Sezione seconda
Movimento dell'atmosfera
Sezione terza
Meteore
Sezione quarta
Della temperatura e della relazione di essa colla natura e situazione de' vari luoghi
Parte II
I. Comportamento de' corpi organici
II. Le piante
III. Il regno animale
I. L'uomo
II. Degli animali somiglianti all'uomo
III. Degli altri animali mammoferi
IV. Degli uccelli
V. Degli anfibi
VI. De' pesci
VII. Degli insetti
VIII. De' vermi
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I monumenti per la storia della terra, ed i cangiamenti vari di essa, oppure i documenti di una serie incalcolabile di secoli passati, che portano il carattere dellʼantico stato del mondo trovansi nel seno della terra stessa, nella forma e nella materia di essa. Prima nella forma(1). Essa ha preso la figura di un fluido che gira intorno al proprio asse, ove tutte le particelle per la forza centrale tendono verso il centro. Quindi Newion calcolò la sua vera figura, prima che fosse conosciuta, mediante le misure
(1) Geograf. fis. Vol. I.
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pratiche. La terra dunque fu dapprima una massa fluida e bollente, forse come i boli(1).
Secondo nelle montagne(2). Sembra che anche il granito sia stato una volta fluido. Forse si è formato allora quando si gelò subitaneamente il primo fluido al di sopra, e formò la prima crosta, dopo essersi precipitato, formando così probabilmente lo scheletro della terra. La massa ancora caldissima sotto di esso proruppe durante il precipizio, e cangiata per la prima separazione, produsse una nuova dissoluzione che si pose sul granito. Vi nacquero i monti schistosi stratificati. Questi strati appoggiati sopra i monti primitivi non sono più nel loro stato primitivo, essi sono spezzati e spaccati, ed hanno spesso una direzione inclinata e precipitata, e sembrano tavole perpendicolari, che una volta devono essere state in posizione orizzontale. Essi dunque hanno sofferto delle rivoluzioni
(1) Geografia fisica Volume VI, nel capitolo delle meteore.
(2) Geografia fisica, Volume IV. Connessione delle montagne, loro costruzione, e figura esterna di esse. Della specie delle montagne.
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violente, e ciò tardissimo, dopo cioè la loro formazione(1). Le caverne e le fessure non sono vuote, ma riempite di minerali di natura diversa e di metalli(2), e ciò è la terza rivoluzione. Tutte e tre sono accadute quando la terra era ancora riscaldata a segno che nulla vi poteva vegetare. Inutilmente si cercano i minimi indizi di questa semplicissima organizzazione, per esempio, una petrificazione che portasse il segno dʼun muschio, o dʼun vermicciuolo qualunque.
Deve essere sopraggiunta ancora una quarta rivoluzione grandissima, la quale ha trasportato strati lunghi di lavagna nelle montagne di granito(3), neʼ quali non troviamo altro che specie di felce e canna, che sembrano essere i vegetabili più antichi. Oppure sarebbe questo rovescio la conseguenza della terza rivoluzione, cioè di quella che produsse i metalli?
Immediatamente dopo questa rivoluzione
(1) Geografia fisica Vol. 4.
(2) Ibidem. Ved. anche Werner neue Theorie von der Entschung der Gange. Friburg 1791, 8.
(3) Geogr. fis. Vol. IV.
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devono essere state prodotte le creature marittime, particolarmente i testacei, i crostacei, i coralli e le piante; poiché nella terza specie di montagne formatasi più tardi e più lentamente per mezzo della deposizione, e particolarmente neʼ filoni di esse, che sono più piani, e quasi a guisa di onde, tutto è riempiuto di corpi calcinati, petrificati, metallizzati, e di avanzi resinosi di corpi organici(1), che con una parola si chiamano petrificazioni.
Queste petrificazioni sono ora il terzo documento importante dello stato originario della terra, esse ci fanno sospettare un quarto rivolgimento spaventevole del mondo più organizzato.
Fra le petrificazioni della data più recente,
(1) Il discorso del consigliere Blumenbach da lui tenuto addì 14 Novembre 1802 in occasione del giubileo celebrato dalla Società reale delle Scienze. Specimen Archaeologiae telluris terram inque in primis Hanovoranarum, contiene un saggio dʼillustrare, mediante un nuovo aspetto corrispondente, e lʼuso deʼ fossili e delle petrificazione, la storia più antica del nostro pianeta. Di quel discorso ne abbiamo dato un saggio nella presente sezione.
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nate, sino dallʼultima catastrofe della nostra terra, da rivoluzioni particolari e locali conta Blumenbach tutte quelle il di cui prototipo sussiste ancora al presente, e particolarmente quelle che appartengono alla regione ove si trovano, per esempio, gli avanzi del regno animale, e le parti vegetabili, come nelle cave del Dysodes fossilis vicino a Oeningen, presso il lago di Costanza. Tutto ciò che ivi si scopre ritrovasi ancora nello stato originario di quella regione. Anche queʼ fossili, deʼ quali il prototipo appartiene ancora probabilissimamente alla presente creazione, benché non sussistano più nello stato naturale in quella regione ove si trovano, e che dopo la morte furono ivi condotti da distanze non molto rimote mediante le correnti, provengono egualmente dallʼultima catastrofe, per esempio le brecce di ossa in molte rocce litorali del mare Mediterraneo ed Adriatico, delle quali Blumenbach possiede una quantità provenutagli da Gibilterra, da Cerigo, e dalla Dalmazia. Le parli che fra questi avanzi frantumati si riconoscono ancora, per esempio i denti, sono avanzi di animali che vivono presentemente in quel clima, o vi hanno vissuti in queʼ tempi sino
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ai quali giunge la storia, per esempio, gli antichi leoni nellʼEtolia, nella Frigia ec., di modo che tutto il fenomeno spiegasi benissimo mediante lʼeruzione del mare Caspio, e del mar Nero nel Mediterraneo; e questa tradizione antica, mediante le più esatte ricerche moderne intorno al locale, è stata confermata con somma autenticità. Non ostante è da maravigliarsi che fra questi fossili non si ritrovino ossa umane.
Una seconda sezione, come documento di una rivoluzione più antica, sarebbero le petrificazioni degli elefanti, rinoceronti, ed altri avanzi delle nostre regioni, deʼ quali gli originali vivono attualmente fra i tropici. Anche il chiarissimo Blumenbach si è da molto tempo convinto che questi animali mostruosi siano stati nativi presso di noi, e sostiene questa opinione citando gli scheletri della specie enorme di orsi trovati negli antri dellʼHarz sul Fichtelberg, e ad Altenstein vicino alla Selva Nera. Da tuttʼi dati rilevasi che questi orsi siano entrati vivi in questi antri, ed ivi periti. In questi stessi antri però si scoprono anche vari denti ed ossa di lioni, e di altre fiere della specie della iena, che vivono sotto la zona torrida. Quindi è che
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questa specie di orsi visse fra gli animali tropici, ove se ne rincontrano ancora vari al presente; e siccome questi orsi e lioni si ritrovano in una posizione che difficilmente avrebbero presa se lʼacqua li avesse ivi condotti dopo la morte, possiamo concludere che lo stesso deve aver avuto luogo anche cogli elefanti, coʼ rinoceronti, e con altri. Questa supposizione diventa ancora più verosimile quando riflettiamo che vari animali della medesima specie giacevano assieme, come i cinque avanzi di rinoceronti trovati sullʼHarz, e descritti da Lollmann, ed i due scheletri completi presso Tonnar, che furono scavati. Finalmente poi acquista la nostra asserzione maggior evidenza per gli avanzi di altri animali tropici trovati in certi ammassi di calce, come quelli del calcareus fossilis presso Pappenheim, ove fra molti di questi animali tropici si ravvisano altri ancora; particolarmente una specie di Monoculo delle Molucche, e le ossa brachiali ancora legate di una grande specie di nottola, particolarmente nativa della Nuova Olanda; le quali, unite ai piccoli e teneri nidi indiani, sono conservatissime, per cui non possiamo spiegare come dallʼemisfero meridionale
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siano giunte fin qui per mezzo dellʼacqua, senza essersi guastate. Dunque quegli elefanti, rinoceronti, lioni, ed altri animali della specie della iena, come anche i monocoli, le stelle marine ec., devono essere stati nativi della nostra regione, sintanto che accadde un cangiamento totale del clima, distruggendo la generazione di essi, come pure diversi altri, dei quali non ne troviamo più i simili nella creazione attuale, ed ancora meno un qualche originale specifico. A questa rivoluzione, che sembra climatica, precedette unʼaltra assai più violenta, per cui la superficie della terra stessa sofferse fortissimi rivolgimenti in guisa, che il fondo marittimo del mondo antico ritrovasi colle conchiglie sulle sommità delle alpi, mentre che le piante terrestri giacciono sepolte sotto il fondo del mare. Queste catastrofi distruggenti sono per se stesse numerose, e sono accadute in vari tempi; ma non possiamo fissarne una precisa suddivisione cronologica deʼ successivi periodi in cui accadero, come neppure indicarne la cagione che le produssero.
Fra le petrificazioni adunque contiamo quegli animali e quelle piante, che nella catastrofe
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della terra perirono, ed il di cui corpo o le parti separate non si corruppero, ma sʼindurirono penetrate da materie sassose, metalliche o resinose.
