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Antri artificiali sono quelle volte e caverne sotterranee, quelle miniere di metallo, cave di pietre, e condotti sotterranei, che dagli uomini sono stati costruiti per diverse mire. Di questi meritano essere accennati particolarmente
1. Le CATACOMBE(1) situate nelle montagne calcari sulla parte occidentale del Nilo. Esse sono caverne di sepoltura ove i più antichi abitanti dell’Egitto, i Trogloditi, conservarono piuttosto i loro morti, ch’essi stessi vi abitassero. Della stessa natura è anche
(1) Da Κατά ε Κομβος, che significa un antro nella profondità.
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il loro Labirinto tanto ammirato dagli antichi(1). Dell’istesso gusto, della medesima destinazione e di sorprendente assomiglianza sono
2. Le CATACOMBE DI ROMA E DI NAPOLI. Da queste catacombe solo potrebbesi congetturare sull’origine rimotissima degli abitanti d’Italia la quale monta al di là della nostra storia. Il numero delle catacombe è considerabile, ma non le conosciamo ancora tutte, poiché in parte non vi sono state fatte le ricerche necessarie, e in parte sono state murate; ciò non ostante gli andamenti delle catacombe di Roma, le quali furono visitate, forse importeranno più di 100 miglia italiane o più di 25 geografiche. Tra le più frequentate si contano quelle presso la chiesa di S. Sebastiano: esse, cavate dentro un terreno asciutto e solido assomigliante al tufo, formano in alcuni luoghi diversi piani, di modo che un andamento passa sotto l’altro, ed alcuni siti sono murati di mattoni. Camminandovi, si monta e si discende; e siccome gli andamenti sono stretti, e talvolta
(1) Herod. 2, 148 Diod. 1. c. 13. 33.
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bassi, è necessario che uno vada appresso l’altro, e secondo i luoghi anche curvato. Vi s’incontrano alcune camere e gabinetti larghi di 4 in 6 piedi, e lunghi di 6 in 8. Nelle pareti si veggono incavi innumerabili, quasi spartimenti lunghi di 4 in 5 palmi, ed alti di un palmo solo o di uno e mezzo, la di cui profondità è assai varia. Queste profondità, lunghe dell’altezza d’un uomo, sono chiuse con una lastra di marmo contenente un’iscrizione, dietro la quale si trova quasi sempre uno scheletro umano; ma ordinariamente sono aperte e vuote, mentre alla fine del secolo decimo sesto s’incominciò a considerare queste catacombe come tesori inesauribili di sante reliquie; per tal fine furono tenuti per opera de’ Cristiani de’ quali si disse, di aver quivi abitato ed esercitato il loro culto; gli ornamenti parte consistenti in Termi rovesciati, o in rappresentazioni, come la Diana cercando Endimiones parte in simboli che fanno rammentare l’Egitto ed i giroglifici; i vasi, i vasetti lacrimali, lampane riempiute di poco olio condensato, il vino sparso sul suolo ordinariamente spacciato per sangue de’ martiri, le
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iscrizioni stesse(1) ci fanno conoscere per lo più le catacombe quale opera de’ tempi pagani fabbricate nell’età assai rimota. I Cristiani difficilmente avrebbero potuto intraprendere una tal opera ed eseguirla. Tra i Romani usavasi in tutt’i tempi il seppellire i morti, questo però nelle prime loro epoche fu costume dominante. In appresso si seppellivano solamente i fanciulli e le persone povere, intorno alle quali non si voleva spendere per farle abbruciare. È anche credibile che quivi si abbiano conservato i vasi ed i vasetti lagrimali delle persone ricche, i quali spesso vi si trovano murati. Queste catacombe sono descritte spessissimo(2),
(1) DIIS MANIBUS, che essendo abbreviato D. M. è spiegato dagli Ecclesiastici Romani per Deo Maximo; ed essendo scritto intieramente, è riguardato come errore nato dall’ignoranza de’ primi Cristiani: cosi κρηςε καιρε, SUAVITER VALE, STA BENE, è da essi interpretato per SALVE CHRISTE e PIE ZESES (Ζησις) per PIE JESUS benché la connessione non soffre punto queste spiegazioni ridicole.
