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Nel Circolo di Austria vi hanno diversi antri di acqua, che sono tra i più celebri del globo. Il lago di Cirkuitz è interamente
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sotto minato, e comunica con altri diversi. La catena delle alpi Giulie consistente in rocce calcari originarie forma innumerabili antri di acqua nella Carniola e nelle provincie vicine. Incominciando dal fiume Sopha fino al confine della Bosnia si contano più di mille grotte(1).
L’antro di Adelsberg, sei miglia distante da Trieste, è uno de’ più grandi che si conoscono. Il fiume Piuka (Poig), che distante un miglio geografico circa dall’Adelsberg sorte da una roccia, cade vicino a quest’antro nella montagna, ove percorre uno spazio considerabile nella profondità dell’antro, e non ricomparisce che presso Planina, ove presto si perde nuovamente dentro una roccia, finché risorge per la terza volta portando il nome di Laubach(2).
(1) Ved. Hacquets Oryctographia carniolica, o geografia fisica del Ducato di Carniola, dell’Istria ec. Lipsia 1778. 4 tom. 3 con rami e del medesimo, viaggio fisico politico per le alpi Giulie, Carnie, Rezie verso le Noriche. Lips. 1785. 2 tom. Giov. Richard Valvasor Ehredes Herzogthuins Krain. Laybach 1689 fol.
(2) Keyssler neueste Reisen 78 lettere, edizione di Schnetze p. 1189.
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Comunemente da tutti si afferma che siasi entrato in quest’antro per più d’un miglio geografico senza trovarvi la fine. Esso, a motivo di molte giravolte, di precipizi terribili, di spaccature, e profondità oscure ed inmensurabili, si rende assai incomodo il visitarlo: in esso si trovano due ponti naturali, nati più tardi, e formati a poco a poco dalla stalattite; uno di essi s’innalza inarcato 80 fino a 100 tese sopra un gorgo di acqua. Questo ponte è distante un miglio dall’entrata. Il primo s’incontra subito in principio, e nell’acqua che scorre sotto di esso si sono presi de’ pesci di buon sapore. Tutto questo, unito a molte figure singolari di stalattiti quali la fantasia più vaga può crearle, forma il pian terreno dell’antro. Un secondo piano, ove l’entrata è più comoda, contiene diverse volte, la di cui estensione importa 200 tese. La fine è un precipizio rapido che si volge all’est.
A traverso l’antro, presso la chiesa S. Kampian, un mezzo miglio dal villaggio Untz, in poca distanza dal lago di Cirknitz, corre il fiume Jesero proveniente dal lago di Cirknitz. Per lungo tratto si possono seguire le di lui sponde sotterranee prima che esso si
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perda nella roccia, d’onde in seguito comparisce di nuovo, e si perde dappoi. Dopo essere comparso per la terza volta, corre dentro una volta aperta, passa per grotte considerabilmente alte, e per archi sospesi. Questo fiume si può visitare in barca finché le rocce e le piccole cadute di acqua, ed il rumore dell’acqua che si precipita in distanza, non rendono necessario di tornare in dietro. L’entrata in questa grotta è assai penosa, poiché discende rapidamente; ma presto si giunge ad una volta spaziosa che s’ingrandisce più che vi s’innoltra. Le figure di stalattite che ivi si veggono sono per così dire gli abitanti incantati di questi antri spaziosi.
Dall'antro di KLEINHÄUSLER, un miglio distante dall’Adelsberg, scorre il fiume Untz, lungo i di cui lati si può andare comodamente dentro l’antro. Al primo ingresso avvi una volta spaziosa di molti stalattiti, da dove si estendono condotti da tutt’i lati il di cui fine non è stato ancora riconosciuto.
L’antro presso LUEG(1), quattro miglia distante dall’Adelsberg e cinque da Trieste,
(1) Bucco nello Slav Samme significa la medesima cosa, Keyssler, viaggi 1189-90.
