Del modo con cui la corrente forma il suo dominio e il suo letto
Del fondo del fiume e delle materie che i fiumi conducono seco
I. Natura e qualità di essa
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NellʼEuropa non si trovano laghi di primo ordine, ma altrettanto più considerabile è il loro numero, ed alcuni sono molto osservabili.
Tra i laghi più grandi si contano quelli della Russia, particolarmente il Ladoga, lungo 30 in 36 miglia geografiche, e largo 20. Esso è il più grande ed il più abbondante di pesci dellʼEuropa: ha molta sabbia mobile che, agitata dalle burrasche frequenti, rende le coste basse, e vi fa perire molti bastimenti russi; per ciò Pietro il Grande vi fece costruire un canale sulla parte sud-ovest del lago nellʼIngermania e Nowgorod, lungo 104 werst ovvero 15 miglia geografiche, largo 17 piedi, e profondo 10 in 11. Questo canale ha 25 chiuse, e riceve 5 fiumetti. Nellʼestate è continuamente coperto di barche e di zattere, che dal fiume Walchow passano nella Newa; e siccome devono pagare una certa somma, secondo il loro carico, ed essere tirati, passano molti bastimenti sul lago che sbocca nella Newa. Il lago Onega giace tra il Ladoga ed il mare
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bianco, e si scarica nel Ladoga per mezzo del fiume Swie: esso è lungo 26 miglia geografiche (180 werst), e largo 10 in 11. Il lago di Peipus, lungo 18 miglia e largo 10, riceve 72 fiumi.
La Svezia ha più di mille laghi. Fra i più grandi si conta il Maeler tra Upland, Suedermanland e Westmannland; è lungo 12 miglia, ha 1290 isolette, e sbocca nel mare per mezzo della corrente settentrionale e meridionale. Il canale di Arbaga lo unisce collʼHielmar, lungo 7 miglia. Il Baefwen in Suedermanland ha 100 isolette. Il lago di Wetter è lungo 21 miglia (14 di Svezia) e largo tre. Sulle coste di Ostgothland è profondo 80 tese, su quelle di Westgothland non si è trovata profondità a 300. Lʼacqua di questo lago è sì chiara, che in moltissime parti si vede il fondo. In alcuni luoghi essa sʼinfuria, particolarmente prima di un temporale: questo lago ha diversi gorghi. Spesso si veggono deʼ fuochi fatui sopra il lago, i quali ingannano non rare volte i pescatori. Sulle di lui sponde si trovano agate, corniole, basalti, lave ec. Esso giace 140 piedi più alto del Baltico, e riceve 40 piccoli fiumi. Si suppone che abbia qualche comunicazione
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sotterranea col lago di Wener, situato allʼovest, distante 15 miglia geografiche da quello. Il lago di Wener è lungo 14 miglia e largo 7; riceve 24 fiumi, ed ha uno sfogo solo per mezzo del Goetha-Elbe, che sbocca nel mare; esso cresce e cala sensibilmente, e comunica col lago di Fryken per mezzo del fiume Noors-Elbe. Il Fryken è lungo 8 miglia e più, ma stretto. Il lago Pejende ovvero Paejaenae in Tawastland è lungo più di 20 miglia geografiche.
Nella nostra Prussia si contano 1037 laghi, tra i quali molti sono della lunghezza di alcune miglia. I maggiori sono il lago di Spirding, lungo 8 miglia e largo due, con molti seni: il lago di Augerburg, lungo, 7 miglia e largo uno e mezzo; poi i laghi di Rein, di Drausen, di Gopler ec. Il maggior numero di essi sono avanzi del Baltico che si è ritirato; tutto il suolo è fondo di mare, e forse dellʼistessa età dellʼOlanda. La Prussia contiene diversi documenti per la storia antichissima del globo, e merita di essere visitata ed esaminata da un De Luc. Quivi si ravvisano ancora i segni dellʼantico giuoco di onde del Baltico e del suo letto,
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visibilmente espressi sul nostro Oberlande. La Pomerania è affatto simile alla nostra patria, ed ha proporzionalmente una egual quantità di laghi(1).
LʼOlanda differisce da ambedue, poiché sembra non essere una terra abbandonata dal mare, ma essere elevata a mare a forza di arte. In ogni parte più profonda del mare vedesi lʼacqua marina, dappertutto si scoprono le acque stagnanti, che si attingono con molini a salto. Ciascun salto innalza lʼacqua a 4 piedi, e la porta cosi neʼ canali, e questi la conducono neʼ fiumi. Questʼoperazione si fa mediante i molini a vento.
Tra i laghi innumerabili della Germania, il di cui numero monta a 10000, noteremo i seguenti:
Il lago di Arend nellʼAltmark è della circonferenza di un miglio geografico; la profondità è in alcuni siti impenetrabile, in molti altri di 180 piedi, e presso la nuova caduta di terra 120. Le sponde sono dappertutto ripide, alte 20 in 30 piedi, e composte
(1) Moltissimi si trovano notati in Fabri, Geographie fuer alle Staende vol. 4 p. 278. 382.
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di sabbia mista dʼargilla. Lʼaltezza dellʼacqua resta ordinariamente allʼistesso livello: si aumenta però un poco allorquando sʼinnalza molto lʼElba, che vi passa in distanza di due miglia geografiche. Esso riceve un sol ruscello, che gira un molino presso il villaggio di Schrampe, e ne perde uno solo presso Liezow. Lʼacqua è bella, limpida e chiara, e contiene pesci grossissimi e saporitissimi . Esso è in continuo movimento, per cui si conserva fresco e netto, e gela di rado. Accadendo però che geli, o sia prossima una burrasca o un temporale, si disciolgono i ghiacci, fuma la superficie, e ne segue uno strepito fortissimo che riempie lʼaria. Neglʼinverni del 1658, 1709, 1739 e 1740 gelò in modo, che vi si passò sopra coi carri. Lo scoppio del ghiaccio è simile allo scoppio del tuono. Varie e numerosissime sono le sue petrificazioni, come specie di coralli, legni, conchiglie ed altri oggetti rimarcabili del regno minerale.
Questo lago è tenuto per una caduta di terra, e secondo la relazione degli storici, è nato nel 815, durante una scossa di terra. Nel 1685, addì 25 di novembre,
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accadendo una nuova scossa; si affondò accanto a questo lago un pezzo di terra della circonferenza di 200 passi, unita ad una montagna la quale ingrandi considerabilmente la superficie del lago. Insensibilmente si avvicina al convento del lago di Arend. Si vuole che nel suo nascere affondasse una piccola città(1).
Il lago salato ed il dolce nella contea di Mansfeld sono divisi da una stretta catena di colline, dal cui centro si contempla lʼuno e lʼaltro. Il lago dolce giace un poco più alto; è lungo unʼora e mezza tra Seeburg e Wormsleben, e largo un quarto dʼora. Il lago salato tra Rollsdof ed Erdburn è lungo due ore e largo una. Il dolce è profondo 16 in 20 braccia, il salato 34 sino a 30. Il lago dolce riceve un ruscello di campagna, e sbocca nel lago salato. Questo
(1) Ved. Ritter historisch physikalisch sondschreiben von dem Arendsee Sondershausen 1744. 4. Dietrich Sondschreiben von dem Arendseeschen Erdfall 1686. Enzelt Altmaerkische Chronik. Borgstede Beschreibung der Churmark Brandenburg aus den original berichten saemtlicher Laud-und Steuerraethe und andern zuverlaessigen Nachrichten. Il primo tomo contiene un registro dettagliato di tutt’i laghi del Brandenburghese ec.
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contiene un sale puro di cucina, ma in poca quantità; appena una dramma per boccale, ed in alcuni luoghi un poco di più. Il suolo intorno al lago è salato, produce moltissima erba salsola, e diventa bianco dopo la pioggia. Si scoprono quivi alcuni avanzi di sorgenti salate, e v’è uno stagno salato che confina col lago. L’acqua del lago dolce aveva una volta un sapore puro, e se ne serviva per cuocere e per far la birra: ma dopo che in principio del secolo XVIII l’acqua di una miniera nel Mansfeld fu condotta in un antico fosso secco di miniera, sin’ora non usato, e corse di qua nel lago, ricevette l’acqua un gusto forte e sensibile misto di vitriuolo marziale, di allume, e di acido sulfureo; tutt’i gamberi ed una gran parte di pesci morirono subito, e gli ultimi si aumentarono poi in poca quantità(1).
Nel ducato di Baviera si contano più di 140 laghi, e nel vescovato di Salisburgo 35. Il più grande è il lago di Chiem nella
(1) Fabri, Geographie fuer ec. vol. I. tom. 4 pag. 823. 824.
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Baviera superiore, tra i fiumi Inn ed Alza, lungo 5 ore, largo 3, e 27 di circuito. La maggior profondità importa 80 tese: ha due isole, e sopra ciascuna un convento.
Il lago di Costanza, chiamato ancho lago di Bregenz di Costnitz, oppure, a motivo di sua grandezza, il mare tedesco o svevico, giace nella parte più deliziosa della Germania. La sua lunghezza maggiore importa 16 sino a 17 ore, la larghezza 5. Esso ricevendo molti e grandi fiumi, ed il vento soffiandovi da tutte le parti, non gela mai interamente, benché una parte, chiamata il lago di Zeller, geli annualmente, da potervi passar sopra coi carri pesantissimi. Nel 1573 essendo gelato interamente, fu misurato da diversi lati. Da Lindau a Fusbach si trovarono 7109 passi; da Rotschach a Langenargen 16114, ovvero 7144 tese; da Nurishorn sino a Buchhorn 7257; da Bregenz sino al ponte di Lindau 3125 tese. La profondità tra Buchhorn e Rotschaeh importa 350 tese: presso Merspurg 100. Le baie più belle di questo lago giacciono tra Lindau e Bregenz. Si divide in tre laghi che hanno i loro nomi propri: presentemente
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non abbonda più tanto di pesci come per lo passato(1).
