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Più che c’innalziamo sulla superficie del mare, tanto più diminuisce il calore dell’aria, e poco al di là della linea della vegetazione la neve diventa perenne; l’altura ove non si fonde più chiamasi la LINEA DI NEVE. Anch’essa non può essere dappertutto eguale; ma, a motivo della sua posizione geografica o fisica, si avvicina o si allontana dal livello del mare.
Sotto i Poli questa linea si unisce col livello del mare, e sotto l’Equatore s’innalza più che altrove. Secondo Bouguer la linea di neve nel Perù giunge a 2434 tese. Nell’Abissinia, sotto il 15° di latitudine, si abbassa di 300 tese. Il Pico di Teneriffa, sotto il 28° di latitudine, porta la neve perenne nell’altezza di 1742 tese. Nella Persia,
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sotto il 30° fino al 35°, la linea di neve è ancora più bassa.
Sulle montagne situate tra l’equatore ed il polo, sotto il 45° di latitudine circa, fra le quali si contano le montagne della Svizzera, la linea di neve si è generalmente trovata a 1500, benché anche qui, a motivo di accidenti locali, sembra discendere più bassa.
I monti di ghiaccio presso la valle di Chamouni s’innalzano più di 600 tese sul livello del mare, e sono nonostante continuamente coperti di ghiaccio; ma essi sono continuazioni e precipizi di alture al di là della linea di neve e di cime anteriormente formate del Monte bianco(1), che col suo carico di ghiaccio raffredda l’aria intorno a sé. Lo stesso accade cogli altri monti che dalla vera regione della neve estendono il freddo sempre più verso la valle.
Nella Lombardia, giunge alla linea di neve di quella regione, benchè il Legnone alto 1441 tese e distante
(1) Esso è alto di 2446 tese; dunque 12 tese più alto che la cima di neve sotto l’equatore.
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solamente 59 tese dalla linea di neve, ed il Grignon, il Varron, il cardinale di Camed ad essa si avvicinano, non si scopre su essi la neve perenne; ma la neve vi resta anche per qualche tratto d’estate. Ciò è tanto più rimarchevole, in quanto che nell’altezza relativa superano quasi tutti i monti della Svizzera, e la maggior parte di essi riguardo all’altezza assoluta. Quasi nessun monte della Svizzera di 1200 tese è senza neve. Ciò sembra provare un raffreddamento del clima e la discendenza della linea naturale di neve. Vi esistono anche alcune tradizioni del popolo intorno ad un clima passato migliore. Nella Germania, fuori del Tavern nel Salisburghese, del Brenner con altri nel Tirolo, nessuna montagna è coperta di neve perenne. La Schneekoppe nel Riesengebuerge, alta di 820 tese, conserva la neve solamente nelle profondità ove non penetra il sole.
In quanto alle montagne del Tirolo si vuole sostenere, che non abbiano incominciato ad essere coperte di neve perenne prima del secolo XIII, dopo alcuni inverni assai freddi, ne’ quali cadde maggiore quantità di neve di quanto si poté sciogliere durante l’estate. Anche quivi cresce il numero
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de’ monti di ghiaccio in luogo di diminuire. Nel Rofnerthal si trovano alcuni monti di ghiaccio che, secondo la relazione uniforme de’ nazionali, non esistevano pochi anni in dietro. Su quel luogo ove si trova il Gurgler (monte di ghiaccio) era pel passato un pascolo pel bestiame; e dicesi che in molti siti non si possono più, come altre volte, piantare le viti su certe alture, poiché i monti di ghiaccio, che s’ingrandiscono e si dilatano sempre più, raffreddano maggiormente l’aria, oppure, se è lecito il dirlo essi staccano sulle alture il calore necessario per la coltura di questa pianta(1).
I monti di ghiaccio però non s’ingrandiscono. Essi, tanto per l’evaporazioni quanto per lo scioglimento, e particolarmente se questo è favorito dal calore di sotto, proveniente dalla terra, e per le cadute, si scaricano della neve e del ghiaccio. Per mezzo delle cadute spesso si formano ghiacciaie e monti di ghiaccio perenne in una regione molto bassa, ove prima erano campi fruttiferi, come vediamo nelle ghiacciaie dietro la
(1) Joh. Walcher Nachrichten von den Eisbergen in Tyrol, Vienna 1773, 8.
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valle di Chamouni, ove per lo passato stavano boschi eccellenti. La ghiacciaia di Lauteraar era una volta fruttifera, e chiamavasi Bluemlialp; quella di Gruendelwald inferiore era una volta un passaggio aperto e libero, di cui gli abitanti di Gruendelwald e del Valese si servivano pe’ loro pellegrinaggi; presentemente non vi si passa più, e verso la parte di Gruendelwald è interamente coperta di ghiaccio(1). Lo Svizzero, vedendo una valle che nell’estate conserva il ghiaccio e la neve, teme la nascita di una ghiacciaia, poiché dall’inverno entrante riceve nuovo rinforzo, e consolida così la sua durata. Questo aumento del ghiaccio procede però lentamente, e l’evaporazione, il calore della terra, e lo scioglimento prodotto dal sole, ne levano quasi tanto quanto un inverno vi depone.
(1) Die Eisberge des Schweizerlandes, beschreiben von G. S. Gruner Berna 1760 in 3 tomi.