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DOTTRINA ELEMENTARE
DELLA GEOGRAFIA FISICA

CAPITOLO II - DELLA TERRA

DELLE CORRENTI

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Indice

III. Delle correnti 

  1. Divisione delle correnti

  2. Dell'andamento delle correnti

  3. Rapidità delle correnti

  4. Dell'andamento della corrente propriamente detta

  5. Dello stato dell'acqua

  6. Del dominio della corrente

  7. Del modo con cui la corrente forma il suo dominio e il suo letto

  8. Dello svanire di alcuni fiumi

  9. Del mormorio particolare di alcuni fiumi

  10. Dell'arresto dei fiumi e del loro regresso

  11. Delle cadute di acqua

  12. Della somma dell'acqua che contengono i fiumi

  13. Delle inondazioni

  14. Del fondo del fiume e delle materie che i fiumi conducono seco

  15. Della temperatura dei fiumi

  16. Di alcuni fiumi grandi

IV. Dei laghi

  1. Determinazione dei laghi

  2. Divisione dei laghi

  3. Di alcuni fenomeni intorno ai laghi

  4. Di alcuni laghi notabilissimi

V. Degli abitatori dei laghi e dei fiumi

VI. Della densità e delle parti consistenti del centro della terra in generale

Capitolo III – Dell'atmosfera

I. Natura e qualità di essa

  1. Definizione di atmosfera

  2. Qualità dell'atmosfera

  3. Mezzi per iscoprire la compressione e la densità dell'aria

  4. Dei cangiamenti dello stato del baromentro

Della macchina pneumatica

Dell'altezza dell'atmosfera

Della macchina areostatica

Di alcune diversità dell'atmosfera

Delle specie dei Gas

Storia dell'atmosfera

14. Del fondo del fiume, e delle materie che i fiumi conducono seco

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Il letto è spesso dirupato, ordinariamente però di terra vegetabile o di sabbia. Quasi tuttʼi fiumi discendenti da montagne ricche di miniere hanno della polvere dʼoro, benché spesso in pochissima quantià; presso molti fiumi si sono stabilite delle macchine per lavorarlo. Il Pactolo Lidico ed il Tigres erano perciò molto rinomati presso gli Antichi. Sulla costa dʼoro della Guinea si raccoglie la polvere dʼoro daʼ ruscelli, particolarmente dopo la pioggia. Il Gambia ne dà annualmente sino a 400 once. Tutti fiumi dellʼAmerica meridionale conducono

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seco della polvere dʼoro; poiché le montagne, onde discendono, sono meno esaurite che le europee. Ciò non ostante vi sono molti fiumi nellʼ Europa che couducono oro, come in Portogallo, e nella Spagna presso il Tago, in Francia presso il Rodano, la Garonna, il Doux, Cege e Gardon in Savennes, presso lʼAriege ed il Salat, nascente sui Pirenei, e presso i piccoli ruscelli Ferrits e Benaques, vicino a Pamiers. Nella Svizzera se ne trova nella sabbia dellʼAar, e nellʼItalia nel Po. Lungo il Reno si cava lʼoro in diversi siti, come nel Badese, neʼ villaggi di Knielingen, Eckenstein, Schreck e Liukenheind(1). Dal 1755 sino al 1766 si fornirono alla Camera del governo 3546 carati (a 56 grani farmaceutici lʼuno). Dal 1767 sino al 1771 però 2177 carati, 21 grani ed un quarto. Nel 1759 solo si cavarono 461 carati e 14 grani, e nel 1770 montò il guadagno a 600 carati, 54 grani; 420 carati importano 6 marche rozze, contando lʼoro del Reno a 22 carati 7 11/72 marche fine. Calcolando

(1)  Schlettwein archiv. tom. 3 p. 321.

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ora la marca fina a 340 fiorini, importano 1759 fiorini in oro. Sino del 1770 si pagano ai lavoranti due scudi per carato, in conseguenza guadagnano essi 737 scudi per 420 carati, ed il governo ne ha 400 di guadagno netto. I ducati che caricano portano il soprascritto ex sabulis Rheni. Nel Palatinato si cava lʼoro presso Gemersheim e Selz(1). Anche lʼEder nellʼAsia ha dellʼoro, e se ne estrae presso Niedermettich(2). Così la Mulde dello Schnelberg, ed alcuni altri fiumi che vengono dallʼErzgebirge; la Schwarze nella contea di Schwarzburg; la Saale presso Halle, il Bober, lʼIser, il Galdbach ed altri fiumi della Slesia; lʼElba presso Torgau, Dresda, Pirna, e nella Boemia; il Danubio presso Ratisbona, e nella Moldavia e Wallachia ec.: anche il Fekate Keres ed il Fejee Keres (Niger ed Albus Chrysius) conducono seco

(1)   Busching Erdbeschreibung, ediz. 3. tom. 3 p. 973, 989, 990.

