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I tremuoti comunicano esattamente coi vulcani. Anche Strabone ha osservato che il tremuoto cessò in Eubea alloraquando seguì l’eruzione di una materia ignea(1).
Questo basterebbe per farci credere che tutte le scosse di terra nascono da incendi sotterranei, e che i vulcani non sono altro che l’esplosione del fuoco(2).
Bertholon de Saint Lazare ed altri hanno spiegato il tremuoto come un effetto di elettricità, ed hanno cercato i mezzi di
(1) Strab. geogr. I. ed. Casaub. 2 p. 58.
(2) È istruttivo il confronto cronologico de’ tremuoti in Sicilia e delle eruzioni dell’Etna nel magazzino di Voigt per gli oggetti più recenti di fisica II. 2 p. 167 ec.
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assicurarsi contro un tale avvenimento(1), ma questi mezzi sono sì poco fondati come la spiegazione. I fenomeni che accadono durante il tremuoto, per esempio, la gran nebbia del 1783, la quale durante il tremuoto della Calabria spaventò tutta l’Europa; i temporali terribili, le meteore ignee ec. non sono la cagione della scossa, ma hanno con essa un’origine comune, cioè la fermentazione nell’interno della Terra. Ciascuna dissoluzione dell’acqua in vapori produce l’elettricità, e la confluenza di una maggiore o minore quantità d’acqua nelle spaccature della terra, è sufficiente a far nascere il calore e l’incendio interno; questo calore produce un rapido scioglimento dell’acqua in vapori, e genera i fenomeni elettrici, come anche le più terribili e distruggenti devastazioni.
Merita essere considerata su di ciò l’esperienza generale sulla differenza de’ tremuoti coi eruzioni di fuoco e senza.
Malgrado che ambedue le specie siano simili, ciò non ostante i tremuoti senza eruzioni ai juoco si estendono primieramente
(1) Rozier journal de physique 1779.
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assai più lontano, poichè i vapori infiammati non trovano l’uscita che cercano; e quando i tremuoti accompagnati da eruzioni di fuoco di un vulcano, come dell’Hekla, dell’Etna ec. si estendono per 10, 20, 50, o al più per 71 miglia geografiche, allora gli altri passano quasi sopra un emisfero intero.
Il tremuoto nella Calabria e nella Sicilia negli anni 1783 e 84 fu sentito nell’estensione di 500 miglia geografiche: e quello di Lisbona dalle coste occidentali dell’Oceano sino alla Vistola ed al mare Adriatico, e dall’Islanda sino ai tropici, e per la distanza di cinque mila miglia dall’ovest all’est, e di tre mila dal Sud al Nord. Il tremuoto accaduto alla morte di Cristo, secondo la testimonianza di vari, passò sopra tutto il mondo conosciuto. Nell’Asia minore distrusse in una notte 13 grandi città(1). Un simile tremuoto si fece sentire ai tempi di Giuliano; esso distrusse il tempio di Delfo ed impedì la costruzione di quello di Gerusalemme(2). Negli anni 395, 544, e 742 fu
(1) Plin. H N. 2. 84 Chrysost. Hom. in Math. ult.
(2) Am. Marcellin, l. 26. Hieronym, in vita S. Hilarion.
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scosso tutto l’Oriente, e nel 1349 e 1690 passò il tremuoto sopra tutte le terre conosciute.
In secondo luogo i tremuoti senza eruzione di fuoco sono assai più veementi. Quelli dell’Italia e dell’Islanda, ove i vapori sotterranei trovano presto un’uscita visibile o invisibile, sono, come ognuno sa, i più leggeri di tutti.
Il tremuoto del 724 distrusse in una notte quasi 600 città nell’Oriente. Nel 750, secondo il racconto di Niceforo(1), si aprirono nella Siria precipizi, s’affondarono città, altre furono distrutte, ed altre situate in luoghi elevati furono trasportate nelle pianure per la distanza di 6 miglia. La scossa che nel 1959 addi 30 d’ottobre, alle ore 3 e tre quarti della mattina, distrusse la Siria, fece perire al primo colpo 30000 uomini, e mise in rovine Antiochia, Balbek, Sayd, Acre, Fussa, Saphet, Nazareth, e Tripolis. Quelli infelici che si erano salvati dopo il primo colpo credevano averlo superato, ma ancora sei settimane e più durò il continuo movimento
(1) Patriarca a Costantinopoli, nel suo abbozzo breve della storia bizantina.
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della terra come un vascello abbandonato al giuoco delle onde. I colpi del 25 di novembre furono i più violenti, e terribili a segno che, secondo Causireny, non si può pensarvi senza tremare.
Altri tremuoti sono stati ancora di più lunga durata. Quello che distrusse Lisbona continuò 61 giorni, cioè dal 1 di novembre fino al 31 di dicembre; anzi esso durò 6 anni ma interrottamente, cioè dal 1750 sino al 1756.
Nel 1750 si sentirono in Londra tre scosse in una settimana, le quali però non fecero alcun danno. In Francia, in Germania, e ne’ Paesi Bassi si sentirono in quest’anno sino a 80 piccole scosse. Da quest’epoca fino alla grande eruzione accaddero ogni mese alcune scosse in diversi paesi delle quali faremo qui menzione.
Nel 1750 addì 11 di febbraio si notarono scosse sensibilissime a Roma, ed il 19 a Londra, li 10 di marzo a Costanza nella Svevia, li 19 a Londra, li 20 a Frascati presso Roma. Nell’aprile a Lancaster, li 15 di maggio in Calabria, li 23 a Firenze, 24 sino al 27 a Lavedan, Bordeaux, Toulouse, Montpellier ed in alcune altre regioni
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della Francia. A Pau suonarono sole le campane, e le case si scossero fortemente. A Lourdes si spaccò la torre del Castello, di mura grossissime, da una estremità all’altra, e si precipitarono molte case de’ villaggi circonvicini. Addi 7 di giugno si sentirono le scosse sopra l’isola di Cerigo, ed il 24 a Monaco. Nel mese di agosto a Gibilterra ed in Lincoln, ai 3 di settembre a Grantham e poco più tardi sulla Jamaica. Il 5 d’ottobre sulla costa dell’Africa, li 11 in diverse regioni dell’Inghilterra, in Napoli e nella Romagna. Li 6 di novembre nella Lapponia. Nel dicembre sopra S. Vincenzo, in Venezia, a Sciaffusa, ed il 22 a Napoli.
