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Può dirsi che l’utilità delle montagne superi qualunque danno immaginabile. Per incominciare coll’utilità più insignificante dirò, che le montagne anteriori e quelle poste
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isolatamente spiegano maggiormente il nostro orizzonte e ci fanno sentire la grandezza del tutto. Dal Brocken scopresi tutto d’intorno la terra per la distanza di 17 miglia tedesche. A ciascun colpo d’occhio si può ravvisare, come sopra la carta geografica, la contea di Wernigerode, il principato di Halberstadt, e quello di Anbalt; il ducato di Magdeburg; la contea di Mansfeld di Stollberg; una parte di Schwarzburg di Assia, e l’intero ducato di Brunswic fino alla landa di Luneburg(1). La circonferenza dell’orizzonte sulla punta dell’Etna deve essere più di 2000 miglia italiane. Malta 200 miglia italiane distante da essa scopresi alla metà della sommità; l’orizzonte dunque sulla di lui cima dev’essere doppio. In conseguenza l’intersecazione di esso importerà 800 miglia italiane, e la circonferenza 2400. Il pi[c]co di Teyde si vede in distanza di 60 miglia italiane; perciò Ricciotus nel suo ALMAGESTO NUOVO, pag. 594, ne conchiuse, che l’altezza di esso, deduzione fatta della refrazione,
(1) Ved. Silberschlag Beschreibung des Brocken nel IV. Vol. della Beschaeftigungen der Berliner geselschaft naturforschender freunde.
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dovrebbe importare 8 miglia italiane, ma in ciò egli si è sbagliato.
Quanto sarebbe monotona la figura della terra senza montagne, e quanto diventa varia ed attrattiva per mezzo di esse! I giuochi magici del lume e dell’ombra non sono in alcun luogo tanto sensibili e grandiosi quanto nelle montagne. La varietà delle vedute le più estese sopra campi a perdita di vista, delle più ripide falde delle montagne elevate fino alle nuvole, delle scene più sublimi e più belle, e delle più terribili e più attraenti delle montagne nude coperte di ghiaccio, e di colline floride e cinte di boschi, delle ghiacciaie e di pascoli, de’ precipizi e de’ piani, dà alla terra una figura assai dilettevole e bella; le cadute di acqua che si precipitano dalle più alte sommità vicino alle nuvole, sciogliendosi poi in vapori finissimi prima di giungere in terra, o quando in masso si precipitano nella valle, accrescono queste bellezze, come anche i diversi vegetabili prodotti e nutriti sopra di esse. I muschi de’ poli, ed i vegetabili della Spagna e del Portogallo sono sulle montagne radunate sopra un piccolo spazio, ove il conoscitore delle piante trova la più abbondante
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raccolta. Molte piante appartengono esclusivamente alle montagne ed alle alte regioni. Basta uno sguardo sulle piante alpine (alpinos alpestres), e ne saremo convinti; tutte queste piante non crescerebbero nella pianura. Non rare volte si veggono sopra una montagna tutte le quattro stagioni riunite. Sulla cima, e su quel lato ove non batte il sole, e che è esposto al vento della neve, regna il più profondo inverno; sul lato ove batte il sole di mattina e di mezzo giorno, l’estate; più in su la primavera, ed al piede l’autunno.
Sembra ancora, che le piante sulle montagne abbiano maggior vigore di quelle della valle. Il maggior numero de’ ranuncoli, e molte piante che altrove non olezzano, spandono quivi gli odori più soavi. Questo ha dato occasione agli abitanti di Glaris, e ad altri che dimorano sulle Alpi, d’intraprendere un negozio particolare di spezierie. La forza risanante attribuita al Tè della Svizzera (Panacée helvetique, Thea alpina, Thontana Glaronensium), ordinariamente con poca convenienza raccolto, è infinita; e questo Tè non merita il grido che
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ha. I pomi di terra sono più nutritivi, più farinosi e di un gusto più saporito, benché in generale non abbiano tante parti nutritive quanto il formento; essi danno allo stomaco più carico che nutrimento. Per fare una certa quantità di acquavite richiedesi cinque volte tanto di pomi di terra quanto di segale.