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iscrizioni stesse(1) ci fanno conoscere per lo più le catacombe quale opera de’ tempi pagani fabbricate nell’età assai rimota. I Cristiani difficilmente avrebbero potuto intraprendere una tal opera ed eseguirla. Tra i Romani usavasi in tutt’i tempi il seppellire i morti, questo però nelle prime loro epoche fu costume dominante. In appresso si seppellivano solamente i fanciulli e le persone povere, intorno alle quali non si voleva spendere per farle abbruciare. È anche credibile che quivi si abbiano conservato i vasi ed i vasetti lagrimali delle persone ricche, i quali spesso vi si trovano murati. Queste catacombe sono descritte spessissimo(2),
(1) DIIS MANIBUS, che essendo abbreviato D. M. è spiegato dagli Ecclesiastici Romani per Deo Maximo; ed essendo scritto intieramente, è riguardato come errore nato dall’ignoranza de’ primi Cristiani: cosi κρηςε καιρε, SUAVITER VALE, STA BENE, è da essi interpretato per SALVE CHRISTE e PIE ZESES (Ζησις) per PIE JESUS benché la connessione non soffre punto queste spiegazioni ridicole.
(2) Roma subterranea novissima Pauli Aringhii tom. 2 fol. Rom, 1651. Opera eccellente della quale si ha [108] un estratto. Arnhein 1671 in 12. Quest’opera serve di base a quella di Ant. Bosins. Rom. 1632. Zorn dissert. Catacumbis. Lips. 1703. Keystler neueste Reisen da Schntze. Annov. 1754 tom. I. p. 510 poi 605 ec. tom, II. 1796. Valkmann historisch Kritische Nachrichten von Italien II. tom. p. 196. 558 III. tom. p. 68. 70. Particolarmente Archenholz England und Italien, nuova edizione. Lips. 1787. 4 tomo.
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quando s’incontrano in esse piazze di diversa grandezza, come cappelle e stanze con un gran numero di nicchie. Peccato che la superstizione mercenaria e la pigrizia rendano difficile l’esame di questi arditi sotterranei.
3. I sotterranei presso Kiow nella piccola Russia, dei quali si dice che si estendano fino a Smolensko, e formino diverse cellule, cappelle e camere e corridoi piccoli e grandi, ove si trovano molti corpi in parte ancora intatti(1), sembrano non solamente essere destinati per formare i sepolcri, ma esservi per tal fine costruiti a bella posta.
4. Molti sotterranei della Palestina. Sappiamo dalla Sacra Scrittura che intorno al principio della cronologia era costume dominante degli Ebrei, i quali forse l’avevano portato dall’Egitto, di seppellire i loro morti dentro le caverne di rocce. Questo vi si pratica ancora oggidì, per esempio, nella caverna GARIZEIN presso la città Naplusa.
(1) Herbinii religinsae Kyoviensis cryptae. Ien. 1675. 8. Buck geograf. mathem. Abhandlung von einigen in der Erde denkwurdigen Hoelen.
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Del medesimo tenore sono anche i sotterranei presso il convento di S. Saba, tre ore distante da Bethleem.
5. Le caverne sul lato orientale del Nilo sono fatte in granito; forse non sono altro che cave di pietre, ove gli antichi Egizi cavavano le masse di pietre per costruire le piramidi e gli obelischi.
6. Simili a queste sono le caverne di HORES e quelle di THAMUD, (Tschamud) ambedue nell’Arabia Petrea: anch’esse sono cavate dentro il granito di diversi colori, ove si trovano Dendrite. È probabile che gli Egizi abbiano tolto anche quivi le masse per costruire le piramidi, poiché, senza quistionare se i primi abitanti dell’Arabia vi abitassero o no(1), non sembrano essere costruite a tal’uopo.
7. Il labirinto di Gandia, ovvero Creta, null’altro è che una spaziosissima cava di pietre, ove forse dapprima avrà lavorato Dedalo. Su tutt’i lati s’incrociano diversi corridoi. Quasi tutti sono alti 7 sino a 8 piedi e larghi 6 fino a 10 e più, e tagliati
(1) Michaelis comment. de traglodytis. Goett. 8.
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lisci dentro la roccia: il numero di essi non si può fissare. Alcuni formano linee curve, conducono insensibilmente ad una piazza grande riposta sopra immensi pilastri e continuano lontano sul lato opposto. Altri, dopo aver fatto molti giri, si dividono in diverse braccia che in ultimo finiscono con un muro di roccia, ove si è necessitato di tornare in dietro. Un giro curvo conduce ad una bella grotta la di cui cupola è voltata assai alta, e probabilmente formata dalla natura. Tournefort vuole che l’intero labirinto sia una caverna fatta dalla natura e egli confessa però non essere lo stato presente di essa cagionato dalla natura, ma che la caverna sia lavorata, allargata e resa praticabile da uomini. La ragione principale da lui adotta, esternata egualmente da Pococke, cioè che la pietra di colore cenericcio posta in istrati orizzontali sia troppo morbida perché possa essere stata impiegata alla costruzione di fabbriche, e forse di poco rilievo. Piuttosto dobbiamo supporre che gl’istrumenti molto antichi e rozzi non erano capaci a lavorare le pietre dure che tardi, allora quando il metallo fu maggiormente perfezionato, e che perciò gli abitanti cercarono pietre più morbide.