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è composto di tre piani. L’inferiore riceve il ruscello Loekua, e siccome è sempre pieno di acqua, non può essere visitato. Il secondo piano la di cui entrata è all’ovest, e che una volta credevasi essere lungo un miglio, è stato ultimamente riconosciuto per più di 200 tese. Il piano inferiore, situato 11 tese più alto, conduce ad un’entrata spaziosa accanto un castello antico.
L’antro PODPETSCHIO nella Carniola media, presso Guttenfeld, ha un’entrata spaziosa e comoda, che conduce ad una volta grande ove possono stare più di mille persone. Da questa volta partono due condotti stretti, de’ quali quello verso il sud si divide in due braccia. Il primo braccio conduce, sopra gorghi profondi riempiuti di acqua, verso un lago sotterraneo la di cui circonferenza e profondità non sono ancora conosciute, che sulle sponde è profondo di 3 tese, ed in cui non si è finora scoperto alcun essere vivente. Il secondo braccio conduce verso un’acqua piccola che per mezzo di un canale comunica col lago; in questo canale, crescendo il lago, corre l’acqua con molto strepito, e si precipita nell’abisso. Il secondo condotto stretto corre verso il nord-ovest,
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e si divide egualmente in due braccia, de’ quali uno solo è visitato, e conduce egualmente verso un lago quieto, che sembra però essere più piccolo del primo(1).
Il buco di Reifnitz, ovvero di Ribenza, sei miglia distante da Laybach, e due da Gottschee, è un aniro che riceve il Reifnitz; esso, a motivo della quantità di acqua e delle rocce pendenti, non può essere visitato.
Presso Urac, ed il villaggio Grabenstetten nella Svevia, trovasi un antro ove è sparsa un’arena lucida; in essa si è camminato più d’una mezz’ora senza scoprirne il fine. In mezzo all’antro giace un lago. Sciogliendosi la neve sulle alpi, o accadendovi una pioggia continuata, quest’antro si riempie di acqua.
Il KLUTERT, situato in una montagna calcare di una mediocre altezza, situata poco distante dall’Eupe tra le città Schwelm e Hagen nella contea di Mark in Westfalia, ha molte
(1) Valvasor Ehre des Herzogthums Krain. Acta Eruditor. Lips. 1689. p. 558. Beytraege zur physischen Erdbeschreibung vol. 1. p. 300, ove si trova anche la pianta dell’antro.
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grotte e molti condotti piccoli e grandi, che in parte sono alti 30 piedi e più. A settecento passi circa dall’entrata si vede un pozzo profondo, ed in poca distanza, dentro una specie d’argilla gialla e tenace, trovasi un’acqua limpida e potabile. In alcuni luoghi havvi un suolo assai sassoso e disuguale, che s’innalza fino a formare rocce molto elevate e rapide; inoltre vi è una caduta d’acqua, il di cui rumore s’annuncia da una distanza impraticabile. L’estensione dell’antro è sconosciuta(1).
L’antro di DOLSTEEN in Herroee sul Sund-moeer nella Norvegia, e quello nella montagna Simur nello stesso paese sono senza dubbio formati dall’acqua(2).
È opinione fra la comune degli uomini, che il primo antro passi sotto il mare fino nella Scozia. L’entrata è dell’altezza d’un’uomo, e la larghezza è di due tese. Nell’interno diventa più alto e più largo; le pareti sono dritte e la parte superiore è a volta. In principio gira esso dal sud-ovest al nord-ovest quasi fino al centro, ove l’antro s’abbassa formando
(1) Maquigfaltigk anno 3 pag. 49-59.
(2) Pontoppidan saggio di una storia della Norvegia. Flensb. 1769 tom. I. p. 86-91.