Gli Spagnuoli sogliono osservare, che una libbra di carne in Castiglia sia più magra che in Valenza, ove la regione è più florida, ma che giovi anche più. Il bestiame pascolando sulle alpi elevate, riesce a maraviglia. L’introito di latte, tanto riguardo alla bontà quanto alla quantità, è straordinario. La preparazione de’ diversi prodotti del latte dà alla SENNHUETTE(1) (capanna di pastore sall’Alpi) l’aspetto di una fabbrica. La squisitezza, la bianchezza ed il gusto piacevole del mele raccolto sulle montagne erano conosciuti tanto ne’ tempi antichi, quanto lo sono ne’ moderni. Il mele di Chamouni si spedisce in regioni assai rimote, e quello di Hymera e
(1) Parola forse familiarizzata con Sane (fior di latte), usata nella Sassonia.
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di Hybla ha conservato ancora quella fama che aveva ne’ tempi antichi.
Anche l’erbe velenose delle Alpi hanno una forza più vigorosa di quelle delle valli: si dice, per esempio, che il NAPPELLO (Aconitum napellus), tenendolo solamente un poco nella mano, vi produca un effetto sensibile di veleno(1). È facile spiegare la forza più attiva di tutti i vegetabili sulle montagne: poiché oltre che le piante sulle montagne godono d’un’aria più libera e più sana, d’un lume più puro, d’una ruggiada più abbondante, e d’una maggior confluenza di acqua, ed anche, a motivo della collocazione a foggia di terrazza, d’una maggior continuazione de’ raggi solari; hanno anche uno spazio sufficiente per estendere le radici da tutti i lati, e quindi per tirare dalla terra maggior nutrimento, e far crescere i rami con maggior libertà. La superficie della montagna è assai più grande della base sulla quale è posta; sulla superficie non cresce però maggior numero di piante che sul piano, poiché tutte s’innalzano
(1) Lettres de W. Coxe. P. II. partie du Voyage du traducteur pag. 256.
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perpendicolarmente. La linea che passa sopra le punte dell’erbe e degli alberi è ancora maggiore; e siccome i rami e le foglie crescono in linee divergenti, così questa posizione è assai vantaggiosa per essi; e la rendita di legna sulle montagne, in confronto alla rendita sulla base, sta come 5 a 4.
Le montagne contribuiscono sicuramente alla purificazione dell’aria. Esse sono per così dire i lambicchi della natura, mentre arrestano i vapori, li condensano, e gli obbligano a gocciolare sopra di esse; quindi diventano conservatoi di acqua, e producono sorgenti e fiumi. Nelle zone fredde riparano i venti micidiali del Nord, e nelle calde rinfrescano l’atmosfera. Sulle montagne regna generalmente un’aria sana e pura. La loro situazione, il nutrimento de’ vegetabili vigorosi che vi crescono, e la continui occasione di esercitare il corpo, sono forse la cagione della costituzione forte e nervosa de’ corpi de’ montanari. Fra i Tedeschi sono forse i più forti ed i più grandi gli abitanti della Turingia e quelli del Salisburghese. I montanari Scozzesi sono celebri per forza e per coraggio. Gli esempi di età avanzata sono sì comuni, anche nelle regioni montuose settentrionali,
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come nella Svezia, che appena sono considerati quali cose rimarchevoli. Nella Svizzera regna il costume di congedarsi non prima del sessantesimo anno dalle funzioni militari, e di mettersi poi in riposo, malgrado le forze, e l’età florida che si ravvisa ancora in questi abitanti. Quanti viaggiatori nella Svizzera hanno cavalcato sulle spalle di un vecchio di 70 anni, e sono passati in tal guisa con sicurezza sulle rocce sdruccevoli per sentieri strettissimi!
Nelle regioni medie delle montagne è l’aria assai cattiva, e più flogistica e meno pura che nelle valli. Il barometro, per esempio, portato sul Buet, suole abbassarsi 7 in 8 pollici più che nelle regioni situate più al basso. Le persone di un sistema di nervi irritabili, trovandosi in queste regioni, sono facilmente incomodate dal sonno, dal vomito e da svenimenti.
Andando dall’Indostan a Tibet, e passando per Batau, devesi passare sopra la montagna di Saugur ove è fabbricata una specie di stalla per riposarsi (chiamata Caravansera): quivi gli uomini sono sorpresi da giramenti di testa e dalla nausea; il respiro è penoso e difficile. Il bestiame perde
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la vivacità e lascia cadere la testa. Il missionario Georgi, che ne dà la prima notizia, ne ha indovinato la vera cagione. Il Saugur è circondato da alte montagne, in mezzo alle quali si trovano valli profonde piene di boschi, ove non penetra mai il sole. In esse sviluppasi la quantità di flogisto che guasta l’aria della regione media.
