Sezione seconda
Movimento dell'atmosfera
Sezione terza
Meteore
Sezione quarta
Della temperatura e della relazione di essa colla natura e situazione de' vari luoghi
Parte II
I. Comportamento de' corpi organici
II. Le piante
III. Il regno animale
I. L'uomo
II. Degli animali somiglianti all'uomo
III. Degli altri animali mammoferi
IV. Degli uccelli
V. Degli anfibi
VI. De' pesci
VII. Degli insetti
VIII. De' vermi
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Osserviamo la direzione de’ venti dal cammino delle nubi e del fumo, e dal movimento degli alberi e delle foglie, della polvere e d’altri corpi leggeri, che cacciano innanzi a sé. Per osservarli con maggior sicurezza e facilità si sono collocate sulle torri delle banderuole, che dal vento vengono poste in modo tale, da lasciar passare liberamente la corrente di esso su d’ambedue i lati. Non essendo la banderuola posta lungo la direzione della corrente dell’aria, vi opporrebbe
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un ostacolo, ed in conseguenza sarebbe strascinata via dalla corrente. Mediante questo segno conosciamo la direzione dell’aria, purché sia posto bene in alto, e non si opponghino circostanze secondarie, poiché nelle gole delle montagne, o nelle strade anguste circondate da fabbriche più elevate, cangiasi l’andamento naturale dell’aria, non altrimenti che la corrente d’un fiume, che passa in mezzo alle rocce; facendo poi prolungare la stanga di tal banderuola sino dentro la stanza, ed in mezzo ad un circolo, ove si applica un indice, possiamo fare le osservazioni con maggior sicurezza, precisione e facilità.
Su questo circolo, la di cui circonferenza rappresenta l’orizzonte, i 32 raggi posti in distanza eguale indicano altrettante regioni di questo orizzonte. Ciascun osservatore può figurarsi l’orizzonte come circolo in cui si trova collocato. Il diametro sarà il meridiano, o almeno dev’esservi posto; uno de’ punti che tocca la circonferenza sarà diretto al sud, l’altro al nord; un altro diametro che taglia il primo sotto un angolo di 90°, indicherà da una parte l’est e dall’altra l’ovest. Indi si dividono i quarti del circolo in due parti eguali, nominando
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i punti, distanti 45° da primi diametri, secondo le due regioni fra le quali si pongono, sud est, sud ovest, nord ovest e nord est. Quattro nuovi diametri dividono gli ultimi in guisa, che ciascuno importa 22 gradi e mezzo. I nuovi punti ricevuti si nominano secondo gli ultimi punti de’ mezzi quarti, come Est Sud Est (E. S. E.), Sud Sud Est (S. S. E.), Sud Sud Ovest (S. S. O.), Ovest Sud Ovest (O. S. O.), Ovest Nord Ovest (O. N. O.), Nord Nord Ovest (N. N. 0.), Nord Nord Est (N. N. E.), Est Nord Est (E. N. E.). Queste parti sedicesime si dividono con altri raggi nuovi in 32, ciascuna di 11 gradi ed un quarto, e si nominano secondo i quarti delle ottave parti che dividono, cioè Est tre quarti Sud-Est (E. tre quarti S. E.), Sud Est tre quarti Est ( S. E tre quarti E), ecc.
Queste sono le 32 direzioni de’ venti. La sopraccennata denominazione fu inventata da’ marinai de’ Paesi bassi; e benché l’orizzonte sia molto esteso, laonde in ciascuna direzione di esso possa nascere una corrente di aria, loché avrebbe potuto occasionare una denominazione di 64 anzi di 128
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e 256 venti; non di meno c’insegna l’esperienza , che le cause le quali promuovono la corrente di aria non agiscono in limiti sì ristretti, e producono delle correnti larghe 11° e più. Quindi è che quasi tutte le nazioni, ed anche gli Italiani, si sono contentati di questa divisione, e l’hanno adottata.
I primi Greci, per esempio, i cantori d’Omero si contentarono di 4 venti. Strabone nel primo libro di Geografia(1) ne conta sei. Altri divisero ciascuna delle quattro direzioni principali in tre parti eguali, e ne ricevettero 12(2). Altri ancora divisero ciascuna di 12 in due, e ne contarono 24. La maggior parte però divise i quattro venti principali in due parti eguali, e ne ricevette in conseguenza 8. Andronico Cirreste eresse in Atene una colonna ottangolare, ornando ciascun lato col segno e col nome del vento contro il quale fu posto(3).
(1) Edit. Casaub. 2 da Lut. Paris 1620 fol. p. 29. A. B., per esempio Seneca secondo Varrone ricerche fisiche V. 16. Plin. hist. nat. II., 47.
(2) Vitruv. lib. I. c. 6.
(3) Bac. Verulam. historia venter. Opp. ed Francf.
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Le banderuole, se hanno da essere di qualche utilità per l’osservatore, devono non solamente muoversi facilmente in tutte le direzioni, ma pure inclinarsi: e poiché il vento passa rarissime volte, o non mai in direzione paralella all’orizzonte, meno discende sopra di esso verticalmente, essendo anche stato cagionato dal freddo superiore che si precipita già. Esso inclinasi piuttosto verso l’orizzonte sotto un angolo maggiore o minore, per cui cagiona delle profondità nelle acque basse e stagnanti, e le costringe mediante un urto obliquo a formarsi in onde. Esso, quand’è continuo e veemente, spezza ed agita l’oceano terribilmente, innalzandovi de’ monti di acqua che sembrano salire sino alle nubi.