Nel 1751 addì 3 febbraio sulla Jamaica, in Navarra, sui Pirenei, il 15 a Nantes, i 20 di marzo sulla Loire. Nell’aprile, ad Angers, nel Chili e sopra Juan Fernandez. Nel maggio sopra S. Domingo. Il 5 di giugno a Napoli, a Volterra, nella Toscana ed a Roma. Il 3 di luglio nella bassa Austria, li 11 nella Sicilia, il 19 a Nocera, il 26 a Roma e Nocera che fu molto rovinata. Nell’agosto a Gubbio, in alıri luoghi dell’Italia, ed a Palermo. Nel settembre nell’Umbria; nell’ottobre a Camerino nell’Italia; il 18
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sopra s. Domingo, la Martinica ed altre isole americane, ove questi tremuoti continuarono fino al dicembre. Il 23 d’ottobre a Napoli accompagnato da un’eruzione del Vesuvio. Il 7 di novembre nella Finlandia, il 21 a Genova e nel milanese, ed il 4 dicembre nuovamente a Napoli.
Nel 1752 del mese di gennaio ne’ contorni di Mantova, nel Portogallo, nel Chili ed in altre parti dell’America che ne soffrirono molto. Il 27 di marzo sulla costa d’Aveiro nel Portogallo. Il 16 d’aprile a Stavanger nella Norvegia accompagnato da un temporale terribile che si estese sino a Berlino; nella Contea di Sommersett in Inghilterra e sopra Hispaniola. Il 13 di maggio a Neuhreusel in Ungheria, presso Coimbra in Portogallo, e sopra l’isola di Zante ove cagionò varie distruzioni; nel luglio a Riccio, Genzo e Nocera in Italia. Nel settembre vi furono terribili scosse di terra ad Andrianopoli, ed il 6 una scossa leggera in Auvergne.
Nel 1753 il 9 di marzo a Torino ed in tutte le regioni montuose del Piemonte. Nella Svizzera disseccarono molte sorgenti che non ritornarono prima della fine del 1755. Nel
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luglio accaddero scosse di terra in diverse regioni dell’Inghilterra ed a Napoli. Nel settembre nuovamente in Inghilterra accompagnate da uno strepito terribile. Addì 8 di dicembre si sentirono scosse violente a Brest.
Nel 1754 il 12 di gennaio a Grenoble. Nell’aprile a Yorck unita ad un forte temporale, e a S. Eustachio. Nel giugno nello Stato Ecclesiastico, li 15 in Morea accompagnato da considerabili devastazioni, e sulla Sicilia, unitavi l’eruzione dell’Etna. Nel settembre a Costantinopoli, ove molte case furono rovesciate, ed a Sebastia sul mar Nero. Nell’agosto ad Amboina nelle Indie orientali.
Nel 1755 nel febbraio sull’isola di Mitilene e sopra Java. Il 25 di marzo si sentì a Yorck un tuono rotolante sotto terra; dal 26 sino al 27 accadde lo stesso; l’ultimo giorno, la mattina tra le 10 e le 11, saltarono due pezzi da una roccia. Uno di questi pezzi grosso 7 tese, alto 15 e largo 35 si precipitò nella valle. Il tremuoto diventò spaventevole verso le 7 ore di sera; molti pezzi di rocce, ciascuno del peso di molti quintali, furono levati dalla loro posizione, rovesciati, lanciati in distanza ed accumulati uno sopra l’altro. Si osservò che
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la roccia, la quale tutt’all’intorno copriva la terra, era di qualità durissima; non si scoprì alcun antro in essa, e ciò non ostante si spaccò dalla cima sino in fondo. Quello che da essa si distaccò, si spezzò in mille piccoli pezzi, e fu lanciato sino alla distanza di 300 tese. Il suolo intorno a questa roccia sembrava essersi un poco abbassato; ma in poca distanza si osservò un’elevazione di 4 in 5 tese, larga di 6 in 8, e lunga di 100: vicino a questa giacque un pezzo di terra del diametro di 15 in 20 tese senza la minima spaccatura che, unito ad altri pezzi considerabili di roccia, era stato quivi lancialo. Un poco più distante vedevasi un altro pezzo di terra di 25 tese di diametro, egualmente lanciato, in questo luogo con vari pezzi di roccia ove era radicato un albero. Si credette, che queste masse di terra fossero state distaccate dal piede della rocc[ia], ed avessero cagionato l’affondamento del suolo. Intorno a questi pezzi di terra, alla distanza di 60 iugeri giacque una quantità di pietre affondate più o meno dentro la terra. In mezzo ad esse era la terra spaccata in diverse direzioni innumerabili. Nella valle destinata al pascolo si era staccata la zolla, e rotolata insieme
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come lastre di piombo; quivi non si scoprirono spaccature alcune, ma si erano innalzate alcune colline di terra lunghe di 5 in 6 piedi, simili alle sepolture dei cimiteri. La parte che non era stata rimossa, sparse uno splendore visibile in tutta quella regione. Nel mese di aprile si sentirono scosse a Stepney in Inghilterra e nel Brabante; dal 26 d’aprile sino alla fine di maggio fu scosso fortemente Quito nel Perù. Li 7 di luglio fu distrutto Sachan nella Persia per mezzo di un tremuoto. Alla metà di agosto si sentirono nella Groenlandia temporali insoliti, benché a memoria di uomini non vi si erano osservati fenomeni simili. Addì 1 agosto vi fu un tremuoto a Stamford in Inghilterra; li 15 settembre un altro terribile sull’Islanda, ove l’acqua di un ruscello prese il colore di latte, e s’intorbidò come l’acqua minerale. La temperatura sull’Islanda fu straordinariamente calda, come solitamente accade in tutt’i grandi tremuoti. Nell’istesso giorno 15 di settembre si sentì sull’Eichsfelde uno scoppio sì spaventevole, come se molti magazzini di polvere fossero saltati in
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aria(1). Il mese d’ottobre fu da per tutto straordinariamente caldo; i venti insoliti del sud e dell’ovest sciolsero la neve sulle montagne. Il 10 d’ottobre fuvvi un altro tremuoto fortissimo a Quito, e finalmente il primo di novembre scoppiò la massima delle disgrazie sulle coste del Portogallo.
