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DOTTRINA ELEMENTARE
DELLA GEOGRAFIA FISICA

CAPITOLO II - DELLA TERRA

DELLE CORRENTI

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Indice

III. Delle correnti 

  1. Divisione delle correnti

  2. Dell'andamento delle correnti

  3. Rapidità delle correnti

  4. Dell'andamento della corrente propriamente detta

  5. Dello stato dell'acqua

  6. Del dominio della corrente

  7. Del modo con cui la corrente forma il suo dominio e il suo letto

  8. Dello svanire di alcuni fiumi

  9. Del mormorio particolare di alcuni fiumi

  10. Dell'arresto dei fiumi e del loro regresso

  11. Delle cadute di acqua

  12. Della somma dell'acqua che contengono i fiumi

  13. Delle inondazioni

  14. Del fondo del fiume e delle materie che i fiumi conducono seco

  15. Della temperatura dei fiumi

  16. Di alcuni fiumi grandi

IV. Dei laghi

  1. Determinazione dei laghi

  2. Divisione dei laghi

  3. Di alcuni fenomeni intorno ai laghi

  4. Di alcuni laghi notabilissimi

V. Degli abitatori dei laghi e dei fiumi

VI. Della densità e delle parti consistenti del centro della terra in generale

Capitolo III – Dell'atmosfera

I. Natura e qualità di essa

  1. Definizione di atmosfera

  2. Qualità dell'atmosfera

  3. Mezzi per iscoprire la compressione e la densità dell'aria

  4. Dei cangiamenti dello stato del baromentro

Della macchina pneumatica

Dell'altezza dell'atmosfera

Della macchina areostatica

Di alcune diversità dell'atmosfera

Delle specie dei Gas

Storia dell'atmosfera

13. Delle inondazioni

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Accadendo che il fiume si riempia di maggior quantità di acqua di quanto il suo letto possa contenere, straripa, e forma un lago ondeggiante. Questo straripamento accade assai regolare e preciso quasi come il cambiamento del giorno colla notte neʼ fiumi della zona torrida. Non così regolare succede questo fenomeno neʼ fiumi della zona temperata e fredda. Conosciutissimo è lʼordine che intorno a ciò tiene il Nilo.

Sulle montagne della Luna, ove giacciono le fonti di questo fiume, si discioglie la neve dallʼaprile sino al settembre; le piogge

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tropiche(1) giungono nellʼistesso tempo, e nel mese di maggio straripa il Nilo nellʼAbissinia. NellʼEgitto incomincia a montare dopo la metà di giugno(2), e cresce per 46 giorni; neʼ tre primi ogni volta un pollice per giorno, poi due e tre, ed in ultimo alcuni piedi. Poi sʼinnalza meno sensibile dal 25 di luglio sino passata la metà di agosto, circa allʼaltezza di 18 braccia. Essendo giunto a questa altezza, si taglia il canale di Cairo (Kahire) con grande solennità, e si passa la giornata con feste e divertimenti, poi si tagliano ad uno ad uno ed in ordine prescritto gli altri canali, deʼ quali si contano 90 grandi.

(1)   Lulolf hist. Aethiop. 1. 5. Bruce viaggio verso lʼEtiopia.

(2)    È superstizione degli Egiziani di credere che il Nilo cresca sempre in un certo giorno: ciò sarebbe impossibile a motivo della sua estensione, e dellʼaltezza diversa alla quale monta la di lui acqua. Come presagio più vicino del momento desiderato considerano una rugiada fortissima (nocta) alla quale attribuiscono la forza di purgare lʼaria. È vero che in tempo dellʼinondazione cessa la peste, malgrado che domini nel resto dellʼanno. Questo fenomeno sarà prodotto dal cangiamento del vento, che in quel tempo soffia del nord o dal nord-est, e che contribuisce non poco per arrestare il Nilo e per farlo montare di più.