La prima cosa da notarsi intorno ad essi sono gli strati ove si trovano. Tanto lʼaltezza di essi sopra il livello del mare, quanto la profondità in cui giacciono dentro le miniere, ed ove si trovano le petrificazioni o corpi stranieri, dimostrano la rivoluzione violenta che ha sofferto il nostro globo. Anche sulle alte Cordigliere, ove Bouguer e de la Condamine, malgrado ogni diligenza, non trovarono alcuna petrificazione, ma strati di sabbia nera, pomici, e masse vulcaniche, trovò Gentil nel 1761 nel Perù, allʼaltezza di 13500 piedi sul livello del mare, varie conchiglie petrificate. La montagna sotto il 13° 14ʼ di latitudine meridionale, ne conteneva uno strato considerabile, e ʼl mercurio vi stava a 17 pollici ed un quarto di linea. Ulloa e Dombey trovarono vari echini petrificati, madrepore e conchiglie dure e ben conservate sulle Cordigliere nel Perù allʼaltezza di 15000 piedi, ovvero 2500 tese parigine sopra il livello del mare. Tutti gli ammassi di creta, di calce, e delle specie di marmo
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sono pieni di crostacei petrificati, di modo che possiamo perdonare ai naturalisti se pretendono che la calce, anche la semplice, sia composta di crostacei(1). Le sommità delle Alpi calcari sono totalmente composte di conchiglie, come lo provano le osservazioni di moltissimi viaggiatori. De Luc ha quivi scoperto allʼaltezza di 8000 piedi parigini, ed in vari monti e specie di rocce moltissime specie di conchiglie assai diverse fra loro(2). Sino allʼaltezza di 7800 piedi si trovano dappertutto specie infinite di animali marittimi, e di piante, e Humboldt trovò sulla pianura di Santa Fè, allʼaltezza di 1350 tese, denti di elefante(3); ed anche la Svizzera ha molte singolarità di questo genere. La parte superiore del monte Pilato è interamente composto di conchiglie, che tanto su questo monte, quanto sopra gli altri di quel paese giacciono sì regolarmente, come se fossero ancora nel mare, e ciascuna
(1) Geografia fis. Vol. IV.
(2) De Luc, Lettere fisiche e morali lett. 8.
(3) Ved. Annali del museo nazionale di Storia Naturale quint. 8, pag. 150.
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specie separatamente; nelle due aperture però delle montagne che circondano la Svizzera presso Ginevra e Brugg, si trovano tutte le specie di conchiglie mischiate fra di loro. La Svizzera dunque sarà stata sottʼacqua di modo che le conchiglie poterono vivere quivi in famiglie come presentemente vivono nel mare, sino a tanto che furono trascinate via dalla forza delle correnti, che proruppero esse in mezzo ai monti, per cui le conchiglie si sconvolsero, e si mischiarono le specie. Gli Appennini sono quasi la sede principale delle petrificazioni. I monti di creta in Inghilterra e nella Francia, come quelli di calce della Gotia occidentale sono unicamente composti di vermi marittimi. I monti che circondano il mare Caspio sono composti di sabbia e di lumache, e lo stesso possiamo dire quasi di tuttʼi monti della Persia. Figueroa(1) trovò sopra le più alte montagne di Ormus delle lumache marittime, e delle conchiglie incarcerate nella
(1) Ambasciatore Spagnuolo, inviato al re di Persia, Schach Attas, ved. Leibnitz, Protogaea §, 23. pag. 80.
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pietra dura, come dentro un guscio, e confessò con ammirazione che quivi siano tracce di mare. Sul monte Sinai, e sopra i monti della Palestina, della Siria, delle Indie Orientali, della China e della Siberia si trovano petrificazioni.
Dʼaltronde si sono trovate anche conchiglie nelle maggiori profondità, ove sinora lʼuomo ha potuto discendere. Nelle più profonde miniere di sale presso Bochnia e Wieliczka, come in tutte quelle di carbon fossile nelle miniere della Norvegia, dellʼInghilterra, della Germania ec., si è osservato che una specie di petrificazioni giace più profonda dellʼaltra. I gusci impietriti si trovano ordinariamente nella pietra calcare ed arenaria, poco sotto la superficie; forse si conservarono essi molto tempo nellʼacqua senza affondarsi. I pesci giacciono più profondamente, e per lo più sono impressi nella lavagna. Gli avanzi degli animali terrestri sono ancora più profondi; forse perirono presto nelle onde ed andarono a fondo. Gli alberi ed i legni impietriti sono profondissimi, mentre furono rovesciati dalle prime correnti, e coperti ben presto di sabbia, di terra e di pietre: spesso si
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trovano essi a strati coerenti e distesi, quasi come intere selve sotterranee(1). I fiori e le erbe, sono più profonde di tutte quelle che sinora abbiamo accennate, poiché furono subito rovesciate e coperte. Lehmann le trovò alla profondità di 1440 piedi(2), e presso Whitehaven in Cumberland si scavano alla profondità di 2000 piedi, e più ancora varie impressioni di felci e dʼaltri vegetabili deʼ boschi.
Del resto, quasi tutta lʼintera superficie del globo è riempita di petrificazioni, e difficilmente si scoprirà un paese, il di cui aspetto non indichi di essere sortito dal seno di Tetide.
In Portogallo, e particolarmente intorno a Lisbona sopra i monti di Santa Caterina, Monil e Montago, si trovano petrificazioni in quantità. La Spagna ne fornisce in molti luoghi, per esempio, nei Pirenei, sopra i monti Ronzevall, nella vicinanza di Molina, e sullʼisola di
(1) Henkelii, flora Saturnizars p. 110.
(2) Geschichte der floezgebirge pag. 66. e physical chymische scriften dellʼautore pag. 259.
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Minorca(1). La Francia, chʼè più conosciuta e chʼè stata più esattamente esaminata, ne è ripiena come la Germania. Negli antri intorno a Parigi(2), e presso Marly la Ville, alla profondità di 70 piedi, si trovano lumache in quantità, come anche nella Piccardia presso Albert(3), nella Champagne presso Sedan, presso Langres; e particolarmente presso Rheims, e ove lo strato di lumache si estende per molte miglia. Presso la Certosa nel Delfinato giace un letto di marmo ripieno di lumache alla profondità di 200 tese sotto le pietre
(1) Torrubia nella sua Storia Naturale della Spagna. Armstrong nella descrizione dellʼisola di Minorca.
(2) Baeck descrizione dei cavi di argilla intorno a Parigi. Ved. trattat. Svedes. tom. 7. pag. 291. Vedi particolarmente gli Annali del Museo Nazionale di Storia Naturale, quint. 4. pag. 193-205, quest. 5. pag. 250 ec. quint. 6, pag. 307-311, quint. 7, pag. 51-58, quint. 8 pag. 138, quint. 9 pag. 185, quint. 10 pag. 274, quint. 11 pag. 334, ove il trattato di La Mark sparge deʼ lumi sopra i fossili sussistenti neʼ contorni di Parigi, e sopra la presente materia.
(3) Melanges dʼhistoire naturelle de M. Alleon du Lac, tom. I. pag. 171, 187.
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più dure. Bauvais, la Linguadocca e la Provenza(1), e la Touraine ne sono particolarmente riempiute. «Reca stupore, dice Reaumur(2), vedendo sepolto sotto terra una massa di 130,000,680 tese cubiche, composta di conchiglie di mare, senza essere frammista di sabbia, di terra o di pietre. Finora si sono scoperte tante conchiglie assieme, quanto appunto in questo luogo. La massa è 36 leghe distante dal mare. I paesani le scavano, e se ne servono in luogo della marga per ingrassare i campi, che senza ciò sarebbero infruttiferi. Il terreno che racchiude queste conchiglie in ogni parte ove si scava, ha una superficie di 9 leghe quadrate. Non si scava mai più profondo di 20 piedi, poiché è più comodo al paesano di fare fossi, che di continuare il lavoro nella profondità. Siccome nella profondità di 20 piedi non si è ancora giunto alla fine di
(1) De Sauvages, mémoires pour lʼhistoire naturelle de la province de Languedoc, à Paris 1737, page 561. Mémoire cont. des observ. de lithologie pour servir à lʼhistoire naturelle d. L. Mém. de lʼAcad. à Paris 1746. p. 1075, 1747.
(2) Mém. de lʼAcad. Paris 1710.
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questo letto di conchiglie, potrebbe darsi che discenda ancora più profondo, per cui il calcolo sopraccennato del contenuto cubico sarebbe troppo piccolo, mentre la profondità è stata stimata a 18 piedi e il contenuto dʼuna lega solamente a 2200 tese quadrate; e forse ci avvicinaressimo più alla verità, se prendessimo il doppio di quella massa».
Le alture intorno a Gheldria neʼ Paesi bassi, le cave di marmo nella Fiandra, le pianure di Zütphen, lʼOlanda ec., sono piene di avanzi di mare. Presso Amsterdam, alla profondità di 100 piedi e più, si è trovato uno strato di conchiglie(1). Poco distante da S. Croix nel dominio dʼIverdun, si trova nelle rocce una quantità di punte di ricci di mare, ed altre specie di petrificazione. Lulof possedette lui stesso un dente di singolare grandezza, del peso di 13 once e 28 grani, il quale era stato scavato vicino a Zütphen, ed un altro dente di pesce di
(1) Varen, geogr. gen. cap. 7. prop. 7. Commelin Beschryvinge der stadt, Amsterdam fol. 153. Hartyoker beginseln der Naturkunde 3. Hoof §. 20.
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cane scavato, unito a molte conchiglie, e varie ossa grosse nel dominio di Borkulo appartenente a Zütphen, in distanza di 400 passi dal fiume Borkel, nella profondità di 9 piedi dentro uno strato di argilla nera ed alla di 6 piedi(1).
Nella Germania sarebbe più facile dʼindicare i siti ove non giacciono petrificazioni, che di nominare i luoghi che ne contengono abbondantemente, poiché il numero degli ultimi è grandissimo.
Nella Boemia, sul gran monte Donnerberg, e presso Praga, Egger ec. nella Silesia(2), nella Marca presso Berlino, Bernau, Potsdam, Koenigs Wusterhausen, Francoforte, Freyenwalde, Prenzlaw, Suckow, Erfurt, sullo Steiger, Havelberg(3),
(1) Introduzione alla cognizione fisica del globo, opera olandese §. 430, p. 386.
(2) Volkelt Nachrichten von den Schlesischen Mineralien und Oertern, wo deiselben gefunden werden Lips. 1775 pag. 88, pag. 66. 95. Volkmann, Silesia subterranea. Lips. 1720. 4., Schwenkfeld stirpium et fossilium Siles. e catalogus. Lipsiae 1600. 4.