Questo incendio sotterraneo cessò non di meno a poco a poco, e continuò fino al 1756.
Nel 1756, li 2 di gennaio, a due ore dopo mezzo giorno si erano sentite alcune scosse violenti a Juam nella contea Irlandese di Galway. L’aria si era considerabilmente condensata e riscaldata; indi seguì un forte chiarore nell’aria, il quale superò la luce d’un giorno chiarissimo, e dopo cessato questo, il cielo fu coperto di fiamme ignee incrociate di bandiere fiammeggianti turchine e rosse; unito a questo fuoco aereo cadde la pioggia, e subito dopo seguì una scossa terribile, la quale produsse più spavento che danno. Il giorno dopo si sentiva
(1) Ved. Hannoev, nuetzliche Sammlungen von 1756 p. 43.
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che l’acqua a Baltimore aveva inondato 7 iugeri di terra, e condotto via 200 pezzi di bestiame cornuto, e pecore. Tra li 13 e 20 dello stesso mese si strapparono 10 iugeri di terra incirca dalla sommità di una montagna, precipitandosi un miglio distante sopra un campo di patate. Da quel sito della montagna ove la terra si era distaccata, corse per alcuni giorni un’acqua nera simile all’inchiostro, la quale giungendo ad un ruscello, lo guastò in guisa, che sulle sponde si trovarono una quantità di trotte morte.
Vicino a Corkeno, durante un tremuoto, si affondarono due iugeri di terra che furono rimpiazzati da acqua. Alcuni navigatori veleggiando da Loughreagh a Gallway, raccontarono di aver sentito un suono cupo come di un tuono lontano che sorgeva dalla profondità dell’acqua, e che immediatamente dopo era stato gettato il bastimento su tutt’i lati come se avesse dovuto affondarsi; ma che dopo tre o quattro minuti era subentrata la calma desiderata.
Nell’istesso anno 1756, li 2 e li 26 di gennaio, si sentirono nella Svizzera alcune
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scosse deboli, li 12 nella Sassonia, ove si estesero sino a Barenstein, Zimwalde ed Altenburg, ed anche verso la Boemia. Li 12 di gennaio ebbe luogo un affondamento di terra presso Erfurth che durò fino al mese di marzo, e che non poté essere misurato con uno scandaglio di 276 braccia. Anche Lisbona ricevette una nuova scossa ec.
Simile a questo tremuoto terribile sarebbe stato quello della Sicilia dall’anno 1536 sino al 1538, se l’Etna non l’avesse diminuito mediante le eruzioni del 1536 e 1537. Nel Delfinato tremò la terra dall’8 di giugno 1772 sino alla fine del 1773.
Con questa nostra supposizione forse si possono anche spiegare facilmente le comunicazioni delle scosse di terra colle stagioni. I tremuoti più frequenti e più terribili accadono nell’autunno ed alla fine dell’anno.
Le pioggie frequenti dell’autunno filtrano sino ai condotti profondi, e producono fermentazioni che si manifestano dapprima in vapori esalanti, indi passano queste pioggie nelle caverne più profonde, ove eccitano maggiormente il riscaldamento, e cagionano quelle scene terribili.
Anche le prime fermentazioni che montano
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alla superficie della terra sono causa di cangiamenti assai variabili dell’atmosfera, come di meteore ed altri fenomeni; esse agiscono sulla stagione, sulle sorgenti e sull’ago magnetico, e predicono in tal guisa la disgrazia preparata dentro la profondità della terra.
In simili occasioni gli uomini soffrono un giramento di testa(1), e qualche volta perdono i sensi(2). Gli animali diventano inquieti e rabbiosi. Gl’insetti ed i vermi sortono dalla terra, e coprono la sua superficie. I sorci abbandonano i loro nascondigli. I cani urlano ed abbaiano giorno e notte. I gatti saltano sulle finestre ed alle porte, e non si possono tenere nelle case. I cavalli nitriscono, i buoi mugghiano, ed essendo legati cercano di staccarsi. Gli uccelli svolazzano nella gabbia. Le galline e le oche gridano giorno e notte, o fuggono; i piccioni abbandonano la colombaia e svolazzano continuamente. Bartels nelle sue lettere
(1) Hannoev, nuetzliche Sammlungen 1756 quinterno 17.Senec. Nat., quest. VI., 129. Evagr, 2, 12 Majol. dier Canic. p. 1 coll. 1. p. 31.
(2) Senec. Nat., quest. VI., 129. Evagr, 2, 12 Majol. dier Canic. p. 1 coll. 1. p. 31.