Il lago di Eichner nella contea di Sausenburg, presso la piccola città di Schopfen, è di grandezza diversa; ordinariamente si contano due tiri di fucile pel lungo ed uno pel largo; qualche volta occupa 6 in 8 iugeri di terreno. La maggior profondità è di 16 piedi, ma non resta eguale in tutti gli anni. L’acqua è di colore bigio turchiniccio, e di tal natura da far morire le piante tenere che da essa vengono bagnate; agli alberi però non reca danno alcuno. Il più notabile di questo lago è, che ora cresce molto, ed ora diseccasi interamente, senza che ciò dipenda né dal tempo né dalla stagione. Spesso accade che il prato si riempie di acqua piovana, senza che il lago si aumenti: ma crescendo esso per caso continua anche in tempo di siccità; e calando,
(1) Dav. Huenlin Beschreibung des Badensees nach seinem verschiedenen zustande in den aeltern und neuern zeiten, 8 Ulma 1783 Beschaeftigungen der Berliner Naturforsch, Gesellschaft vol. 3 p. 184 ec. Beitraege zur phys. Erdbeschreibung vol. VI. p. 106. Keyssler neueste Reisen tom. I. p. 12.
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continua egualmente senza intorbidarsi, malgrado delle piogge che riempiono i ruscelli e gli stagni. Non si sa non si vede ove vada a finire. Sul fondo del lago non si osservano buchi grandi o aperture, per dove l’acqua possa penetrare, ma bensì molte piccole aperture simili a quelle de’ vermi, per le quali s’innalza a guisa di vesciche. Essendo sparita l’acqua sino a qualche residuo di fanghiglia nel mezzo, si servono del fondo, parte come prato, parte come terra da aratura, ove si semina con vantaggio, poiché tutto cresce benissimo, se l’acqua non ritorna all’improvviso. Passano qualche volta due o tre anni senza accorgersi esservi quivi un lago. Spesso vi si raccoglie acqua due e più volte in un solo. L’acqua vi resta 7 o 9 ed anche 14 settimane, rare volte un anno continuo, poiché suole svanire ordinariamente verso l’inverno. I soli abitatori suoi sono ranocchie e rospi; i pesci vi muoiono in breve. Alla distanza di due ore corre il Reno; quindi è probabile che questo lago ne abbia qualche comunicazione, poiché l’acqua del Reno ha lo stesso colore. La natura
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perniciosa dell’acqua dipenderà dagli strati di terra pe’ quali passa(1).
Il lago più rimarchevole di tutti è sempre il lago di Cirknitz nella Carniola inferiore, due miglia da Adlersberg, e 6 da Laibach. Negli anni secchi ha una circonferenza di 4 in 5 ore, e quando è ripieno, di 7 in 8. L’afflusso e il deflusso non si regola secondo un tempo prefisso. Qualche volta vi è restato tre anni consecutivi; dal 1707 sino al 1714 si è ritirato una sola volta. Qualche volta resta vari anni senza aver affluenza alcuna. Nel 1779 non comparve né in primavera né in autunno; quindi si visitarono senza pericolo le sue grotte più profonde. Ordinariamente straripa due o tre volte per anno: è dunque falso il dire che ogni anno vi si semini e si raccoglia, e che quivi si vada alla pesca ed alla caccia; ciò accade però in moltissimi anni. Temendo sempre il ritorno dell’acqua, si semina
(1) Ved. Sander, von einem merkwuerdigen see in der abern Markgrafschaft Baaden, inserita nelle Beschaeftigungen der berlinischen Gesellschaft Naturforsch. Freunde vol. 4. p. 619. Beitraege zur phys. Erdb. vol. 3. p. 341.
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solamente in questo fondo del lago il grano saraceno, mentre non vi vogliono che 6 settimane per seminarlo e per raccoglierlo. Sopra una parte del lago, essendo per qualche mese privo di acqua, si semina anche del miglio. Sull’isola Vornek coltivano gli abitanti il grano, e sopra Goriza gli erbaggi; da per tutto vi sono eccellenti praterie, ed i pesci vi sono in quantità incredibile. Subito che l’acqua incomincia ad abbassarsi sino ad una certa altezza, si dà al vicinato un segno con una campana a Zirknitz per pescarvi, ed allora si prendono de’ pesci d’ogni specie, come anguille, trote lucci, carpioni, ec. Benché, ritirandosi il lago, diverse volte di seguito, non vi restino pesci che in due profondità, le quali non isvaniscono mai; ciò non ostante, ritornando l’acqua, è sì ricco di pesci come prima. Vi si trovano de’ lucci di 50 sino a 6o libbre. Sia che il lago riempiasi di acqua o no, è sempre abitato da molte anitre, folaghe e quaglie. Sulle sponde si trova una quantità di lepri, e talvolta si sono presi anche degli orsi. Secondo le recenti osservazioni il lago è situato alto, e contiene sotto la superficie molte grotte e depositi di acqua, che
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formano un letto fluviario sotterraneo, estese per molte miglia. Nella valle del lago vi sono alcune collinette, che giungendovi l’acqua diventano isole. Il lago stesso è circondato da per tutto di monti, tra i quali il più considerabile è il Tavorning situato verso il sud: verso il nord giace il monte Slivinsa, ed ambedue divisi in molte piccole colline; sono composti di pietra calcare, e formano una quantità di grotte, volte e fossi i quali dentro un piccolo spazio montano al di là di 300. Gli spiragli del lago, in numero di 29, sono di diversa natura; per alcuni entra l’acqua, e per gli altri sorte: tra i primi sono due particolarmente notabili, l’Urania Jama e Sucha Dulza. Ciascuno separatamente forma avanti l’imboccatura, propriamente detta, una specie di cortile a volta della circonferenza di 60 tese; dal principio di questo cortile sino all’apertura del canale, vi vogliono 60 passi. Il canale è largo due tese ed alto una. Esso non può essere visitato senza pericolo, anche quando il lago si è scaricato, mentre non si è mai sicuro del ritorno dell’acqua, la quale giunge con tanto strepito e con tanta veemenza, che slancia lontano i pesci e gli uccelli, ed i pescatori
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sul lago appena possono salvarsi: trovandosi dunque in questo momento nel canale, si sarebbe infallibilmente perduti. In questi due antri sono visibili, su d’ambedue i lati, i buchi pei quali giunge l’acqua dall’interno della montagna nel canale principale. Qualche volta nasce l’eruzione di una caverna dopo le scosse di un temporale. In alcuni canali prorompe l’acqua come da uno schizzo; in altri come un torrente, ed in altri poi gocciola lentamente. Egualmente diversi sono i canali assorbenti, per si perde l’acqua in un certo ordine prescritto; alcuni l’assorbiscono in poche ore, e con veemenza e strepito; altri in due o tre giorni. Alcuni hanno de’ gorghi spaziosi ove l’acqua si precipita abbasso, altri solamente piccole aperture a foggia di un crivello. Due di questi canali assorbenti sono chiamati il tamburo grande ed il piccolo, poiché, scolata l’acqua, fanno sentire una continua battuta di tamburo, lo che è cagionato dal passaggio dell’aria. Le pioggie autunnali riempiono ben presto il lago, ed esso resta in tal posizione durante l’inverno. Essendo gelato, si ritira l’acqua di sotto secondo il solito, ed allora non potendo sostenersi
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il piano esteso di ghiaccio, si rompe questa coperta, e cadendo cagiona uno strepito che si sente in lontananza di alcune miglia(1).
Tra i laghi della Carniola che comunicano tutti tra di loro, e particolarmente col lago di Czirknitz, v’è anche il lago di Sitlich, notabile particolarmente per la storia naturale, poiché, traboccando, lascia qualche volta in dietro l’enimmatico Proteus aequinus, descritto e rappresentato da Laurenti sino dal 1768 nella sua synopsis reptilium. Questo animale singolare è della specie delle lucertole, lungo un piede e più, grosso un pollice, senza squame, e di colore rosso chiaro; ha un corpo lungo cilindrico, ed una bordura a foggia di squame alla parte superiore ed inferiore della coda; quattro
(1) Eduard Brown nel philos. transact. 1669 n. 54 p. 1083-1085, e nel 1674 n. 109 p. 194-199. Valvasor negli Act. erudit. Lips. A. 1689. M. Dec. p. 634. 644., e nell’Ehre des Herzogthums Crain, v. Steinberg grundliche Nachricht von dem in Junern Crai liegenden Czirknitzer see graetz 1761. Keysler neueste Reisen edizione nuova di Schuetz tom. 2 p. 1190 lettera 78. Beitraege zur phys. Erdbesch. vol. 2 p. 255-273. Fabri geogr. fis. alle stande tom. I. vol. 1. p. 1217-1219.
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gambe corte, le anteriori di tre dita, e le posteriori di due; ed è fornito in ambedue i lati del collo di branche impennate come i girini delle ranocchie, e le larve de’ salamandri, e la cazzuola(1).