(3) Brückmann de corallis petrefactis aliisque Havelbergae defectis in comerc. litt. Norimb. 1743, pag.
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Strauberg(1); nellʼintera Pomerania, nella bassa Sassonia(2), presso Lubecca(3); nel Magdeburghese presso Halle(4); nella Contea di Mansfeld(5), pel Kalenberghese presso Gottinga(6); nel Luneburghese(7), presso Herzberg(8), e ad Osterode, come generalmente sullʼHarz(9), presso Neustadt sulla
391. Müller von der versteinten Korallgewaechsen der Uckermark. Penzlow 1760. 4.
(1) Lesser Nachrichten von den unweit Strausberg entdeckten muschelmarmor.
(2) A Meble de Echinitis Wagricis epist. ad Wadwardun. Lub. 1718.
(3) Magaz. di Amburgo, Vol. 4, quint. 4. p. 531. ep. comment. de lapid. figur. agri littoris que Lubecensis. Lub. 1720. 4.
(4) Leph. Oryct. Hallensis. Halle 1730. 4. Schreberi lithogr. Halens. Halle 1758. 4.
(5) Jekusch versuch zur natur historie der Grafschaf-Mansfeld. Hofmanns Sendschreiben von der Mansfeldischen Kupferschiefern und den darauf befindlichen fischen. Alberti diss. de figuris variar. ref. in lapidibus et speciatim fossilibus comitatur Mansfeldici. Lips. 1675.
(6) Ritter Oryct. Golenberg.
(7) Reiske, comment. de glossopetris Lünehurgoensis.
(8) Hollmann in comment. Societ. Scientiar. Gottingens. Tom. 2. pag. 215-280.
(9) De fossilibus et nat. mirabilibus Osterod. Sonderahaus. 1734. 4.
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Leine in vicinanza di Annover, si trovano strati di una piccola specie di helix janthina di helix vortex, e di ostriche, ciascuna specie separata dallʼaltra. Nel Ducato di Brunswick vi sono particolarmente Ammoniti(1). Queste conchiglie e molte altre si trovano anche nel Vescovato di Hildesheim(2), nella Sassonia, presso Querfurt, Eisleben, Chemnitz(3), Freiburg, Dresda, e nel fondo di Plauen(4); presso Gera(5), Jena, Gotha, Burg Tonna ec(6); nellʼAssia sul Vogelsberg, presso Riegelsdorf, ed a Wallingerodes; nella
(1) Reiske de Cornubus Ammonis Brunsvicensibus et Gaudersheimensis in Eph. Acad. natur. cur. dee 2 an. 7, epist. 20.
(2) Lachmund. Oryct. Hildesheimensis 1669. 4.
(3) Frenzel Kurzer Bericht von den versteinerten Hoelzern um Chemnitz, Neue Versuche nutzlicher Sammlungen zur Natur. und Kunstgeschichte in Obersachsen, Vol. I. pag. 505-510.
(4) Hoffmanns Abhandlung vom Plauenschen Grunde bei, Dresden und den daselbest gefundenen versteinerten Sachen.
(5) Hoppe Beschreibung versteinter Cryphiten von Gera 1754. 4.
(6) Gotha Magaz. Vol. 3, quint. 4, pag. 2 seq. von Zach Monatt. Korrespond. 1800 gennaio.
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Franconia(1) presso gli antri di Gaulenreuter(2); nel Würtemberghese(3), ad Alzey nel Palatinato(4), presso Oeningen(5), Basilea(6), Buchsweiler(7); nella Carniola, ed in somma quasi dappertutto. Nella Prussia, quasi in ogni luogo ove si scava presso Koenigsberg(8), Angerburg(9); Danzica, Elbing, Marienburg ec.
Neʼ fossi di argilla, e neʼ monti di sabbia, nel circondario di Thorn si trovano conchiglie impietrite, velemniti, e helicesjanthinae. Alloraquando nel 1803 si pose il fondo per un nuovo magazzino di sale in un
(1) Burrucueri Oryct. Burgraviatus Nurici superioris. Bayr 1764. 4.
(2) Geogr. fis. Vol. 4. Rosenmüller Beitraege zur Geschichte fossiler Knochen.
(3) Hiemers Caput Medusae delectum in agro Wurtembergico.
(4) Gayer de glossopetris Alzeyensibus Franc. 1687.
(5) Magaz. di Gotha vol. 5, quint. 1, pag. 19 ec.
(6) DʼAmmone de Balanis fossilibus praesertim agri Basiculis in Act. Helv. phys. math. ec. vol. 2.
(7) Binningeri Oryct. agri Buxovillam viciniae. Argent. 1762. 4.
(8) Rappolt de colitho Regiomontano.
(9) Helwing lithographia Angerburgensis.
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sito, ove sino da alcuni secoli era stato un trinceramento, si trovarono molti frammenti di parti animali trasformati in pietra calcare ma era difficile di scoprire a qual animale appartenessero. Scavando nella città un antico fondamento di 500 anni, fu trovata una gran testa di elefante frammezzo agli altri sassi che servirono di base(1). Questa massa di pietra calcare densissima, pesante 39 libbre e mezza, era la parte superiore della testa del detto animale. La forza che lo fece perire operò particolarmente sulla parte sinistra del cranio, chʼè compresso al di dentro sopra lʼocchio sinistro, e lʼosso temporale è rotto, ed in parte saltato fuori. Il cervello è sortito dallʼorbita dellʼocchio, e giace davanti ad essa insieme allʼocchio, chʼè nero, ed ha la forma di una gran prugna ungarese. Il cervello sortito è più poroso e morbido, nerastro al di fuori, e bruno al di dentro. Alcune selci vi sono fortemente incastrate, e la figura di esso sembra
(1) LʼIspettore del sale trovò questo pezzo, e dopo averlo fatto nettare dalla calce, ne fece un dono allʼeditore della geografia fisica.
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una pasta inegualmente lavorata. Nel centro scopresi una massa rossissima che forse sarà sangue. Il naso è compresso, piatto verso il lato sinistro, e la proboscide si è storta sul fianco. La narice destra, avendo ancora la forma naturale, è libera e piena di cervello. Lʼorbita destra è pura e conservata, e lʼocchio vʼè nella sua posizione naturale. La punta dellʼovale è voltata in fuori. Ancora vi si riconoscono tutti i ligamenti, e tutti i muscoli, come il forame ove passa il nervo ottico dallʼorbita verso lʼinterno del cervello. Sul fronte, sopra lʼorbita destra vedesi chiaramente il colore turchiniccio della pelle colle profondità e cicatrici. Sulla punta della proboscide si ravvisano particolarmente piccole punte nerastre. La proboscide stessa, le zanne, e tutto ciò che avrebbe resa questa testa più rimarcabile, è stato probabilmente spezzato dal muratore, che costruiva questo fondamento.
In Inghilterra giacciono le petrificazioni per lo più negli strati di creta, nelle miniere di carbon fossile, e sulle rive deʼ fiumi. Sullʼisola di Sheppy, nella contea di Kent, si vedono alcune colline totalmente ripiene
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di petrificazioni del regno animale(1). Nella Scozia nʼè riempiuta la regione di Edimburgo, e di Galloway, e nellʼIrlanda il lago Loug-Neagh. Nella Danimarca trovansi Pettiniti, Trachiliti, Echiniti, ed i pugnoli di essi scopronsi presso Amack e Saalholea, negli strati di creta di mens e stevensklint(2). La Norvegia, e lʼIslanda abbondano particolarmente di petrificazioni. Presso Steinesund, alcune miglia al nord da Bergen, vʼè una roccia, ove si vedono esteriormente e per un gran tratto varie petrificazioni di testacei; e sulle isole presso la Groenlandia si scoprono strati interi di essi tramezzo alle argille. Anche la Svezia ne è ricca: presso Udewalla quattro monti alti 180 piedi sopra il mare, coperti esternamente di terra polverizzata ed internamente ripieni di un miscuglio di argilla, di sabbia, di pietre bigie diroccate, e di gusci interi e rotti(3). La calce neʼ
(1) Grew, in maseo Soc. reg. Lond. pag. 332. Luidii ichnogr. lithophyl. Britan. pag. 60. Hill natur history of fossils. Listeri cochlit. Angliae tit. 45 tomi 2.
(2) Abilgaard Beschreibung des Staevens-Klints p. 37. Pontop. Storia Nat. di Danimar.
(3) Walerii diss. de collib. Udewallensibus.
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monti della Gotia occidentale, sembra in alcuni luoghi essere totalmente composta di vermi marittimi. Nel Baalsberg si trovano deʼ petrefatti in quantità incredibile. I monti Carpati, e gli strati di sale nellʼUngaria, e nella Polonia ne sono ripieni.
Meno sappiamo delle petrificazioni dellʼAsia. La Siberia nʼè piena(1). Inoltre le troviamo particolarmente nella China, nelle Indie orientali, nella Persia, Siria, Palestina, Natolia, Arabia, e specialmente sul monte Sinai e Carmel, ove se ne scoprono di varie specie.
I monti della Persia sembrano in alcuni luoghi essere accumulati da sabbia e lumache; come anche quelli che racchiudono il mare Caspio. In Laucasus presso Jerky, nelle colline di Gamron, giace sepolta una gran quantità di petrefatti. Tutte le rocce della Libia, ove riposano le piramidi, sono una massa enorme di corpi marittimi, che vissero ivi in famiglia, e che daʼ naturalisti sono stati nominati nummulari. Nella regione di Rassem, nel regno di Basca, copre la
(1) Gmelin, viaggio della Siberia tom. 3. p. 225.