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sulla Calabria e la Sicilia racconta, che poco prima del tremuoto del 1783, il quale distrusse la Calabria e Messina, i pesci nel mare sembravano ubriachi, erano molto inquieti e diedero più del solito, ed in maggior numero nella rete de’ pescatori. Gli uccelli svolazzarono ansiosi, incrociarono per l’aria gridando, e sembravano aver perduto il timore che hanno degli uomini. Una simile inquietudine si osservò nelle galline, oche e anitre. Tra i quadrupedi sembrarono sentirlo prima i cani e gli asini. Essi con isguardo feroce e fisso corsero paurosamente d’intorno, riempiendo l’aria di gridi spaventevoli. I cavalli i buoi, i muli ed altri animali simili tremarono per tutto il corpo, e nitrendo, e mugghiando calpestarono la terra, drizzarono gli orecchi, e lo sguardo fu fisso e sospettoso. Nel momento spaventevole della scossa, allargarono le gambe per non cadere, ma ciò non ostante caddero spesso in terra. Alcuni tentarono di fuggire poco prima dell’avvenimento, ma giungendo il tremuoto restarono confusi ed immobili. I porci esternarono tali presentimenti meno di ogni altro animale; ma tanto più i gatti, i quali
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però lo sentirono più tardi de’ cani e degli asini; essi si curvarono, e fecero un grido lamentevole e spaventoso; il loro pelo si rizzò, e gli occhi erano lagrimanti e sanguinosi. Un mercante di Messina si salvò facendo attenzione ai suoi gatti. Questi animali avanti la prima scossa del tremuoto si erano spaventati a segno, che tentarono di scavare il pavimento per sortire dalla camera, e condotti poi in un’altra, ricominciarono la stessa funzione; lo stesso fecero alla porta della casa, ed avendola aperta, corsero fuori della città; il mercante inseguendoli vide, che ripresero lo stesso lavoro sul campo, alloraquando una scossa sensibilissima rovesciò le case ed anche la sua. Le Gentil, Nouveau Voyage autour du monde, ci comunica osservazioni simili sopra il tremuoto, del 1716, che cagionò grandi devastazioni a Pisco nell’America meridionale. Una mezz’ora prima della scossa tutti gli animali furono sorpresi da grande inquietudine. I cavalli nitrirono, strapparono i capestri e fuggirono di stalla; i cani urlarono; gli uccelli erano come storditi e volarono dentro le case. I sorci
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sortirono dai loro buchi. Gl’istessi presentimenti accaddero prima del tremuoto del 1797.
Oltre questi presentimenti che si osservano negli uomini e negli animali, si veggono nascere nuove sorgenti e disseccare le antiche; altre saltano in aria come getti di acqua, o cessano affatto per ritornare più abbondantemente; molte acque si coloriscono. Cadono in quà ed in là nebbie e pioggie rosse. Si veggono nell’aria travi ignee, o spade turchine e rosse, bandiere, e tutto ciò che l’immaginazione voglia crearsi. In fine i precursori quasi immancabili de tremuoti sono i fulmini veementi, gli oragani furibondi, le pioggie insolite, una stagione straordinaria, particolarmente un maggior calore nell’atmosfera, inverni umidi e senza gelo, frequenti a notabili aurore boreali, parelii, paraseleni, l’aria tinta d’un rosso di fuoco ec. Tutti questi fenomeni sono sicuramente effetti de’ vapori sottilissimi di zolfo che s’innalzano, e segni sicuri di molta fermentazione nell’interno della terra; non è però sempre necessario, che ciascuna fermentazione si esterni per una scossa veemente, per una violenta spaccatura della terra.
A Briançon nel Delfinato si notarono
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li 12 di settembre 1785 due scosse di tremuoto, precedute da uno strepito sotterraneo, le quali durarono due minuti di seguito. Alcuni giorni prima il calore era stato maggiore che nel mese di luglio, e di agosto, e l’orizzonte era pregno di vapori i quali si perdettero poi dopo molti giorni Nell’istesso giorno si sentirono alcune scosse accompagnate dalle medesime circostanze a Grenoble, e nelle regioni circonvicine; si fece generalmente l’osservazione, che la direzione delle scosse si estese dal nord al sud.
Nel 1584 dopo alcune scosse violente continue di 10 in 12 minuti, le quali per tre giorni consecutivi diventarono sempre più forti, si osservò alla distanza di un mezzo miglio da Aigle, la mattina tra le 9 e le 10, che proruppe una quantità di terra dalla spaccatura di una roccia, unita a vapori sotterranei. La terra si precipitò come una forte pioggia, ed in pochi momenti furono sepolte 69 case, 106 rimesse di grano, 100 persone e molto bestiame. Questa pioggia di terra accompagnata da una grandine di pietre, e da una nuvola di scintille e di fumo, sparse da per tutto un odore di zolfo, che occupava
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un miglio di circonferenza. Il lago vicino passò sopra le sue sponde sino a 20 piedi d’altezza. Il preludio del tremuoto di Lisbona fu la meteora osservata li 14 d’ottobre 1755 a Locarno nella Svizzera. Si estese un vapore caldo che sembrava sortire dal forno, è si cangiò in due ore in una nebbia rossa, onde nacque verso sera una pioggia rossa come sangue, la quale depose un nono di una specie di argilla rossa. La neve era tinta di rosso. Questa pioggia fu osservata per 20 miglia quadrate, anzi sino nella Svevia. Dopo questo fenomeno incominciarono le pioggie veementi che in 3 giorni diedero 23 pollici d’acqua, quantità maggiore di quella che altre volte negli anni umidi cade durante tutto l’anno. Questa pioggia durò 14 giorni, benché non sempre in eguale quantità. Il Rodano ed altri fiumi che corrono verso la Lombardia traboccarono, e da per tutto infuriarono terribilmente gli oragani. Ancora nella metà di novembre cadde un’altra pioggia di sangue, e continuarono i disordini nell’atmosfera, come gli oragani nell’Italia, ed una stagione assai umida. È probabile che l’acido nitroso riscaldato dall’acqua ad esso unito, e caduto sopra il minerale