Anche la Svizzera è piena di laghi, e quello di Ginevra è rinomatissimo per le sue sponde amene. Ai tempi di Cesare fu chiamato il lago di Leman. La sua massima estensione da Ginevra a Villaneuve importa in linea retta 33670 tese, quasi 9 miglia geografiche; la maggior larghezza è di 7500 tese. Nella massima sua profondità trovasi una melma quasi insensibile tra le dita, composta di argilla e di terra calcare; ma sulle sponde, ove battono le onde, giacciono la sabbia e i ciottoli, che probabilmente comporranno il letto del lago anche nel suo centro sotto la melma. Questa sabbia e i ciottoli sono in alcuni siti il giuoco delle onde, ed in altri sono compatti come la pietra arenaria. Le rocce e gli scogli nascosti
(1) Una bella descrizione ed anatomia di questo animale fatta dal D. Schreiber trovasi nel philos. transact. 1801, ed un estratto da ciò nel Voigt Neues Magazin vol. IV quint. 6 p. 727 ec. tav. XII.
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sotto l’acqua, e che in parte giungono alla superficie, vi sono stati condotti da altri luoghi, e non appartengono originariamente al fondo del lago. Così la roccia all’entrata nel porto di Ginevra è di granito appartenente alle più alte montagne distanti almeno 7 miglia geografiche in linea retta. Questo pezzo di granito però deve esservi stato da lungo tempo, poiché verso la fine del secolo XVII si trovarono de’ vasi ad uso di sacrifizi, sotto la volta di esso, ed in fatti sembra essere una pietra da sacrifizio. Alla fine di gennaio incomincia l’acqua a crescere in questo lago, e continua fino all’agosto, mese in cui si abbassa di nuovo. Nell’estate, sendo più o meno caldo, s’innalza l’acqua 12 sino a 15 piedi più che nell’inverno(1).
Sulle carte geografiche si vede ordinariamente il lago di Ginevra unirsi per mezzo di un fiume a quello di Neuburg, mentre non è altro che il piccolo ruscello di Nozon, il quale nasce presso Romain-motier e dividendosi
(1) Saussure, viaggio nelle Alpi tom. I., e supplementi tom. 4. Keysler Reisen ee. tom. I. lettera 21 pag. 145.
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presso Pompale, gettasi poi con un braccio nella Venege, che sbocca nel lago di Ginevra, e coll’altro nell’Arbe, la quale sbocca nel lago di Neuburg.
Il lago di Neuburg, lungo per 9 ore e largo di due, e poco profondo, riceve la Broye, proveniente dal lago di Murt, e l’Arbe: esso sbocca per mezzo dello Zil ove vero Thielle nel lago di Biel, lungo per tre ore e mezza e largo per una, che ha bellissime sponde ed isole.
Il lago de’ quattro cantoni bagna vari cantoni, e per ciò è anche chiamato lago di Lucerna, di Uri ec. In mezzo ad esso passa il fiume Rust, per mezzo del quale comunica col lago di Zug.
Il lago di Zurigo, lungo per 10 ore e largo per una, comunica al sud, per mezzo del Seez e del Linth, col lago di Walleustaedt; al nord mediante la riunione del Limmat e Sil coll’Aar, e per mezzo di questa non solamente col Reno, ma pure col lago di Brieuz e di Thun. Dell’ultimo lago osserva Gullimar, che esso nel 604, e secondo altri nel 615, abbia bollito in modo, che gettò una quantità di pesci morti, e cotti sopra terra(1).
(1) Maggiori notizie intorno ai laghi della Svizzera
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Nell’Ungheria vi sono molti laghi. Il Palaton, lungo 13 miglia e largo due sino a 5, è ornato tutt’all’intorno di vigne ridenti, ricco di pesci, e frequentemente visitato da castori e lontre. Il lago di Neusiedel, essendovi molt’acqua, promette una cattiva raccolta di vino, ed in caso contrario una buona.
Fra la quantità de’ laghi dell’Italia, merita d’essere accennato il Lago Maggiore, la di cui larghezza è in moltissimi luoghi di 6 miglia italiane, e la lunghezza di 56. Verso la Svizzera finisce in un canale vantaggiosissimo al commercio. Presso Sesto si scarica nel Ticino, il quale corre tanto precipitoso in principio, che si fanno 30 miglia italiane in tre ore. Il fondo è sassoso; l’acqua è limpida e di colore verdognolo. Il lago è circondato da monti ricchi di vigne, e di cose di campagna. Al di sopra delle vigne incominciano i castagni. Le sponde sono contornate di bei passeggi e di pergolati d’uva. Una delle sue isole, chiamala Isola bella, è una delle più
si trovano nella Nat. hist. Helvet. di Scheuchzer tom. II. p. 5 ec.
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amene del mondo; l’Isola madre è un giardino di fagiani(1).
Tra questo lago e quello di Como, dagli antichi chiamato Lario, giace il lago di Lugano. Il lago burrascoso di Garda, circondato da agrumi, da olivi e vigne, è lungo 6 miglia geografiche, ed è, dopo il lago maggiore, il più grande dell’Italia. Gli antichi lo chiamavano Benaco(2). Il piccolo lago d’Albano, circondato da alte rocce, ha la forma di un cratere precipitato. Ciò si accorda colla storia antica, cioè che la terra presso il monte Albano siasi aperta, lasciando un precipizio terribile, il quale, riempiuto di acqua, abbia cagionato, ai tempi dell’assedio di Vesi, un’inondazione che messe sott’acqua tutta la terra sino al mare(3). L’Emissario che allora (più di 22 secoli fa) si costruì, magnifica conservata sino ai giorni nostri.
(1) Keyssler neueste Reisen, edizione di Schuetz tom I. p. 253-258, ove sono uniti due prospetti dell’Isola Bella.
(2) Virg. Georg. II. 159. Valkmann Histor. Krict. Nachrichten von Italien vol. III. p. 719. Meyer Darstellung aus italien Berl. 792, p. 3.
(3) Liv. V. 25. Volkmiann II. p. 863.
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La volta dell’Emissario, fatta attraverso alle rocce, è alta 6 piedi, larga tre, e conduce l’acqua per 3700 passi(1). Il piccolo lago di Nemi, situato in vicinanza, ha la stessa forma ed origine. La sua acqua, essendo riparata contro le burrasche, sembra essere immobile. Gli antichi lo chiamavano lo Specchio di Diana(2). Il lago vulcanico d’Agnano(3), in poca distanza di Posilipo, ļa di cui acqua è tepida, e particolarmente essendo esso ripieno, balla ed alza delle vesciche come se cuocesse; lo che nasce da vapori esalanti. La superficie è coperta d’un vapore turchiniccio di zolfo, ma ciò non ostante nutrisce pesci di varie specie, i quali però perdono il gusto nell’estate, poiché in questo lago si macera la canapa ed il lino de’ paesi circonvicini, onde si produce un’aria cattivissima, e gli abitanti devono ritirarsi ed abitare sulle colline. Le tracce del fuoco sotterraneo sono assai più visibili sulle sponde stelle del lago, circondate come un cratere da una fila di colline vulcaniche.
(1) Meyer p. 290-302.
(2) Meyer p. 307-310. Volkmann II. 864-866.
(3) Keysler ec. II. 839. Volkmann III. 220. Meyer p. 446.
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Noteremo ancora i bagni di vapore di s. Germano, e la grotta mefitica del cane.
Il lago Lucrino, tanto rinomato presso gli antichi(1) pei suoi pesci saporiti; per le ostriche, pei delfini, pei combattimenti marittimi ed altri divertimenti ivi celebrati, è occupato in parte dal Monte Nuovo(2): ed ora palude puzzolente ripiena di giunchi è l’abitazione delle rane portentose e de’ rospi. Anche il canale per cui Augusto l’aveva unito presso Baia col mare, opera di 20000 uomini che vi lavoravano per un inverno, è presentemente occupato da una parte di terra, lunga 80 passi, frappostasi tra il lago e il mare(3).
Sul lato opposto del Monte Nuovo giace il lago romanzesco d’Averno, formando un bacile rotondo, del diametro di 200 tese, e della profondità di 180 piedi. Esso è senza
(1) Cicer. ad Att. lib. 4 ep. 10. lib. 14 ep. 116. Seneca epist. 88. Horat Epod. 2 V. 49. 50. Martial XIII epigr. 89 e 90. Plin. hist. nat. IX. 54.
(2) Questo monte s’innalzò dalla terra nella notte del 19 di sett. 1538.
(3) Svet. vit. Octav. c. 16. Keyssler tom. 2 p. 800. Meyer p. 461 ec.
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dubbio un cratere d’un vulcano estinto poiché le colline che lo circondano sono di natura vulcanica. Le proprietà di questo lago, ammirate dagli antichi, sono ora sparite, ma non ostante danno alcuni schiarimenti intorno alla storia di esso(1). Le sue acque profondissime, ripiene di materia vulcanica, erano tinte di scuro; alla superficie, agitata continuamente dal fuoco sotterraneo, vi rimase un vapore turchiniccio di zolfo. Nessun pesce visse nell’acqua, e nessun uccello passava impunemente sopra di esso; l’oscurità impenetrabile de’ boschi, che s’innalzavano in forma circolare intorno ad esso, lo rese cupo, e l’aria s’infettò di vapori perniciosi. Antri oscuri, che si aprirono sulle sue sponde, accrebbero lo spavento ed allontanarono tutti gli abitanti. Quivi si credettero le porte dell’inferno, e si fecero sacrifizi ai Mani ec. Secondo
(1) Lucret. VI. v. 737. Cic. Tuscul. quaest. I. 116. Silvius Italicus XII. 21 seq. Diod. Sicil. lib. IV. p. 229 Strab. V. ed. Steph. 2, Paris 1620 p. 244 seq. Plin. hist. nat. III. 5 (ed. Dalec Genev. 1631) p. 42 lin. 35 lib. XXX. 2 p. 620 lin. 40 seq. B. Cluver Italia antiqua lib. IV p. 1127.