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sabbia volante moltissimi Echiniti. Le rocce, presso Oran racchiudono particolarmente coralli. I monti di Fez tengono sepolti vermi marittimi Europei, ed Americani. Defontaines ha raccolto sopra i monti di Zaara, 200 leghe distanti dal mare, una quantità di fossili, che riguardo al colore, alla specie ed al modo della petrificazione assomigliano affatto a quelli che formano lʼantica massa delle rocce presso Saare; e vi vuole un occhio pratichissimo per distinguerne una specie dallʼaltra(1). Nelle miniere di Akun, 200 miglia dalla costa della Guinea, trovasi una immensa quantità di conchiglie e di altri animali(2). Anche al Capo di Buona Speranza non mancano produzioni di questo genere(3).
Osservando il mondo nuovo, su questo riguardo scopriremo che non si distingue punto dallʼantico. Nella colonia Zuckertop, sulla costa occidentale di Groenland,
(1) Montfort, Storia delle Mollusche, pubblicata da Funke Vol. I pag. 31.
(2) Roemer, Beschreibung der Kueste Guinea, pag. 20.
(3) Kolber, Beschreibung des Vorgebirges der guten Hoffnung. Norimb. 1719.
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trovansi in istrati lunghi dʼargilla alcuni Salmi arctici, che sembrano essere preparate come le mummie(1), e che comunemente si chiamano aringhe groenlandesi, ovvero Angmarsetʼs. La pietra calcare nella Granada, contiene deʼ vermi marittimi di varie specie(2). Nella Nuova York, nella Pensilvania, nel Maryland, e nella Virginia si trovano i gusci per lo più interi, e senza che abbiano molto mutato il colore. Nella Nuova Jersey, nella Carolina, e neʼ monti Turchini giacciono petrificazioni, parte in terra sciolta, parte nelle pietre bianche. Il suolo delle Antille è quasi unicamente composto di avanzi marittimi. Sul monte S. Giuliano, dalla sommità sino in fondo, si trovano gran gusci di ostriche, delle quali gli originali non si trovano nel porto. Nel Brasile, in Tucumann, e sulle terre Magellaniche si sono parimente scoperte delle petrificazioni. Intorno alla baia della Concezione nel Chilì, vi sono strati di conchiglie di varie specie, accumulati sino
(1) Nehem. Grew. Museum reg. Societ. Lond tab. 19.
(2) Kalm, Americhanische Reisen tom. 2. e 3.
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ad alcune tese, e senza essere frammiste di altra terra. Moltissime colline che quivi si osservano allʼaltezza di 20 sino a 50 tese, sono interamente composte di gusci di conchiglie. Merita che si faccia particolare menzione della scoperta di Poiret, comunicata alla Società deʼ fisici dellʼistituto nazionale a Parigi. Egli trovò conchiglie di acqua dolce sotto i strati di torba, e sopra questi strati erano altri che contenevano conchiglie di mare. Questa regione dunque, che ora è terra ferma, e che giace in mezzo ad essa, deve essere stata occupata prima dallʼacqua dolce, ed indi dal mare.
Gli originali delle petrificazioni vivono frequentemente nelle acque vicine. Così vivono i Salmi arctici (Angmarsetʼs), deʼ quali una specie si trova petrificata presso Zuckertopt, in gran quantità intorno alle coste della Groenlandia, e servono ai nazionali come pane, quando mangiano la carne delle foche. Nel mare rosso ritroviamo la maggior quantità di coralli e conchiglie che ravvisiamo sopra i monti della Libia. Però spesso accade che cerchiamo inutilmente gli originali neʼ mari vicini, e li troviamo poi neʼ più rimoti. Le pietre che servono alla costruzione delle case
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di Parigi, e che si scavano sotto alla stessa città, sono piene di tali conchiglie, cioè del ceritheum serratum, la di cui sussistenza vitale era sconosciuta sino al tempo deʼ viaggi di Cook. Essa vive in gran famiglie nel mare Pacifico, come visse probabilmente una volta in Francia. Negli strati di calce trovasi spesso unita, al nautilus, e ad altre che appartengono esclusivamente ai tropici ed alla zona torrida. Egualmente si trovano in altri paesi dellʼEuropa, come nella sabbia allʼimboccatura del Tamigi, vari fossili della specie di madre perla, che vivono solamente nelle Indie orientali.
Si scava, anche come fossile in Italia, una specie di buccina che vive neʼ mari più rimoti, come anche deʼ turbi affatto simili a quelli delle Indie orientali, che sʼincontrano rare volte neʼ gabinetti, e coni come sono i viventi nelle Indie. Neʼ monti, nelle colline e nelle pianure della Francia si trovano spesso Entrochiti, che sono nullʼaltro che braccia della stella di mare, che si nomina Capo di Medusa, o della palma marittima. La prima vive nelle acque settentrionali, la seconda nelle Indie; ma il numero
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di esse non è di gran lunga sì considerevole come il fossile nella Francia.
Il maggior numero delle specie di conchiglie simili a quelle che si trovano in pietre in Inghilterra, non si trovano ivi nel mare, ma nelle acque della Florida. Nella Nuova Inghilterra, e più verso il settentrione, scavando dentro terra, si trovano grandi strati di conchiglie che si ravvisano solamente nel mare presso la Carolina in distanza di 100 miglia. Presso Fez giacciono assieme le conchiglie Europee ed Americane. Gli scheletri di pesci trovati nel dysodes fossilis sul monte Bolca del Veronese, sono assai ben conservati; e confrontandoli con originali viventi, appartengono a varie specie di pesci che vivono in diversi mari, di modo che sembra essere stato questo monte lʼadunanza di pesci di acqua dolce e di mare, che giunsero quivi tanto dal mediterraneo quanto da Ottaiti, dalle coste del Giappone, dallʼAmerica settentrionale orientale, dallʼAfrica e dal Brasile per esservi impietriti(1).
(1) Ved. la magnifica ittiolithologia veronese 1749 gr. fol. e G. Graydon nel Transact. of the Royal Irish Acad. vol. V, p. 281. 1794.
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È anche da notarsi la differenza di grandezza che sussiste fra le specie impietrite, e gli originali ancora viventi. In Italia si trovano fossili che sono più grandi che la più grande specie vivente nelle Indie. Nella Sciampagna si scavano turbi grandissimi e fungiti più lunghi di 20 pollici, e di 15 pollici di circonferenza; come anche ostriche, e Pectines che superano in grandezza qualunque della loro specie vivente. Deve essere stato un coccodrillo gigantesco quello, al quale appartengono le ossa scavate nel monte di S. Pietro presso Mastricht(1). NellʼIslanda si scavano ossa, che, riguardo alla costruzione, assomigliano perfettamente a quelle dellʼalce, ma sono quasi il doppio più grandi. Alcuni crani di questo animale impietrito sono lunghi quasi un braccio, e le estremità delle ramora, che spesso pesano alcuni quintali, stanno 14 piedi una dallʼaltra. Le supposte ossa deʼ nostri antenati appartennero ad
(1) Van Marum nel quint. VIII. de Verhandelingen uitgegeven door Teyloris Genootschap. Harl. 1770. 4 ha dato una bellissima rappresentazione di un pezzo di questo asteolito che si trova nel museo di Teyler a Harlem.
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elefanti di figura gigantesca. Poco distante da Roma fu trovato nel 1500 uno scheletro enorme, ed alto quasi come le mura della città(1). Vicino allʼOhio si sono trovati deʼ denti di un animale carnivoro, il quale deve essere stato più grande dellʼelefante. È frequente che quivi si trovano ossa grandissime. Peale ha scavato quasi due scheletri intieri, e dopo aver riunito le ossa ne ha depositato uno nel museo di Filadelfia, e lʼaltro lo ha inviato nellʼEuropa. La massa di uno scheletro pesa 1000 libbre, ed ha dallʼapofisi della gamba posteriore sino allʼanteriore 11 piedi 9 pollici di estensione. Humbold, che ha trovato nella valle Imana presso la città di Harraʼs nel Chilì bellissimi denti di questo mostro carnivoro, come anche di un elefante simile alla specie africana, crede che la patria dellʼanimale sia stata tra il 50° di latitudine settentrionale, ed il 35 di latitudine meridionale(2).
Nel Paraguay, vicino al fiume Plata, si
(1) Mémoires de lʼAcademie de Paris 1727.
(2) Ved. Annali del museo nazionale quint. 8, p. 150.
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trovò, alla profondità di 100 piedi, dentro una montagna nettunica, un grandissimo quadrupede sin ora sconosciuto: esso fu raffigurato a Madrid sopra 5 fogli, tanto per lʼintero, quanto per le parti isolate. Nellʼistesso sito furono trovati ultimamente, due altri scheletri che egualmente sono stati trasportati a Madrid. Cuvier li ha descritti meglio di ogni altro(1).
Secondo Strabone(2), fu trovato scheletro impietrito lungo 60 cubiti, e, secondo Plinio(3), un altro sopra un monte caduto in Creta mediante il tremuoto: questo scheletro avea 46 cubici di lunghezza.
Il numero deʼ corpi fossili marittimi deʼ quali non possiamo scoprire più gli originali, è grande a segno, che alcuni hanno
(1) Ved. Notice sur une squelette dʼune très-grande espece de quadrupède inconnue jusquʼà present, trouvé au Paraguay, et deposé au Cabinet dʼHistoire naturelle de Madrid 8, 1789. Egli pone questa specie di animali incognita fra il Bradypus, e Dasypus di Linneo, chiamandola Megatherium.
(2) Lib. 171.
(3) H. N. lib. XVI.
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voluto negare qualunque assomiglianza fra le conchiglie scavate, e quelle che si trovano ancora nel mare.