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di ferro, abbia potuto produrre vapori rossi e caldi, e gli avria svaporati per le spaccature delle montagne, strascinando seco, nel momento del bollore, le particelle della terra rossa di ferro. Tali vapori diminuiscono l’elasticità dell’aria, e cagionano per ciò repentine pioggie. Otto giorni prima del tremuoto la terra presso Cadice fu coperta di vermi ed insetti. Finalmente giunse il colpo a Lisbona il primo novembre 1755 alle 9 ore e 50 minuti con uno strepito simile al tuono; più della metà di Lisbona fu rovesciata, il Tago si gonfiò quasi al momento, le onde del mare furono slanciate al di là delle sponde, e si le navi, come le fabbriche spezzate o affondate. Setubal e Santaren, alcune miglia sopra Lisbona, furono distrutte. Si guastò la bella torre di Siviglia. Cadice ricevette colpi sensibilissimi, e venne affatto inondata dalle onde che batterono contro le mura della città, come anche le coste europee occidentali dell’Oceano, cioè quelle di Cadice, di Coimbra, Bilbao, Bajonna e Angouleme. Questa scossa la sentirono anche alcune città dell’Olanda, Amburgo, Glucckstadt e Cork nell’Irlanda, e le coste del mare mediterraneo, e particolarmente Cartagena, Valenzia
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ec. Anche Milano fu minacciato da una rovina totale. Il Vesuvio infuriò la mattina, ma cessò verso il tempo che incominciò la scossa del Portogallo. Sul mare si sentirono in maggior distanza le conseguenze della scossa, che probabilmente nacque sulla parte occidentale di Lisbona, in fondo del mare. Tutto l’Oceano, incominciando da Abo nella Finlandia, fino all’arcipelago delle Indie occidentali e sulle coste del Mediterraneo, fu scosso, e non si possono indicare i confini di questo movimento dell’acqua. Nell’istesso tempo fu risentita questa catastrofe su tutt’i laghi della Svizzera, come sul lago Templin nella Marca, e sopra alcuni altri della Norvegia, Svezia, e della Scozia; essi si gonfiarono spingendo l’acqua contro la sponda. Il lago Lochlomond nella Scozia, s’innalzò subitaneamente molti piedi sopra il suo livello, e ricadde poi altrettanto di sotto. Questa specie di flusso e riflusso durò molte ore, diminuendosi però a poco a poco sino a che cessò totalmente; e finché la superficie diventò tranquilla come prima. Una barca fu lanciata dal lago fino in terra alla distanza di quaranta braccia. Il lago presso Neufchatel, quello presso Meinungen, e le acque
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minerali presso Toeplit si perdettero nelle spaccature nascoste, e proruppero più abbondanti di prima. Sino nella Prussia comparvero nuove sorgenti. Non solamente il Tago, ma il Guadalquivir, il Duero, la Garonna, Vistola, il Po ed altri fiumi si gonfiarono e cagionarono inondazioni. Nel regno di Fez in Africa una forza sotterranea spaccò un monte, dal quale sortirono correnti rosse come il sangue. Presso Angoulemme in Francia fu sentito un fracasso sotterraneo; e si aprì nella pianura una profondità immensa contenente dell’acqua.
A Gemenox in Provenza una sorgente condusse tutt’a un tratto della fanghiglia, e si tinse di rosso; lo stesso accadde nelle sorgenti delle regioni circonvicine. È difficile a credersi, che in questo giorno i vapori siano partiti dal Portogallo sino in Boemia, ed abbiano ivi cagionato de’ fenomeni; poiché oltre le coste marittime ne soffrirono solamente i fiumi ed i laghi interni, ma non la terra ferma, non le case e le città. Tutto si spiega quando supponiamo, che allora quando nacque lo scoppio in fondo del mare alla parte occidentale del Portogallo, tutta
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la terra antica sia stata messa in una oscillazione leggiera. Considerando dunque, che l’oscillazione fosse stata grande a segno, di muovere la terra per un pollice sopra un’estensione di 100 tese del Reno, questo movimento sarebbe stato tanto insensibile da non poter rimuovere per la metà di un grano, cioè per la metà della grossezza del dorso di un coltello, una fabbrica dell’altezza di 4 tese dalla situazione perpendicolare.
Secondo questo calcolo non si poteva osservare il movimento in alcun oggetto fermo(1). I laghi al contrario dovevano rendere assai visibile questa scossa insensibile, poiché l’acqua di un lago, per esempio di due miglia geografiche, riceve sopra 14000 pollici tutt’a un tratto la caduta per un pollice; e siccome i fiumi più rapidi, come la Senna hanno solamente la caduta doppia, possiamo concepire che i laghi, le di cui acque non potevano correre, ma essere spinte soltanto verso le sponde, dovettero per mezzo di
(1) Come infatti è accaduto, eccettuato però sulle coste esposte alla scossa dell’acqua, ed a Milano la città più profonda e più distante della costa la quale allora soffrì.
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questa piccola oscillazione ricevere un movimento straordinario.
Possiamo supporre con fondamento questa insensibile oscillazione, poiché si è sentito fino nelle botti il movimento del vino.
Che l’acqua siasi tinta in molte regioni, dobbiamo attribuirlo alla mistura di vapori alloraquaudo passarono per quelli strati di terra ove passano le sorgenti, ed ove, unite al zolfo ed alle particelle di ferro, produssero la fermentazione.
Un’ora, e sino un’ora e mezza dopo il tremuoto, nacque uno spaventevole innalzamento dell’acqua nell’oceano. Il Tago si alzò 6 piedi al di sopra del flusso più alto, e ricadde 6 piedi al di sotto del riflusso più basso.
Questo secondo movimento del mare fu la reazione della prima scossa. Volendosi fare un’idea esatta della veemenza dell’acqua marina, slanciata pel movimento del fondo del mare, possiamo facilmente immaginarci la forza con cui essa si è precipitata in dietro, dopo che l’urto di essa si era comunicato in tutte le regioni vicine. Il tempo della reazione dipende dalla vasta estensione nella
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quale l’acqua agiva, ed in proporzione di questo il bollimento di essa deve essere stato terribile. Per mezzo di ciò fu compita la distruzione di Setubal.
Dal 17 sino al 18 di novembre dello stesso anno ebbero luogo sensibili scosse in Portogallo, nella Spagna, ed in Africa. Il 17 a mezzogiorno se ne sentirono in Gibilterra, e la sera a Whitehaven nella contea di Yorck in Inghilterra. Tra il 17 e 18 erano giunte nell’America settentrionale, ed in Italia ad Acqua-pendente e alla Grotta. Nell’istesso tempo si aprì un precipizio di acqua profondissima a Glowson nella contea di Hetford.
