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DOTTRINA ELEMENTARE
DELLA GEOGRAFIA FISICA

CAPITOLO II - DELLA TERRA

DELLE CORRENTI

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Indice

III. Delle correnti 

  1. Divisione delle correnti

  2. Dell'andamento delle correnti

  3. Rapidità delle correnti

  4. Dell'andamento della corrente propriamente detta

  5. Dello stato dell'acqua

  6. Del dominio della corrente

  7. Del modo con cui la corrente forma il suo dominio e il suo letto

  8. Dello svanire di alcuni fiumi

  9. Del mormorio particolare di alcuni fiumi

  10. Dell'arresto dei fiumi e del loro regresso

  11. Delle cadute di acqua

  12. Della somma dell'acqua che contengono i fiumi

  13. Delle inondazioni

  14. Del fondo del fiume e delle materie che i fiumi conducono seco

  15. Della temperatura dei fiumi

  16. Di alcuni fiumi grandi

IV. Dei laghi

  1. Determinazione dei laghi

  2. Divisione dei laghi

  3. Di alcuni fenomeni intorno ai laghi

  4. Di alcuni laghi notabilissimi

V. Degli abitatori dei laghi e dei fiumi

VI. Della densità e delle parti consistenti del centro della terra in generale

Capitolo III – Dell'atmosfera

I. Natura e qualità di essa

  1. Definizione di atmosfera

  2. Qualità dell'atmosfera

  3. Mezzi per iscoprire la compressione e la densità dell'aria

  4. Dei cangiamenti dello stato del baromentro

Della macchina pneumatica

Dell'altezza dell'atmosfera

Della macchina areostatica

Di alcune diversità dell'atmosfera

Delle specie dei Gas

Storia dell'atmosfera

2. Dell’andamento delle correnti e della loro cascata

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La cagione del movimento de’ fiumi sta nella gravità dell’acqua, per mezzo di cui essa è sospinta come ogni altro corpo verso il centro della terra. L’acqua caduta in linea retta dalle nuvole sulla terra, corre secondo la minima inclinazione di essa in qua ed in là, e non si arresta finché non abbia trovato il fondo più basso per fermarsi.

Un po’ d’acqua versata sopra una tavola perfettamente orizzontale, si arresterà nello stesso modo di una palla assai liscia sopra una tavola spianatissima; ma la minima inclinazione di essa metterà in movimento è l’acqua e la palla. Perciò una palletta di vetro,

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riempiuta di acqua, e consolidata sopra un piccolo piano, fornirà un sensibilissimo igrometro di un piano qualunque.

L’acqua dunque non si può muovere che sopra un piano inclinato; e perché un fiume scorra nel mare, è necessario che il terreno, incominciando dalle sorgenti, inclini fino al mare. L’espressione di discendere colla corrente, e di montare la corrente non solo è giustamente pittoresca, ma anche matematica. Partendo dalle sorgenti di un fiume sino all’imboccatura, discendiamo in una valle profonda; e viaggiando dall’imboccatura sino alla sorgente, montiamo sopra una montagna considerabile.

L’altezza di tali montagne si misurano colla bilancia idrostatica per mezzo della caduta del fiume, cioè del deviamento della superficie di esso dalla linea orizzontale. I canocchiali necessari per questa operazione sono forniti di una croce di fili finissimi, la di cui intersecazione cade esattamente nell’asse del canocchiale. Quest’asse si pone in linea orizzontale sulla sponda del fiume per mezzo di un piombo o di qualche altra cosa, facendo erigere sulla stessa sponda una stanga alta munita di una tavoletta bianca

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marcata con una croce nera, per alzarla ed abbassarla, e per poterla fermare quando corrisponde all’intersecazione del canocchiale; dal che risulta, che il centro della tavola e del canocchiale sono in linea orizzontale. Poi non abbiamo che a misurare l’altezza delle due intersecazioni, o la loro altezza sopra il fiume, e dedurre l’altezza dell’asse dal centro della tavola: il quoziente dà la caduta dell’acqua nella distanza dell’osservatore della stanga. Sia la distanza di 1500 piedi, e l’occhio dell’osservatore cinque piedi e quattro pollici, e l’intersecazione della croce cinque piedi e un mezzo pollice alzato sul livello dell’acqua; sarà evidente, che il livello dell’acqua si è abbassato in questa distanza di un pollice e mezzo.

Abbiamo per esperienza, che rare volte la caduta è maggiore del calcolo qui sopra indicato, e più non è necessario per dare ai fiumi an corso considerabile. Il nostro Pregel, tra Koenigsberg e la sua imboccatura, ha appena un pollice di caduta sopra una distanza di 1200 piedi. Il fiume Amazzone da Pauxis sino all’imboccatura, facente un corso di 200 miglia marittime(1), ovvero

(1)  Calcolate a 2850 tese ovvero 17100 piedi Parigi.

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570000 tese, ha solamente 10 piedi e mezzo d’inclinazione, che sopra mille piedi di estensione importa solamente un ventisettesimo di pollice(1). Misurando nella Frisia orientale l’inclinazione di due piccoli fiumi, si trova che uno per la distanza di 1000 piedi aveva un sesto di un pollice d’inclinazione, e l’altro di uno e un terzo d’un pollice(2). La Seine tra Valvint e Seve, sopra un’estensione di dieci sino a undici mila tese, ha solamente un piede di caduta(3). La Loire tra Pouilly ed il canale di Briare cala un piede sull’estensione di 1250 piedi, ovvero 16 tese sopra, 20000. Tra l’imboccatura del canale ed Orleans cala di 15 tese sopra 34000, cioè di un piede sopra 2266. Sotto Orleans si diminuisce la sua caduta ancora più sensibilmente(4). Da ciò vediamo, che non lamente la caduta di due fiumi è diversa, ma anche che questa varia fino nello stesso

(1)  Condamine, voyage de la Riviere des Amazones p. 134.