Gli ammoniti, che si trovano quasi da per tutto in grandissimo numero, hanno visibilmente la forma di una lumaca, di cui il guscio è spesso attaccato alla massa che ha formata o racchiusa: del resto si trovano uniti ad altre produzioni marittime; ma questo animale non si scopre più fra i viventi. Si trovano corni dʼAmmone di 5 piedi di diametro, e quelli di un piede e dʼun piede e mezzo non sono niente affatto rari: e di tutto il genere deʼ corni dʼAmmone impietriti, trovasi una sola specie vivente neʼ mari Europei, la quale è piccola a segno, che appena si scopre senza la lente. Essa vive presso Rimini nellʼAdriatico, ed è impietrita nella sabbia presso Bologna. Janus Planaeus aveva trovato, presso Rimini 700 piccoli corni dʼAmmone in 6 once di melma; e Ambros. Soldani nel 1780 trovò anche in 6 once di terra di tufo 8000 piccoli corni dʼAmmone; a questi erano però uniti moltissimi altri piccoli testacei che non si scoprirono senza microscopio. Egli divise quella terra in 12 parti, e scoprì in uno di queste
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dodicesime ancora 1200 piccoli nautili e corni dʼAmmone, di modo che, secondo il suo calcolo, le 6 once di terra di tufo contennero 22,000 creature marittime.
Trovasi ancora vivente una specie di ammoniti di 6 linee di diametro sullʼisola di Amboina. Questi sono i soli originali conosciuti di una specie che fra i fossili è numerosissima.
I Belemniti (dactyli idaei), volgarmente chiamati saette, assomiglianti alla punta di una lancia, e talvolta larghi alla base un pollice e mezzo, e lunghi 6 pollici circa, ma ordinariamente un poco più piccoli, sono veramente produzioni marittime. De Luc trovò un belemnito nel cantone di Berna, al quale era ancora attaccata unʼostrica. Questa specie si trova neʼ monti che si estendono verso le coste marittime. A Charmouth in Dorsethiere lava il mare una costa ripida, e scoprono di quando in quando in terra molti belemniti, ivi chiamati furies fingers (dita di streghe). Anche nel Meklenburghese se ne trovano nellʼarena sulle coste del mare. Lʼoriginale però non è stato scoperto sin ora in nessun luogo.
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Appartiene ancora a questi fossili la così detta lapide giudaica, Judaici lapides. Essa è simile ad un piccolo fico, per cui fu creduto una volta un frutto impietrito; ma non è altro che il pugnolo dʼun echino. In Kent si trovano echini impietriti, che hanno ancora i pugnoli affatto simili alla lapide giudaica. Lʼoriginale è totalmente sconosciuto.
Sulle sponde di Harwich, anche in Kent, si trovano muriciti tornati alla sinistra, i quali non si trovano più fra le conchiglie viventi(1). Nel Cantone di Lucerna si scoprono dentaliti della grossezza dʼun grosso dito medio, in una pietra calcare bigia che prende la politura(2); e anche di queste si cerca inutilmente lʼoriginale.
Nella montagna Saleve, presso Ginevra, trovò de Luc bivalve impietrite che assomigliavano alquanto al cardeo, ed al grifite;
(1) Blumenbach Abbildungen natur hist. Gegenstaende tab. 20.
(2) Blumenbach è stato il primo che la descrisse e fatto disegnare in grandezza naturale nel Mag. di Goha vol. 5, quint. 1, pag. 14.
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ma non ostante si distinse essenzialmente da essi, di modo che non vʼè alcuna fra le conchiglie viventi che totalmente le sia simile. Esso trovò ancora un altro prodotto marittimo, di cui i pezzi gli sembravano in principio una qualche cristallizzazione bruna. Sul ventre di essi si ravvisavano striscie rigate larghe di 3 in 8 linee; e le striscie erano perpendicolari sulla parte piatta di esso. Finalmente si scopri chʼerano pezzi di una conchiglia a due gusci, la di cui organizzazione rassomiglia alla pina marina, poiché questa ha simili striscie paralelle sul ventre, che passano perpendicolarmente sulla parte piatta. Si è poi trovata la conchiglia con ambidue i gusci attaccati. Un guscio è fortemente concavo e coperto di molti tubercoli, lʼaltro è più sottile, più piatto, alzato verso la cerniera, e venato sui lati, come il tronco di un albero: lʼorganizzazione però è eguale in ambidue. La conchiglia è lunga 6 in 7 pollici e 4 larga. I gusci comessi sono talvolta grossi dʼun pollice(1). Le petrificazione
(1) Questi pezzi sono stati regalati al Museo di Goettinga, e disegnati nei viaggi sulle Alpi di Saussure.
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non hanno alcuna somiglianza né con unʼaltra specie impietrita, né con una specie di conchiglie viventi. A Barbazier in Saintonge trovasi una petrificazione singolare dentro un monte calcare, nel quale si scoprono però solamente le forme che ha cagionate il guscio interno, e che in quel paese chiamasi lingue ripiene. Lʼanimale deve essere appartenuto alle bivalve: la sua figura però è assai singolare; i due gusci sʼinnalzano come due corni verso la cerniera, e compongono la maggior parte della conchiglia, la di cui grossezza è forte in proporzione della concavità. Lʼimpressione del guscio esterno nelle pietre fa vedere chʼè venata come una foglia. Anchʼessa è sconosciuta fra i viventi. Le terebratulite, conchiglie di due gusci uno deʼ quali ha un buco rotondo, e corre sempre verso la cerniera sotto lʼaltro guscio, sussistevano tanto spesso in alcuni monti, quanto la sabbia stessa di cui sono questi monti composti. Poche specie però se ne trovano neʼ mari, come neppure gli ostraciti, grifiti, faciti, ortozeratiti che si trovano nel Meklenburghese sino alla lunghezza di un piede. Gli eneriniti, ovvero gigli di mare, che per lo più si ritrovano nella pietra
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densa calcare, e che sembrano essere braccia dʼun corpo, sono ordinariamente piegate insieme, per cui assomigliano ad un giglio non ancora aperto. Il gambo deve essere stato attaccato sullʼantico fondo del mare. I nodi di esso a guisa di vortice, rassomigliano a piccole pietre di molino lavorate a raggi, per cui si nominano pietre di ruote. Alcune regioni ne sono piene, come il Ducato di Brunsvick e particolarmente quella di Brügge(1).
Anche le lapidi lenticolari, che si trovano parimenti nella pietra calcare, appartengono fra le petrificazioni più singolari. Monti interi in tutte le parti del mondo contengono esclusivamente milioni di questa piccola e gentile petrificazione, la quale, non conoscendosi alcun originale che possa assomigliarle ha cagionato presso i naturalisti varie supposizioni sulla natura di essa. Strabone le chiama lenticchie impietrite; e siccome spesso si ritrovano intorno alle piramidi, anzi sono racchiuse dentro le pietre quadrate colle quali sono costruite, si credette
(1) Ved. le rappresentazioni di Blumenbach quint. 6, num. 60.
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che fossero avanzi impietriti deʼ cadaveri deposti nelle medesime. Ultimamente sono state tenute, ora per ossa seppia, ed ora per coperchi di ammoniti. Blumenbach le ritiene per conchiglie di un guscio solo i di cui avvolgimenti interni sono divisi da spartimenti(1).
Le lapidi trocleate brune e contenenti del ferro, le quali si trovano a Rübeland sullʼHarz e nel distretto di Katerinenburg nella Siberia, sembrano derivare da un animale simile agli ecriniti. I pentacriniti (corpo grande di molte braccia a guisa di fiocco posto sopra un gambo semplice e nodato, senza rami, per lo più lungo 8 piedi, nella marga schistosa bituminosa presso Bol nel Wirtenburghese), gli astroiti, i milleporiti (nella pietra arenaria del monte di s. Pietro presso Mastricht), i madreporiti (nella pietra compatta arenaria e nel marmo di alcune regioni sullʼHarz, sul monte Saleve e presso Ginevra ec. nella pietra arenaria presso Mastricht), che sono in tanta quantità che in
(1) Vedi neʼ quinterni di Blumenbach alcune rappresentazioni di pezzi trovati nel Brabante, nel Cantone di Lucerna e nellʼEgitto, tavola 40.
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essi si scoprono gli antichi banchi di coralli, non assomigliano ad alcuna delle conchiglie attuali. Al contrario si ritrovano nel mare varie conchiglie che come fossili non si ravvisano mai, o almeno rarissime volte, siccome lʼorecchio marino, Haleotis Linn. che spesso si trova sulle coste. Essa è sì rara fra le petrificazioni, che non se ne vedono più di due nella collezione di De Luc. La Concha anatifera, daʼ di cui gusci sorte un fascio di fibre attortigliate come penne, che si attacca dappertutto con un gambo come una pianta, di modo che i bastimenti che furono molto tempo in mare ne sono talvolta ripieni, non sussistono punto fra i fossili(1). In breve, vi sono ancora moltissimi altri animali marittimi, deʼ quali né i gusci, né la targa, né i denti, né le spine ed altre parti si trovano fra i fossili, per cui alcuni hanno voluto prevalersi di questa mancanza, e negare affatto le petrificazioni. Come dunque possiamo spiegare un tale fenomeno? Sono questi
(1) Un esemplare trovato nellʼAnnovarese da Ebei non è totalmente simile a quella del mare, ma ostante sembra appartenere alla medesima specie.
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animali recentemente creati? O forse lo furono in seguito della nuova rivoluzione, dopo che le numerose specie impietrite erano perite ed annichilate nel mondo vivente?
Anche le altre petrificazioni del regno animale e vegetabile si trovano in parte in regioni ove non possono durare presentemente.
