Del modo con cui la corrente forma il suo dominio e il suo letto
Del fondo del fiume e delle materie che i fiumi conducono seco
I. Natura e qualità di essa
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Tutte le particelle della materia si attraggono vicendevolmente in proporzioni inverse deʼ quadrati; cioè lʼattrazione diventa tanto più debole in distanza, quanto più grande diventa la distanza moltiplicata per sé stessa. Siccome ciascuna particella esercita da per sé lʼattrazione così deve ciascun corpo esternare lʼattrazione secondo la quantità delle parti contenute; o, dicendolo con altre parole, lʼattrazione starà in proporzione colla massa deʼ corpi. In ciascun corpo composto osserviamo un certo punto verso il quale si dirigono i corpi attratti, e dal quale si misura la distanza, chiamato il punto di gravità. In un globo di eguale densità cade questo punto di gravià nel centro. Essendo dunque la terra un globo simile, così i corpi cadenti ed il piombino devono dirigersi verso il suo centro con una forza fissata, mediante il volume polo, per la distanza conosciuta da questo centro, per la quantità della materia dentro terra o
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per la densità di essa. Conoscendo il volume della terra, sarebbe facile di ritrovare la densità di essa, se la materia nellʼinterno fosse sempre la stessa che osserviamo alla di lei superficie. Per iscoprire questʼultimo si sono proposti diversi esperimenti fondati sopra le ragioni seguenti.
Sopra una pianura deve dirigersi esattamente il piombino verso il punto di gravità della terra, mentre non si trovano oggetti che possano attrarlo sui lati. Al piede di una montagna, ove sopra un lato ritrovasi maggior quantità di materia che sul lato opposto, deve questa quantità maggiore di materia influire sul piombino, e deviarlo dalla vera linea verticale; ma in qual modo si scoprirà questo deviamento, mentre il piombino è per noi lʼunico segno della linea verticale? Difficilmente troveremo in terra cosa alcuna con cui verificarlo; per ciò è necessario rivolgersi verso gli oggetti del cielo, indipendenii dagli accidenti terrestri, e che possono servire di punti fissi di confronto. Ponendosi, per esempio, sul lato meridionale di una montagna isolata, si misuri con un istromento idoneo lʼaltezza meridiana dʼuna stella, ed indi trasportandosi
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sullʼopposto lato della montagna si osservi di nuovo lʼaltezza meridiana della medesima stella: la differenza di queste due altezze meridiane, corretta della quantità dipendente dalla scambievole situazione e distanza deʼ due punti ove si è osservato, sarà la doppia deviazione del piombino dalla verticale; in tal modo nel 1742 Bouguer e Condamine, con varie osservazioni, misurarono la deviazione del piombino prodotta dal Monte Chimborasso.
Siccome la geometria può misurare il volume di una montagna; e, supposto che sia formato da una materia sola, può ritrovare anche il di lui punto di gravità; ed essendo ora conosciuto il punto di gravità e il volume della terra, così comprenderà ognuno la possibilità di poter paragonare le forze attrattive di ambedue le masse, e conchiuderne se la terra, nella stessa distanza e sotto lo stesso volume, attrarrebbe più o meno che la montagna, cioè se essa abbia maggiore o minore densità della montagna.
Maskelyne ha fatto intorno a ciò un esperimento sulla montagna Shehallien nella Scozia. Lʼattrazione della montagna ha ingrandito pelle osservazioni astronomiche lʼarco
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della larghezza su ambedue i lati della montagna, cagionando per ciò una differenza somma di ambedue le attrazioni opposte(1).
Benché tutte le misure non fossero ancora terminate, e tuttʼi calcoli rettificati; stimò ciò non ostante Maskelyne, con sufficiente sicurezza, la densità media della terra quasi doppiamente maggiore di quella del monte formato da un granito compatto ed eguale(2). E Carlo Hatto calcolò(3) dalle osservazioni e misure di Maskelyne, che la densità media della terra, in confronto a quella del monte Shehallien, stia come 9 a 5.
La materia, e le parti consistenti per sé stesse, non sono con ciò conosciute; ma questo ci è indifferente. Essendo lʼinterno della terra composto di aria atmosferica, allora dovrebbe essere compatta e condensata sino a quel grado, che risulta da calcoli. Nella profondità di 7 miglia geografiche dovrebbe superare in gravità lʼacqua,
(1) Ved. Geogr. fis. vol. 4.
(2) Philosoph. transact. 1775.
(3) Philosoph. transact. 1778.
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e nella profondità che non è ancora eguale alla terza parte del raggio sarebbe più condensata dell’oro. Da ciò veggiamo qual senso possa racchiudere la domanda: se la terra sia vota. Siamo sicuri che la terra non si precipiterà in sé stessa, ma non è altrettanto certo che non iscoppierà, mentre l’elasticità dell’aria cresce colla densità di essa, ed il calore l’aumenta ancor molto di più. Quali avvenimenti dovremmo aspettare da un riscaldamento subitaneo di essa?