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degli scalini, e prende per qualche distanza la direzione più orientale finché passa nuovamente, al nord-est. Nel 1750 alcuni ecclesiastici s’innoltrarono molto in questo antro e discesero profondamente; e siccome sentirono distintamente il rumore delle onde, giudicarono trovarsi sotto il mare; perciò diventando la discesa dell’antro ancora più rapida, non arrischiarono innoltrarsi più avanti, e gettarono una pietra in giù, il di cui eco sentirono per un minuto di continuo, senza però distinguere se fosse caduta sopra un fondo asciutto o nell’acqua. Per andarvi e per ritornare, senza essersi arrestati nel centro, avevano consumato due candele, accendendone però una dopo l’altra.
L’antro nella montagna LIMUR è stato visitato da Pontoppidan istesso. Egli vi s’innoltrò finché un vapore umido, come quello delle sepolture murate, lo necessitò di ritornarsene. È rimarcabile, che in questo antro si cammini sopra uno strato di marmo alquanto convesso sotto di cui sentesi il mormorio di una corrente, la quale tratto tratto vedesi a traverso di piccole aperture, e che all’entrata dell’antro viene al giorno. L’antro prende esattamente la direzione del fiume;
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s’innalza e si abbassa, e diventa ora più largo ed ora più stretto. La larghezza per lo più importa 4 in 5 aune, e l’altezza 3. Il letto della corrente sembra dirigersi secondo l’andamento del marmo, ed è probabile ch’essa corroderà più profondamente, e formerà del suo letto presente una seconda volta sopra di sé.
L’antro DEL DIAVOLO (the Devils Arse) presso Castleton nel Derbyshire ha un’entrata simile ad una gran porta di chiesa, da dove scorre un considerevole ruscello, e perciò è necessario visitarla in parte nella barca. La parte pendente della volta s’abbassa in alcuni luoghi a segno ch’è necessario di stendersi di lungo in barca per passarvi sotto: ma dopo questi passi angusti l’antro diventa più spazioso, e la via resta comoda su ambedue i lati, finché il passaggio si ristringe di nuovo ed obbliga i viaggiatori a visitarlo sul fiume. Continuando il passaggio si trovano larghe aperture sui lati della corrente stretta, le quali sembrano essere antri nuovi, ove è situato un tempio maestoso con archi splendidi posti sopra bei pilastri. L’acqua conduce pel resto dell’antro fin dove la roccia s’inarca l’ultima volta, per indi
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abbassarsi verso la superficie dell’acqua che forma quivi un piccolo semicircolo. In questo luogo si chiude l’antro, e non si può più continuare il viaggio. Per ritornarne si può passare per altre aperture, che però spesso sono assai anguste(1). La corrente dell’antro suole crescere molto in certi tempi(2), ed allora è difficile di passare in quei luoghi ove si abbassa sì profondamente la roccia. Alcuni sostengono che questo antro abbia qualche comunicazione, con quello di ELDEN, 6 fino a 8 miglia inglesi distante da Castleton.
Gli antri di HOSENS e di BRUNFORTH, due grotte consimili, giaciono presso Stony, e Middleton, pare in Derbyshire.
Presso la cava di marmo grigio in Lathkill Dole o Monyash Moor, un miglio inglese distante da Monyash, al di là della valle, nella montagna opposta, esiste nell’istessa qualità
(1) Moritz Reisen eines deutschen in England nel 1783 in lettere indirizzate al sig. Gedike, seconda ediz. Berlino 1785.
(2) Buffon storia natur. generale tom. 3 p. 55, 56. Philos. transact. abridg. vol. 2. p. 370. Leich acta rad. 1701.
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di marmo un antro grande e lungo, che riguardo alla costruzione rassomiglia all’antro del Diavolo, ed è chiamato LAT KILL ARSE. Dopo una pioggia lunga e continuata ne sorte molta acqua, ed inonda una parte della valle.
L’antro di WOKEY nelle colline di Mendip, nella contea di Sommerset, è anche assai vario riguardo alla sua estensione, poiché ora è alto 8 tese, ed ora sì basso che è necessario andare a carpone per avanzarsi. La sua larghezza varia tra una e le sei tese. Dall’interno prorompe una forte corrente, nella quale si dice esservi molte anguille.
