, VI, 490, alla 498.
animale acquatico che trovasi anche in terra; e non cibandosi che di vegetabili porta ai campi totale esterminio. Si può addomesticare, ma ferito attacca l'istesso elefante a cui cede poco in forza e in grandezza. I denti suoi fanno fuoco contro l'acciaio, e sono preferiti all'avorio. Trovasi al Capo di Buona Speranza, e due volte i Romani fecero di lui pubblico spettacolo. Raro egli è al Nilo |116| e frequente ne' fiumi dell'Africa meridionale. L'attuale Ippopotamo è la metà più piccolo di uno petrificato rinvenuto da Cuvier, III, 378, 399, 405, V, 217, 218, 219, nota, VI, 321.
refrazione de' raggi luminosi fatta dalle gocce pioventi sopra una nube oscura. Vi sono talora due o tre iridi in diversi luoghi dell'orizzonte distanti tre e sino quattro leghe l'una dall'altra, mentre vorrebbe la teoria che si toccassero. Elleno dovrebbero avere ancora ordine inverso ne' colori come fossero riflettute sopra specchi, ma anche sa di ciò la teoria discorda coll'osserrazione. Fra le iridi prodotte dalla luna se ne contano undici, e pochi sono i fortunati che ne hanno vedute, VI, dalla p. 164 alla 170.
città situata sulla parte orientale dell'isola, assai rinomata dagli antichi per le sorgenti di acqua bollente, calda e fredda, III, 99, 100.
la più grand'isola d'origine vulcanica che siavi al mondo, 72, 74.
Storia delle sue irruzioni, IV, dalla p. 293 alla 297.
Scavando il suolo dell'Islanda si trova molto legno bituminoso e varie radici grandi e |117| prominenti, le quali dimostrano che l'Islanda era coperta di selve prima di essere incendiata, VI, 324, 325.
trovata senza montagne e divenuta montagna a tutt'a un tratto. Ora ell'ha un monte vulcanico, il quale getta pietre così grosse che sentesi la loro caduta in distanza di nove miglia, IV, 229, 230. Indi, 302.
ove si coltiva la Cannella, e il Tuliput, una delle più belle palme, 303, 306.
L'interno dell'isola è in gran parte sconosciuto, 308.
Nazioni che abitano quell'isola, loro costumi; loro occupazioni, loro fierezza, ecc., 307, 308, 312, 313. (Veggasi Madagascar, Zeylan e Tapobrana).
che ha un profondissimo lago formato da un cratere vulcanico, lo che si vede ancora sulle alte montagoe nell'isola di S. Cristoforo, III, 102, 103.
composta di sabbia, di lotofiti e conchiglie, e resa alquanto fertile per gli escrementi degli uccelli, 121.
dove il suolo ha indizi di distruzione e di formazioni operate dal fuoco. |118| Statue colossali di tufo spugnoso sonosi trovate al primo scuoprire dell'isola, la qual cosa dimostra esser stata abitata da popoli colti, e ora estinti da vulcaniche rivoluzioni, III, 112. Indi 121.
molto malsana per l’aria calda umidissima, che non si rinova né dai venti né dal mare; ove solamente i Negri vi stanno come fossero nel loro elemento, V, 305, 322, 323.
avente un vulcano acceso che vedevasi a molta distanza sul mare, e che al suo luogo lasciò una gran palude, precipitando durante un terremuoto, il quale accidente il Mar Morto ha forse in comune, IV, 299. (Veggasi Mar Morto, Lago d'Albano).
composta da una roccia traforata dal fuoco. Sopra di lei vi sono antri splendenti che contengono dello zolfo acceso, IV, 126, 127.
semicircolo di montagne vulcaniche, 99.
divisa da Ischia per un terremuoto, 99.
tre montagne vulcaniche estinte, 97.
montagna internamente vôta, che percossa mena gran rumore, III, 86, 87.
sono frammenti di terra ferma separati dai vulcani, 84.
isole dello stagno conosciute da Erodoto, ora Isole Britanniche, 197.
banchi di corallo abitati, e portanti piante di cocco e di palme, 140, 141.
III, 72, 73 e seguenti.
Sull'isola di Stafa, sulle Ebridi, e sopra molte altre di Scozia e d'Irlanda trovansi de' filoni che sono veri torrenti di lava, 81, 82.
Le Canarie e il Pico di Teyde su Teneriffa ardono ancora, mentre le isole dell'Arcipelago sembrano vulcani in parte estinti, 74, 86, 87, 88, 102, 104, 106, 107, 108, 109, 419, ed altre indicate al loro nome.
