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Abbiamo osservato esservi alcuni antri assai freddi o sensibilmente caldi. Ma vi esistono ancora di quelli la di cui temperatura si cangia, e ciò sempre in contraddizione colle stagioni.
Così nell’antro situato dentro una roccia alta di 40 piedi presso Besanzon nella Franca Contea si è osservato, che nel mese di ottobre e di novembre si sciolgono quelle piramidi di ghiaccio che ivi s’affollano nel mese d’agosto. Il termometro durante tutto l’anno non cangia in esso di 2°, e sta ordinariamente un mezzo grado sopra il punto del gelo. Havvi in esso un luogo paludoso per tutto l’anno, mentre tutto d’intorno, è gelato. La terra non contiene alcun sale. L’apertura dell’antro è verso nord nord-est. Esso discende appoco appoco; è lungo 370 piedi circa, e nella sua maggior larghezza dell’istesso tenore: la roccia è coperta di boschetti.
Verso l’oriente di Vesoul nella stessa provincia esiste una grotta, ove durante una giornata calda nasce maggior quantità di
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ghiaccio di quanto durante 8 giorni freddi possa sciogliersi ed esserne portato via. La grotta è lunga 35 piedi, larga 60 e più, ed ha una volta di 30 piedi d’altezza, da dove pendono gran pezzi di ghiaccio. La maggior quantità di ghiaccio però proviene da un piccolo ruscello esistente nell’antro, il quale è gelato nell’estate, e corre nell’inverno. La nebbia, quando esiste in questo antro, è un sicuro indizio di pioggia nella giornata seguente.
Una simile grotta di ghiaccio si trova al settentrione di Dole, anche nella Franca Contea. Essa è rimarcabile per le diverse figure di ghiaccio che vi si trovano, rappresentanti colonne regolari, sulle quali è posta una volta che non meglio poteva essere eseguita dall’arte, come anche statue, piante, animali ec. Queste figure si cangiano in guisa, che vedute otto giorni dopo, non sono più riconoscibili.
L’antro chiamato GROTTE DE NÔTRE DAME DE BALME(1), ed anche l’antro di
(1) Balma e Baume, ovvero Balme nell’antica favella gallica del Delfinato, significa antro, e perciò chiamasi
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GRENOBLE, benché ne sia distante di 9 ore, ha un’entrata a foggia di volta, il di cui arco è alto 60 piedi e largo 54. Esso si divide in due gallerie; in quella alla dritta si veggono ghiacciuoli e monti di ghiaccio, ed in quella alla sinistra gocciola continuamente l’acqua che si raccoglie dentro un bacile di stalattite pieno di acqua limpida. Quest’antro è ornato da piramidi belle e grandi, da pilastri e colonne che spesso hanno 4 piedi di diametro, composti di stalattite bianchissima, oppure di tinta cenericcia(1).
L’antro di LATZKENBERG, poco distante da Weissenstein nella Carniola inferiore, ha una volta assai spaziosa che assomiglia moltissimo
Saint Baume la grotta abitata dalla Santa Maddalena. Havvi una bella descrizione dell’antro di Grenoble del sig. Marfollier nel Recueil amusant des Voyages tom. 9 e nell’Esprit des Jornaux 1787 dicembre, della quale esiste un estratto buonissimo nell’antico magazzino contenente le cose più recenti sulla fisica. Gotha 1788. Vol. 5. quint. 3. pag. 1-26.
(1) Quest’antro è descritto minutamente nelle Mémoires de matematique et de physique presentés à l’academie royale des Sciences à Paris 1755. Tom. II. p. 149-154; d’onde ne’ supplimenti della geografia fisica. Vol. 2 quint. 1 pag. 61-69.
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ad una chiesa grande con molte cupole. Durante l’estate pendono non solamente molti pezzi di ghiaccio dalla volta in giù, ma pure s’innalzano sul suolo molti pilastri di ghiaccio assai chiari e trasparenti. Durante l’inverno tutto si discioglie. Questi pezzi di ghiaccio sono molto più fragili del ghiaccio comune, ma essi resistono più al calore d’estate. Sortendo da queste volle entrasi alla dritta per una profondità spaventevole in un secondo antro, da dove passano molti condotti sconosciuti nella montagna.
Nell’antro presso SCELICZE al piede di una delle montagne Carpazie, regione assai ruvida del Palatinato di Torn in Ungheria, cresce il freddo in quella proporzione colla quale al di fuori monta il caldo. Ne’ giorni canicolari l’acqua gocciolante vi si gela con tanta rapidità, che in quel luogo ove oggi pendevano ghiacciuole, si formano all’indomani colonne di ghiaccio, anzi pezzi di ghiaccio che minacciano il precipizio. La quantità del ghiaccio cresce a segno, che 600 carri col tiro a quattro non sono capaci di trasportarla via. Più profondamente che si discende nell’antro, più sensibile diventa il freddo. Ritornando al di fuori il freddo, allora
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si discioglie appoco appoco il ghiaccio nell’antro; ed essendo incominciato l’inverno, l’antro diventa bastantemente asciutto l’aria vi acquista un grado sufficiente di calore, e questo sotterraneo diventa il rifugio di sciami di zanzare, di mosche, di nottole, di gufi, di volpi, e di lepri che vi trovano dell’erba onde nutrirsi. Entrando la primavera, traspira l’acqua attraverso le volte, casca in terra in forma di goccia, gela ec. L’apertura dell’antro è larga e diretta verso il sud. La profondità di esso, per quanto finora è stato visitato, importa 50 tese e più, e la larghezza 26. Molti condotti però si estendono profondamente e da tutti i lati verso le montagne(1).
Questo cangiamento di temperatura negli antri non può essere spiegato per le osservazioni ordinarie, cioè che le cantine nell’inverno sembrino essere calde e nell’estate fredde, poiché questo è solamente apparente, ovvero una proporzione relativa di una temperatura quasi eguale in confronto
(1) Ved. Windisch Geographie von Ungern. Presburgo 1780. Magazzino d’Amburgo. Vol. 4. quint. 1, pag. 60 ec.
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all’aria superiore che di molto si è cangiata. Nella cantina della specola di Parigi, alla profondità di 70 in 80 piedi, il termometro si cangia durante l’anno solamente di 3 fino a 3 linee. In Boulogne vi sono cave di pietre calcari fino alla profondità di 150 piedi, ove regna quasi la medesima temperatura senza alcun cangiamento. Nel Rossiglione dentro una cava di 300 piedi si è trovato sempre il termometro di Fahrenheit a 54°. Il fenomeno che nell’estate geli si potrebbe spiegare più facilmente per la traspirazione AUMENTATA la quale produce il freddo. Coprendo una palla di termometro con un pezzo di carta, suga bagnato, ed asciugandolo poi con un soffietto che era nell’istessa temperatura, cadrà l’argento vivo di 4°, fino a 6°, di Reaumur. I villani delle regioni basse dell’Ungheria pongono le loro bevande nella terra umida, ed accendono sopra un fuoco assai rapido, per cui le rinfrescano d’assai, oppure volgono panni umidi intorno a’ vasi, e espongono all’impressione del vento. Per essere convinti che anche in questi antri la traspirazione aumentata sia l’unica cagione dell’aria calda, che senza di ciò regna in essi, dobbiamo osservare il fenomeno, cioè
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che l’inverno in questi antri incomincia sempre quando traspirano le montagne, quando vi gocciolano le umidità ec.
Tra gli antri di acqua si annoverano anche