La debolezza e la rilasciatezza che regnano nelle valli cupe contribuiscono forse moltissimo alla produzione delle dette CRETINS nella Svizzera; almeno è rimarcabile la diminuzione di essi da quando si è incominciato far educare i fanciulli sulle montagne. Della malattia de’ Cretins, la quale è propria alle profonde valli delle Alpi, fece doppia menzione WALF HOEFER nel suo HERCULES ALEXICAUS(1). Nel Salisburghese si chiamano i Cretins FAXE. Se ne trovano molti intorno a s. Michael, intorno a Salisburgo,
(1) Ved. ancora Blumenbach medizinische Biblioth Vol. III ove si trovano le migliori osservazioni su questo proposito: Giuseppe e Carlo Wenzel ueber den Cretinism. Vienna 1802.: oltre di questo le osservazioni di Michaelis su questa malattia nella Biblioteca di Blumenbach Vol. III. pag. 640 seq.
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nella valle presso Hallein e Huttau poco distante dal corso della Sala, in guisa, che a misura che le valli montuose s’innalzano, diminuisce il numero de’ Cretins. Particolarmente sono numerosi nelle valli acquose esposte al cangiamento della temperatura.
Tutti i Cretins hanno il cranio deforme, particolarmente la parte posteriore di esso. La parte esteriore dell’occipite è più aspra e ruvida che all’ordinario, poiché i muscoli della nuca vi si attaccano sotto angoli retti. I denti sono irregolari, brutti, spesso doppi, e per lo più la fila superiore avanza l’inferiore. Egualmente sono deformi i tratti del volto. Le orecchie sono ben formate, e di grandezza considerabile, benché manchi l’adito. Essi non hanno il filello, e spesso posseggono in luogo di questo una coronetta carnosa larga come la lingua. Spesso nascono col gozzo. La loro pelle è estremamente rilasciata ed appassita, e perciò vi nascono spesso rotture. Ora sono molto pelosi, ed ora mancano loro i peli anche ne’ soliti luoghi del corpo. Il respiro ordinariamente penoso è cagionato da’ gozzi grossi o da altri difetti. Manca loro quasi ordinariamente la favella. Solamente due di questi soggetti si
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sono trovati che sapevano parlare chiaramente. Essi hanno poco appetito, vanno raramente di corpo, ma urinano spessissimo. Nel Valese, dopo che si sono asciugate le paludi e diradati i boschi, il numero de’ Cretins si è diminuito.
Nella Tartaria Chinese spesso s’incontrano gozzi di una grossezza straordinaria; quelli che sono affetti da questo male sono imbecilli, ma sono venerati quasi nell’Asia intera e nell’Africa.
Tra l’utilità delle montagne possiamo contare con tutto il diritto le specie di animali che vivono sopra di esse, come le camozze, gli stambecchi ec.; le galline bianche alpestri, le pernici bianche, le oche di peluria ec.; farfalle, insetti ec.
Oltre ciò, sono le montagne la patria de’ metalli e de’ cristalli, e facilitano molto il ritrovamento di essi. La natura le ha destinate ancora pel deposito de’ suoi più antichi monumenti, e pel luogo di adunanza de’ monumenti della sua prima attività. Esse ci aiutano tanto per arricchire le nostre cognizioni, quanto ci dilettano le belle viste che godiamo sopra di esse. Esse, come confessava
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Rousseau, esaltano il nostro spirito e lo innalzano a nuovi sentimenti.
In fine, possiamo con tutto il diritto chiamare le montagne il rifugio e l’asilo della libertà. Sia che i Mainotti non discendano dagli Spartani, essi sotto il giogo turco sono tanto liberi, quanto mai poteva essere lo Spartano della pianura. Gli Scozzesi montanari non sono ancora sottomessi, e gli Svizzeri fino ai tempi moderni sono stati gli eroi della libertà. Queste circostanze spiegano l’eccessivo desiderio degli Svizzeri di tornare alla loro patria, ed in ciò assomigliano loro tutti gli abitanti delle montagne, come anche gli abitanti di tutte le terre ingrate ma coltivate, le quali richiedono molta fatica. Più ch’è penosa la conservazione della vita, più che resta allontanato il lusso dalla maniera di vivere, più gli uomini si uniscono in società, e trovano in questo intimo legame ed affetto reciproco una felicità che cresce sempre alloraquando se ne rammentano. Questi abitanti ritornando dopo qualche assenza in patria, ordinariamente si trovano ingannati, e credono che la loro patria siasi cangiata; ma essi hanno accresciuti i loro bisogni, e la semplicità de’ loro costumi, da’ quali dipendeva quell’attaccamento, non
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regna più in essi colla primiera schiettezza.