Addì 9 di dicembre soffrì Lisbona di nuovo un tremuoto veemente, che fu sentito sulle coste meridionali della Spagna e della Francia, e stendendosi poi per le montagne della Svizzera, per la Svevia ed il Tirolo, fine alla Baviera, esso nella direzione dal sud ovest verso il nord est passò per 300 miglia geografiche, lungo la catena delle montagne più alte, senza dilatarsi lateralmente. Questo corso lungo le catene delle montagne sembra essere una legge per la direzione de’ tremuoti confermata perfettamente da Rai, Buffon,
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Gentil e molti altri. Anche le spaccature maggiori, ove sortono i vapori, dobbiamo cercarle immediatamente sotto le alte montagne, o almeno accanto ad esse. Per ciò possiamo credere, che la continuazione del tremuoto del 18 novembre, il quale passò dall’Europa in America, abbia seguito l’andamento delle montagne, le di cui sommità vengono coperte dal mare, e si rialzano poi nell’America.
Dopo che il riscaldamento delle materie minerali aveva penetrato la base principale delle più alte montagne dell’Europa, cioè delle Alpi, prese anche la direzione sotto quella catena che corre sotto angoli retti dal sud al Nord, e passò nella direzione del Reno dalla Svizzera sino al mare del Nord, scuotendo l’Alsazia, la Lorena, la città di Colonia, il Brabante, la Piccardia, il ducato Cleve e la Westfalia. La direzione fu assolutamente paralella col fiume, senza estendersi su i lati.
Anche questa scena non fu l’ultima, poiché le scosse furono intermittenti, ed ogni nove giorni ricominciarono con grande impeto; simile alle osservazioni di Bouguer fatte su vulcani d’America, cioè che lo strepito
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ritornò di nuovo dopo un tempo eguale di riposo. L’osservazione di Mariotte falla sopra una riscaldata fornace di calce, la quale spinse l’aria ora fuori da una finestra aperta, ed ora la ritirava, imitando così la respirazione degli animali, può servire di spiegazione per ambidue i fenomeni.
Il fuoco sotterraneo spinge tutta l’aria fuori degli antri, e passando essa per una montagna aperta getta fuoco, oppure essa è spinta ne’ condotti sotterranei che comunicano cogli antri. In quel momento che cessa l’incendio, cessa con esso la forza estensiva. L’aria ritorna con veemenza pe’ condotti o pel cratere, e rianima il fuoco di nuovo. È rimarchevole, che il Vesuvio messo in incendio dal passaggio dell’aria pel cratere, si arrestò subito dopo ch’era accaduto il tremuoto presso Lisbona. Tutta l’aria dunque che comunica con queste spelonche, ed anche quella sopra il Vesuvio, si precipitò per tutt’i canali verso il grand’incendio, ove la diminuzione dell’estensione dell’aria le permise l’accesso. Qual fuocolare dev’essere quello che si procura un passaggio d’aria per ispiragli distanti 200 miglia geografiche!
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Le correnti sotterranee che per ciò nascono, e la di cui forza deve senza paragone superare qualunque altra che conosciamo sulla superficie della terra, poiché l’aria sotterranea è più compatta, si mette in maggior movimento da cause subitanee, ed è rinchiusa da canali trasversali che impediscono la di lei estensione; queste correnti, dico, cagioneranno le scosse vaste del globo, senza il soccorso di un vasto incendio.
Le scosse di terra, per quanto possiamo asserirlo, non hanno alcuna relazione particolare con una direzione del cielo qualunque, e l’esperienza c’insegna, 1. Che tra tutti i luoghi della terra ferma, nessuno sia esposto tanto ai tremuoti più violenti e frequenti, quanto le regioni montuose poco distanti dal mare. La penisola montuosa d’Italia, la maggior parte delle isole del globo; le coste ripide e sassose del Portogallo e della Spagna, la parte dell’alto Perù situata verso il mare, soffrono più frequentemente de’ tremuoti e degl’incendi interni. Nella Prussia non si conoscono affatto simili fenomeni. Nell’Olanda sono stati solamente l’eco, ovvero l’ultima convulsione di eruzioni rimote. Nella Germania e nella
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Svizzera se ne sente presentemente pochissimo, benché quivi siano montagne di miniere. Però se ne scorge a Genova. La regione da Coblenza sino a Gottinga, Burg, Tonna ec., essendo situata più vicino al mare, ed avendo avuto vulcani, senza dubbio avrà sofferto per lo passato dai tremuoti e dall’eruzioni. L’Olanda e la Westfalia sono una nuova terra nettunica.
Fenomeni simili potrebbero essere spiegati per mezzo de’ canali sotterranei, i quali avvicinandosi al mare, e passando sotto di esso si ristringono, per lo ché la forza estensiva de’ vapori deve operarvi più violentemente. Non è da dubitarsi che durante gl’incendi sotterranei, le materie minerali ed infiammabili non vadano spessissimo in flusso, come dimostrano le correnti di zolfo e di lava, le quali a motivo dell’inclinazione naturale de’ condotti sotterranei, correranno prima verso il mare e sotto di esso. In oltre il passaggio dell’acqua marina, gettandosi sul fondo, quando si apre una spaccatura, può generare i più violenti sconvolgimenti. Nulla infuria maggiormente il fuoco di materie riscaldate che la confluenza dell’acqua, la quale continua a strepitare sino a tanto che la sua forza dilatante ottura ulteriori confluenze,
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ed abbia tutto espulso. Una cagione principale perché le terre continentali sono scosse maggiormente, dobbiamo cercarla anche nel peso dell’acqua marina che comprime il suo suolo confinante; poiché, siccome questa enorme massa di acqua ritiene la forza del fuoco sotterraneo che tenta innalzare il suolo, e non gli permette di estendersi, così rivolge tutta la forza contro la vicina terra asciutta.