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la relazione di Dione Cassio(1), Augusto fece tagliare i boschi, e rese per ciò la regione salubre e fruttifera. Circa tre secoli e mezzo prima dové essersi precipitata una nuova vena di zolfo che uccise tutt’i pesci(2). Sulle sue sponde incomincia l’antro della Sibilla Cumana(3), e si dice che di qua passò un canale sotterraneo sino a Cuma.
La striscia di terra da Terracina a Nettuno, lunga 40 miglia italiane circa e larga 8 sino a 12, è totalmente coperta di paludi stagnanti, che distruggono la regione circonvicina, infettano l’aria di vapori perniciosi, e sono state sempre e saranno un sepolcro insaziabile di uomini e di danaro. I vapori cattivi cagionano ai pochi pescatori ivi viventi un colore morto, i quali ordinariamente vi muoiono d’induramento di fegato . Quelli si estendono anche sino a Roma, distante 40 miglia italiane; e se il bosco
(1) Dione Cassio 48. so. si edit. Henr. Steph. Paris 1592 p. 443.
(2) Boccaz de lambus.
(3) Virg. Aen. VI. 235, Keyssler II. p. 161. Volkmann II, p. 250. Meyer p. 464 ec.
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di Sermoneta, situato al sud della città, non ne impedisse alquanto il passaggio, ella dovrebbe restar abbandonata. Varie persone, passando sulla parte meridionale di questo bosco allorquando soffiò il vento sopra le paludi, si sono tutt’ad un tratto ammalate. Queste paludi si chiamano Pontine, nome tratto dall’antica città del Volsci, Suessa Pometia. I fiumi Amaseno ed Ufeo sembrano essere stati la cagione di queste paludi per mezzo di inondazioni. Una quantità di piccoli e grandi ruscelli, discendenti da’ monti che cingono la valle nel nord e nell’est, si raccolgono al piede de’ monti, e formano de’ fiumi senza aver la caduta necessaria per finire nel mare, poiché questa regione giace quasi sotto il di lui livello. Ne’ primi tempi abitava quivi una colonia spartana alla quale riuscì di migliorare il terreno e costruirvi 23 città, in parte considerabili. Indi giunsero i Volsci, e le paludi pontine furono i granai romani. Nei tempi più floridi di Roma non restò di quelle 23 città(1) che la memoria, e si
(1) Mutian presso Plin. hist. nat. III. 5 (edit, Dalec. Genov. 163. ) p. 42 lin. 8 seq. col. 2.
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trovano confusi i campi pontini colle paludi pontine: ma non ostante, sia nelle terre conservate, o in quelle nuovamente acquistate, vi formarono i Romani diverse ville signorili; ed il suolo fruttifero e la bellezza di queste ville furono cantati da’ poeti. Il censore Appio Claudio Ceco(1) fece costruire attraverso le paludi la famosa Via Appia (Appia viarum regina)(2) 300 anni circa prima dell’era nostra, epoca in cui le paludi erano nuovamente piene di stagni. Un secolo e mezzo dopo v’intraprese nuovamente la diseccazione il Console Cetego(3), e ne riuscì felicemente, poiché ricuperò molta terra coltivabile; ma nuove inondazioni distrussero ed arrenarono gli antichi condotti. Giulio Cesare ancora, sperando di potervi nutrire migliaia d’agricoltori, volle diseccarle, ma egli premorì(4). Augusto fece costruire un canale lungo la
(1) Propriamente chiamato Crasso. Cic. Tusc. v. 38 de Senect. 6 pro coel. 14.
(2) Così s’esprime Statius lib. 7. 39. l. 9. 29. l. 12. 1. 15.
(3) Liv. lib. 46. 44.
(4) Cic. ad Att. 13. 13, Svet. in Jul. 44. Plin. 35. 76. Plus. in Caes, st, Feinsh. Supplem. in Liv. 116, 22
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Via Appia per condurvi i fiumi e l’acqua stagnante(1). Le paludi non furono mai totalmente diseccate, almeno ne dubitano Vitruvio(2) e Plinio(3). Traiano migliorò la Via Appia, e vi fece costruire de’ ponti magnifici:(4) ma da questo tempo in poi fu abbandonata questa regione, ed il gran Teodorico la trovò in uno stato terribile. Esso ne fece un regalo ad un ricchissimo patrizio romano, per nome Decio(5), il quale sembra esser riuscito a diseccarle in parte e coltivarle, per quanto sappiamo da una iscrizione trovata presso Terracina. I papi non vi trovarono altro che paludi, e dovettero contentarsi di una miserabile tassa sopra
(1) Horat. lib. I. Sat. 5, ove descrive con molto scherzo un viaggio fatto su questo canale. Il Forum Appii giacque allora in principio delle paludi, e presentemente n’è perduta qualunque traccia. Le paludi si sono maggiormente estese. Dormendovi nelle notti d’estate, si perirebbe, com’è accaduto a migliaia di persone; perciò i conduttori sorvegliano molto i viaggiatori. Acciocché non riposino.
(2) De architectura l. 4.
(3) Plin. 26. 4.
(4) Plin. l. c.
(5) Cassiodor. II, ep. 32 e 33.
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i pesci, mentre i Romani n’ebbero una raccolta abbondantissima. Bonifazio VIII tentò nel 1294 di ristabilirvi una parte di questa terra fruttifera, ma egli vi riuscì росо, come Martino V nel 1417 e Sisto V nel 1585. Dopo quest’epoca, per due secoli null’altro si fece che progettare. Pio VI, conoscendo questo male a fondo, si propose seriamente di volerle diseccare. Egli ritrovò i fondamenti affondati dell’antica Via Appia: la ristabilì, e la innalzò di 3 piedi, in guisa che presentemente questa strada è una delle migliori d’Italia. Il diseccamento però non ha avuta alcuna felice riuscita, poiché in luogo di sgombrare i canali antichi, o cavare i nuovi su i luoghi più bassi onde condurre l’acqua per la via più breve al mare, se n’è formato uno in mezzo il quale non ha né la caduta sufficiente né la larghezza necessaria. Le dighe sulle sponde alzate di alcuni fiumi sono costruite troppo leggiere, e la materia è troppo soffice. Ne’ primi 5 anni, duranti i quali vi lavoravano giornalmente 1500 persone, costò quest’intrapresa 700000 scudi, ed il canale era finito appena per metà; esso non fu compito prima del 1787: egli è lungo 22 miglia italiane, e presso Torre di tre
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ponti largo 60 palmi, ed all’imboccatura nel mare 120. Il guadagno effettivo di terra agraria è assai inferiore; si vede su d’ambedue i lati della strada maestra del terreno coltivato, ma ciò è una illusione ottica, poiché a poca distanza ricominciano le paludi; ed essendo a Velletri, ove si può contemplare questa regione dall’alto in basso, offrono un aspetto tristissimo. Una nuvola nebbiosa bigia gravida di morte e distruzione, appanna questa regione d’intorno ed impedisce lo scoprirne la lontananza. Una quantità incredibile di zanzare e di mosche riempie l’aria, e lo strepito prodotto dalle ranocchie è simile a quello di una chiusa. L’aspetto de’ lavoranti è commovente, poiché tutti sono o idropici o itterici o etici: hanno le gambe gonfie ed ostruzione di fegato ec. Si è creduto troppo crudele d’impiegare i delinquenti in questa regione pestifera; per ciò s’impiegarono delle persone libere, pagando loro 25 baiocchi al giorno, de’ quali ne sono periti a migliaia. Ora essendosi fatte delle spese grandissime, sarebbe finalmente tempo d’incaricarne gli Olandesi; ma molte famiglie rispettabili si oppongono, a motivo del piccolo interesse privato della
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tassa della pesca; danno di cui furono già ricompensati da Pio VI in principio del diseccamento(1).
Egualmente dannose sono le paludi ancora più neglette nella Romagna, che occupano una bella superficie di 320 miglia quadrate italiane tra Bologna, Ferrara e Ravenna, e le quali si formarono per colpa degli uomini. Il Po che cagionò sempre delle inondazioni terribili, corse prima del 10 secolo vicino a Ferrara, e si aprì una nuova strada al settentrione della città nel 1155; ciò fu la cagione per cui il braccio antico s’indebolì sempre più. Gli abitanti temettero che il Panaro ed il Reno, i quali scaricaronsi nel letto antico del fiume, potessero stopparsi, e cagionare un’inondazione a Fiumicino e nelle valli di Comacchio: per ciò domandarono nel 1600 la permissione del papa di cavare il Reno dal Po, poiché il Panaro si
(1) Bolognini, memorie dell’antico e presente stato delle paludi pontine, rimedi e mezzi per disseccarle. Roma 1759. 4. De la Lande viaggi vol. 6 cap. 2. Volkmann III. p. 7-15. Meyer nella Berlinische monatschrift 1789 ottob. e Darstellungen aus Italien, lezione 15 p. 313-348.
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era cercato un letto in un antico canale per giungere al Po. Essi condussero il Reno nella valle di S. Martino, che non essendo bastantemente profonda, si riempì presto, ed i Bolognesi dovettero innalzare delle dighe che diverse volte si ruppero. Il Reno discese sempre più ne’ siti bassi, e non si poté più riparare il male. L’ultima rottura, nominata la rotta panfiliana, accadde nel 1740; l’acqua riempì in tale occasione le valli di Poggio e Malalbergo: Benedetto XIV tentò di soccorrere i Bolognesi, facendo costruire il Cavo Benedettino; ma l’esito non ha corrisposto alle spese impiegatevi.