Nelle miniere di carbon fossile della Francia e nelle montagne di creta; nellʼargilla schistosa e nella pietra ferruginosa dʼargilla dellʼInghilterra si trovano felci ed altre piante sconosciute nellʼEuropa. Le famose e così dette teste di gatto sopra Kolbrookdale, pietre ferruginose di argilla, ricche di metallo, racchiudono tutte una piccola felce. Nelle impressioni schistose a Chaumont si scoprono piante di ambedue le Indie e del Perù. Altre piante impietrite sono affatto problematiche e non appartengono ad alcuna specie presente, di modo che anche il mondo vegetabile sembra essersi cangiato dopo le varie rivoluzioni del globo; come p. e. le impressioni di rami con foglie smisurate che in qua ed in là si scoprono nellʼargilla schistosa, e particolarmente sul carbone schistoso; nella pietra arenaria
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presso Edimburgo e nellʼarenarius griseus presso Clausthal(1). I carpoliti, che ordinariamente si chiamano noci di moscato impietrite(2), e che forse non appartengono neppure alle petrificazioni del regno vegetabile. Lo Starrholz (legno intirizzito) che si trova presso Hilbersdorf poco distante da Chemnitz, il quale si distingue per la sua tessitura singolare, mentre sembra essere tessuto di tubi paralelli della grossezza di una penna dʼoca. LʼHolzstein (pietra di legno) ovvero Kieseholz nella Turingia, nominato smeriglio per lʼuso che se ne fa, è un legno di vari colori trasformatisi in pietra cornea. Esso è talvolta rosso come la cocciniglia, rare volle però è verde come il pomo. Altri legni però sono più conoscibili, come lʼOpulus lithoxylon che si trova in Ungaria presso Schemnitz, il quale rompendolo per la lunghezza è ancora
(1) Ved. Erfahrungen vom innern der Gebirge pag. 41 ec. ove è stato descritto un pezzo interessantissimo di questa natura: esso fu trovato alla profondità di 160 tese nella miniera di Dorotea a Clausthal.
(2) Walch Naturgeschichte der Versteinernugen tom., 3, pag. 98 ec.
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filamentoso e talvolta si riconoscono in esso gli anelli daʼ quali si giudicano gli anni dellʼalbero. Questo opalo sembra essere un legno resinoso impietrito. Il legno impietrito di betulla, a Kontschoser nellʼOlomzkiese, non lascia alcun dubbio sulla sua origine. Rarissime volte si trovano deʼ fiori. Lehman, consigliere delle miniere, ha spesso trovato lʼaster montanus nella miniera di carbon fossile presso Ilfeld(1); e nel dysodes fissilis di Oeningen si trovano varie impressioni del fiore di una specie di ranuncolo. Più frequentemente si trovano delle frutta impietrite, e particolarmente della specie più dura, come vecce, fave e noci. Così furono trovate delle noci nel 1742 a Lons-le-Saunir nella Franca Contea in occasione che si scavarono le antiche sorgenti di acqua salina, delle quali sino da 150 anni non si era fatto alcun uso. Queste noci giacevano alla profondità di 180 piedi sotto terra; i gusci e le divisioni vi erano ben conservati, ma i noccioli erano impietriti(2). Scheuchzer narra di una spiga
(1) Ved. Lehmann opere fisiche chimiche.
(2) Histoire de lʼAcad. des Sc. 1742 pag. 33.
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dʼorzo impietrita, trovata nel Cantone di Glaris(1); e Montfaucon racconta di una naturale trovala a Modena alla profondità di 24 piedi in occasione dello scavo dʼun pozzo; alla profondità di 26 piedi fu trovato un nocciuolo, ove erano ancora attaccate le nocciuole(2). Le così dette spighe di Frankenberg, e le sterngranpen (orzo mondato stellato), ed altre parti di frutta metallizzate che ivi si scavano sopra miniere di argento e rame, sono di specie dubbiosa. Il minerale sul monte Carmelo, creduto da Adanson un melone impietrito, è riconosciuto da Breyn essere un giuoco della natura. Nessuno ha prestato fede al grano ed alle pere impietrite di Paulo Luca.
Si trovano collocate pochissime erbe impietrite in istato naturale; ordinariamente si scopre in esse la conseguenza di una forza grandissima. Il colore di esse è vario, e secondo che alcuni vapori resinosi o altre umidità penetrarono il tronco; per esempio,
(1) Or helv. pag. 209.
(2) Camerar. dess. Faurin pag. 291 seq. Lulof cognizioni del globo §. 420, § 421.
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la pirite solforea che ponendosi negli spazi delle erbe ha modificato il colore. Nelle foglie rare volte scopriamo più che la figura esterna, le ramificazioni, e tutta la tessitura. È notabile però che in molti minerali schistosi non troviamo impressa sopra un lato dello schisto la parte superiore della foglia e sopra lʼaltro la parte inferiore di essa, ma la medesima parte della foglia sopra ambidue i lati; colla differenza però che da un lato è convessa e dallʼaltro concava.
In quanto alla posizione degli animali mammiferi impietriti, è certamente interessante per la geologia, che essi giacciono poco distanti daʼ fiumi nelle terre depositate, e per lo più sciolte(1), come il maggior numero degli elefanti fossili, rinoceronti, mammut ec.; o in istrati, come nel gesso presso Montmartre e nel dysodis fissilis presso Oeningen ec.; o in antri(2) come sullʼHarz, presso il Fichtelberg; oppure anche nelle masse degli stalatiiti, ove per lo più si ritrovano
(1) De Luc. Lettere geolog. 4 n. 35, Magaz. di Gotha vol. 9 quint. 4 p. 42 ec.
(2) Ibid. p. 45 e 46, oppure n. 38. Lettera 4 geologica.
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spezzati come le rocce ammirabili di ossa, le quali, incominciando presso Arles, passano per Gibilterra, sʼaffondano nel mare e terminano poi nelle isole dellʼArcipelago. Esse sono particolarmente visibili sopra Cerigo(1) e sulle coste della Dalmazia. Le ossa ivi trovate appartengono aʼ mammiferi e, come si crede, alle scimmie.
Anche queste ossa impietrite di animali giacciono spesso in regioni ove non possono vivere gli originali ai quali appartengono. Nella Germania si trovano spesso ossa di elefanti(2), e copiosamente se ne scavano anche nella Siberia(3), ove al presente vivono solamente i rangiferi, ed i zibellini, ed ove il freddo passa al di là di ogni immaginazione(4). Allorquando gli abitanti della Siberia scoprirono per la prima volta questi scheletri, credettero essi di trovare le
(1) Spallanzani, Memorie della Società italiana pag. 452 seq.
(2) Mark, lettres sur les os fossiles dʼelephans et des rhinoceros qui se trouvent en Allemagne. Darmastadt 1783.
(3) Ved. Viaggio di Gmelin in Siberia tom. 3 p. 228.
(4) Geogr. fis. vol. 3.
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corna e le ossa di animali sotterranei, mentre non poterono figurarsi in qual modo vi fossero giunti tanta profondità. Al presente sono rinvenuti del loro errore, e scavano diligentemente gli avanzi di quelli animali che chiamano Momotorakost, ovvero Mamut. Continuamente si scoprono nuovi tesori di questa natura lungo i fiumi Oby, Jenisei e Lena quando il ghiaccio strascina seco interi pezzi di terreno; anche sul Don ritrovansi avanzi simili. Il gabinetto di storia naturale a Pietroburgo contiene gran quantità di tali ossa e denti, particolarmente ritrovati nella Siberia, e raccolti per ordine di Pietro primo. I denti comuni sono talvolta lunghi 9 braccia e mezzo. Gran quantità di questi avanzi non è impietrita, e il maggior numero di denti è solamente un poco più giallo di quelli che abbiamo dagli animali ora viventi, per cui lavorandoli servono a diversi usi. In principio di questo capitolo si è fatta menzione degli avanzi animalı di un rinoceronte quivi trovati, e coperti ancora di pelle. La rivoluzione che seppellì questi animali quivi una volta viventi o trasportati da regioni distanti, non sembra ascendere a tempi rimotissimi; anzi il De Luc ne
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vuole dedurre che il periodo di questa rivoluzione debba essere recente(1). Le ossa di elefanti sono anche frequentissime nellʼAmerica settentrionale. Giorgio Groghan incontró, 140 miglia distante dal porto di Queme, uno stagno salato, sulle di cui sponde si ritrovarono moltissime ossa e denti, dalle di cui quantità potè congetturare esservi sepolti almeno 20 elefanii. Egli ne diede due grandissimi denti al conte Shelburne e due a Franklin. Inoltre se ne sono trovati nella Carolina ed altrove. Ciò potrebbe farci credere che gli animali deʼ quali ne veggiamo gli scheletri vissero in questa regione; e che lʼemisfero settentrionale abbia avuto un clima più dolce del presente Negli scavi di pietre a Montpellier si sono trovate mascelle di lioni e tigri. Nella giurisdizione di Herzberg si sono scavati, sotto una collina di marga delle ossa di rinoceronte, come anche presso Burgstonna. Presso Etampes, nellʼantica Isola di Francia furono trovate, sotto una roccia, ossa di rangifero miste ad altre di un ippopotamo.
(1) Lettere geologiche nel magazz. di Gotha vol. I, quint. 4, p. 14-15, ovvero Lettera I., n. 14 e vol 9, quint. 4 p. 44 ovvero Lettera 4 n. 36.
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Troviamo moltissime ossa di ogni classe di animali, deʼ quali ignoriamo gli originali(1) e difficilmente li conosceremo, mentre gli abbiamo scoperti che da 30 anni a questa parte, epoca in cui la cognizione deʼ mari e del continente si è vantaggiosamente amplificata. Possiamo quindi considerarli quasi monumenti di varie catastrofi. Il mammut, per esempio, non si ritrova più. I denti di esso lo caratterizzano come carnivoro giudicando dalle ossa dobbiamo credere che sia stato più alto dellʼelefante(2). È difficile da comprendersi, come accanto a un sì grande animale rapace abbia potuto sussisterne un altro.
Anche negli antri di Schwarzfeld, sullʼHarz, si trovano grandissimi denti che non si possono attribuire ad alcun animale(3). Quivi negli antri di Gailenreuther, ed in quelli
(1) V. Walch Naturgesch. der Versteinerungen tom. 2 Sezione 2. Norimb. 1769 p. 378. Schroeter Einleit in die Kentniss und Geschichte der steine und versteine rungen tom. 4. Altenb. p. 138 ec.
(2) Blumenbach Beitraege zur Naturgeschichte. Gotting. 1790 tom. I., e dellʼistesso abbildungen natur historischer Gegenstaende.
(3) Leibnitz protogea §. 36.
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deʼ Draghi sopra i carpati ec., si scoprono ossa impietrite, che in qualche modo corrispondono a quelle degli orsi che sembrano che sieno vissuti in società, come al presente il castoro.
