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Questi piani alti si uniscono tra loro per mezzo di rami principali e secondari di montagne.
Dal gran dorso di terra nell’Asia, il più alto nell’antico continente, e quasi il centro (l’ombilico) di tutti gli altri, si estendono de’ GRADI DI MONTAGNE quasi verso tutte le parti del mondo, la cui direzione facilmente osservasi nelle valli ove scorrono i fiumi.
Il PRIMO ramo principale corre verso il Nord est tra l’Indigirca e l’Anadyr fino al promontorio Tschuktschi; un ramo laterale di questo verso Kamtschatka, ed un altro verso Corea. Il SECONDO ramo principale va verso l’est, si ramifica nella China, e vi forma il letto del gran fiume Hoango e Jautse-Kian. Il TERZO ramo attraversa il Siam tra il Menan Kem e ’l Pega. Il QUARTO si estende al sud verso il Gange e l’Indo. Il
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QUINTO va all’ovest tra la Tartaria indipendente e la Buccaria verso la Persia, ove riceve il nome di Imao, si divide nell’Armenia in modo, che un braccio corre sul lato occidentale del mar Caspio sotto il nome di Caucaso, verso il Nord est tra il Don, e la Volga fino alla Livonia, e l’altro passa per la Natolia sotto il nome di Tauro fino all’Ellesponto, ove incontra l’Imeo, il quale è concatenato colle montagne del Caucaso. Il SESTO manda ancora un ramo nell’Arabia, le cui punte più conosciute sono il Libanon, l’Oreb, il Sinai. Il SETTIMO forma le montagne di Ural tra i fiumi Obi e Jenisey, e corre verso la Novaja Zemlia. L’OTTAVO si estende addirittura verso il Nord tra il Jenisey, e ’l Lena.
Le notizie più numerose sull’andamento di queste montagne, le dobbiamo alle nazioni rozze e poco coltivate, che vi abitano. Esse in conseguenza sono inesatte. E siccome, a motivo della rozzezza ed avidità di rubare degli abitanti, queste montagne non possono essere visitate facilmente dagli Europei, così è difficile di averne notizie più complete e più precise.
Le catene delle montagne Lyba che corrono
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verso l’ovest incontrano quelle della Svizzera provenienti dall’est.
Le migliori notizie riguardo alle montagne primarie sono quelle sulla Svizzera. Il generale Pfifer nel cantone di Lucerna ha modellato molte parti di esse, ed il signor Mayer in Arau ha tentato di produrre una rappresentazione plastica di una parte della Svizzera, rappresentata assai bene in un basso rilievo.
La parte elevata delle Alpi contiene 428 montagne di neve e di ghiaccio, e molti campi di ghiaccio. Quasi nel centro di essi s’innalzano il monte di s. Gottardo, il Furka, ed il Grinehel; ma essi non sono i punti più alti.
Da queste montagne primarie corre all’oriente una catena intorno al lago maggiore verso la Lombardia, i Grigioni, il Tirolo, il Salisburghese, la Carintia, la Stiria, l’Austria, l’Ungaria (ove riceve il nome di Karpati) la Moldavia, la Vallachia ed il mar Nero. Un braccio secondario (de’ suddetti) passa per l’Austria, la Boemia, e la Slesia (il Riesengebirge colla Schneekoppe). Verso il Nord si estendono due braccia di montagne. L’uno passa per la Svevia, e va nel
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resto della Germania, ove fa nascere molte tortuosità, le di cui parti più conosciute sono l’Harz, l’Inselsberg, ed il Brocken; l’altro, il quale da tempi rimoti porta il nome di Jura, e che appena fu creduto una ramificazione delle Alpi, va al Nord-ovest passando l’Alsazia superiore, la Franca Contea, la Borgogna ec.(1).
Verso l’ovest corre un’alta catena di montagne per la Savoia (monte bianco) ed il Delfinato fino al Rodano. La catena conosciuta sotto il nome di Cevennes, e che passa per il Vivarais diventa vulcanica, e rappresenta molte forme singolari(2) come alcune punte da’ francesi chiamate AIGUILLES, e dagli Svizzeri HORN (corno). Ad esse si uniscono i Pirenei(3).
(1) Le dimostrazioni più esatte riguardo all’unione di questa catena di montagne colle Alpi si trovano nel Voyage dans les Alpes, precedé d’un essai sur l’histoire naturelle des environs de Geneve par H. B. de Saussure. Neuchatel 1779. 8 tom. 2. 4.
(2) Recherches sur les Volcans eteints du Vivarais et du Velay. par faujas de s. Fond. Grenoble et Paris 1778. 8. Anche dal medesimo l’histoire naturelle de la Province du Dauphiné. Gren. e Par. tom. II.
(3) Introd. in oryctographiam et zoologiam Arragoniae 1784, s. Arcel, discours sur l’Etat naturel des
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I rami meridionali delle Alpi passano per tutta l’Italia (chiamati Appennini) fino a Reggio, e nella Sicilia. Anche questi furono modificati da rivoluzioni vulcaniche. Gli Appennini, per mezzo della Bocchetta nel Genovesato, sono concatenati colle Alpi marittime, come queste colle COTTIE, così chiamate, incominciando dal monte Viso.
Principiando dal monte Cenisio si chiamano ALPI GRAIE, più in là del monte s. Bernardo le PENNINE, e finalmente vengono le alte che, incominciando dal s. Gottardo, dividono la Svizzera dalla Lombardia(1).