(2) Brahm Aufangsgruende der Wasserbaukunst §. 208.

(3) Picari Traité du Nivellement p. 152. Ouvrages adoptés tom. 4 p. 288.

(4) Ibidem p. 293. 

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fiume. Nella vicinanza della sorgente la caduta suole essere più considerabile, poi si diminuisce nel corso, finché diventa quasi insensibile all’imboccatura nel mare. Il fiume Marvaede tra Hardinxveld e Dortrecht ha un pollice di caduta sopra 1125 piedi, e tra Dortrecht e la sua imboccatura solamente un pollice sopra gooo piedi(1). La caduta del Reno da Dortrecht sino all’imboccatura è di due pollici sopra 11400 piedi, mezzo miglio geografico. Tra Dortrecht sino a Strasburgo importa il totale 478 piedi; dunque più di due piedi di caduta sopra un mezzo miglio: fra Strasburgo sino a Sciaffusa 778 piedi; dunque quasi il doppio sopra un’estensione assai minore. Il Danubio tra Ulma e Donauwerth cade di 7, 3 piedi per miglio geografico; tra Donauwerth ed Ingolstadt 5, 3 piedi; tra Ingolstadt e Regensburg 5, 3; tra Regensburg e Passavia 10, 9; tra Passavia e Linz 11, 1; e tra Linz e Vienna 8, 3(2).

(1)  C. Velsen Rivierkundige Verhaudeling p. 126.

(2) Molte relazioni intorno a queste cadute si trovano nell’opera intitolata: Allgemeine auf Geschichte und Erfahrung gegruendete Wasserbaukunst, verfasst von [10] einer Gesellschaft Hydrotecten, Professoren der Mathematik. Ingenieuren, herausgegeben von Wicbeking, tom. I. II. Darmstadt 1798. 99.

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Questa è una caduta forte, e perciò il Danubio è rapido, ha diverse piccole cateratte, e dei vortici. La sua rapidità apparisce anche nel mare, ove si osserva la corrente di questo fiume per la distanza di 10 miglia marittime(1).

Non è molto facile di fissare esattamente la caduta di un fiume; altrimenti si potrebbe calcolare facilmente, secondo la caduta media dei fiumi, quanto un paese sia situato più alto dell’altro. Calcolando, per esempio, la caduta media del Danubio a un piede sopra mille, come vuole lo Scamozzi(2), il convento di S. Giorgio nella Svevia, distante 700 miglia geografiche, o 22848 piedi

(1)  Ved. v. Birken neu vermehrter Domaustrom. Von Krekwitz Beschreibung der Donau. La miglior opera però è sempre quella del conte Marsigli, pubblicata all’Aja 1726, in 6 vol. sotto il titolo: Danubius Pannonio-Mysicus observationibus geographicis, astronomicis, hydrographicis, physicis illustratus. Di essa comparve una traduzione francese all’Aja 1744, 6 vol.

(2) Ved. Lulof Kenntniss der Erdkugel, in tedesco da Kaestner §. 386 p. 330.

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di Francia, e dove questo fiume nasce, dovrebbe essere situato a 15,993 piedi d’altezza, ed in conseguenza 1000 piedi più alto della punta estrema del Monte bianco, mentre non ha che 4000 piedi sopra il livello del mare(1).

Più sicuri sono i calcoli di La Chappe(2), secondo il quale le sponde del Danubio presso Vienna si trovano sopra il livello del mare a 480 piedi; presso Ulma, a 1138. Viaggiando dunque da Vienna ad Ulma sopra il Danubio, si monta sopra una montagna di acqua alta 658 piedi. Le sponde della Rhona, secondo le misure barometriche di De Luc(3), sono alte sopra il livello del mare presso Beaucaire di 36 piedi, Avignon 66, S. Esprit 138, Valence 342, Condrien 420, Lion 504, Pontleuy 894, Ginevra 1128, che sono 187 tese e due terzi. Fabio, secondo la caduta probabile del Rodano,

(1) M. Breuninger von der Urguelle des Donaustroms.

(2) Ved. Geogr. fis. vol. 2.

(3) Sur la modification de Patmosphère, Geneve 1772.

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aveva posto il lago di Ginevra a 426 tese. Essendo dunque passato sul Rodano fino al lago di Ginevra, la barca, secondo il calcolo di De Luc, è montata all’altezza di 1128 piedi. Le sponde della Vistola, che tra Varsavia e Danzica cade un pollice sopra mille, sono presso Varsavia più alte di 120 piedi che presso Danzica(1). Una montagna alta di 120 piedi, innalzandosi rapidamente, dovrebbe cadere sensibilmente sott’occhio, e maggiormente quelle di 1128 piedi ec.; ma poco ce ne accorgiamo a motivo della loro poca inclinazione visibile.

(1) La Chappe d'Auteroche nel Voyage en Siberie fait par ordre du Roi an. 1761 Paris 1768. 4, dice essere le sponde della Vistola presso Varsavia alte di 588 piedi. Ora importando il cammino del fiume da Varsavia a Danzica 60 miglia geografiche (la via per terra è di 40), e non essendo poste le sponde di Danzica 40 piedi sopra il livello del mare, è impossibile che questo calcolo sia esatto, poiché in tal guisa la Vistola dovrebbe avere 9 piedi di caduta sopra ciascun miglio. Lo stesso errore si trova anche nella Geografia di Fabri per tutte le classi tom. I p. 137.

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