Couvier, il quale ha amplificato moltissimo la cognizione delle petrificazioni, riducendola in guisa che possa considerarsi come la chiave della storia naturale, descrive e determina 24 specie di quadrupedi ora estinti.
1. Il momotorakost, i di cui denti canini forniscono il conosciuto avorio fossile della Siberia, è falsamente creduto della stessa specie dellʼelefante delle Indie. Couvier in un trattato particolare ne ha fatto vedere la diversità essenziale; in oltre sapevasi già prima che esso è assai più grande dellʼelefante delle Indie. Di questo animale si scoprono frammenti nellʼintera Europa e nellʼAsia sino alle coste del mare glaciale. Due scheletri interi furono ritrovati a Tonna, otto dentro una valle presso Canstadt nella Svevia, ed ultimamente se ne scavarono deʼ frammenti presso Argentueil, due leghe distante da Parigi.
2. Il Mammouth, grande quanto il primo,
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con denti grandissimi armati di punte. Gli avanzi si trovano frequentissimamente sulle sponde dellʼOhio, ma pure a Pern, nella Siberia, nella piccola Tartaria e nellʼItalia.
3. Il Rinoceronte colla testa prolungata. Couvier, in un trattato separato, ha fatto vedere che esso differisce dalle quattro o cinque specie di rinoceronti che vivono attualmente. Gli avanzi si ritrovano spesso nella Siberia presso il Vithoui.
4. Il Megatherium, di cui se ne scoprono gli avanzi anche nellʼAmerica settentrionale, poiché il Megalonyx descritto da Jefferson non sembra differirne.
5. La gran specie deʼ bovi colle corna laterali stese orizzontalmente, i di cui crani sono forniti alla parte superiore di una protuberanza ossea. Questa specie è stata descritta da Faujas S. Fond negli Annali del Museo nazionale di Storia naturale.
6. Lʼorso grande, le di cui ossa si ritrovano copiosamente accumulate negli antri della Germania.
7. Altra specie di orso negli stessi antri, esaminata da Couvier e da Camperj il giovane.
8. Altro animale carnivoro neʼ medesimi antri.
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9. Un animale simile allʼalce, di cui si trovano le ossa frequentemente nellʼIrlanda. Le corna di esso distano 14 piedi da una estremità allʼaltra. GlʼInglesi hanno descritto varie volte questi scheletri.
10. Specie di tapiro trovata nella Linguadoca, lungo il pendio di monti neri, grande come il tapiro vivente, ma diverso nella forma deʼ denti mascellari.
11. Il tapiro gigantesco, grande quanto lʼelefante, di cui gli avanzi si ritrovano presso Comminge e presso Vienne nel Delfinato.
Dal 12 al 17. Sei specie di un genere sinora sconosciuto, al quale Couvier ha date il nome di Polotherium, e le ha poste tra il rinoceronte e il tapiro. Gli avanzi di esse si ritrovano spesso negli scavi di gesso a Montmartre, Charonne, Villejuif neʼ contorni di Parigi. Esse avevano tuttʼi denti mascellari che assomigliavano molto a quelli del rinoceronte, posti accanto aʼ denti canini. I denti incisori corrispondevano piuttosto con quelli del tapiro. La forma del cranio rende dʼaltronde verosimile che questo animale abbia avuto una proboscide come il tapiro. Queste specie differiscono nel numero delle dita dei piedi e nella grandezza del corpo, alcune assomigliano al cavallo, le altre al
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coniglio. Ad una specie trovata a Pantin nel dicembre 1803 mancavano la mascella superiore ed i piedi. Lʼanimale sarà stato più grande di una volpe ed avrà avuto sedici coste.
18. Una specie dʼIppopotamo, grande per la metà di quello che vive attualmente. Couvier ne trovò le ossa in una massa dura di calce mista di selce.
19. Lʼanimale, i di cui denti saturati di rame forniscono la turchina occidentale, e deʼ quali se ne trovano molti a Semone nella Linguadoca, a Trevour ec. Dombey ha portato alcuni denti dal Perù, che sembrano essere della medesima specie; il maggior numero di essi era però impregnato di argento nativo.
20. Le grandi testuggini fossili che si ritrovano nel Petersberg presso Mastricht ed in diversi altri luoghi. Esse sembrano suddividersi in varie specie secondarie.
21. Una testuggine piccolissima della grandezza di pochi pollici ritrovata presso Grand Charonne in poca distanza da Parigi. Essa è stata figurata e descritta da Faujas S. Fond(1).
(1) V. An. del Mus. naz. di St. mat. qu. 8 p. 91. tav. 39.
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22. Quellʼanimale grande appartenente alla specie delle lucertole, e conosciuto sotto il nome di coccodrillo di Mastricht. I due sig. Kamper, padre e figlio, si sono molto occupati per esaminarlo; e Faujas ne ha data una descrizione completa, non meno che degli strati ove si trovano le ossa dellʼanimale.
23. Specie di coccodrillo che, eccettuandone alcune varietà notabili, è simile a quello chiamato Gaviat ovvero di Gange. Le ossa si ritrovano presso Honfleur.
24. Il singolarissimo animaletto rettile trovato incrostato negli strati schistosi di Aichstaedt, e di cui Collini ha descritto uno scheletro quasi interamente completo. Sembra che questo animaletto abbia avuto la facoltà di volare come lʼodierna lucertola volante detta il drago.
25. Altro animale rettile, oppure della specie delle balene, egualmente descritto da Collini.
Rarissime volte si ritrovano ossa dʼuccelli; ed eccettuandone alcune ossa di uccelli acquatici scoperti nel dysodes fissilis di Oeningen e nel calcareus fissilis di Pappenheim, non se ne trovano quasi
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affatto(1). Volendo conchiudere da ciò che gli uccelli fossero creati uniti allʼuomo, che non abbiano sussistito prima(2), si dimenticherebbe che essi, duranti le grandi rivoluzioni terrestri, possono salvarsi volando; e quando poi periscono, le loro ossa restano seminate sulla superficie, ove non si petrificano come quelle incassate dentro la terra.
Fra gli insetti petrificati appartiene anche il non alato e singolare o Entomolito rappresentato da Blumenbach(3). Se ne trovano varie specie in vari monti stratificati, particolarmente nella pietra calcare compatta, nella pietra arenaria, e nello schisto di allume; ma non mai in grande quantità, di modo che questo insetto era molto disperso senza essere numeroso in nessun sito. I più belli si trovano presso Dudlei in Worcestershire. Il Triboliro, petrifirazione
(1) Act. acad. Theod. Palat. tom. V. P. Physica p. 63 con rami.
(2) Fortis. Journal de physique lʼan 8 floreal. Monfort storia naturale delle Mollusche pubbl. da Funke, vol. 1. p. 22.
(3) V. Blum. quint. V n. 90.
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singolare sopra cui i naturalisti sono ancora di diverso parere, sembra essere stato un insetto di mare.
La medusa singolare con braccia rigide, e varie altre specie sconosciute di gamberi si trovano negli scavi schistosi di Pappenheim.
Il legno sotterraneo ancora combustibile, il carbon fossile, la torba e lʼelettro stanno nella quarta classe deʼ grandi monumenti rimarcabili per la Geogonia delle antiche catastrofi del mondo.
Troviamo strati grandissimi ed estesissimi di legno bituminoso in moltissime terre settentrionali.
Scavando nellʼIslanda, anche a poca profondità, se ne scoprono strati grandissimi più o meno frammisti di legno naturalissimo. Esso è duro e di colore nerastro ovvero turchino o bruno berastro, ed è quivi chiamato comunemente Surtar brandr, cioè legno nero. Questo è un gran benefizio per glʼIslandesi che non hanno arbusti, e meno ancora selve sopra il loro suolo. Oltre questo legno sotterraneo si scoprono quivi ancora varie radici grandi e prominenti sopra la terra,
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che annunziano unʼepoca in cui anche la Islanda era coperta di selve(1).
Intorno ad Abkoude e Ouverkerk, presso Woerden, Oudewater, Kamerik, fino anche nel mare intorno alle coste dellʼOlanda, si scavano talvolta alcuni tronchi dʼalberi di natura nera e dura. Giungendo alla profondità di dieci o venti braccia vicino a Bruegge si scoprono selve intere(2), intorno alle quali si riconoscono chiaramente i rami e le foglie sino da potere determinarne la specie. Lo stesso ravvisiamo in Pelland e presso Herzogenbusch. Alcuni di questi alberi sembrano querce, altri pini o abeti; essi sono collocati nellʼistesso modo come quelli ritrovati nel Luneburghese ed altrove, cioè colla cima verso il sud est, e colle radici verso il nord ovest, come se fossero stati rovesciati e sepolti da un flusso provenienti dal nord ovest(3). Tali
(1) Anderson, notizie dellʼIslanda §. 19.
(2) Leibnitz l. c. §. 47 p. 123. Houttuyns natuurl. Histor. tom. 3 part. 2 p. 6. Auch etwas uber die unterirdischen Waldungen pelle Beitraege zur phys. Erdbeschreibung §. 398 seq.
(3) Leibnitz l. c. Schatkamer der nederl. Oudheden da Amb. p. 2, 50, 120.
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alberi scopronsi frequentemente anche in Inghilterra; alcuni sono tagliati, altri trivellati, e siccome unite ad essi si trovarono alcune monete romane, possiamo congetturare che la catastrofe in cui furono rovesciati cade nellʼera cristiana(1). Questo legno presentasi in varie specie di carbone bruno come quello nelle miniere di Lipsia. Gli alberi, riguardo alla loro circonferenza sono ancora conservati, e giacciono colle radici verso il nord, e colle cime verso il sud, e a traverso sono stillati di pirite solfurea, in altri poi il legno si è ridotto in carbone bituminoso.