La catena delle montagne primarie del sempre sconosciuto interno dell’Africa, cioè il nodo centrale di tutte le altre montagne di questa parte del mondo, sembra giacere verso l’est, quasi sotto l’equatore, tra il 45° e 55° di longitudine; e siccome in
montagnes des Pyrenées et sur les causes de leur degradation. Paris 1776. 8.
(1) M. J. Bourrit description des Alpes pennines et rhetiennes, Geneve 1781. 2 tom. 8; del medesimo Voyage pittoresque aux glacieres de Savoye an 1772. Geneve 1773, e dello stesso autore descrip. des glacieres et amas de glace du duché de Savoye 1773, 8.
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Abissinia formano un semicircolo sono chiamate MONTAGNE LUNARIE. L’Abissinia è sicuramente una striscia di terra assai elevata. Bruce assicura in due luoghi di aver trovato per mezzo del suo barometro essere situata una delle sorgenti del Nilo, in Gojam, due miglia inglesi sulla superficie del mare. Attraversando l’Abissinia volgesi un ramo principale di queste montagne verso il Nord, rinchiude il letto del Nilo, e forma quella profondità nel regno di Gaoga circa, dove si perde il Niger. Divide poi la Nubia da Bornou, obbliga il fiume di Gazelle ad unirsi col Niger, divide l’Egitto dal deserto di Sarah, che rinchiude verso l’est, e si distende poi nell’Africa settentrionale, da dove un ramo passa verso Candia, un altro verso Zerbi, Lampedosa e Malta, ed un terzo verso Tunisi e la Sicilia; indi questa catena forma li monti Atlanti, che dalle montagne della Spagna sono divisi unicamente per mezzo di una cavità prodotta da tremuoti o dalla forza del mare.
Un altro ramo principale corre all’est intorno all’Abissinia, e passando il Capo Guardafui (11° 43' di latitudine) dirigesi verso Socotora, e le isole Lachedive. Da questo
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sorte un ramo secondario, che gira intorno al mar Rosso, e si unisce al di là di Babelmandeb e Suez colle montagne dell’Arabia.
Un terzo ramo principale corre addirittura verso il sud, e forma fra le due coste un muro impenetrabile. I Portoghesi in Congo ed Angola, non hanno potuto mai avanzarsi verso le coste del mare delle Indie. Esso finisce sul Capo di Buona Speranza dopo aver mandato alcuni rami secondari sopra Mozambique, verso Madagascar e le Maldive, e sull’altro lato verso Guinea ed il Capo Nero.
Il quarto ramo principale è conosciuto meglio per mezzo de’ viaggi di Mungo Park(1). Esso s’innalza rapidamente verso l’ovest, per formare all’ovest di Bambarra, e Kaarta, ed all’est di Bordou e Neola la terza pianura alta, che si estende verso l’ovest. Essa nella parte settentrionale, tra Bambarra e Neola, è larga di 330 miglia inglesi, e nella settentrionale di 60 in 70, e forma un grande
(1) Intrapreso negli anni 1795 sino al 97 per mezzo della Società Africana, e pubblicato con degli ischiarimenti geografici da Rennell.
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triangolo, la cui punta settentrionale sopra il piccolo regno di Casson è diretta verso il deserto. I rami secondari di quest’alta pianura accompagnano il Joliba, ovvero Niger, prima verso il Nord dall’11° fino al 13°, e poi verso il Nord est; circondano il Senegal, verso il 14° settentrionale, si conducono al Nord ovest, e, finalmente all’ovest. Questo ramo circonda il deserto, e forma il letto del Niger e del Senegal nel Nord. Un’altra catena segue la parte superiore del Gambia, il quale dalla parte Nord est riceve sei correnti diverse. Una terza catena va addirittura all’ovest, e spinge il Rio grande che nasce distante da essa verso il mezzo giorno all’ovest. Una quarta si stende al sud, e confina nella parte settentrionale coi fiumi della Guinea. La parte più alta di queste montagne sarà in quel luogo, ove si veggono sotto di sé Bambarra e Kaarta.
In tal guisa si legano tutte le sommità delle montagne del mondo antico, come i membri di una catena e formano per così dire le ossa, o lo scheletro della terra ferma.
Le montagne più alte del Globo si trovano nell’America, e sono chiamate Andes o Cordilliere (propriamente Cordillera de los Andes,
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poiché Cordillera in ispagnuolo vuol dire catena di montagne: forse ha questa parola qualche relazione con CORDILLA, che vuol dire budelle intrecciate). Esse, incominciando dal Capo Horn e dallo stretto di Magellano, corrono lungo le coste dell’America, trapassano il Chili, ed il Perù, e vanno fino all’equatore, ove circondano Quito, la valle più alta della terra, la quale s’innalza 1460 tese e più sopra il livello del mare. Quivi, quasi nel centro, ovvero nel nodo che lega tutte le catene delle montagne del mondo Nuovo, troviamo il principio di tutte le altre. Una si estende verso il Brasile ed il Capo S. Agostino, e l’altra passa per la Gujana fino alle Antille. Ambedue formano il letto del fiume Amazzone. La montagna principale passa per Panama, e l’America settentrionale, ove si divide in molti rami secondari, de’ quali conosciamo pochissimo gl’interni. Il ramo occidentale corre verso i grandi laghi e divide, sotto il nome di Apalachi o montagne turchine, gli stati Uniti dell’America settentrionale. Il braccio occidentale va verso la California.