L’antro di KILCOMY nell’Irlanda è interamente asciutto nell’inverno, ma tre o quattro volte per anno scarica all’improvviso una sì grande quantità di acqua, che dentro 24 ore i campi confinanti sono posti sott’acqua fino a 20 piedi, e coperti di malta letamosa. Indi si ritira l’acqua per la stessa via da dove era venuta(1).
(1) A. Young tour in Irland, mode 1776-79, seconda edizione. Londra 1780, in tedesco da Engelbrecht vol. 2. gr. 8.
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Nasce egualmente un ruscello di acqua chiara dall’antro di S. Beata situato nella roccia ripida ed alta sul lato settentrionale del lago di Thun nel cantone di Bern. Il suolo di esso è coperto di una specie di tufo nato dalla deposizione dell’acqua, e formatosi a foggia di onde. La volta è ornata di migliaia di figure varie di stalattite. Immediatamente sopra questo antro havvene un altro, la di cui entrata è interamente chiusa dalle stalattiti pendenti davanti ad essa(1).
Nella vicinanza di Vermenton in Borgogna giungesi, per mezzo di un’apertura larga, in un antro la di cui larghezza si dice essere di 10 tese, l’altezza di 3 e più, e la lunghezza quasi di 100. Sulle pareti e sulla volta si trovano figure singolari di stalattiti, e sul piano conservatoi considerabili di acqua(2).
Nel secolo XVII, cavando presso Meaux della pietre dalla roccia per fabbricarne un convento, proruppe da un antro una quantità di acqua, che ancora al presente fornisce una
(1) Gruner Eisgebirge ia der Schweiz. I tom. pag. 8. ec.
(2) Perrault Oeuvres p. 89.
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corrente limpida(1). Questo fatto è assai atto a spiegarci l’origine di tutti gli antri di acqua. Prima che quest’acqua avesse uno scarico, doveva essa aprirsi la via in mezzo ai siti più molli della montagna, e staccare ora pezzi piccoli, ora grandi, indi rotolarli e formare in tal guisa alcuni antri in diverse direzioni. Del resto, quest’antro è pieno di stalattiti configurate in poma, pera, uva ec.
Gli antri di PETROWER in una roccia di gesso, i quali a poco a poco sono stati quasi sottominati dal ruscello Kutra. Essi si trovano situati nella vicinanza de’ fiumi Okka e Piana; e secondo il giudizio di Pallas sono essi senza dubbio un’opera dell’acqua prodotta particolarmente dalla rugiada e dalla pioggia che filtra attraverso la montagna, formandovi sorgenti interne, che cercando di scaricarsi cavano pezzi interi di roccia. Sempre vi gocciola l’acqua, e particolarmente è abbondante alcuni giorni dopo la pioggia. Tutte le profondità sono piene di acqua, e l’intera grotta sino alla parte più elevata
(1) Perrault Oeuvres pag. 834.
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è coperta di melma lasciatavi dalle inondazioni di primavera. Il freddo che vi regna è sorprendente. Ai 27 d’agosto, allora quando sulle montagne il termometro di Fahrenheit era a 71, 60 (17°,6 di Reaumur), la temperatura nell’antro grande fu di 44,00 F. (5°,3 R.), e nell’acqua montò a 47,60 F. (6°,93 R.), dal che Pallas concluse, che l’aria in queste grotte di gesso si raffreddi per mezzo di vapori acidi(1).
L’antro di FALKENBERG sulle sponde della Wolga poco distante da Samara(2), come anche quello presso KOTYTSCHI egualmente sulla Wolga, e quello davanti PUSTILNOI BUJCRAK(3), hanno tutti la stessa origine; l’ultimo è grande, ed assomiglia ad un portone grande ben arcato, ma rovinato, sui di cui lati si trovano due altre porte secondarie.