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Oltre ciò non è necessario che tutte le pietre ivi cavate s’impiegassero alla costruzione. Pe’ primi saggi di scultura sicuramente si servirono di pietre più morbide. Il massimo incomodo di questa grotta è la mancanza del passaggio di aria, e gli sciami di nottole che vi dimorano.
8. Le volte ed i corridoi sotterranei di Parigi in pietra calcare sono egualmente cave fatte dall’arte. Parigi è quasi interamente costruita colle pietre cavate sotto la città; ma la Municipalità, temendo da ciò un qualche sinistro accidente, ha vietato la continuazione di questo procedere. Due frati desiderosi per visitarle, si smarirono in esse, e cercandoli, vi furono trovati morti, e ad uno di essi era mangiata via la mano. Storielle simili si raccontano di tutt’i sotterranei finora accennati.
9. Le caverne di MASTRICH, nel monte di S. Pietro, sono cave di pietra arenaria, ove si sono lasciati i pilastri a bella posta per sostenere la volta. Il catrame che vi si scopre in una certa altezza può essere riguardato come segno che per l’addietro vi passavano i carri, e le vetture. L’entrata è spaziosa come i condotti delle miniere, larga
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ed alta di 8 piedi. La via principale è lunga più d’un’ora, e conduce ad un altro uscio. La via per un tratto considerabile è coperta d’una volta artefatta, e fuori di questo sono le volte costruite secondo lo squadro. I pilastri sono assai regolari. L’intera montagna è composta di una pietra calcare, al tasto granosa, tenente un mezzo tra la marna e la creta: essa è di morbida rottura, e diventa dura essendo esposta all’aria libera. Vi sono centinaia di vie secondarie; una conduce a Luettich, un’altra a Tongern ec. Per quanto, dice de Luc, le cose vedute sull’Harz mi abbiano ispirato un’alta idea dell’industria degli abitanti di esso; ciò non ostante è nulla in confronto de’ lavori straordinari veduti ne’ corridoi sotterranei della montagna di S. Pietro, l’origine de’ quali si perde nella storia oscura del passato. Mi sembrava trovarmi ne’ corridoi incrocicchiati di un grandissimo chiostro. L’intera montagna è un continuo labirinto di corridoi egualmente alti, ove dapertutto due carri si possono schivare. Entrandovi si sente sempre un vento straordinariamente freddo, che cessa inoltrandosi più innanzi, ove si ha un calore moderato.
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10. La GROTTA DRAGONARA (forse si direbbe meglio Traconaria da Traconesccome, secondo Vossio(1), si chiamavano ne’ tempi medi gli antri e gli andamenti sotterranei) presso il promontorio Miseno ha sofferto molto, ma può ancora essere visitata. Non si sa precisamente cosa farne. Alcuni vogliono che siano cisterne per raccogliervi l’acqua piovana; altri le tengono per cantine, e magazzini della flotta di Miseno; altri poi credono che vi si abbia cavato solamente la pozzolana. La grotta riposa sopra 12 pilastri grandi, da’ quali è divisa in 5 andamenti. Il medio è lungo 180 piedi, senza contare l’entrata di 60 piedi. Ciascun andamento è largo 4 piedi. L’opera murata è fatta di pietre da taglio quadre.
11. Le sotterranee abitazioni spaziose ed estese nelle miniere di sale a BOCHNIA e WIELICZKO, ove si lavora presentemente quasi 1000 piedi sotto terra. Sarà difficile trovare sotto terra stabilimenti più spaziosi. Gli andamenti di Wieliczko si estendono sopra due mila tese (120 pollici per tesa)
(1) Lettere sulla storia della terra e dell’uomo vol. I. Lettera 83. De vitiis sermonis cap. 53.