(2)   Engelhardt Erdbeschreibung der Hessischen Lande tom. 1, Cassel 1778. Ancora nel 1775 si coniarono nellʼAsia deʼ ducati collʼiscrizione: sic fulgent litora Adranae aurifluse.

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dellʼoro, e nel contado di Sarand in Ungheria se ne cerca nella loro sabbia. LʼAranyoesch è il Pactolo(1) della Transilvania. La sabbia cavata neʼ fiumi vien gettata sopra delle pelli di montone, versandovi sopra dellʼacqua per lavar appoco appoco la sabbia; lʼoro, come la parte più greve, penetra sempre più nella lana, indi si lasciano asciugare le pelli per batterle, e far cadere lʼoro sopra delle tele estese. Questo modo di lavare ha forse dato occasione alla favola del vello dʼoro (golden Vlies)(2). Il Phalis conduce ancora dellʼoro; certamente sarà stato più abbondante per lo passato: e benché i tesori della Colchide derivassero piuttosto dal commercio, e particolarmente da quello delle Indie, ciò nonostante i viaggiatori lʼavranno forse considerato come la sorgente della ricchezza di questo paese. Nella sabbia

(1) Dicesi che occupi 900 famiglie di Zingari, che vi lavano lʼoro. La quantità totale dellʼoro che annualmente si guadagna daʼ fiumi della Transilvania, è calcolata a 7 quintali e più.

(2)  Vlies è una parola antica celtica, ed è ancora in inglese e tedesco chiamata fell. Probabilmente ne deriva la parola vellus deʼ latini, o almeno si è famigliarizzata.

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dellʼArabia si trovano granelli dʼoro ora più grandi ed ora più piccoli: probabilmente se ne trovavano di più per lʼaddietro. Tuttʼi fiumi che conducono dellʼoro nascono sulle montagne che hanno deʼ filoni dʼ oro; sia che sieno di poca importanza, onde non convenga lavorarli, o che giacciano troppo profondi, oppure che siano già esauriti. Lʼacqua correndo velocemente in principio, conduce seco le particelle, e le spinge sempre più innanzi: e siccome lʼoro non irrugginisce, e non è intaccato dallʼacqua, così è ben conservato neʼ fiumi, fintantoché gli uomini lo trovano; molto nʼè condotto nel mare, e perciò se ne trova nella sabbia di tuttʼi deserti, o in tutti queʼ paesi che una volta furono fondo di mare, come lʼoro dellʼArabia. Alcuni fiumi, come lʼIser, conducono anche del Titanium: ma nessuno del ferro, poiché lʼacqua lo scioglie.

Alcuni fiumi, passando sopra strati di sale o sorgenti di sale, sono salati. Altri contengono molta calce disciolta, e depongono una quantità di tufo, come la Kerka, che ne ha guernito interamente la piccola isola di Batardol. In questa materia si trovano deʼ bellissimi impronti di piante. Il tufo è utilissimo

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per la costruzione di fabbriche, poiché si può digrossarlo facilmente, e resiste molto allʼimpressione dellʼaria. Il ruscello superiore, corrente di montagna, il quale dopo un corso breve si unisce colla Kerka, giace 100 piedi più alto di questa; ma si è turato lo sbocco in modo, da non potere scorrere che quando è molto riempito, ed il margine sopra il quale passa è interamente di tufo. Lʼerba lunga ed il muschio vi sono incrostati. Queste petrificazioni inclinano una contro lʼaltra, e formano diverse grotte, ove non penetra il sole(1). Anche il Velino depone molta calce(2). Il Fiuto che nasce nella Sierra Morena, e sbocca nel mediterraneo, indurisce la sabbia, e petrifica tutti gli oggetti che cadono in esso; cascandovi una pietra sopra lʼaltra, si attaccano col tempo, ed ove giunge lʼacqua di questo fiume, guasta le piante e le radici; il colore dellʼacqua è giallo come il topaz[i]o. Altri fiumi hanno unʼacqua bianchiccia, come

(1)  Ved. il viaggio di Fortis in Dalmazia tom. I., pag 163, e Beitraege zur physik. Erdbeschreib. tom. 5 pag. 51.

(2)   Busching Erdbeschreibung tom. 2.