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LʼEgitto offre in quellʼepoca un aspetto assai pittoresco. Esso sembra un mare, e le città ed i villaggi costrutti sulle alture compariscono tante isole. Dappertutto ove si volge lo sguardo, vedesi moltiplicata la nuotante Venezia. I rami e le cime degli alberi ed arbusti soprastanno a questo mare che pacificamente li circonda. Sulla caduta della corrente si calcolano anche 46 giorni. Verso la fine di settembre rientra il Nilo nel suo letto. Subito che il fiume incomincia a crescere, lʼacqua, ordinariamente verdastra, diventa torbida e dʼun verdastro rossiccio sino a tanto chʼ è giunta allo stato più alto. Allora diventa rossa e sempre più torbida finché riprende il suo primo colore. Essa durante questo tempo, particolarmente quando cresce, è malsana, e possiede una forza purgante; intanto si beve lʼacqua conservata nelle cisterne davanti le case e le moschee. Verso la fine della calata diventa nuovamente potabile, e lʼuomo la beve dopo chʼ è diventata rossa. 

Sembra che per lo passato si temette piuttosto unʼinondazione troppo abbondante che parca. In oggi è tuttʼal contrario. Ai tempi del re Moeris era sufficiente una

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altezza di acqua di 8 braccia(1) per fruttificare la terra; 900 anni dopo, ai tempi di Erodoto, si richiedevano 16, e presentemente vi vogliono almeno 20. Per aprire il canale di Kairo è necessario che il Nilo monti sino a 16 braccia, altrimenti il popolo non paga alcun tributo: lo stesso succede anche quando il Nilo si abbassa subito dopo essere giunto a questa altezza. Per essere sicura, si tiene segreta la di lui altezza sinché è giunto a 18 braccia. Nessuno, fuori deʼ sorveglianti, può avvicinarsi al metro del Nilo costrutto sullʼisola del Nilo chiamata Rhodda poco distante da Kairo. Questi sorveglianti rendono pubblica ad alta voce la montata di esso.

Lʼaltezza di 18 braccia non è sufficiente

(1) Kubitus ovvero Piks (πᾐκος) è una misura che non è stata sempre di eguale grandezza ed alla quale alcuni danno 28 pollici, altri 24. Pokoke sostiene, che sullo stesso metro del Nilo le quattro braccia medie siano più grandi che le superiori ed inferiori, dicendo che il metro del Nilo sia diviso in 24 braccia (Piks) delle quali le 16 interiori abbiano 24 digitos, le più vicine 26, e le superiori nuovamente 24.

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per dare presentemente la fruttificazione necessaria al paese(1). Negli anni buoni si contano 22 fino a 23 braccia, e rare volte di più. Lʼaccrescimento sopra 24 braccia si crede nocivo, poiché lʼacqua non ricade in tempo per poter lavorare i campi(2). Ma è sempre meglio unʼinondazione alta che bassa, la quale cagiona il massimo male in un paese privo di piogge. Shaw calcola che la fanghiglia condottavi dallʼinondazione del Nilo innalzi il suolo un piede per ogni 100 anni in guisa che, dopo i tempi di Alessandra, le sponde del Nilo siansi alzate 21 piedi. Posto che sia esatto questo calcolo, non dobbiamo temere sì presto alcuna siccità, mentre il fiume riempie della stessa fanghiglia anche il suo letto, almeno verso lʼimboccatura, ed impedisce in tal modo lo sfogo dellʼacqua, onde è forzato di montare più alto(3). Lʼuno o lʼaltro braccio del

(1)  Savary, Lettres sur lʼEgypte.

(2) Merita essere confrontata lʼopera di Volney riguardante il suo viaggio nellʼEgitto e nella Siria tom. I cap. 3 p. 27-36.

(3) ai tempi di Plinio era abbondante la fruttificazione quando il Nilo montava a 16 braccia, ed era un miracolo quando cresceva fino a 18. Histor. nat. V c. 2.

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Nilo, probabilmente quello che va ad Alessandria, si chiuderà forse presto per le deposizioni che lascia nel suo letto. Per questo motivo le inondazioni deʼ tempi moderni sono diventate troppo grandi. Nel 1777 giunse il Nilo allʼaltezza di far credere che Fajum sarebbe messo sottʼacqua, e che il fiume riaprirebbe il suo antico letto occidentale, quindi si vide costretto quel governo lentissimo a costruir delle dighe artifiziose presso Hilaun(1).