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dal nord al sud, e quattrocento dall’est all’ovest, ed inoltre sono larghi a segno, che due carri possono avanzarsi comodamente uno accanto l’altro. Essi hanno 40 piedi e più d’altezza. Vi sono anche sale grandissime poste una sopra l’altra. La costruzione, senza che gli strati di sale abbiano ceduto, è composta di tre piani, de’ quali ciascuno è profondo 30 tese e più; il primo ne contiene 35. Al primo piano conducono a Wieliczko 14 scavi, ed una scala a chiocciola. Agli altri due si giunge per mezzo di gradinate tagliate nel sale. Nel primo piano sono sette cappelle consacrate a diversi santi, ove gli altari, il crocifisso, le statue colossali de’ santi, le colonne ritorte, i candelabri, il pulpito, i confessionari, ed in somma tutto quello che ad una chiesa appartiene e formato di sale. Particolarmente vi si distingue la statua di Augusto fatta dell’istesso sale cristallizzato. La volta, il pavimento, le pareti, i sedili ec. dovrebbero luccicare, se l’eterno fumo delle lampade non ti tingessie ben presto tutto di nero. Vi si trovano magazzini smisurati per conservarvi il sale imballato nelle botti, il quale non può essere conservato meglio che in questi luoghi
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asciutti; inoltre si veggono stalle ove, oltre il foraggio, possono starvi 20 in 30 cavalli; poiché i cavalli, una volta lasciati in giù, non sono più tirati alla superficie, l’aria vi conviene loro benissimo, ma per disgrazia quasi tutti diventano ciechi. Valerebbe la pena di esaminare se ciò nasca dal sale o dalla privazione della luce. I cavalli morendovi sono gettati in un pozzo profondo situato nel secondo piano. Gli uomini si rilevano tre volte per giorno, cioè di 8 ore in 8 ore. È dunque senza fondamento, che alcune famiglie siano quivi stabilite perpetuamente, e che vi nascano e muoiano molte persone senza aver mai veduto la luce del giorno. Sarebbe forse convenevole a quelli che soffrono ne’ polmoni di soggiornarvi per qualche tempo, poiché dal sale si sviluppa una quantità di aria deflogisticata. I minatori diventano tutti vecchi. Vi è poc’acqua in queste miniere di sale, e sicuramente non esiste alcuna miniera nel mondo, ove si possa camminare giornate intere senza bagnarsi i piedi come quivi. Ciò non ostante vi si trovano anche alcuni laghi, e, quello che meno si dovrebbe aspettare, anche una sorgente abbondante di acqua dolce, che serve
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per gli animali e per gli uomini. In Bochnia, due ore distante da Wieliczko, regna nelle miniere di sale lo stesso sistema; ma tutto è più piccolo, ed è da credersi che, volendo, ben presto si riunirebbero le due miniere. Se qualcheduno impiega ogni giorno due ore per camminare ne’ condotti di Wieliczko, per esaminarli non finirà in 6 settimane. Già nel 1237 si fa menzione di queste miniere come di una cosa conosciuta: presentemente vi lavorano in ambidue i luoghi 800 minatori, senza contare una sessantina di ufficianti. Quivi, come in tutti gli antri profondi, possiamo convincerci col solo colpo d’occhio della diminuzione della gravità. In queste miniere s’impiegano uomini deboli per trasportare masse che oltrepasserebbero la forza degli uomini robusti sulla superficie della terra. Pesi di 2 quintali sono portati da ragazzi di 12 anni. L’aria condensata ha sicuramente in ciò la massima parte, mentre in essa, quasi come nell’acqua, diminuisce il peso de’ corpi. L’attrazione della terra avvicinandosi al centro, diminuisce anche sicuramente in proporzione diretta. Nel centro è zero. Sulla metà del semidiametro è mezza; sul quarto o il decimo è un quarto o
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il decimo, e sulla superficie è più forte. Via da essa si diminuisce in proporzione inversa del quadrati, delle distanze, ed è quattro volte più piccola quando è distante due volte, e cento volte quando è distante dieci.
12. Le miniere di carbon fossile presso Whitehaven in Cumberland. Esse si estendono profondamente sotto mare, di modo che vascelli grandi passano sopra le teste de lavoranti. Anche quivi è quivi è stato necessario di lasciarvi grandi colonne di carbon fossile per evitare la caduta della volta. Contenendo il carbone fossile molta pirite, e sviluppando molt’aria infiammabile, la quale, avvicinandosi il fuoco, facilmente si accende, e rompe tutto, è necessario di vegliare perché in queste miniere non si porti il lume, e perciò gl’Inglesi si servono di ruote rigate d’acciaio per illuminarle. Queste macchine messe in giro da ruote spinte dall’acqua, e battendo continuamente nelle pietre fuocaie, forniscono un lume assai chiaro. Nella contea di York diverse, miniere di carbone si sono incendiate da, alcuni anni a questa parte, le quali, come vulcani nuovi, si procurano delle sortite per mezzo delle scosse di terra.