2. Che le coste occidentali ne hanno sofferto sempre più che le orientali. Nell’Italia, in Portogallo, in Islanda, nell’America meridionale ne troviamo gli esempi: Il Perù sente quasi giornalmente le scosse, mentre che il Brasile non se n’accorge. Su queste coste le sponde sono più ripide, il mare più profondo, per ciò i canali sotterranei vi discenderanno maggiormente, e le fluidità, tanto sopra la terra, quanto sotto di essa, le quali tengono la stessa direzione; cioè dall’est all’ovest, a motivo della rotazione della terra, trovano quivi la prima resistenza contro la quale impiegano tutta la loro forza.
Nel tremuoto si distinguono i colpi di rimbalzo, e le oscillazioni a guisa di onda.
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I colpi di rimbalzo che durano solamente un secondo, e che si ripetono in tempi intermedi, limitandosi però proporzionatamente ad un piccolo spazio, sono probabilmente l’esplosioni propriamente dette. Essi sono anche i più distruttivi, poiché scompongono le masse, sbalzano in aria le fabbriche ec. Accadendo ciò sul mare, ove se ne sentono particolarmente, sembra che il bastimento abbia urtato sopra uno scoglio, e ciascuna parte isolata del bastimento soffre come avesse ricevuto il colpo particolarmente.
Le oscillazioni a guisa di onde si estendono, assai lontane, tengono le direzioni rette, e non sono punto sentite sul mare, al quale comunicano un movimento piano, e simile a quello delle onde stesse. Esse sembrano essere cagionate dal passaggio de’ vapori i quali a misura che avanzano, innalzano il suolo e lo fanno ricadere. Questo movimento è sensibilissimo nelle fabbriche alte, nelle torri ec., mentre le loro sommità descrivono traballando un arco maggiore. Accadendo che passi lungo le strade tutte le case si distruggono, poiché battono contro l’altra; traversandole però danneggia pochissimo, e spesso nessuna, se le
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scosse non vengono ripetute. Siccome questa oscillazione si dirige secondo la linea de’ canali sotterranei, e questa secondo l’inclinazione della terra, così non si dovrebbero fabbricare le strade di una città in linee paralelle al corso del fiume, ma in modo che queste formino col fiume un angolo retto. La storia dell’accademia reale riferisce, che Smirne, situata sulla sponda orientale del mare Mediterraneo, essendo stata scossa nel 1688, tutte le mura nella direzione dall’est all’ovest si precipitarono, e che al contrario quelle dal sud al Nord restarono in piedi. Tutt’i corpi che facilmente si muovono, come i Candelabri, possono in tempo di tremuoto indicare la direzione che prendono le scosse, ed essi sono i segni più sicuri per la direzione in cui debba fabbricarsi una città.
La poca attenzione che si è avuto in osservare le parti straniere del globo, e la poca comunicazione che regna tra noi ed esse, non permettono di fissare per mezzo di esperienze, se abbiano avuto luogo convulsioni generali del globo. Impossibili non sono, mentre i canali e gli antri lungo le catene de’ monti percorrono assai verosimilmente
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tutto il globo: vi è dunque probabilità per un passaggio generale di vapori. I più forti colpi di rimbalzo non possono agire in lontananza. Possiamo istruirci da Buffon, il quale dice che l’eruzione di un fuoco sotterraneo, lanciando in aria una montagna della lunghezza di 1700 miglia o della larghezza di 40, non rimuoverebbe il globo per la larghezza di un pollice dalla sua posizione.
I tremuoti hanno cagionati danni incalcolabili. Nel 1456 li 3 e 5 di dicembre cento mila uomini perdettero la loro vita in Italia. Napoli sola contò di 20 in 30000 morti. Nel 1641 seppellì un tremuoto 300000 uomini nella Persia. Nel 1746 furono distrutte Lima e Callao nel Perù, addì 28 d’ottobre; le scosse erano sì forti che in 5 minuti fu rovesciata la città, e non restarono intatte che 20 case; 74 chiese e monasteri giacquero nelle rovine. Sentito lo strepito sotterraneo, che quivi ordinariamente precede di qualche tempo, le genti si erano salvate nella campagna. Callao, il porto di Lima, distante due miglia dalla città, fu distrutta nell’istesso tempo. Il mare si ritirò (poiché anche quivi sarà accaduta la
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scossa principale sotto il mare), ritornando però con una furia tale che 13 vascelli furono affondati e spezzati, e quattro slanciati lontano sulla terra. Callao fu resa eguale al suolo, e cinque mila abitanti, ed altri di Lima che quivi si erano rifugiati per salvarsi, annegaronsi. Più di 1200 erano sepolti sotto le rovine; e malgrado che 5 vulcani gettassero la massa infiammabile dei loro antri sotterranei, durò ciò non ostante il tremuoto sino al marzo del 1747.
In Lisbona solo il 1 di novembre 1755 furono sepolti 20000 uomini sotto le rovine. Nel 1763 fu devastato Comorn nell’Ungheria. Nel 1766, nel mese di maggio, Costantinopoli. Nel 1774 Guatimala nel Messico. Nel 1779 una gran parte di Smirne. Nel 1780 Tauris, la seconda capitale della Persia. Nel 1783 e 84 fu devastata terribilmente la Calabria e la Sicilia(1) e Messina, Catania, Reggio, ed altri luoghi furono rovesciati totalmente o in parte.
Le scosse si sentirono in tutta la parte
(1) Briefe ueber Calabrien und Sicilien di Bartels Gotting. 1792. Hammilton notizie dell’ultimo tremuoto in Calabria e nella Sicilia. Dolomieu trattato sopra il tremuoto in Calabria nel 1783.