Le inondazioni probabilmente esisteranno sempre, ma è possibile che il Nilo prenda unʼaltra direzione, lasciando lʼEgitto inferiore come deserto(2); mentre sembra che il suo corso antichissimo sia diretto pel così detto mare senzʼacqua, e per le valli di Natron verso il lago Marcotis. Per ora

(1)   Secondo Vivant Denon, voyage dans la basse et la haute Egypte, Paris an X. Imp fol. Vedi lʼestratto nellʼAllgem. Litter. Zeitung 1803 num. 40 p. 315 da dove abbiamo preso il seguente.

(2) Questo è, secondo Denon, il senso della mitologia egiziana, trattandosi del terribile Tifone il quale penetra violentemente nel letto della sua cognata Ifide, cioè un dilatamento del deserto sopra la striscia stretta e fruttifera dellʼodierna valle del Nilo.

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sembra passare la corrente principale dallʼest allʼovest: essa promette nuova fruttificazione per le pianure di Pelusio, e minaccia Alessandria colla penuria di acqua. Finché il fiume non cangia il suo letto nellʼAbissinia, sarà obbligato per lʼavvenire, mediante le sue alluvioni e lʼinnalzamento del suolo nel Delta ove depone la maggior quantità di melma, a dirigersi colle sue benefiche inondazioni ora dallʼovest allʼest, ed ora dallʼest allʼovest. Alessandro, per eternare il suo nome, difficilmente avrebbe scelto la città di Alessandria, se la corrente del Nilo non avesse fatto conoscere fin dʼallora la direzione decisiva verso la parte occidentale del Delta. Basterebbero 20 anni di anarchia per vedere turato il canale di Alessandria, il quale anche presentemente si riempie assai parcamente, e ridotta quella città alla sorte di Kanopo che fu coperto di sabbia. La fruttificazione accompagnerà qualunque direzione del Nilo, e gli abitanti attivi delle sue sponde vivranno con pochissima fatica. Lʼadacquamento potrebbe esservi migliorato, ed esteso sopra i campi rimoti mediante alcune macchine girate dal vento. Presentemente si servono delle ruote

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da acqua, intorno alle quali sono applicate diverse secchie, le quali innalzando lʼacqua, la versano in docce, onde condurla sui campi distanti; esse sono tirate da buoi. Correndo lʼacqua troppo bassa, e non potendo giungervi, per esaurirla nella maniera qui descritta, si mette una corda intorno alla ruota la di cui fine tocca lʼacqua; oppure sʼinnalza un albero forcuto allʼestremità, mettendovi sopra una traversa alla quale, si appende da una parte una secchia, e allʼaltra una pietra greve, per attingere in tal guisa lʼacqua con maggior facilità. 

Malgrado la cattiva maniera di questo adacquamento, si ottiene ciò non ostante una fruttificazione considerabile prodotta dalla fanghiglia contenuta nellʼacqua. Lʼagricoltore non ha bisogno né dʼingrassare il terreno, né arare profondamente o tirare i solchi penosi e rompere le zolle. Tostoché si è deposto il letame naturale, non cʼè da far altro che rivolgere la terra e mischiarla colla sabbia per diminuire la sua grassezza, e poi si semina senza fatica e senza perdita di tempo e di spese. Due mesi dopo la seminatura fioriscono i campi dʼogni genere di formento e di frutti. La

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maggese non vi si conosce: si semina sopra ciascun campo tre o quattro volte per anno. Prima si seminano dʼinsalata e di citriuoli, poi di formento, e dopo la raccolta, di erbaggi di ogni genere. Il pascolo vʼè eccellente, ed eccettuato solamente il tempo dellʼinondazione, vi resta il bestiame giorno e notte.