Tra i laghi più notabili possiamo contare il Palio (Policarnio lacus) nella Valle di Noto in Sicilia, descritto da Dolomieu. Esso si estende sopra una pianura circondata da monti vulcanici: la metà di questa pianura è circondata da rocce che sembrano un grandissimo cratere precipitato, nel di cui centro giace il lago che cangia spesso la sua profondità ed estensione. In tempo d’inverno avrà 60 in 70 tese di diametro e 10 di profondità: nell’estate, al contrario, accadendo gran siccità, si disecca affatto. Nel mese di maggio, tempo in cui fu osservato
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da Dolomieu, formò esso un ovale lungo circa 30 tese, largo 20 e profondo 5 in 6, e produsse un forte odore di asfalto anche in distanza notabile. Il colore dell’acqua è verdognolo; il sapore ributtante e l’acqua è spesso tepida, ma per lo più del calore dell’atmosfera. In diversi luoghi osservasi un forte e continuo bollimento, particolarmente in quattro siti verso il centro. Il bollimento si rinforza per intervalli disuguali, e l’acqua salta all’altezza di due sino a tre piedi, indi si riposa e risalta nuovamente dopo un intervallo di 5 o 6 minuti. Lo strepito che produce è simile a quello dell’acqua mossa. Diseccato il lago, si osservano verso il centro di esso varie aperture a diverse profondità, onde prorompe incessantemente un’aria rarefatta che respinge subito la sabbia o altre materie gettatevi sopra le aperture. Questi vapori cagionano il bollimento qui sopra descritto, quando il bacile è riempiuto di acqua. Sarebbe interessante di esaminare la natura di questi vapori esalanti, poiché Dolomieu non lo poté. La fanghiglia sul fondo e sulle sponde è di color nero, vischioso, ed ha odor di pece, e tutto il suolo è composto di terra tenace
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resinosa ed infiammabile. Deve badarsi molto a non accendere fuoco in questa regione, mentre il suolo s’infiamma, e difficilmente s’estingue. La pianura è assai fruttifera, e tutti gli anni si fanno raccolte abbondantissime senza molta fatica; passandovi sopra, sentesi un suono cupo, lo che prova esservi un’antro sotterraneo. Senza dubbio il lago è un avanzo di un cratere precipitato, poiché ne’ monti si trovano ancora avanzi del suo margine. I vapori del lago sono creduti micidiali, e si vuol sostenere che nessun uccello o altro animale possa avvicinarvisi senza rischio di morire. Così credonsi essere soffocanti i vapori di quella terra, in modo che sdraiandosi sul suolo, oppure inchinandosi, corresi pericolo di vita. Sulle sponde si trovano molti piccoli coni di cenere e di scorie, simili a quelle del cratere dell’Etna e del Vesuvio. I monti e le lave giacenti all’intorno portano i segni non infallaci di un rimotissimo nascimento, mentre in moltissimi luoghi sono coperti di pietra calcare; dal che possiamo dedurre che siano nate in un tempo in cui non si pensò ancora alla forma attuale della terra.
Oltre il lago di Beja in Alentejo nel
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Portogallo, vi è noto ancora quello sul monte Estrella in Beira. Partendo dalla villa s. Romao, situata al piede del monte, vi vogliono due ore e mezza prima di giungervi. Salendovi si sente in diversi luoghi la montagna vota, e passarvi un ruscello moreggiante. Sulla sommità si ravvisano bellissimi pascoli, diversi rivoli piacevoli conducenti acqua limpidissima e sanissima, nel centro un lago cinto di rocce di granito alte e nude. L’acqua del lago prorompe dalla terra, oppure è aumentata dalle piogge, dalla neve ec.: dessa è chiarissima, di temperatura moderata, e sembra aver in mezzo un movimento tremolante, mentre di tempo in tempo vi s’innalzano delle piccole bolle di aria; e siccome vi è in un luogo un vortice fortissimo che gira all’ingiù, possiamo supporre che vi sussista un gorgo, per dove questo lago si scarichi in un altro, posto sotto di esso onde nascono poi le sorgenti che formano un fiume, il quale scorre verso il piede del monte.
Presso Skipton, nel ducato di York in Inghilterra, giace in mezzo a 5 monti un lago, chiamato dagli abitanti Malholm Tarn, oppure lago di Malholm. Esso occupa uno
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spazio di 300 sino a 400 acri (mezzi iugeri); ha uno scarico di acqua largo 4 piedi, e profondo due sino a 3 pollici, che dopo un corso di quasi 300 braccia si divide in due rami, e si perde sotto terra, e poi ritorna in distanza di un miglio presso il villaggio di Malholm: scorre ancora uno spazio di due miglia e mezzo, per unirsi al fiume Air. La loppa gettata sull’acqua ove sorte dal lago comparisce nuovamente di lì a qualche ora sulle due sorgenti del fiume Air. L’Irlanda è piena di laghi e paludi. È noto che il lago di Lough Neagh, nella contea di Antrim, petrifica gli oggetti: così la lagna gettatavi non s’incrosta solamente, ma diventa petrigna totalmente, cioè pietra. Il legno, la scorza ed i filamenti restano come prima, e non variano se non nel peso e nella condensazione. Questo legno si trova particolarmente in quel sito ove il fiume Blackwater entra nel lago(1).
Il lago più grande dell’Asia è il mare Caspio, noto solo la figura presente sino
(1) Phil. trans abrigd. vol. 2 p. 322 e vol. 4 p. 2. p. 193. Hamb. Magazin vol. II. quint. 2 art. 7.
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da’ tempi di Pietro il primo. Gli antichi lo tennero per un seno dell’Oceano settentrionale(1), oppure credettero che corresse nel mare del nord(2), benché ristrinsero la sua estensione dal nord al sud, ed allungarono quella dall’est all’ovest: mentre è tutt’all’opposto, cioè dal nord al sud, secondo Rytschkow(3), si estende 1000 werste (143 miglia geografiche), e secondo Gueldenstaedt(4), 140. Dall’est all’ovest, secondo Rytschkow, più di 400 werste (58 miglia geografiche), e secondo Gueldenstaedt, solamente 24.
L’inglese Jenkinson aprendo alla fine del secolo XVI un commercio degl’Inglesi colla Persia per la via della Russia e di
(1) Strab. lib. II. ed. Casaub. 2 p. 121 c. lib. VII p. 294. c. XI. p. 507. A. seq.
(2) Plinius. VI 9 e 13. Pomp. Mela III. 5.
(3) Orenburgische Topographie di Rodde tom. I. p. 165 e Magazin di Buesching vol. VI.
(4) Ved. il Calendario geografico storico dell’Accademia imperiale delle Scienze a Pietroburgo pel 1777, e da ciò nel 12 quinterno del Museo tedesco pel 1777, e nelle Beitraege zur phys. Geographie vol. IV. p. 70 ove è ripetuta la carta di Gueldenstaedt.
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questo mare, fu il primo che ci comunicò delle notizie moderne intorno a questo mare(1). Ma la vera figura e la natura di esso si rese nota, allora quando Pietro I negli anni 1719 e 1720 ne fece fare una ricognizione da due ufficiali della marina russa, i quali esaminarono la parte occidentale, da Astrachan sino a Chilan, e l’orientale, e ne fece rilevare una carta idrografica da Verden e Soimonov. Le nostre cognizioni intorno a questo mare furono compiute pe’ viaggi di Tokmatschew nel 1764, di Lowiz ed Inochodzow dal 1769 sino al 1771, di Gmelin dal 1770 sino al 1773, e finalmente di Gueldenstaedt nel 1772, il quale, sulle osservazioni proprie e di quelle de’ suoi antecessori, ne ha fatto una descrizione, e rilevata una carta che sinora è la migliore. Sulla parte settentrionale ed occidentale di questo mare sboccano de’ fiumi considerabili, come l’Ural, la Wolga, il Terek, il Kur ec. Que’ fiumi al contrario che vengono dalla parte meridionale ed orientale, non sono punto
(1) Un estratto del viaggio di Jenkinson trovasi nella Sammlung russischer Geschichten di Mueller vol. VII p. 155 ec. p. 378 ec.
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considerabili. Il mare è spesso inquietissimo, ed allora a motivo della poca profondità, è degli scogli e banchi di sabbia, difficilmente si può navigarvi. Per veleggiarvi con sicurezza, è prudente tenersi in distanza della costa settentrionale, ed avvicinarsi piuttosto alle isole Kulaly ed alla punta di terra Tink Karagau, poiché quivi si è sperimentato essere più sicura la navigazione. Egualmente si deve badare sulla costa occidentale tra Tschetire Bugry e Thetschen, a motivo della quantità de’ fondi bassi. I venti frequenti del sud o del nord fanno innalzare l’acqua sopra l’una o l’altra sponda sino a 4 piedi e più; ma cessando questi venti, ricade l’acqua con istrepito allo stato primiero. Tali cangiamenti sono più sensibili sulla costa russa tra le imboccature dell’Ural e Terck, che sulle coste persiane e truchmeniche, e probabilmente ne saranno causa le imboccature di que’ grandi fiumi. L’acqua del mar Caspio è salata, ma non tanto quanto l’acqua dell’Oceano(1): in quel luogo ove fu
(1) Philos. transact. abrigd. vol. V. p. 2 p. 217.
