Sezione seconda
Movimento dell'atmosfera
Sezione terza
Meteore
Sezione quarta
Della temperatura e della relazione di essa colla natura e situazione de' vari luoghi
Parte II
I. Comportamento de' corpi organici
II. Le piante
III. Il regno animale
I. L'uomo
II. Degli animali somiglianti all'uomo
III. Degli altri animali mammoferi
IV. Degli uccelli
V. Degli anfibi
VI. De' pesci
VII. Degli insetti
VIII. De' vermi
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La celerità de’ venti è sicuramente maggiore di quella de’ fiumi, ma quanto ordinariamente sogliamo credere, mentre li raffiguriamo come l’immagine primitiva di ogni celerità, e la minima attenzione ci potrebbe bastare per esserne convinti. Un vento sensibilissimo capace di rovesciarci, perde quasi intieramente la forza, quando ci soffia dietro le spalle, e la ragione è ch’esso,
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facendo noi un passo giusto, non può più raggiungerci; ma appena ci arrestiamo lo sentiamo di nuovo.
I venti ordinari avanzano appena 8 sino a 10 piedi in un secondo, e questi non sono i più lenti. Soffiando essi dolcemente, sembrano le nuvole arrestarsi, ed impiegano quasi un minuto per avanzare 10 piedi. Scorrendo il vento dentro un secondo 21 piedi possiamo appena marciare contro di esso; e facendo 8, o 9 passi dentro un secondo possiamo sfuggirlo. Facendo esso 30 sino a 32 piedi dentro un secondo, allora sradica, secondo Mariotte, gli alberi più forti. Dietro le osservazioni di Derham scorrono i venti più rapidi e violenti un’estensione di 68 piedi inglesi in un secondo, e 45 miglia inglesi in un’ora. Tutti questi venti però erano impetuosi a segno, che rovesciarono una colonna di pietra alta 12 piedi, larga 5 e grossa due, e selve intiere; non di meno vi sono de’ cavalli che corrono quasi colla stessa celerità. Il corridore inglese l’Eclipse corse in un secondo 58 piedi, nella sua maggior estensione, e coprì 25 piedi di terreno, ripetendo ciò due volte ed un
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terzo(1). Le burrasche più forti sinora osservate corsero più di 100 piedi in un secondo. Krafft ne osservò una nel 1736 addì 10 settembre, la quale si avanzò 19 piedi parigini in un secondo(2); e l’abbate Rochon(3) parla di una burrasca che nella stagione stessa corse 150 piedi.
La celerità del vento non può essere misurata facilmente con precisione, sarebbe per ciò necessario di vedere le parti movibili dell’atmosfera stessa, onde paragonarle con altre in riposo. Quindi possiamo solamente scoprirne gli effetti, e calcolare la celerità mediante i corpi leggeri da esso spinti innanzi.
Il mezzo più semplice onde giungere a questo scopo sarebbe di osservare le nuvole e le ombre di esse. Per ciò sciegliesi una pianura sulla quale si tira una linea di 1000 piedi sino a 1500, osservando attentamente il momento in cui l’ombra tocca la linea, e contando i secondi durante il passaggio di
(1) An Essay on the proportions of Ecclipse in Works of Ch. Vial de Sainbel. Lond. 1795. 4.
(2) Comment Petropol tom. XIII.
(3) Voyage à Madagascar. Paris 1791.
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essa; essendo poi in istato di sapere la distanza delle nuvole dalla terra, può sapersi con tutta l’esattezza necessaria la celerità del vento.
Furono inventati diversi anemometri particolari, ma tutti misurano piuttosto la forza, il vigore, la direzione, l’inclinazione del vento che la celerità; benché dalla forza si possa giudicare la celerità. La bilancia da vento inventata da Wolf, colla quale credette di poter fissare quanto un vento andasse più forte dell’altro(1); e l’anemometro di Dahlberg(2), di Woltmann(3),
(1) Elementa Aerometria 1709. Essa è anche descritta unita ad altre 5 bilance da vento delle Memoires de mathematique et physique de l’academie des Sciences de Paris 1734.
(2) L’anenometre proposé aux amateurs de Météoréologie. Mémoire lu dans la seance de l’acad. d’Erfurth 5 janv. 1781. Erfurth presso Kayser, due fogli in 4 e due rami. Nel magazzino di Gotha vol. I. quint. 1 pag. 174 ec.
(3) Theorie und Gebrauch des hydrometischen Feügels, oder eine zuverlaessige, Methode, die Geschwindigkeit der Winde und stroemenden Gewaesser zu beobachten di R. Woltmann. Amb. 1790. 4, e ne’ trattati nuovi della real Società delle Scienze in Boemia, vol. 2 num. 10. Mag. di Gotha vol. XI. quint. 3 p. 106.
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e di Bouger(1) non offrono ancora quello, che su tale proposito potrebbe desiderarsi.
Ueber die Einrichtung und Anwendung eines zweckmaessigen Anemometers, tratto da uno scritto del professore Parrat juniore. Riga 1797. Nel magaz. nuovo di Voigt riguardo allo stato nuovo di fisica vol. 1. quint. 2 p. 144.
(1) Questo è uno de’ migliori, ved. Bouguer Manoevre des Vaibbaux p. 151. Traité de navire p. 359. Nollet arts des Exper., tom. III. p. 62, van Swinden, Observ. sur le froid rigoureux du mois de janvier 1776 3. 4. 5. Oertel Windmesser, ved. il Magaz. di Gotha vol. VI. quint. I. p. 89-99. Kaestner Bemerkungen über denselben ibid. quint. 3 pag. 84-93.