Il Senegal ed il Niger, riguardo alle loro inondazioni, sono altrettanto regolari e benefici per la terra bassa della Nigrizia(1). Non meno di questi è lo Zair. Il Rio della Plata è il Nilo dellʼAmerica meridionale: le sue inondazioni cadono nellʼistessa epoca; esse non possono aver origine che dalle piogge periodiche nate fra i tropici in tempo del massimo calore. LʼEufrate, il Gange, lʼIndo, i fiumi della China(2), il Pegu ed il Menam nel Siam danno il medesimo spettacolo nelle stesse circostanze, quasi nellʼistesso tempo e collʼistesso utile per gli

(1)  Les voyages dʼOrington tom. II. p. 290.

(2)  Staunton viaggio dellʼAmbasciata britannica sotto Macartney, cap. 15 nellʼAusmahl der besten geograph. Nachrich. di Sprengel vol. Xl. p. 238.

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abitanti(1). Il regno di Siam è circondate da alte montagne che racchiudono questa vasta pianura, in mezzo alla quale corre il gran Menam dal nord al sud, dividendosi in molte braccia. Esso straripa quando germoglia il riso, e si ritira nel suo letto quando questo sta per maturare. Questo fiume, sin dove estende la sua inondazione, rende tutto il circondario ridente e fruttifero. Il terreno del regno è coltivato solamente lungo le sponde del fiume e deʼ suoi canali. Le case sono fabbricate sopra sostegni di legno alti almeno 13 piedi. La capitale di Siam, Juthia, giace sopra unʼisola in mezzo alla corrente.

Rispetto allʼOronoko, si è osservato un modo singolare e periodico del suo crescere e calare. Esso incomincia a crescere nel mese di aprile, e continua sino alla fine di agosto, mese in cui lʼacqua è giunta alla maggior altezza. Nel settembre incomincia a calare, e continua sino alla fine di febbraio, e resta così durante anche

(1) Varenius Geogr. gen. cap. 16 prop. 10. Lulolf Kentniss der Erdkugel § 403. Geog. fis. 3 vol.

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il mese di marzo. Il crescimento è riconosciuto daʼ segni che lascia intorno agli alberi e sulle roccie. Si dice che lʼacqua monti sino a 120 piedi, ma ciò si limiterà secondo la larghezza del letto e lʼaltezza delle sponde. Là ove il fiume è più stretto vʼè uno scoglio alto 120 piedi, sulla cui sommità sta un albero che serve di segno ai navigatori. Questo scoglio si copre totalmente di acqua neʼ mesi di luglio e di agosto. Possiamo imnaginarci lʼinondazione prodotta da questo fiume nella pianura situata tra esso ed il fiume Amazzone; e siccome lʼAmazzone monta nellʼistesso tempo, devono ambedue formare un mare: queste inondazioni osservate avranno dato occasione al racconto dellʼimmenso lago di Parima(1), di cui sarà fatto menzione, parlando del fiume Amazzone. Gli abitanti antichi della Guiana e glʼIndiani hanno osservato, che questo fiume monti ogni 25 anni due piedi e mezzo più alto che neʼ 24 intermedi(2). Ciò sembra però poco probabile.

(1) Lulolf Kentniss der Erdkugel §. 334. Beitraege zur physik Erdbeschreibung tom. V. p. 307.

(2)   Hartsink Beschreibung von Guiana ec., tradotta

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Non possiamo conoscere la vera natura di questo fenomeno, mentre i Portoghesi non sono molto disposti a fare essi stessi simili ricerche, e vietano inoltre lʼaccesso a qualunque straniero.

Nelle nostre regioni, ove la stagione è molto più variabile, ed ove la neve si scioglie ora più presto ora più tardi, e gli anni asciutti cangiano cogli umidi, il traboccare deʼ fiumi devʼessere irregolare, e per ciò non può diventare un mezzo onde favorire lʼagricoltura, anzi le serve di grandissimo impedimento. I campi neʼ paesi tropici sono voti quando subentra lʼinondazione, oppure sono coperti unicamente di grano e di riso. Presso noi, che siamo necessitati di seminare nellʼinverno, le inondazioni guastano tutto, e levano la semenza dalla terra. Per lo più accadono da noi quando si discioglie il ghiaccio; esse sono inevitabili subentrando alcuni giorni caldi nel mese di febbraio e di marzo; e sono insignificanti quando il discioglimento procede lentamente. Tra s. Giovanni e s. Giacomo sʼingrossano

dallʼolandese in tedesco, tom. I. Beitrauge zur physik Erdbeschreib. vol. 5 p. 259 ec.