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osservato da Pallas(1) aveva un color verdiccio bigio, che, secondo le relazioni de’ navigatori, cangiasi verso il centro del mare in colore verde oscuro. Su questo mare osservasi anche nell’estate il luccicar fosforico. Il traffico che fa la Russia sopra di esso colla Persia è considerabile, e dà un guadagno di 400000 rubli; ciò non ostante potrebbe essere di molto maggiore vantaggio. Il maggior commercio è ancora nelle mani degli Armeniani i quali, a motivo della gran pratica del paese e delle relazioni colle case di commercio nella Persia e nell’Astrachan, hanno grandi vantaggi sopra i Russi. La Russia, volendo, potrebbe richiamare su questo mare l’intero commercio persiano, e con esso quello delle Indie orientali, giacché vi ha fiorito per lo passato(2); in tal guisa diventerebbe questo mare un secondo seno di Bengala; gl’Inglesi in conseguenza riceverebbero una ferita insanabile, e nascerebbe una rivoluzione di commercio. Tolomeo non sapendo indicare uno scarico
(1) Reisen durch veschiedem Provinzen des Russischen Reichs tom. I. p. 434.
(2) Strab. lib. XI. p. 509.
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di questo mare, suppose un gorgo sulla parte occidentale di esso, per cui sbocchi nel mar Nero. Kircher credette che avesse una qualche comunicazione col seno persiano: e Struys e il padre Avril sostennero addirittura, che sussistano due gorghi nella regione di Kilan che inghiottiscono l’acqua, e, come vuole l’ultimo, con molto strepito, conducendola poi nel seno persiano. De Fez ed altri viaggiatori hanno indicato questi gorghi fino sulle carte. Quest’opinione fu sostenuta dal racconto, che il mar Nero innalzi dell’onde straordinarie, allorquando il vento dell’est comprime la superficie del mar Caspio, e viceversa; e che l’alga, i serpenti e le piante sussistenti nel mar Caspio si trovino egualmente nel mar Nero(1).
È vero che nel mar Nero si trovano alcuni prodotti simili a quelli del mar Caspio, ma ciò proverrà dall’antica origine che il mar Nero ebbe dal Caspio, oppure dall’unione di ambidue, formando in tal guisa un mare solo. I venti inoltre agiscono egualmente e nell’istesso tempo su d’ambedue i
(1) Ved. Kircher mundus subter. tom. 1., e Beitraege zur phys. Erdbeschreibung vol. IV. p. 77-80.
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mari, eccettuato che il vento ovest particolarmente muova prima del sud ovest il mar Nero, ed il vento dell’est il mar Caspio. Le diverse ricerche ne’ tempi recenti non hanno fatto scoprire né anche il minimo gorgo sotterraneo ciò non ostante si notano alcuni che anche recentemente ve ne hanno supposti, e forse per la cagione di non voler abbandonare una ipotesi singolare e curiosa. Il calcolo sopra la evaporazione annuale della quantità di acqua di questo mare, in confronto alla massa dell’acqua introdottavi da’ fiumi(1), la quale sembra non poter sussistere che per mezzo di gorghi solterranei, poteva eccitare qualche dubbio intorno ai principi de’ calcoli. In un mare poco basso deve l’evaporazione essere più considerabile che in un mare profondo, poiché
(1) Supponendo per l’evaporazione annuale un’altezza di 30 pollici, si perderebbero solamente 14,191200000000 piedi cubici di acqua. Dando ora la Wolga per giorno almeno 21,600000 piedi cubici di acque il Jaik e l’Emba due volte tanto, e ricevendo questo mare annualmente 23,652000000000, nasce un soprappiù di 9,460000000000 piedi cubici di acqua. Ved. Bergmann phys. Erdb. edizione 2 vol. 1. p. 338, e la descrizione della Russia del capit. Perry.
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quivi agisce il sole fino al fondo, e l’acqua si agita maggiormente. Un gorgo che assorbisce annualmente 9 bilioni e 460000 piedi cubici di acqua, sicuramente ben presto si scopre.
Il lago Aral, chiamato anche in alcuni annali della Russia il lago Turchino, per cui la Orda al di là del Jaik chiamasi Orda turchina, è nominato da’ Tartari Aral-Dingis, lago delle Isole, poiché ne contiene moltissime. La circonferenza di esso importa 130 miglia geografiche; nel resto è affatto simile al mar Caspio. In esso si trovano i pesci della medesima specie; l’acqua ha la stessa salsedine. Le sponde sono piatte e coperte di giunchi, ed il fondo, eccetto in alcuni siti, di poca profondità. Esso riceve molti fiumi grandi, provenienti dalla parte orientale, mentre il mar Caspio li riceve dalla settentrionale; loché prova aver formato questi mari per lo passato un mare solo. Tra i fiumi notabili che vi sboccano, sono 1. il Syn Darja, proveniente dal sud est dalle montagne Ok-tai al di sopra di Taschkent: 2. l’Ulo ovvero Amu-Darja largo più di 80 tese, e bastantemente profondo, ma
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inservibile alla navigazione per causa delle molte cataratte: 3. il Kilil Darja(1).
Il lago di Baikal nella parte meridionale della provincia di Irkutzk è lungo, secondo il calcolo di Georgi, 550 werste, largo 50 a 80, e profondo 20 sino a 80, ed in alcuni luoghi 100 sino a 200 tese. Gli abitanti di questi contorni, per una specie di venerazione lo nominano mare santo: e nata una burrasca allorquando vi passò sopra Gmelin, il quale lo aveva chiamato lago, credettero che l’indignazione verso questo viaggiatore ne fosse stata la causa. Monti alti di rocce lo circondano, che al settentrione si avanzano sino al suo letto, e dono questa parte meno praticabile che la meridionale, piuttosto sabbiosa.
Malgrado della stagione rigida di questi contorni, che spesso nel mese d’agosto produce la neve, non gela che in fine di dicembre, a motivo della inquietudine alla superficie, cagionata da un bollimento interno. In principio di maggio vi si scioglie il ghiaccio. Negli ultimi quattro mesi dell’anno
(1) Rytschkow topograf. di Orenburg I p. 169.
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vi dominano frequenti burrasche, e la navigazione non v’è sicura che per quattro mesi dell’anno. Il movimento dell’acqua è singolare; un vento moderato spesso l’infuria moltissimo, ed essendo in burrasca, si agita talvolta pochissimo. L’acqua è dolce(1), e da lontano ha il color del mare, e si può osservarvi il fondo sino alla profondità di otto tese. In alcuni luoghi getta del bitume, di cui gli abitanti si servono per bruciare nelle lampane, ed applicarlo come un balsamo. Nella vicinanza di esso si trovano delle fonti di zolfo. La quantità de’ fiumi che vi sboccano, particolarmente l’Irkut e l’Uda, ed altri provenienti dalle alte montagne circonvicine, vi conducono una quantità di acqua che per mezzo dell’Agara si scarica parcamente nel Jenisei. L’inquietudine naturale di questo lago, la quale dura quasi 8 mesi dell’anno; la regione ruvida de’ suoi contorni, e la durata del ghiaccio proveniente da’ fiumi che vi sboccano, distruggono interamente la speranza di aprire una comunicazione col mare del nord per mezzo del
(1) Ved. Geogr. fis. vol. I.
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Jenisei e di altri fiumi della Siberia, onde favorire il commercio.
Fra la quantità de’ laghi salati de’ Kirgisi nomineremo il Chargaldschin, che ha 400 werste di circuito, e molte isole coperte di giunchi; in quella parte ove riceve il fiume Stura, l’acqua è dolce. Il Belai ovvero Ebelai, della circonferenza di 4 werste, depone ne’ giorni caldi una quantità di sale, buonissimo sulle sponde, il quale si trasporta in regioni rimote. Il Jaderskoje (Osero), sulla cui superficie si cristallizza il sale come il ghiaccio sull’acqua, è talvolta compatto al segno da potervi passar sopra. Rompendo questa coperta, si trova al di sotto un sale fluido e fino di color bigio, la di cui profondità è considerabilissima. Se questo sale non fosse situato in una regione tanto rimota, potrebbe bastare per tutto il regno. Ne’ giorni caldi si cristallizza sulla superficie del lago, alla grossezza di un mezzo werschock(1), una specie particolare di sale, nominata Samosadskoi, ch’è molto puro e
(1) Werschock è la sedicesima parte di un arschin ovvero braccio russo.
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bianco, ma si discioglie affatto in tempo di piogge(1).
Tra i laghi più considerabili dell’Asia, benché non siano più grandi, appartengono il mare Morto, chiamato anche al lago Salato; il lago Asfaltico, e ne’ primi tempi il mare del Campo piano. L’estensione di esso, non ancora misurata, è indicata assai diversamente tanto dagli antichi quanto da’ moderni(2). Secondo la relazione di Pocoke,
(1) Rytschkow topogr. di Orenburg tom. I. pag. 171-176.
(2) Diodor. Sicil. II. 12 XIX. 108. Galen. de Simplicium medicamentor. facultatibus IV. 19. Vitruvius VIII. 3. Strab. VI. ed. Casaub. 2 p. 763. Esso lo chiama falsamente il lago Sirboico . Plin. V 16 Salim. c. 37. Joseph. Bell. Jud. V. cap. 5 pag. 892 edit. Ittigii 1691 Tacit. hist. I. 6 v. 7. Relandi Palestina ex monumentis veteribus illustrata lib. I. cap. 38 p. 238-258. Bachione historische und geogr. Beschreibung von Palestina tom. I vol. I. tradotto dall’olandese. Lipsia 1766 § 33 e 42 p. 96-122. Michaelis Abhaudlung nom. todten Meere nel nuovo magazzino di Amburgo vol. 1 e 2, Busching Beschreibung des todten Meeres. Amburgo 1766. 8. Vedi egualmente la sua geografia tom. 5 sezione I. edizione 2 p. 337-358. Beitraege zur phys. Erdbeschreibung vol. 2 p. 286-322. Particolarmente la descrizione dell’Oriente di Pocoke edizione di Scherber [190] II. p. 52 ec. Shaw Reisen in verschieden Theile der Barbarei und in die Levante tom. 2 p. 71. Maundres. Journey from Aleppo to Jerusalem p. 84. Volney viaggio verso la Siria e l’Egitto tom. I. cap. 20. n. 6.