Nel 1782 circa scoprissi nelle spaccature naturali, in una miniera presso Castletown, ma specie di gomma bituminosa, simile a pelle vecchia. Essa cedette alla compressione, e tagliandone questa riprese la forma primitiva. Dodici anni dopo nacquero varie spaccature sensibili prodotte da una pioggia violentissima, che fece scoprire nuovamente una simile gomma bituminosa fra gli strati schistosi dʼargilla, al piede della
(1) Lulof kentniss der Erdkugel §. 430 p. 38.dheden da Amb. p. 2, 50, 120.
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collina. La materia era tanto simile al Caoutchouc (gomma elastica) che fu presa per la stessa sostanza che riceviamo dal Perù dalla Gujana, e lʼanalisi ne confermò in seguito lʼopinione. Fece naturalmente sorpresa di trovare nellʼInghilterra settentrionale, e in mezzo agli strati schistosi di argilla una stanza che abbiamo oggidì dagli alberi della zona torrida. Ancora fu scavato 450 piedi sotto terra un pezzo di gomma elastica fossile di due piedi e mezzo di diametro, e due pollici e mezzo di grossezza, e pesante tre libbre. La massa molle e compressibile era di colore nerastro che partecipava del verde olivastro. Sopra la massa e dentro di essa si vedevano altri pezzetti di gomma dura, compatta e lucida, della grossezza di una mandorla, e del colore dellʼagata. La gomma ritrovasi ordinariamente in mezzo a piccole concavità, e a guisa di nidi fra gli strati schistosi; in questa posizione è riparata contro il contatto dellʼaria, per cui non abbiamo da maravigliarci se la scopriamo nella sua quantità originaria. Una di quelle concavità è lunga 22 pollici e alta 5, e ne contiene una quantità di tale materia. Faujas da S. Fond ne distinse otto varietà da lui divise in due
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classi principali, cioè, in gomma ancora compressibile, ed in gomma compatta, dura e fragile. Oltre ciò dobbiamo osservare, che gli alberi in America, daʼ quali scorre la gomma elastica, non sono numerosi, e non forniscono abbondantemente simile materia(1).
Gli strati di legno bituminoso racchiudono talvolta anche dellʼelettro, che tiene involto vari insetti appartenenti alla creazione attuale, e da noi conosciuti. Non potrebbe conchiudersene che anche questo legno appartenga alla presente creazione? Presso Stade ed in altri luoghi, il mare getta qualche volte del legno bituminoso e fossile, e le di cui spaccature sono spesso riempite di terra turchina ferruginosa(2). Non si potrebbe da ciò congetturare lʼorigine dellʼelettro? Questa materia è probabilissimamente una specie di gomma dʼalberi nata dopo lʼesterminio di questi. Sʼincendiarono forse queste selve? Ciò
(1) Ved. Marc. Mineralogia di Derbyshire. Annali del Museo Nazionale di Storia Naturale, quint. 4, pag. 174.
(2) Ved. Blumenbach Handbuch der Naturgeschichte sez. XIV. vol. 11. pag. 628.
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sembra confermare glʼimmensi strati di carbon fossile che si scoprono in Inghilterra e nella China. Spesso vi riconosciamo i filamenti e la tessitura del legno, come pure i carboni di legno ad essi strettamente uniti. Il legno bituminoso è pure alcune volte tessuto di quarzo in guisa, che battendovi collʼacciaio produce scintille. Alcune specie di degno sottile tengono quasi il mezzo fra il legno veramente impietrito e ʼl bituminoso, mentre sono pregne di calce acido-carbonata, per cui fermentano cogli acidi; e ponendole sul fuoco tramandano un odore resinoso come il così detto Sundfluthholz (legno del diluvio) scavato nel trapezo alla profondità di 3900 piedi presso Joachimsthal.
Fra i legni bituminosi può contarsi anche la terra dʼombra di Colonia, la quale si distingue tanto dalla terra minerale (ossido di ferro propriamente detto), quanto dallʼargilla bianca e grassa, che fornisce una specie di maiolica scavata vicino a Cooc 4 miglia distante da Andernach sul Reno. La terra dʼombra di Colonia si è formata senza dubbio da un legno sotterraneo e bituminoso, e fu indi sciolta daʼ vapori minerali o acque sotterranee. Qualche volta si sono trovati in
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carboni fossili deʼ tronchi dʼalberi conservatissimi, spogliati però di frondi, lunghi 15 piedi e due di diametro. Quanto più profondi giacciono questi alberi, tanto più compatti sono. Si possono tagliare e lavorarli, ma al contatto dellʼaria si disfanno prestissimo, benché sembrino contenere alcuna pirite. Gli alberi assomigliano alle palme e più ancora i frutti. Al primo aspetto sembrano noci ancora involte nella prima scorza, sono interamente compatti, dʼun oscuro brunastro, hanno tre aperture alla parte del gambo, ed internamente si vedono varie righe che più di ogni altra parte hanno resistito alla variazione. I botanici più esperti, come Jussieu, des Fontaines, la Mark e Thouin, dopo averne fatto esame esattissimo, convengono che questi frutti assomigliano alla noce della palma, areca catechu Linn., la quale è naturale nelle Indie, sulle Molucche e nelle parti meridionali della China.
Neʼ contorni di Colonia, di Brühl, Liblar, Kierdorf, Brüggen, Balkhausen, Wallerburg ec. sono scavi inesauribili di questa terra dʼombra. Tutti sono situati sopra alle pianure, di modo che lʼodierno letto del Reno,
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distante tre miglia geografiche, è 400 piedi più basso. A Liplar, ove si è scavato alla profondità di 40 piedi e più, senza potere continuare però a discendere più profondamente, per motivo di acqua ed aria malsana, si è trovata questa terra sempre pura e non frammista di corpi eterogenei. La terra dʼombra giace sotto uno strato di ruotolame alto da 10 in 12 piedi, oppure sotto selci ruotolate composte di quarzo grigio o giallastro, di grana più grossa o più fina, e per lo più della grandezza dʼun uovo di gallina.
Immediatamente sotto la terra selcia segue la terra dʼombra. È però da notarsi, che in alcuni siti trovasi uno strato sottile di arena quarzosa, ed in altri vari piccoli strati dʼargilla grigia o biancastra, i quali parte giacciono sopra la terra dʼombra, e parte interrompono gli strati superiori di essa. Lʼargilla è sempre frammista di pezzi di legno simili a quelli ritrovati nella terra dʼombra.
Gli strati più grandi della terra dʼombra sono talvolta divisi da spaccature più o meno verticali, che hanno in cima due piedi di diametro e che terminano a punta in fondo. Queste spaccature, nate dallo stringimento della terra, sono riempiute della stessa materia che
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giace in cima. Osservando i punti di contatto fra la terra selciosa e la terra dʼombra, si scoprono alcune cinture concentriche del diametro di due in tre piedi, composte di terra dʼombra ed alternativamente di cinture di selci. Ciò sembra essersi formato contemporaneamente dal movimento dellʼacqua, allora quando queste masse di vegetabili furono accumulate dalle correnti del mare. II consumo della terra dʼombra è straordinario; poiché senza considerare la quantità che si esporta nellʼOlanda per ingrassare i tabacchi, se ne brucia moltissima nelle città e neʼ villaggi circonvicini, ove non vʼè altro combustibile. Anche negli scavi stessi se ne consuma molta, ed unʼaltra quantità considerabile è ridotta in cenere per ingrassarne i campi. Bruciando questa terra si osserva appena la fiamma, mentre si copre di una cenere bianca. Ponendovi sopra lʼacqua in una pentola, bolle prestissimo(1).
Quale circonferenza devono aver avuto
(1) Vedi Annali del Museo Nazionale di Storia Naturale, quint. 6 . pag. 290-298 e tav, 28, 29, quint. 8 pag. 98 ec.
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quelle selve di palme che fornirono questa quantità di terra dʼombra! La Germania doveva esser ornata di questo albero, e per la sua situazione deve essere stata più bella delle Indie. Anche in Francia nel dipartimento della Oise ed in altri siti furono trovati deʼ palmieri sotto terra(1).
La torba è per la maggior parte di recente nascita e contiene radici, muschi, gramigne, erbe acquatiche, foglie dʼalberi, erica, i quali si sono putrefatti, indi legati strettamente e per lo più impastati, di terra bituminosa. Anche in essa si trovano pezzi dʼalberi tagliati, monete ed altre antichità deʼ tempi di mezzo. In Inghilterra vi fu trovato un uomo intatto, che, giudicando dalle scarpe, e dal taglio dellʼabito doveva aver vissuto ai tempi della regina Elisabetta. Sino daʼ tempi di Plinio si bruciava la torba in Germania, e criticavansi i tedeschi perché bruciavano la loro terra. Si crede che la torba ricresca(2).
(1) V. La Mark annali nazionali di Storia Naturale quint. 4, pag. 195.
(2) Schookius tractat. de Turifis cap. 2 e 3. Degner diss. phys. de Turifis cap. 2, pag. 19 seq.
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e gli scavatori di torba in Olanda e nella Germania assicurano che tratto tratto se ne scoprono varie tracce dentro terra, ove gli antenati hanno scavato anteriormente. Eppure il Darry ovvero Darrytorf della Zeelanda non contiene esclusivamente molte piante marittime, ma pure se ne trovano anche vari altri scavi situati più nellʼinterno, ed intieramente composti deʼ facis, piante maritime. Ciò suppone rivoluzioni terrestri, senza le quali non poterono giungervi le piante marittime e formarvi la torba.
Chiudendo questo articolo osservo ancora, che nel 1462 nel cantone di Bern fu tratto in bastimento dalla profondità di 200 piedi, in cui giacevano 40 scheletri umani; che a Montauban in Francia si trovano ancore di bastimenti profondamente sotto terra; che dalle miniere più profonde del Perù fu tratto un bastimento antico, e che sulla montagna Strella nel Portogallo sussiste un lago, in cui si trovano molti avanzi di bastimenti periti, di alberi, di ancore ec.(1).
(1) Lulof, introduzione alla cognizione del globo §. 430, pag. 325.