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tuttʼi fiumi nascenti o discendenti da alte montagne, sulle quali si strugge la neve. Glʼinverni lunghi ed abbondanti di neve, essendo seguiti da unʼestate calda, fanno temere le inondazioni nel mese di luglio. Le piogge frequenti ed i diluvi sono stati spesse volte cagione da fare straripare i fiumi anche fuori delle summentovate stagioni, nella stessa guisa che le piogge autunnali producono negli anni umidi, anche nel mese di dicembre, inondazioni pericolose, particolarmente quando nascono degli ammassi di ghiaccio.

Il nostro Pregel non istraripa facilmente, che quando il vento soffia contro la di lui corrente, ed allora non copre che i siti bassi, od i prati lungo il suo corso, incominciando da Konigsberg sino alla sua imboccatura. Tali pianure si trovano accanto a tuttʼi fiumi, e sono considerabili verso lʼimboccatura deʼ fiumi grandi. Importantissime sono quelle della Vistola, tra Danzica, Marienburg ed Elbing. Esse si estendono sino a Thorn, e la loro estensione è sempre la stessa sino da 500 anni a questa parte. Nel 1288 si contarono cinque villaggi nelle parti basse deʼ contorni di Danzica. Più estesi e più considerabili sono i siti bassi presso il

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Weser, lʼElba, ed il Po nella Lombardia. I più estesi dellʼAmerica settentrionale sono intorno al Missisipì ed al fiume di s. Lorenzo; e dellʼAmerica meridionale intorno allʼOronoko, al fiume Amazzone, al Rio della Plata, ec.

Essendo questi siti bassi di poca estensione, come quelli del nostro Pregel, allora se ne servono pei prati, e si lasciano inondare. Siccome la fanghiglia lasciata indietro dai fiumi favorisce moltissimo il crescimento dellʼerba, ed è generalmente un eccellente concime, così i fondi bassi composti di questa fanghiglia sono assai fruttiferi.

Essendo essi grandemente estesi, e componendo deʼ campi vasti e deʼ villaggi, allora non possiamo più permettere che sʼinondino; e rinunciando al concime, dobbiamo mettere le dighe. Non prima del 1288 si sono costruite le dighe presso il fiume Elbing, poi quelle del Negat, e nel 1294 quelle presso la Vistola. Le dighe si costruiscono ordinariamente di terra, ma ciò non ostante richiedono spese notabili per rialzarle, e molte cognizioni idrauliche. Mediante la cattiva costruzione delle dighe e delle chiuse,

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non solamente sʼimpiegano somme considerabili, ma si espongono anche le sostanze e la vita di migliaia di persone; poiché rompendosi le dighe, questi siti bassi sʼinondano sì presto, che spesso è impossibile di salvarsi. 

Le cantine delle nostre città, particolarmente quelle nel Kneiphof e Laebenicht, sono piene di acqua, che sta allʼistesso livello dellʼacqua nel Pregel, e così trovasi dellʼacqua in qualunque luogo deʼ siti bassi, essendovi deʼ pozzi ove lʼacqua cresce cala secondo il fiume; prova sicura che viene da esso. Il letto deʼ fiumi, essendo composto di terra e sabbia, fa filtrare lʼacqua dappertutto, ed accresce la quantità in ragione dellʼaltezza del fume. Dunque va perdendosi sotto terra una parte considerabile della sua ricchezza, ed il fiume non cresce per tal ragione allʼaltezza da noi calcolata. La superficie del fiume riceve in conseguenza una maggior inclinazione, ed ha perciò una caduta più grande. Il fiume correrà più rapidamente del solito al sito inferiore della parte accresciuta dallʼacqua, e scaricherà per questa ragione moltʼacqua senzʼalzarsi. La celerità del corso incomincia