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è calcolata la lunghezza a 60 miglia romane (480 stadi), e la larghezza a 10 (80 stadi). Siccome 600 stadi si calcolano 15 miglia geografiche; così il calcolo di Pocoke è ordinariamente stimato 12 miglia geografiche per la lunghezza del lago, e due per la larghezza. Questo mare riceve diversi fiumi, principalmente il Giordano, Saphia (Safria) il Jared (Zared) l’Arnon ed il Kidron. Esso non ha scarico alcuno, e perde l’acqua mediante la svaporazione. Probabilmente sussistette una volta in questo luogo una valle profonda e bella, attraversata da molti canali(1), ove il Giordano si perde come il Reno nell’Olanda, oppure scaricossi in un lago sotterraneo. La parte superiore, che formò la valle propriamente detta, fu coperta da cinque città, e piena di fonti d’asfalto(2), i quali cagionarono la disgrazia della valle. Essi si accesero durante
II. p. 52 ec. Shaw Reisen in verschieden Theile der Barbarei und in die Levante tom. 2 p. 71. Maundres. Journey from Aleppo to Jerusalem p. 84. Volney viaggio verso la Siria e l’Egitto tom. I. cap. 20. n. 6.
(1) I. Mosè 13. 10 e 14. 3.
(2) I. Mosè 14, 10.
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un temporale; gettarono fiamme, distrussero la valle: la volta si precipitò, e comparve il lago sotterraneo(1). Anche presentemente vogliono alcuni viaggiatori avere scoperto sul fondo del mare le rovine di queste città antiche. Tacito(2) e Giuseppe(3) ne fanno menzione. Arvineux l’esaminò attentamente; egualmente furono vedute da Troilo, Nau, Mueller, Mauridrel e Pocoke, e confermano la loro sussistenza. Esse consistono in una fila di colonne, visibili solamente quando l’acqua è bassa, bianche al di fuori ed internamente stritolabili e nere come il carbone. L’intera regione porta i segni del fuoco; è bruciata e piena di nafta: e benché i viaggiatori moderni siansi occupati pochissimo a scoprirvi le sorgenti di nafta, nonostante ne hanno trovate molte tracce di essa e del loro antico incendio. Immediatamente intorno al lago non crescono
(1) I. Mosè 19. 24-28.
(2) Hist. v. 7.
(3) Bell. Jud. V. 5. p. 892 edit. Ittig. 1691. Si è voluto interpretare anche Strabone, come se facesse menzione degli avanzi, ma Michaelis produce contro ciò delle opposizioni fondate.
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piante alcune. Hasselquist non vi trovo neanche il gianco. Sulla parte orientale ed occidentale il lago è circondato da rocce alte e sterili, affatto infruttifere. Partendo da Jerico, si trova sulla pianura presso il Giordano il terreno coperto di sale; come anche frequentemente l’erba kali, da cui gli Arabi traggono una cenere, da essi impiegata nelle fabbriche di vetro e di sapone. Sulla parte settentrionale il suolo è sabbioso; ma 6 pollici sotto la sabbia bianca scopresi una materia tenace, nera, puzzolente e simile alla pece. La via sopra questa sabbia è assai fallace, e il viandante, senza una guida ben pratica, arrischia ad ogni istante di affondarvi. Sulla parte occidentale si trova una sì grande quantità di cenere, che i cavalli v’affondano sino alle ginocchia. L’acqua è generalmente limpida e chiara, e que’ pochi viaggiatori i quali l’hanno trovata torbida, probabilmente vi sono giunti in un tempo in cui era stata agitata dalla burrasca, da un bollore straordinario o da un calore interno. Essa è pregna di sale in modo, che non ne può più sciogliere: non si può avvicinare alle labbra senza dolore, e senza riportarne una gonfiezza: essa ristringe la
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bocca come l’acqua d’allume. Pocoke narra che, dopo aver immerso la sua testa in questo mare, tutto il volto si coprì di una crosta di sale. Quest’acqua è altrettanto amara e ributtante quanto è salata; ma l’amarezza non si comunica al sale: questo anzi è di buonissimo sapore, e serve a qualunque preparazione di cibi, come ci assicurano Pocoke e tutti gli altri viaggiatori moderni, dicendo che sia straordinariamente bianco, e, come vuole Arvineux, particolarmente trasparente e chiaro come un cristallo. La quantità di sale che fornisce questo mare è quasi incredibile. Gli Arabi lo conducono per tutta la Palestina. Sciogliendosi la neve nella primavera, e conducendovi il Giordano maggior quantità di acqua, allora trabocca questo mare, inonda le valli e riempie le fosse ivi scavate, secondo un’usanza di tempi rimotissimi(1), e lascia, ritirandosi o svaporando, una quantità di sale alle pareti de’ fossi, del quale si può raccogliere quanto si vuole. La grande salsedine di quest’acqua è anche cagione
(1) Fa menzione di questi fossi di sale sino il profeta Zephania cap. II. v. 9.
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del suo peso straordinario, per cui si distingue da tutte le altre acque. Pocoke assicura che il suo peso, in confronto del peso dell’acqua dolce, stia come 6 a 4. Già gli antichi(1) narrano che nulla affondava in questo lago, e Galeno ne ha dato una giusta spiegazione. È noto che l’acqua salata è più greve, e porta maggior peso dell’acqua dolce, di modo che un uovo il quale affonda nell’acqua dolce, passato che sia nell’acqua salata, s’innalza alla superficie e galleggia. Ciascheduno può nuotare su questo mare. Giuseppe racconta che Vespasiano vi facesse gettare alcuni delinquenti legati, e che non si sia potuto affondarli. Maundrel, il quale entrò nell’acqua solamente passati i fianchi, sentì innalzarsi con forza straordinaria. Egmondo di Nienburg studiossi di affondare ritto, ma non poté riuscirvi, poiché l’acqua lo tenne sempre alla superficie in modo, che quasi passeggiava nel lago. Pocoke restò quasi un quarto d’ora in quest’acqua, galleggiandovi
(1) Invece di tutti gli altri passi citerò Tacito hist. 1, 6, incertum, unde superjacta, solido ferantur; imperitique nandi, perinde attrollantur.
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in tutte le posizioni senza il minimo incomodo e senza affondarvi.
Questo mare getta spessissimo dell’asfaltite, che noi, a cagione del suo ritrovamento in questo luogo, chiamiamo pece giudaica(1). Essa monta dal fondo alla superficie ove si raccoglie in masse che spesso hanno la circonferenza di una nave; spinta dal vento verso le sponde, si divide in piccole parti; talvolta monta in forma di mezzi globi che, appena toccata l’aria, scoppiano con istrepito, lasciando un vapore fino. Questa materia, essendo asciutta e più greve dell’acqua, si lascia stritolare. Le così dette pietre di Mosè che giacciono intorno al mar Morto, e delle quali gli Arabi si servono come del legno, per cui perdono il peso ed il colore, non il volume e la figura, non sono, come ha osservato anche Volney I. p. 240, mull’altro che una specie di pietre fetenti; di nere per natura, bruciandole, diventano bianche, e tramandano, anche stropicciandole solamente, un odore ributtante simile al corno bruciato; inoltre
(1) Ved. Geogr. fis. vol. 4.
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sono una specie di marmo, e capaci di politura, servono per selciare i cortili, e contengono spesso delle petrificazioni. Queste pietre, nelle quali la superstizione ha cercato sinora qualche cosa di miracoloso, avrebbero potuto insegnare da lungo tempo agli uomini di bruciare della lavagna nelle fonderie, la quale, come si sente adesso da diversi luoghi, caccia un forte calore e dà fiamme. Neret sostiene, che non si possa toccarle a motivo del loro calore, ma ciò avrà luogo unicamente in quelle appena gettate alla superficie. L’acqua stessa, come dicono alcuni viaggiatori, è talvolta bollente, e non mai fredda. Pocoke dice che non si può passare questo lago nuotando senza abbruciarsi. Giudicando su queste relazioni, deve sussistere ancora sotto il lago un focolare acceso, da dove s’innalzano frequentemente le colonne di vapore e di fumo, per cui alcuni viaggiatori credettero essere questa regione continuamente coperta di nuvole nere, le quali si scoprono da Betlemme, da Gerusalemme e da tutto il circondario. A queste evaporazioni dell’asfaltite si attribuiscono, particolarmente nella stagione calda, degli effetti perniciosi, e le sponde di questo
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mare, a causa dell’aria cattiva, sono diffamatissime sino da’ tempi rimotissimi. Plinio(1) e Tacito(2) ce ne avvertono, ed a ciò si uniscono anche i viaggiatori moderni. Gli Arabi, secondo Pocoke, hanno sì cattiva opinione dell’aria di questi contorni, che venendo in questa regione chiudono la bocca è respirano unicamente pel naso. Varie persone volendo visitare il mar Morto in tempo di estate, si ammalarono e morirono. Pocoke stesso, dopo essersi bagnato nel lago, sentì due giorni dopo fortissimi dolori di ventre e giramenti di testa. I vapori sono particolarmente forti quando il lago vuole gettare dell’asfaltite, e ciò è sensibile quasi venti giorni prima, tempo in cui nessuno ardisce avvicinarsi al lago, mentre attaccando i polmoni cagiona l’etisia: gli uccelli che passano sopra il lago, restano soffocati e vi cadono dentro(3).