La Giammaica, Cuba, S. Domingo, Porto Ricco, le Caraibi, le Lucaje sono avanzi di una gran terra distrutta dai vulcani a cui tuttora sono in preda, 545, 546, 547 e seguenti. Tutta la catena delle Ande è piena di |120| vulcani; e diciannove vi sono ancora accesi, III, 572, 573.
L'America può dirsi patria de' vulcani, e Quito una pianura di un vulcano solo con varie sommità, IV, 302, 303, 304.
Le isole Lipari erano sette vulcani al tempo di Plinio, e ora sono una catena di dieci. Epoca della loro origine, del loro progresso della loro estinzione, e altre notizie antiche sopra queste isole, 90, 91, 93, 95, IV, 245, 255, 256, 297, 298. (Veggasi Vulcani, e Montagne Vulcaniche).
d'origine vulcanica nel numero di venticinque, le quali hanno l'inverno moderato come la state, sebbene siano sotto il grado 62. Ivi le pecore bianche divengono affatto nere, III, 74, 75, IV, 257, V, 404.
ove l'artritide e la pietra sono sconosciute, e vi è rara la febbre infiammatoria, forse per l'aria umida che vi regna la quale produce scorbuto, tosse e intermitenti, V, 320, 321.
immenso deposito di conchiglie sufficiente a fornire la calce per l'uso di tutte le Indie, III, 121, 136, 137, 145.
I, 123, III dalla p. 139 alla 144, VI, 253, 254.
create da vulcani von ancora spenti, III, 86.
Tom. III, 191, 192, 124, 131, 132, ecc.
Il fondo loro è di alberi e di rami intrecciati, oppure di pietra pomice; e Seneca e Plinio ne hanno vedute di quelle che discostansi a piacere; 126, 127.
Nel Ferrarese, in Adria, a Verona, e altrove vi sono isole nuotanti su cui si raccoglie grano turco, ecc., 132,133.
In altri luoghi, come anche in Isvezia, coteste isole ora sprofondano ed ora risorgono, 130, 131, 134, 135, 136.
sono avanzi di una terra distrutta dai flutti del Mar Nero, II, 216.
formate all'imboccatura de' fiumi, e formate ancora in altomare dalle correnti e dalle creature marine, 114, 115, 117, 119, 120, 139, 140, V, 328. (Veggasi Coralli, Coralline, Madrepore, Banchi di Mare, ecc.; Veggasi Montagne Nettuniche.)
Isole staccatesi dai continenti, 145, 146, 147.
L'isola dell'Ascensione, L'Isola di Drake. |122| Le Isole vedute da Ceviros e da Mendana: I gruppi d'isole chiamate la Mesa, los Majos, la Disgraziadas, e molte altre che pur si vorrebbero aver visitate. Le Isole di S. Danielo, di Salomone, e tante altre che ora trovansi in posizioni assai diverse dalle fissate ne' Giornali de' Navigatori Spagnuoli i quali talora cercavano d'ingannare per averne il possesso esclusivo, III, dalla p. 581 alla 584.
Isole trovate da otto Portoghesi, 35 giorni lontane da Lisbona, ove l'Oceano si estende per altre 30 giornate, e più oltre non è praticabile a motivo dell'oscurità, 591.
Isole uscite tutt'a un tratto dal mare, II, 244, 245, 247, 249, 251, III, 72, 73, ecc., 73, ecc., 84, 91, 107, 113.
nove o dieci isole unite insieme da un tronco di corallo ed esse pure formate coll'istessa sostanza, 139, 140.
striscia di terra che unisce e montagne settentrionali e meridionali dell'America, e che resse alla separazione dei due Continenti. Il suolo è fruttifero sino alla punta delle montagne; ma vi piove due terzi dell'anno, e niun animale vi può sussistere all’eccezione de’ Negri e de’ mulat[t]i, 63, 551, 552.
striscia di terra che unisce e montagne settentrionali e meridionali dell'America, e che resse alla separazione dei due Continenti. Il suolo è fruttifero sino alla punta delle montagne; ma vi piove due terzi dell'anno, e niun animale vi può sussistere all’eccezione de’ Negri e de’ mulat[t]i, 63, 551, 552.
Se le donne non fuggono da questo luogo quando sono prossime al parto periscono sicuramente, V, 321.
isolani del Mar Pacifico, assai libidinosi, siccome non si cibano che di pesci, II, 577.
penisola nettunica, innalzata dal mare a spese delle coste allorquando forse si affondò il Continente che univa le Antille, 119, 120.
passaggio fra la terraferma Waigatz nella Nuova Zembla, ove i cacciatori russi prendono rosmari, vitelli marini, volpi ed orsi polari, I, 357.