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sempre sul fondo del letto per motivo della compressione aumentaia. Possiamo osservarla qualche tempo prima che monti il fiume, ed i navigatori sogliono dire, che il fiume si muove nel fondo. Ambedue le cause sono il motivo per cui lʼinnalzamento dellʼacqua giunge più lentamente da un luogo allʼaltro, di quello debba giungere, secondo la proporzione della celerità della corrente. NellʼEtiopia succede lʼinondazione due e sino tre settimane prima che in Egitto. Prima che lʼElba monti a Dresda, si hanno qui le notizie deʼ danni da essa cagionati nella Boemia. A Danzica si hanno le notizie del crescimento della Vistola presso Cracovia, Varsavia, Plotzk, Thorw, e Marienwerder prima che giunga qui. Inoltre le altezze di acqua, quando corrono, devono sempre più abbassarsi. Estendendosi la corrente di un fiume per un piede di più del solito, le cannellette deʼ cappelli che si trovano nella terra devono assorbire anche maggior quantità di acqua, e ciò diminuisce molto lʼaccrescimento del fiume. Quindi si costruiscono meno alte le dighe distanti dalla corrente.

Le sponde deʼ fiumi nelle nostre regioni

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fredde sono danneggiate particolarmente dai pezzi di ghiaccio che fanno gran buchi sulla la terra; oppure dalla forza dellʼacqua spinta dal vento, o dalla corrente rinforzata contro di esse. Le onde sono spesse volte masse grandi e pesanti, che battono contro le sponde con forza e rapidità. Quindi si fanno le dighe a modo di ponti per rompere le onde; ma queste mettono in disordine la corrente, ed inarenano il fiume. Meglio è però di consolidare le sponde per mezzo di baluardi, come da noi, o erigervi delle mura; ma i baluardi sono poco durevoli, e le mura troppo costose. Nel nostro Kneiphof si sono impietriti i pali dʼontano sui quali stanno le case, ma non quelli che servono di baluardi, poiché essendo ora asciutti ed ora secchi, presto devono putrefarsi. Da preferirsi a questi baluardi sono le fascinate di terra o di arboscelli, per cui è impedito il fiume di corrodere le sponde. È meglio, e di minor dispendio, di abbassare le sponde alte, intaccate particolarmente dallʼacqua, e di darle una lenta inclinazione verso la corrente. Lʼacqua ed il ghiaccio urtano sempre in direzione orizzontale: essendo ora le sponde verticali, lʼurto della

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acqua è quasi perpendicolare, e la forza dellʼacqua e del ghiaccio unita al movimento accelerato, si scaricano sulle sponde. Le sponde piatte e curve ricevono un urto obliquo, e lʼacqua ed il ghiaccio conservano la forza per continuare la direzione presa. Anche per questa ragione dovrebbero i ponti essere tirari lateralmente.

Inoltre non può sostenersi la parte superiore delle sponde alte, quando il fiume corrode la parte inferiore; e tosto che soprappende, si distaccano i pezzi grandi, e cadono in giù; la parte della sponda inclinata al contrario resta immobile. Più molle chʼè la terra, più necessaria è lʼinclinazione delle sponde, e minore devʼessere lʼangolo che formano nella linea orizzontale. Il pendio devʼessere guarnito di salici, che crescono facilmente sulle sponde deʼ fiumi. Essi arrestano lʼacqua che passa sopra e diminuiscono sensibilmente la celerità, obbligandola inoltre a deporre la fanghiglia e la sabbia, e sotto il ghiaccio si piegano, senza rompersi. Possiamo dunque per mezzo loro assicurare ed allargare le sponde. Essi crescono salvaticamente sopra tutte le sponde ed isole, e sembra che la natura

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gli abbia qui piantati espressamente per arrestare lʼimpeto dellʼacqua. Gli alberi alti e forti sono assai nocivi alle dighe, poiché accadendo delle inondazioni, lʼacqua ammollisce la terra, e la stacca dalle radici grosse e legnose, per cui, essendo rapido il corso dellʼacqua, si fanno grandi buchi nelle dighe. È vero che lʼocchio perde con questo mezzo alcune vedute belle e pittoresche, ma cosa non si sagrificherebbe alla sicurezza?

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