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il Rodano: altri un colore verdagnolo, o giallo argilloso. Il Blau presso Blaubeuern nella Svevia ha un colore azzurrognolo; esso nasce dal Blautopf (pentola turchina) piccolo seno di 30 passi tra dellʼalpi elevate: è largo in alto, e si ristringe abbasso. Nel mezzo, ovʼ è profondo 36 piedi e mezzo, è azzurrino, e sul margine, ove traspariscono le pietre coperte di muschio e lʼerba, è verdognolo. Sin dove giunge il colore turchino sembra star fermo; ma vi è un vortice invisibile, di modo che le oche o le anitre giungendovi, sono rovesciate e tirate a fondo. Lʼacqua è tepida, ed anche nellʼinverno conserva un poco di calore. Riempiendosi questo seno di neve o di acqua piovana, diventa inquieto, e si alza gorgogliando. Il Blau conserva il suo colore fin dove sbocca nel Danubio, e sembra voler tingere anche questo. Versando lʼacqua di questo fiume in un bicchiere, svanisce il colore. I canali della città ricevono lʼacqua dal Blautopf(1).

Alcuni fiumi hanno unʼacqua più greve

(1)   Fabri, Geographie fuer alle Staende, tom. I. vol. 2 p. 207 ec.

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che gli altri; ciò accade quasi sempre neʼ piccoli che sboccano neʼ grandi. Le barche del Necker, del Meno e della Mosa, venendo sul Reno, si approfondano di più; a motivo che i piccoli fiumi correndo rapidamente, non possono deporre le parti eterogenee che conducono seco. LʼArva entrando nel Rodano, spinge lʼacqua di questa alla sponda opposta, e sembra che il Rodano fugga lʼunione dellʼArva. Si vede per una gran distanza lʼacqua bianchicca e limpida del Rodano, e lʼacqua torbida e bigia dellʼArva correre separatamente nel medesimo letto.

Ordinariamente, e per lo stesso motivo, è più oscura e più torbida lʼacqua deʼ piccoli fiumi, e più chiara e limpida quella deʼ grandi. Si distingue benissimo il ghiaccio oscuro del fiume Bug da quello della Vistola; e gli abitanti della Vistola presso Thorn, vedendo passare il ghiaccio oscuro, giudicano sul passaggio libero del Bug. 

Le acque deʼ fiumi hanno diverse qualità. La maggior quantità ha unʼacqua buonissima per cuocere e per lavare; altre sono meno servibili. Lʼacqua dellʼEbro in Ispagna è stata trovata particolarmente eccellente

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per cuocere e per lavare, e ne trasportano molto lontano un numero considerabile di tonnellate. Esso nasce da due sorgenti nelle montagne di Santilland in Castilla Veja, su i confini dellʼAsturia. Questo fiume riceve più di 30 fiumetti o ruscelli; corre assai rapido, ed a motivo del suo letto dirupato è solamente navigabile nella breve distanza tra Tudela e Tortosa, e corre velocemente nel mediterraneo.

Lʼacqua del Tamigi si conserva nelle botti più di ogni altra, ed essendosi putrefatta, si netta da sé stessa; appena si sono deposti i grandi vermi e la fanghiglia, lʼacqua diventa limpida e potabile. La putrefazione è il miglior mezzo di dissoluzione, e scompone alcune materie meglio che il fuoco; essa sola avrebbe dovuto insegnarci, che lʼacqua non è così semplice, come sinʼora si è creduto. Separandosi lʼaria dal fluido, allora si precipitano le diverse materie, poiché lʼaria è verosimilmente il mezzo per conservare in tuttʼi fluidi lo spiritum rectorem. Quindi Hales propose di conservare i vini contro la putrefazione, affumicandoli con vapori di zolfo, che nellʼacido di vitriuolo inghiottisce moltʼaria; ciò insegna

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perché lʼacqua del Tamigi si conserva per tanto tempo, mentre in Inghilterra il suolo è pieno di carbon fossile, che contiene una quantità di zolfo; lʼacqua ne discioglie molto, e resiste così maggiormente alla sua decomposizione. I carboni fossili ed il vapore di zolfo sono la cagione che in Inghilterra i prati sono più verdi che altrove. 

Lʼacqua della Newa purga sinché uno sia avvezzato a berla, ed a quella del Nilo attribuiscono i nostri buoni Antichi la maggior fecondità delle donne egiziane(1).

(1) Plin. VII. v. in IX, 58. Forse vi contribuirono molto la costruzione fisica ed il modo di vivere.

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