Gli antri delle montagne INDERSKI, i quali molto si estendono sotto i monti, sono egualmente formati dalla pioggia passata
(1) I viaggi di Pallas per diverse provincie del regno Russo, Pietroburgo 1771. Tomo I. pag. 41 ec., 55,56.
(2) Viaggi di Pallas tom. 1. pag. 146.
(3) Pallas pag. 165 e 166.
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nell’interno, e tengono una temperatura fredda.
Anche gli antri presso il fiume Jenisei, come presso Owsianka e Birgusiaska, giudicando secondo ciò che ne dice Gmelin intorno alla loro direzione, alla formazione ed al vestimento consistente in pietre lattee (GALACTITIS specie di farina calcare assomigliante alla MADREPORA AGARICITES), ed in ghiacciuoli grossi(1), sembrano dovere se non la loro totale esistenza, almeno la loro figura presente all’acqua filtratavi (mentre vi sciolse le parti molli della montagna) ed alle sorgenti sotterranee.
Anche Lepechin dà un simile giudizio sugli antri esistenti in un ramo delle montagne di Ural, che rinchiude la piccola città di Fabynsk: essi sono stati da lui visitati col pericolo della vita, e descritti con molta enfasi. In uno di questi antri è singolare il calore ed il vapore tramandato da diversi spiragli. In essi, e nelle loro spaccature si trova molta acqua(2).
(1) Gmelin Reise durch Siberien nella collezione de’ viaggi nuovi di Gottinga. Tom. 4. pag. 373 ec.
(2) J. Lepechin Tagebuch der reise durch das Russische.
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Lepechin dà con fondamento lo stesso giudizio sopra quegli antri situati nelle montagne presso il villaggio Chaszina, accanto il fiumicello rapido Bergamet, come anche sopra quelli esistenti nello Schiuljugan-Tasch e Muinak-Tasch (montagne di collo), ambedue presso la corrente Blelaja, e quelli nel Baislan-Tasch, sette werste distante dal Muniak-Tasch, e sopra quelli che si trovano in Ledjanaja Cora (monte di ghiaccio) presso il fiume Sulva, tre werste lontano da Kungur. L’antro situato in Schiuljugan-Tasche è stato descritto per la prima volta ed assai bene da Rostschhous sotto il nome di antro Bijelaico(1). Quell’antro nella montagna di ghiaccio è stato reso cognito da Strahlenberg(2). Lepechin per entrarvi fu necessitato a farsi tagliare una strada attraverso un
Reich nell’anno 1770, tradotto dal russo da Hasse. Altenburg 1774, nel secondo tomo, quarto grande.
(1) Nel trattato mensile pubblicato a Pietroburgo, marzo 1760.
(2) Qual effetto produrrà generalmente il ghiaccio nella formazione degli antri, condotti, spaccature interne e nelle vie profondamente scavate?
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ghiaccio grossissimo. Esso è forse uno degli antri più deserti, pieno di sfondamenti di terra, di laghetti, di fiumi, di pietre cadute e di figure di stalattiti; le camere vi sono assai larghe ed irregolari, e comunicano tra loro per mezzo di piccoli canali incomodi; di quando in quando si ravvisano in esso tubi che montano fino a 100 tese verso la cima della montagna, da dove continuamente gocciola l’acqua che rende le pietre nell’antro sì morbido come la polvere. Anche l’ultima camera lunga di 160 passi e larga di 30, da essi visitata, era piena di ghiaccio; ed una montagna di ghiaccio vi si sprofondò nella terra con grande strepito. Tutte le spaccature erano piene di ghiaccio, ed in alcuni luoghi se ne vedevano colonne intere. Un’altra camera ha 190 passi di lunghezza e 50 di larghezza. Alla diritta si trova un laghetto di acqua limpida di 20 tese di circonferenza, di cui il fondo è un affondamento di terra. Gli abitanti de’ contorni assicurarono che l’antro si estende ancora 10 werste (2 miglia geografiche) al di là ove era stato Lepechin.