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meridionale dell'Europa, come in Ungheria, nell’Austria, nella Boemia, lungo il Reno, nella Borgogna, anzi fino nell’Islanda. Nel 1797 il 4 di febbraio perirono dal tremuoto 40000 uomini a Cuzco, e Quito nell’America meridionale(1). Nelle provincie Tarunga, Ambato, Riobamba, Alaosi, in una parte di Chimbo, ed in un’altra di Quito non restò una sola fabbrica; tutto fu reso eguale al suolo. Il vulcano di Macas si spaccò in mezzo e gettò intorno a sé pietre, nuvole di polvere e correnti di acqua bollente. Il monte Moya si è quasi disciolto nell’acqua, inghiottendo le regioni più coltivate e migliaia di uomini. Il monte di Cuero è caduto sopra un villaggio dell’istesso nome, senza lasciare in vita un sol testimonio di questa disgrazia. Il monte Jataguì è caduto sopra Masdra ove ha aperto un precipizio che trasse seco case e temp[l]i ed abitanti, de’ quali due soli si salvarono. Questo luogo si è cangiato in un lago resinoso che svapora lo zolfo. L’aria vi ha perduto la sua temperatura
(1) Una descrizione spaventevole di questo tremuoto la troviamo nel primo tomo delle miscellanee spagnuole di Fischer.
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piacevole; le acque si sono guastate ed i laghi gettano fuoco. L’inquietudine interna continua ancora al presente, e cagiona, ora nell’una ora nell’altra regione, le scosse più terribili. Humbold trovandosi nel mese di maggio 1802 sal Pitchincha vi contò 18 scosse veementi in meno di 30 minuti, ed all’indomani essendo lui a Quito, nacque un tremuoto sensibile. Lo strepito sotterraneo nella pianura di Riobamba fu simile a quello di una montagna che si sente precipitare sotto i piedi.
Malgrado tutte queste disgrazie prodotte da’ tremuoti, sono essi non ostante utili, e sembrano influire sull’esistenza in generale. I bagni caldi, per esempio, e le acque minerali, il zolfo, le miniere ed i metalli probabilmente non sussisterebbero senza la fermentazione interna di essi. Anche l’atmosfera, consumata continuamente dagli uomini e dagli animali, riacquista le sue perdite per mezzo di una svaporazione di sali volatili ed altre parti fruttifere, necessarie per la formazione ed il nutrimento delle piante.
I vapori solfurei purificano l’aria, e con felice successo si sono rese abitabili le prigioni
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ed altre abitazioni infette dalle traspirazioni animali, affumicandole col zolfo.
Il calore della terra, la sua fruttificazione, la pioggia e la totale temperatura, le sorgenti ed i fiumi sembrano dipendere dalla fermentazione interna.
Dobbiamo ancora accennare una circostanza che dimostra l’influenza della fermentazione sotterranea sopra tutt’i corpi, se fosse anche difficile di poterla spiegare. Nel 1755 il 1 di novembre si è osservato in Augusta che gli aghi magnetici eransi indeboliti, e disordinati. Wucherer in Hohen Ems, vicino al confine orientale della Svizzera, aveva sparso il 9 di dicembre della limatura di ferro sopra una calamita disarmata del peso di 11 oncie e mezza, appesa perpendicolarmente, i di cui poli declinavano un grado dalla linea meridiana, essa s’innalzò, durante una scossa di terra di un minuto, col suo asse verso il mezzo giorno, così che quest’asse in confronto di una linea perpendicolare formò un angolo di 40 gradi e più. In questa direzione restò la calamita un minuto durante la scossa, e nell’istesso tempo si abbassò la limatura di ferro, la quale circondava
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il polo Nord, e che prima stava ritta; alcuni pezzetti di limatura caddero fino in terra; quella al contrario che circondava il polo sud restava immobile; all’ultimo colpo del tremuoto restituissi la calamita verso il Nord; e dopo alcune oscillazioni, riprese la sua primiera posizione perpendicolare, e la limatura di ferro che si era abbassata si alzò di nuovo. Anche Roberto Bayle racconta, che a Napoli dopo un tremuoto sia accaduto un fatto simile. Queste osservazioni si farebbero più frequentemente, se in questi tristi accidenti si potesse pensare alla calamita ed ai suoi cangiamenti. La prima cagione di ciò n’è forse la elettricità forte dell’atmosfera, la quale durante i tremuoti è senza dubbio assai carica. Forse tutta la materia elettrica, per quanto sia necessaria per l’intera economia della natura, per la costante produzione, e per la composizione delle piante, come anche pel mondo animale, forse, dico, è dessa sviluppata solamente dalla fermentazione interna della terra. Si è ancora osservato, che l’ago magnetico cresce appunto come l’elettricità dell’aria, cioè dalle 8 di mattina sino alle due dopo
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mezzo giorno, dopo di che diminuisce di nuovo; e in questo tempo si porta per un quarto di un grado all’ovest, ove per breve tempo si arresta, e poi ritorna.
Sembra egualmente dipendere dalle inquietudini interne, e dal cangiamento della sostanza del globo l’intera variabilità dell’ago magnetico che, allora quando fu inventata la bussola, declinò all’est, e che poi nel 1657 a Londra, nel 1666 a Parigi, e nel 1670 a Berlino fu zero, ovvero si diresse direttamente verso il polo. Da questi anni poi incominciò ne’ detti paesi a declinare all’ovest di modo, che presentemente declina a Londra 18°, in Berlino 17°, e generalmente in Europa verso l’ovest; più forte però nella Norvegia e, nella Scozia, meno nell’Italia e nella Spagna. Nella Siberia però, ricominciando da Jeniseisk, e nella China da Pekin declina all’est, e cresce sino alle coste occidentali dell’America, ove incomincia a tornare in dietro all’ovest. La teoria di questa declinazione si è sinora cercata inutilmente(1).
(1) Vedi tra gli altri Zimmermanns Annalen der
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È fuori di dubbio che l’ago magnetico abbia qualche relazione colla terra, poichè su ciascuna parte di essa si dirige verso il Nord. La causa di ciò deve stare nell’interno, e se questo interno fosse invariabilmente compatto e stabile, ne dovremmo vedere l’effetto nell’ago, che allora sarebbe immutabile.
Geographie und Statistik. vol. 2. p. 319. ec. ove è indicata e giudicata l’opera e la carta pel 1794 di John Churchmann americano.