(1) Hist. nat. V. 17. Gli Esseni fuggono le sponde occidentali fin dove sono nocive.
(2) Hist lib. V. c. 6. Questo lago fa morire gli abitanti, a cagione del cattivo odore.
(3) Maundrel e Tompson fecero volare i passerotti sopra il mare, che non soffrirono nulla, ad uno strapparono i remigi per farlo cadere dentro, ed essendo
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Anche i metalli si appannano, non eccettuato neppure l’oro e l’argento. Molti attribuiscono a questi vapori la distruzione de’ vegetabili vicini; altri dicono però, che la sterilità si estenda solamente sin dove giungono le inondazioni del lago in tempo di primavera. Pocoke scoprì ancora nel mese ancora nel mese di aprile gli avanzi chiarissimi dell’inondazione precedente, come alberi sradicati, arbusti morti galleggianti nel mare, e pietre coperte di diverse pelli di una materia bianca.
È molto agevole a comprendersi, che il lago in circostanze simili non nutra alcun animale, come uccelli marini, pesci, ranocchie e crostacei. Hieronimus(1), che ha vissuto per molto tempo in questa regione, e Giuseppe
poi da essi ripescato, era ancor vivo: ma questo esperimento prova unicamente che i vapori non sono sempre dell’istessa forza. Questi viaggiatori non erano presenti in una eruzione di asfalto, in oltre non si vede alcun uccello nella vicinanza del lago. Volney viaggi tom. I. dice che nessun animale si trattiene in vicinanza del lago; ma ciò non ostante vide incrocicchiare le rondini sopra il lago.
(1) Philos. transact. n. 462 p. 48 ec. Lulolf Kentniss der Erdkugel §. 332 p. 287. secondo la traduzione di Kaestner.
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sono stati pienamente giustificati intorno a ciò da tutti i viaggiatori moderni. Nessuno vi ha mai scoperto pesci, ranocchie o rettili. A Pocoke fu detto, che un frate vi avesse preso de’ pesci, ma questi vi saranno entrati appena per mezzo dell’acqua del Giordano; mentre è probabile che non muoiano subitaneamente, e che molti non passando sopra una sorgente di asfaltite, abbiano tempo di ritornarsene. Questo racconto giustifica pienamente il nome di mar Morto. Giuseppe dice che questo mare cangia tre colori, uno appresso l’altro; altri dicono più precisamente, che di mattina sia nero, di mezzo giorno turchino, e di sera giallo, ma i viaggiatori moderni non vi hanno trovato questa varietà. È però probabile che trovandosi l’osservatore in una certa posizione rispetto al sole, o duranti l’eruzioni di asfaltite, o quando il bitume galleggia sull’acqua, possa aver luogo una tale refrazione de’ raggi di luce. Versando, secondo gli esperimenti di Perry, l’acqua del mar Morto sopra la galla, prende dopo qualche tempo un colore purpureo chiaro, e versandovi dell’oleam perdeliquium, diventa melmoso.
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Giuseppe e Tacito e molti moderni fanno menzione di un frutto particolare simile ai pomi piccoli, dicendo che esso si trovi sulle sponde di questo lago, che sia di un colore rosso bello, ripieno di polvere, e che prendendolo in mano si spezzi. I moderni lo chiamano pomo d’inferno, ovvero pomo di Sodoma. Troilo assicura aver colto questo frutto da un albero. Nau mette la grandezza dell’albero a paragone di quello del fico, e dice essere le foglie simili alle foglie di noce. Giovanni Giacomo Amman racconta, che questi pomi crescono sopra arbusti di molti rami simili allo spino bianco delle nostre siepi vive. Hasselquist dice essere questo un frutto di una pianta bassissima del Solanium Melongena (melanzana), asserendo in oltre di averne trovato frequentemente anche presso Jerico, nelle valli vicino al Giordano ed al mar Nero; il frutto però non era sempre riempiuto di polvere, particolarmente allora quando era stato punto dal tenthredo. Sin tanto che queste regioni resteranno in mano de’ Turchi, e sin tanto che saranno infestate dagli Arabi vagabondi, i quali vi rendono pericoloso il
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viaggiare, sarà difficile di essere istruiti più chiaramente su questo proposito.
Sappiamo pochissimo dell’interno dell’Africa, per poter conoscere i suoi laghi e le loro proprietà. Ignoriamo, per esempio, la vera posizione e la grandezza del lago Bournou nella Nigrizia, il quale, come si vuole, giace sotto il 35° di longitudine orientale di Ferro ed il 19 di latitudine settentrionale.
Il lago Dambea nell’Abissinia giace sotto il 12° di latitudine settentrionale e 530 di longitudine. Il lago Marawi dal 7° sino al 13° di latitudine meridionale, e dal 47° sino al 51° di longitudine orientale, sul quale si è navigato per 70 miglia geografiche, sembra essere un gran mare mediterraneo. Possiamo supporre con tutta ragione, che in questa parte del mondo vi siano altri laghi simili, mentre nel suo centro sussistono alte montagne, che su i lati inclinano verso il mare; ma questo pendio, a motivo della grande estensione del paese, non correrà sempre egualmente inclinato, poiché si osservano sopra alcune coste di questo continente delle montagne, che dietro
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ad esse devono nascondere delle valli e strisce di terre basse.
Molti laghi dell’America settentrionale sono stati nominati anteriormente; perciò accenneremo qui solamente il Mistassin e il Kunipi nella nuova Brettagna. Il Waldsee nella nuova Galles; il grande e il piccolo lago di Winnipeg, che comunica colla Baia di Hudson per mezzo de’ fiumi Albany, Hage, Severn, e Nelson. Il lago di Aratha-peskow riceve un fiume dell’istesso nome, e comunica per mezzo del fiume degli Schiavi col lago degli Schiavi; lo scarico settentrionale di esso, che sbocca nel mare Glaciale, è nominato, secondo lo scopritore di esso, Mac-Kewzie.
Nella regione destra di Delaware, situato parte nel piccolo dominio di questo nome, parte nel Maryland circa 12 miglia distante dal mare, giace il Diomal Swamp (palude di Diomal), largo 5 miglia dall’est all’ovest, e lungo 10 in 12 dal nord al sud, che occupa 200000 iugeri di terreno. Da essa nascono il fiume Pocomoke, S. Martino ed altri ruscelli. Tutto il lago giace in una perfettissima pianura, la ventesima parte della quale è coperta di cedri e di aceri ec. L’acqua
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della palude de’ Cedri, benché non si muova, non s’imputridisce mai, assomiglia alla birra grossa, e contemplandola fissamente, si trova che luccica. Quest’acqua ha un sapore particolare non disgustevole, contiene qualche poco di acido ne’ tempi di siccità, e scintilla nel bicchiere. Quelle persone che ne bevono si dimagrano; si sentono però bene, e giungono ad una considerabile età; a ciò contribuirà anche l’aria di quella regione, la quale contiene de’ vapori volatili, balsamici, promoventi la traspirazione, e resistenti alla putrefazione: in conseguenza favorisce particolarmente quelli che soffrono debolezze nervose, o che tendono alla consunzione.
È probabile che le forze salutari della palude de’ Cedri nasca dalle qualità balsamiche degli alberi. L’acqua stagnante generalmente non è sana, e particolarmente l’evaporazioni di essa, quando la putrefazione è stata prodotta da animali o vegetabili; ma non avendo luogo questa putrefazione, e non alzandosi vapori perniciosi, deve cessare anche l’effetto cattivo, come nel caso presente(1).
(1) V. Alteres Gothaisches Magaz. v. 3. qu. 4 p. 56-65.
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Negli Stati Uniti dell’America settentrionale troviamo il lago Champlain grande 36 miglia quadrate geografiche, lungo 17 e largo 4, e profondo 60 sino a 100 tese. Esso è racchiuso da rocce alte e sterili, coperte da boschi, le quali formano in qua ed in là diverse baie; riceve molte correnti, e sbocca per mezzo del fiume Chambly nel fiume di S. Lorenzo. Sulla parte meridionale vi si scarica il lago di Giorgio, situato 100 piedi più alto, il quale è lungo 7 miglia geografiche, e largo al più uno e mezzo: anch’esso è racchiuso da monti alti coperti di boschi. Il lago Oneida, lungo 4 miglia geografiche e largo uno, nasce dal Woodkreek, e sbocca per mezzo del fiume Onondaga nel lago di Ontario. Il Seneka, lungo 9 miglia geografiche, unito al Caguga, sbocca pure nell’Ontario. Si calcolano generalmente 4980 miglia quadrate sull’estensione di tutt’i laghi degli Stati Americani settentrionali.
Il Mayaco è il lago più grande della Florida. Il lago del Messico ha 20 miglia geografiche di circonferenza, e le sue sponde offrono le vedute più amene: una striscia stretta di terra lo divide in due parti,
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l’una delle quali contiene dell’acqua dolce, l’altra dell’acqua marina salata ed amara; quello è sempre quieto, e l’acqua è sana e nutrisce piante e pesci; questo è agitato da’ venti, e privo di pesci, ma fornisce il sale per la regione circonvicina: esso giace più basso del lago dolce, riceve continuamente l’affluenza da quello, e comunica probabilmente sotto terra coll’Oceano. Meritano ancora essere distinti il Titicaca, il Parima ed il Maracaibo.